Parliamo di Oltre le Onde - Shimanami Tasogare di Yuhki Kamatani, manga la cui edizione italiana, edita da J-POP, si è appena conclusa con l'uscita del quarto ed ultimo volume in occasione dello scorso Lucca Comics & Games.
Essere “Nessuno”
Partiamo con ordine. Cosa rende speciale Oltre le Onde? Che cosa ha fatto sì che un titolo tutto sommato non tanto conosciuto sia stato, pochi mesi fa, il manga più richiesto in assoluto ad un'affermata casa editrice americana come la Seven Seas Entertainment?
Se le tematiche LGBT+ sembrano interessare sempre più manga e sempre più lettori (in Italia la stessa J-POP ha dedicato agli yuri un’apprezzata “sezione” dei propri annunci lucchesi), il manga di Yuhki Kamatani presenta il semplice vantaggio di essere scritto da un membro stesso della comunità. Sebbene il suo nome si trovi spesso erroneamente declinato al femminile, Kamatani ha infatti da tempo fatto coming-out come X-gender: un’identità di genere che in Giappone equivale ad una negazione sia di una identità femminile che di una maschile, a favore quindi di una terza, indefinita “x”.
Oltre a identificarsi come X-gender, tuttavia, Kamatani appartiene dichiaratamente anche ad un’altra minoranza: quella dell’asessualità. Se inoltre nella comunità internazionale si fa una distinzione fra asessualità (mancanza attrazione sessuale) e aromanticità (mancanza di attrazione puramente sentimentale, anche senza sfera fisica), in Giappone questo non accade: le due sfere sono quasi sempre unificate, rendendo così l’etichetta di “asessuale” molto più limitata di quanto non sia nel resto del mondo. Un giapponese che si identifica come asessuale, dunque, non solo non sarà interessato ai rapporti fisici – ma non nutrirà alcun interesse nemmeno per le relazioni sentimentali: un'esistenza che viene spesso vista come solitaria e incomprensibile in una società in cui ai legami, soprattutto quelli sentimentali, viene dato un rilevo cruciale.
Ora che abbiamo un quadro completo dell’identità di Yuhki Kamatani, la domanda che può sorgere spontanea è: ma a noi, semplici lettori che molto probabilmente desiderano solo una bella storia, cosa interessa?
La risposta è semplice. Se le storie che trattano di tematiche LGBT+ sembrano andare sempre più per la maggiore, lo stesso non si può dire di una rappresentazione realistica e non scontata di quello che è, nella realtà, ben più di un semplice “filone”. In un medium pieno di yaoi, yuri, shonen-ai e shoujo-ai scritti (non neghiamolo) per lo più per soddisfare un certo voyeurismo e feticismo, Oltre le Onde è uno di quei titoli che mirano invece a rappresentare l’universo LGBT+ nelle sue sfumature più vere ed umane, portando alla luce quei tanti “nessuno” spesso bistrattati dagli altri generi. Forte di un punto di vista sulla diversità personale e reale, Kamatani riesce quindi magistralmente a trasportare il lettore nel proprio mondo aprendo uno spiraglio sulla comunità, vero e sentito, anche a chi di noi non ne fa parte.
Costruire ponti e fondamenta
La storia di Oltre le Onde si apre quindi in quest’ottica, e lo fa tramite il punto di vista del protagonista, Tasuku Kaname. Nonostante sia il personaggio principale dell’opera, Tasuku è, forse, anche il più comune: sebbene lui stesso si creda strano e solo al mondo, infatti, il suo viaggio personale è molto simile a quello che la maggior parte dei ragazzi della sua età è costretta ad affrontare. I primi dubbi, i primi timori, la paura di essere considerato diverso e per questo allontanato: c’è qualcuno che, nel profondo, non ha provato questo tumulto di sentimenti durante l’adolescenza?
I timori di Tasuku, tuttavia, sono probabilmente più fondati di quelli di altri ragazzi; l’omosessualità, d’altronde, è spesso ancora un tabù, specialmente in una società amante dell’uniformità come quella giapponese. Oltre le Onde, tuttavia, non ha luogo in una grande, frenetica metropoli dai grigi schemi. Le vicende si svolgono ad Onomichi, cittadina costiera nella prefettura di Hiroshima che si estende fra più isolette; come se non bastasse, Onomichi è famosa per via del lungo ponte autostradale, detto Shimanami Kaido, che costituisce il principale punto di comunicazione fra le isole di Shikoku e Honshu. Luogo ideale, quindi, per rappresentare la necessità di creare legami.
