Come state? Noi bene anche perché non vediamo l’ora di presentarvi una nuova opera dello Yaruki 2017 – Italian Japstyle Comics Award, categoria INDIE
Preparatevi a scoprire Seguendo Quel Filo Rosso di Nicole Canziani
Se avete dato un’occhiata al fondo della pagina troverete tre tavole: quello è tutto il fumetto. Quando abbiamo presentato lo Yaruki abbiamo detto chiaramente che non vi era alcun tipo di limite nel numero di tavole richieste, ma un’opera che ha solo 3 tavole chiaramente deve avere una marcia in più, qualcosa di fortemente particolare per poter essere così largamente apprezzata, nonostante la palese semplicità che possa caratterizzarla.
Seguendo Quel Filo Rosso si basa sulla celeberrima credenza giapponese del filo rosso che unisce due persone, reso ancora più celebre quest’anno dal film distruttore di record Your Name., credo quindi che più o meno tutti voi lettori conosciate questa storia. Ci troviamo di fronte un fumetto che non necessita particolari presentazione arzigogolate, nonostante le poche tavole non possiamo che apprezzare la delicatezza del tratto di Nicole, l’egregia scelta nel rappresentare una storia simile nel miglior modo possibile.
Ecco il tributo di Nicole alla nostra Yaruki:
Intervista all'autrice:
Nicole adesso è il tuo turno! Grazie per il tuo tempo, adesso partiamo con l’intervista: pronta?
Non devo mettermi in tiro, vero? Ciao a tutti!
Il tuo amore per i manga parte dalla tua infanzia, perché così tanti autori scelgono il japstyle?
Non mi sento di parlare per tutti, ma vi dico quella che è stata la mia esperienza.
Di fumetti ne leggevo tanti da piccola - da Topolino, a Witch, ai Peanuts, ai supereroi Marvel – ma nessuno mi ha mai folgorato quanto il mio primo manga: Ufo Baby di Mika Kawamura.
Già conoscevo i cartoni animati giapponesi, ma vederli fra le pagine di carta mi fece un effetto completamente diverso. «Ecco!», mi dissi «Ecco come voglio disegnare!».
Per me era uno stile nuovo, completamente diverso da quello a cui ero abituata, e mi dava un forte senso di libertà: perché disegnare personaggi con fattezze reali, quando potevo estremizzare certe parti del corpo e fargli fare le cose più assurde? (Per chi non ha letto Ufo Baby, di cose strambe ne succedono!). Insomma, per le cose realistiche c'è già la realtà, basta e avanza.
Cosa ne pensi dell’evoluzione che sta avendo il japstyle negli anni? Anche dal punto di vista di un’insegnante
Dico Grazie Signore, ahahah! Mi fa piacere vedere che un passettino alla volta ci sia stata un'accettazione verso il japstyle – anche se in alcuni casi, certo, c'è ancora qualche riserva –, perché questa chiusura nel corso degli anni l'ho sempre trovata insensata.
Posso dire di averla vissuta sulla mia pelle tale evoluzione: dai tempi in cui ai miei primi corsi di fumetto mi sentivo dire «Ah... fai quei cosi giapponesi? Cambia genere, con questi non sfonderai mai» ad oggi con «Mi piace il tuo stile giapponese, lo vedrei adatto per una pubblicazione!».
Alla fine dei conti, è sempre fumetto. Raccontato in modo un po' diverso, ma sempre di storie illustrate su carta si tratta.
E poi perché soffermarsi sulla nazionalità dell'autore: quello che ci si dovrebbe chiedere è se quella storia ha emozionato o meno, senza tanti pregiudizi.
Poi, quando insegno ai corsi, i miei studenti mi chiedono soprattutto consigli riguardo la pubblicazione di una propria storia japstyle, e trovo positivo il fatto di potergli offrire più opzioni anche nel nostro Paese senza per forza ricorrere ai concorsi esteri (che sono comunque una validissima esperienza!) .
Quindi posso solo sperare che in futuro le cose vadano anche meglio di oggi!
Come descriveresti la tua storia?
Breve ma intensa. Direi che questa sia la frase più azzeccata, ahahah!
Hai creato un’opera molto breve ma che lo stesso riesce ad impressionare i lettori, com’è possibile?
Innanzitutto, grazie mille, è davvero bello sentirlo! Mi fa sperare di essere riuscita nell'intento, nel mio piccolo! Se c'è una cosa che mi hanno insegnato e che comunque ho imparato nel corso degli anni, è che non sempre servono trame complesse, ma basta un messaggio semplice e diretto che vada al cuore delle persone.
