Già protagonista del Masters of Horror (l’evento speciale di Lucca Comics & Games 2018 che ha celebrato all’insegna della creatività d’eccellenza il bicentenario della pubblicazione di Frankenstein), il maestro mangaka Junji Ito si è concesso al Press Cafè, il tradizionale appuntamento con la stampa specializzata.
 

In questo frangente il maestro ha ha avuto modo di parlare delle sue principali fonti di ispirazione, tra cui spiccano le figure di Kazuo Umezu (per quanto riguarda lo stile grafico e narrativo) e Katsuhiro Otomo (per il pathos che riesce a esprimere nelle sue scene). Ha anche parlato delle sue ossessioni e delle sue fobie come spunto fondamentale per le sue idee, in particolare ha detto di essere terrorizzato dallo sguardo delle persone e dai corridoi delle vecchie case.
Anche se molte delle mostruosità da lui messe in scena sono da interpretare come metafore delle brutture della vita contemporanea, in particolare ha detto di essere letteralmente atterrito dall’ipocrisia degli uomini politici e dal terrorismo internazionale. Le idee più originali però gli arrivano durante i banali gesti della vita quotidiana, come guidare sull’autostrada o fare un bagno caldo.
Nel soffermarsi sugli adattamenti cinematografici e animati delle sue storie ha speso parole di elogio versi i registi che hanno adattato il suo lavoro, affermando di essere rimasto addirittura commosso dalla bellezza e dall’efficacia della serie Junji Ito Collection, che secondo lui ha superato il suo stesso manga, aggiungendo un plus valore, grazie anche all’apporto delle musiche, dei suoni e del doppiaggio, impossibili da rendere nei manga.
Invece l’episodio che gli sarebbe piaciuto vedere trasposto in film, è il penultimo capitolo di Gyo, in cui un gruppo di telespettatori, ipnotizzati dai teleschermi, vengono inghiottiti da una montagna attraverso delle inquietanti aperture dalla forma umana.
 

La sua forma narrativa prediletta è il racconto breve, ma il Nostro si è cimentato anche nell’adattamento da romanzo, nella fattispecie Lo squalificato di Osamu Dazai. A tale proposito si è espresso in questi termini: “se avessi saputo che era già stato adattato in manga da Usamaru Furuya avrei sicuramente scelto un altro soggetto da disegnare”.
Prossimamente su questi schermi il video integrale e il testo del Press Cafè in un reportage completo di tutti gli incontri di Junji Ito a Lucca.