È in questa terra di ponti, infatti, che Tasuku inizia a costruire i propri. Inizialmente isolato dal suo stesso sentirsi diverso dagli altri, il ragazzo trova sollievo dalla propria situazione nel salotto da conversazione di proprietà della misteriosa signora Qualcuno: è qui che, per la prima volta in vita sua, Tasuku avrà l’occasione di incontrare tutta una serie di personaggi che avranno un ruolo fondamentale nella sua crescita e nell’accettazione di sé stesso. La cosiddetta "Adunata dei Gatti", infatti, è composta da persone totalmente diverse sia per età che percorsi di vita: tutti loro, tuttavia, sono uniti dal fatto di far parte della comunità LBGT+. Riunendosi nel salotto da conversazione, inoltre, l’Adunata costituisce anche un’organizzazione non-profit che si occupa di risanare e ricostruire le dimore abbandonate della città.
Questa spinta verso il costruire, difficilmente casuale, rappresenta in modo chiaro la necessità di intrecciare legami con il prossimo grazie ai quali stabilire le proprie fondamenta, la propria identità. È infatti attraverso le esperienze pratiche di demolizione e ricostruzione che Tasuku avrà l'opportunità di abbattere i propri stessi preconcetti (verso gli altri tanto quanto verso sé stesso), prendere quegli stessi frammenti, e ricostruire pian piano un'esistenza vissuta appieno e mai negata, mai rinchiusa. Un'esistenza protesa tanto verso il prossimo, senza pregiudizi e presunzioni, tanto verso noi stessi, imparando a conoscerci e ad accettarci con la stessa pazienza che dovremmo riservare agli altri.
Essere “Qualcuno”
Se tanti sono i personaggi memorabili all'interno del manga, ognuno con la propria storia e le proprie problematiche, quella che riveste il ruolo più singolare (e forse il più importante) è senza dubbio lei: Qualcuno (Dareka-san in giapponese). Una sorta di presenza magica, a tratti invisibile e a tratti preponderante, a tratti umana e a tratti soprannaturale. Chi è Qualcuno? Quali sono le sue intenzioni, il suo carattere, i suoi desideri?
Il segreto di Qualcuno lo scopriamo solo nell’ultimo volume, e per correttezza non scenderò nello specifico. Quello che salta agli occhi del suo personaggio, tuttavia, è come l’inafferrabilità di Qualcuno sia allo stesso tempo una via di fuga dalle etichette sia una etichetta che la donna stessa si pone: così come gli altri, per comprenderla, devono accettare ed imparare a conoscere il suo essere libera ed effimera, così lei stessa sembra dover ancora capire fino a che punto arriva il suo disinteresse nelle relazioni interpersonali – e accettare, di conseguenza, quegli slanci umani di cui ha sempre creduto di non essere capace.
In questo senso, oltre ad essere una “lettera” della comunità LGBT+ raramente rappresentata (quale? Leggete il manga!), Qualcuno è anche la perfetta rappresentazione di un viaggio interiore mai del tutto compiuto. Possiamo essere convinti di conoscere noi stessi, possiamo arrivare ad una nostra identità dopo un duro lavoro di autoanalisi ed accettazione; eppure la nostra esistenza, la nostra essenza, continuerà ad essere un mistero sempre in divenire – forgiata man mano dai cambiamenti interiori così come dalle persone che incontriamo, che ci piaccia o no.
In definitiva, sembra essere questa la morale di fondo all’intero manga; una lezione che sembra infine arrivare a tutti i personaggi, dal timido Tasuku al sicuro (ma in fondo fragile) Tsubaki, passando dall’ancora confuso Misora al “veterano” Tchaiko. Una morale che è una sorta di guida in questo mondo in cui le relazioni interpersonali, così come quelle con noi stessi, sembrano diventare sempre più complicate.
La soluzione? Vivere per quello che si è, senza affibbiarsi e affibbiare etichette.
Essere, semplicemente, Qualcuno. Nel senso più pieno del termine.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Oltre le Onde - Shimanami Tasogare 1 | € 6.50 | JPOP |
Oltre le Onde - Shimanami Tasogare 2 | € 6.50 | JPOP |
Oltre le Onde - Shimanami Tasogare 3 | € 6.50 | JPOP |
Oltre le Onde - Shimanami Tasogare 4 | € 6.50 | JPOP |
Pro
- Scritto da una persona veramente LGBT+
- I personaggi crescono, cambiano, si scontrano, fanno errori anche e soprattutto in buona fede: sono umani e complessi, non macchiette
- Fino alla fine non si glissa sulle problematiche familiari del coming-out, né si addolciscono gli atteggiamenti di una società chiusa al diverso
- Disegni belli e curati, a tratti “poetici”
- Molto buona l’edizione J-POP con sovraccoperta, illustrazioni a colori, neri che non trasferiscono e la solita ottima carta bianca
Contro
- Manca la B in LGBT+
- Asessualità, aromanticità e “solitudine volontaria” rischiano di essere confuse, quantomeno per come vengono intese in Occidente
- Non si approfondisce a sufficienza lo stato reale/legale delle unioni in Giappone
- Qualche refuso nei testi (ma pochissimi!)