È più facile creare, a tuo avviso, un fumetto così breve?
Più difficile, vorrai dire! Questo è un insegnamento che ho ricevuto quando ero studentessa, e che ora trasmetto a mia volta durante i corsi. Realizzare un fumetto breve è un ottimo esercizio, perché ti aiuta ad essere sintetico, senza perdere di vista l'obiettivo. E, vedendo le difficoltà di alcuni miei studenti, posso assicurare che avere il dono della sintesi e dare senso a quello che si racconta, non è così semplice! Fare una trama lunga e articolata viene naturalmente più immediato – benché pure questa strada nasconda delle insidie –, perché subito pensi ad aggiungere questo e quello come fossero ingredienti per insaporire un piatto. Ma per restare nello stesso argomento, anche in cucina si sa che la semplicità paga: onestamente tra un piatto da gourmet dello Chef stellato Pinco Pallo e un bel piatto di carbonara, cosa scegliereste?
Perché hai scelto questa la credenza popolare del filo rosso per una tua storia? La senti particolarmente tua?
Ahahah! Rido perché so quello che sto per dire! Diciamo che in amore sono sempre stata particolarmente sfortunata – non che ad oggi la situazione sia migliorata, eh –, quindi per coerenza dovrei dare fuoco a tutti i gomitoli di lana rossi o simili che mi capitano sotto gli occhi.
Però questa leggenda mi ha sempre fatto tenerezza. È bello pensare che nonostante tutte le avversità – che siano la sfiga, le persone sbagliate, la mancanza di tempismo e/o di coraggio – , da qualche parte nel mondo ci sia la persona destinata a te. Si potrebbe dire che è come credere al Principe Azzurro, ma personalmente l'idea di un filo che tiene unite due anime la trovo più realistica. Il filo si può annodare un sacco di volte, fra tutti i fili esistenti, e farci quindi credere di essersi intrecciato a quello della persona giusta. Magari lo credi per anni, e poi... PUF! Il nodo si scioglie, il filo si tende e la ricerca riprende. La vita non è forse questo?
Per quale motivo i lettori dovrebbero votare la tua opera?
Perché ha lasciato loro qualcosa. Che sia felicità, nostalgia, tristezza, amarezza, ricordi... qualunque sentimento andrà bene. Mi basterà sapere che lo hanno sentito.
Quali sono i tuoi sogni artistici? Quali obiettivi ti poni?
Ci sono due progetti in particolare che da troppi anni aspettano di vedere la luce. Quindi il mio obiettivo e di riuscire a passare allo step successivo e iniziare a realizzarli! Poi chissà, magari ci saranno dei validi imprevisti lungo la strada... Non vedo l'ora di scoprirlo!
Nicole, basta così! Grazie davvero di tutto, manda un saluto a tutti coloro che potrebbero votarti!
Grazie a voi, è stato un onore! E grazie infinite a chi si sentirà di darmi una possibilità: regalo virtualmente un pezzo del mio cuore a ciascuno di voi!
Link Utili:
Nikoi
Concorrenti Precedenti:
Kitsune to Neko
La Mia Mamma Ha Un Tumeowre
Apophis Saga
Drakon City
Due Uomini e un Cammello
Irezumi
The Space Between
CodeX
MangAde
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Per maggiori informazioni sull’award contattare [email protected]
Grafiche a cura di Megane郭
Preparatevi a scoprire Seguendo Quel Filo Rosso di Nicole Canziani
Nicole Canziani è nata a Mestre il 28 novembre 1990. Ha sempre amato disegnare, fin da bambina. Definisce la matita, in un certo senso, la chiave che apre la porta del suo paradiso personale; dice che quando disegna si sente talmente sulle nuvole da non accorgersi di quello che le accade intorno, nemmeno delle persone. Si è avvicina al mondo del fumetto, già con l’idea di farla diventare la sua professione, alle medie, quando comprò il suo primo manga Ufo Baby di Mika Kawamura, del quale è tutt’ora innamorata.
Ha quindi frequentato il Liceo Artistico di Venezia per maturare e migliorare la tecnica, e a seguire un anno di Accademia di Belle Arti, sempre a Venezia, dal quale si è ritirata successivamente per non aver trovato gli studi che realmente cercava, specialmente in ambito fumettistico. Quando i turni di lavoro lo hanno permesso ha partecipato a qualche workshop, un po’ per imparare cose nuove ma anche per mantenere continuamente la mano in allenamento, e così ha frequentato il corso manga della Manga School di Venezia Comix, del quale è attualmente un’insegnante.
Il suo esordio vero e proprio è stato reso possibile grazie a Nuname, che nel terzo volume ha pubblicato Born of Sarianna e Seguendo Quel Filo Rosso. Al momento lavora ad una storia autoconclusiva in fase di realizzazione e ha tanti altri progetti in mente.
Ha quindi frequentato il Liceo Artistico di Venezia per maturare e migliorare la tecnica, e a seguire un anno di Accademia di Belle Arti, sempre a Venezia, dal quale si è ritirata successivamente per non aver trovato gli studi che realmente cercava, specialmente in ambito fumettistico. Quando i turni di lavoro lo hanno permesso ha partecipato a qualche workshop, un po’ per imparare cose nuove ma anche per mantenere continuamente la mano in allenamento, e così ha frequentato il corso manga della Manga School di Venezia Comix, del quale è attualmente un’insegnante.
Il suo esordio vero e proprio è stato reso possibile grazie a Nuname, che nel terzo volume ha pubblicato Born of Sarianna e Seguendo Quel Filo Rosso. Al momento lavora ad una storia autoconclusiva in fase di realizzazione e ha tanti altri progetti in mente.
Se avete dato un’occhiata al fondo della pagina troverete tre tavole: quello è tutto il fumetto. Quando abbiamo presentato lo Yaruki abbiamo detto chiaramente che non vi era alcun tipo di limite nel numero di tavole richieste, ma un’opera che ha solo 3 tavole chiaramente deve avere una marcia in più, qualcosa di fortemente particolare per poter essere così largamente apprezzata, nonostante la palese semplicità che possa caratterizzarla.
Seguendo Quel Filo Rosso si basa sulla celeberrima credenza giapponese del filo rosso che unisce due persone, reso ancora più celebre quest’anno dal film distruttore di record Your Name., credo quindi che più o meno tutti voi lettori conosciate questa storia. Ci troviamo di fronte un fumetto che non necessita particolari presentazione arzigogolate, nonostante le poche tavole non possiamo che apprezzare la delicatezza del tratto di Nicole, l’egregia scelta nel rappresentare una storia simile nel miglior modo possibile.
Ecco il tributo di Nicole alla nostra Yaruki:
Intervista all'autrice:
Nicole adesso è il tuo turno! Grazie per il tuo tempo, adesso partiamo con l’intervista: pronta?
Non devo mettermi in tiro, vero? Ciao a tutti!
Il tuo amore per i manga parte dalla tua infanzia, perché così tanti autori scelgono il japstyle?
Non mi sento di parlare per tutti, ma vi dico quella che è stata la mia esperienza.
Di fumetti ne leggevo tanti da piccola - da Topolino, a Witch, ai Peanuts, ai supereroi Marvel – ma nessuno mi ha mai folgorato quanto il mio primo manga: Ufo Baby di Mika Kawamura.
Già conoscevo i cartoni animati giapponesi, ma vederli fra le pagine di carta mi fece un effetto completamente diverso. «Ecco!», mi dissi «Ecco come voglio disegnare!».
Per me era uno stile nuovo, completamente diverso da quello a cui ero abituata, e mi dava un forte senso di libertà: perché disegnare personaggi con fattezze reali, quando potevo estremizzare certe parti del corpo e fargli fare le cose più assurde? (Per chi non ha letto Ufo Baby, di cose strambe ne succedono!). Insomma, per le cose realistiche c'è già la realtà, basta e avanza.
Cosa ne pensi dell’evoluzione che sta avendo il japstyle negli anni? Anche dal punto di vista di un’insegnante
Dico Grazie Signore, ahahah! Mi fa piacere vedere che un passettino alla volta ci sia stata un'accettazione verso il japstyle – anche se in alcuni casi, certo, c'è ancora qualche riserva –, perché questa chiusura nel corso degli anni l'ho sempre trovata insensata.
Posso dire di averla vissuta sulla mia pelle tale evoluzione: dai tempi in cui ai miei primi corsi di fumetto mi sentivo dire «Ah... fai quei cosi giapponesi? Cambia genere, con questi non sfonderai mai» ad oggi con «Mi piace il tuo stile giapponese, lo vedrei adatto per una pubblicazione!».
Alla fine dei conti, è sempre fumetto. Raccontato in modo un po' diverso, ma sempre di storie illustrate su carta si tratta.
E poi perché soffermarsi sulla nazionalità dell'autore: quello che ci si dovrebbe chiedere è se quella storia ha emozionato o meno, senza tanti pregiudizi.
Poi, quando insegno ai corsi, i miei studenti mi chiedono soprattutto consigli riguardo la pubblicazione di una propria storia japstyle, e trovo positivo il fatto di potergli offrire più opzioni anche nel nostro Paese senza per forza ricorrere ai concorsi esteri (che sono comunque una validissima esperienza!) .
Quindi posso solo sperare che in futuro le cose vadano anche meglio di oggi!
Come descriveresti la tua storia?
Breve ma intensa. Direi che questa sia la frase più azzeccata, ahahah!
Hai creato un’opera molto breve ma che lo stesso riesce ad impressionare i lettori, com’è possibile?
Innanzitutto, grazie mille, è davvero bello sentirlo! Mi fa sperare di essere riuscita nell'intento, nel mio piccolo! Se c'è una cosa che mi hanno insegnato e che comunque ho imparato nel corso degli anni, è che non sempre servono trame complesse, ma basta un messaggio semplice e diretto che vada al cuore delle persone.
È più facile creare, a tuo avviso, un fumetto così breve?
Più difficile, vorrai dire! Questo è un insegnamento che ho ricevuto quando ero studentessa, e che ora trasmetto a mia volta durante i corsi. Realizzare un fumetto breve è un ottimo esercizio, perché ti aiuta ad essere sintetico, senza perdere di vista l'obiettivo. E, vedendo le difficoltà di alcuni miei studenti, posso assicurare che avere il dono della sintesi e dare senso a quello che si racconta, non è così semplice! Fare una trama lunga e articolata viene naturalmente più immediato – benché pure questa strada nasconda delle insidie –, perché subito pensi ad aggiungere questo e quello come fossero ingredienti per insaporire un piatto. Ma per restare nello stesso argomento, anche in cucina si sa che la semplicità paga: onestamente tra un piatto da gourmet dello Chef stellato Pinco Pallo e un bel piatto di carbonara, cosa scegliereste?
Perché hai scelto questa la credenza popolare del filo rosso per una tua storia? La senti particolarmente tua?
Ahahah! Rido perché so quello che sto per dire! Diciamo che in amore sono sempre stata particolarmente sfortunata – non che ad oggi la situazione sia migliorata, eh –, quindi per coerenza dovrei dare fuoco a tutti i gomitoli di lana rossi o simili che mi capitano sotto gli occhi.
Però questa leggenda mi ha sempre fatto tenerezza. È bello pensare che nonostante tutte le avversità – che siano la sfiga, le persone sbagliate, la mancanza di tempismo e/o di coraggio – , da qualche parte nel mondo ci sia la persona destinata a te. Si potrebbe dire che è come credere al Principe Azzurro, ma personalmente l'idea di un filo che tiene unite due anime la trovo più realistica. Il filo si può annodare un sacco di volte, fra tutti i fili esistenti, e farci quindi credere di essersi intrecciato a quello della persona giusta. Magari lo credi per anni, e poi... PUF! Il nodo si scioglie, il filo si tende e la ricerca riprende. La vita non è forse questo?
Per quale motivo i lettori dovrebbero votare la tua opera?
Perché ha lasciato loro qualcosa. Che sia felicità, nostalgia, tristezza, amarezza, ricordi... qualunque sentimento andrà bene. Mi basterà sapere che lo hanno sentito.
Quali sono i tuoi sogni artistici? Quali obiettivi ti poni?
Ci sono due progetti in particolare che da troppi anni aspettano di vedere la luce. Quindi il mio obiettivo e di riuscire a passare allo step successivo e iniziare a realizzarli! Poi chissà, magari ci saranno dei validi imprevisti lungo la strada... Non vedo l'ora di scoprirlo!
Nicole, basta così! Grazie davvero di tutto, manda un saluto a tutti coloro che potrebbero votarti!
Grazie a voi, è stato un onore! E grazie infinite a chi si sentirà di darmi una possibilità: regalo virtualmente un pezzo del mio cuore a ciascuno di voi!
Link Utili:
Nikoi
Concorrenti Precedenti:
Kitsune to Neko
La Mia Mamma Ha Un Tumeowre
Apophis Saga
Drakon City
Due Uomini e un Cammello
Irezumi
The Space Between
CodeX
MangAde
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Per maggiori informazioni sull’award contattare [email protected]
Grafiche a cura di Megane郭
Non potete capire l'emozione che provo in questo momento!!! (⁄ ⁄^⁄ᗨ⁄^⁄ ⁄)
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