Bello anche che, ultimamente, anche in giappone si iniziano a notare aperture culturali a temi da sempre molto delicati per loro, senza trattarli come fenomeni da fujoshi/fudanshi. Alla fine questo serve per una completa comprensione delle emozioni umane
Le tematiche che intende trattare sono esposte come un processo di definizioni formali, quasi che il problema fosse solo dialettico, di definizioni ed etichette. Forse la brevità non aiuta.
L'unico personaggio veramente interessante è Misora, di cui sono descritti con vigore e coerenza i dilemmi e le pulsioni interiori. Tutti gli altri personaggi sono stereotipati.
A partire dalla stessa "Qualcuno", alter ego dell'autore, declinata come una sorta di fantasma che non sa se esiste o meno.
Se questi elementi fossero inseriti nell'alveo del dramma avrebbero un senso. Esposti con toni tenui ed edulcorati perdono di significato. Nella realtà molti esiti del manga avrebbero conseguenze molto meno idilliache.
Mi rincresce, ma l'autore non è riuscito ad espormi un quadro realistico del mondo LGBT più di altre opere.
Quoto quanto detto da Steven. Chissà...
Purtroppo non posso ancora dire se concordo con il suo giudizio perché devo leggere il numero 4 e ho "paura" per diverse cose (sia l'esito di alcune situazioni che la spiegazione di altre) però finora mi ha appassionata molto, se avessi potuto avrei voluto leggere subito tutti i numeri uno dopo l'altro, tanta era la voglia di continuare a seguire le vicende di Tasuku e co.
Spero in un bel finale! ^^
Complimenti quindi, e a me non resta che mettermi il titolo in lista perché il manga mi è stato presentato quando stavamo smontando gli stand in fiera a Lucca... troppo tardi quindi per andare da J-Pop a comprarlo XD
Manga di cui consiglio anch'io, la lettura.
Ho adorato i disegni. I miei occhi festeggiavano. Soprattutto come vengono presentati gli aspetti lgbt. Lo consiglio a tutti.
Felice che il manga sia piaciuto (o interessi) a tanti
@2247 ti dirò, in realtà sono la prima ad essere stata moderatamente delusa. Mi è piaciuto, sì, gli ho trovato tanti pregi... ma mentirei se dicessi di non aver avuto aspettative ben più alte. Concordo sul fatto che molte cose vengano solo "spiegate" e non "mostrate", che sappiamo essere il contrario della regola dello "show, don't tell"; vera anche l'eccezione di Misora, che è uno dei pochi casi in cui, appunto, ci viene mostrato qualcosa nella sua complessità.
Allo stesso tempo non so; nello scrivere la recensione, nel mettere in ordine le impressioni in maniera discorsiva, ho iniziato io stessa a rivalutare un po' la cosa. Che la trama non sia particolarmente avvincente in sé è verissimo, l'ho anche scritto ahaha, ma forse proprio per questo l'ho trovata abbastanza realistica... d'altra parte le nostre vite non sono copioni scritti per essere interessanti o catturare un lettore. Non per forza devono esserci drammi, anche in situazioni certamente più complicate come fare coming-out o imparare a conoscere e vivere le proprie diversità. Un esempio per me è
Con "realismo" intendevo questo, proprio il fatto che queste possano essere persone totalmente comuni, con piccole o grosse difficoltà sì, ma volendo anche risolvibili. Il "mondo LGBT" alla fine di persone è fatto, né più né meno, e che appunto non si sia romanzato troppo certe situazioni (cosa di cui peccano secondo me molti sceneggiatori) solo per esigenze di trama l'ho trovato, alla fine, un piccolo punto a favore.
L'autore conosce di certo la situazione delle persone LGBT in Giappone meglio di me, e proprio per questo mi aspettavo delle conclusioni che fossero meno "retoriche". Con questo non voglio dire che cerca di dare soluzioni facili, al contrario. Quello che sembra troppo facile, sbrigativo, è il processo con cui si elaborano queste soluzioni. Il tono generale sembra fatalista, "le cose in un modo o nell'altro si aggiusteranno".
Ma a mio parere si tratta di un fatto culturale (oltre che personale e psicologico) che non si scioglie solo facendo la cosa giusta al momento giusto o dicendo la cosa giusta alla persona giusta.
Il processo di elaborazione dei problemi è frettoloso, sembra di passare da A a C saltando delle fasi di analisi.
In questo c'è il senso del retorico che guasta la serietà delle tematiche.
Che
Se l'obiettivo era quello di dare un quadro realistico della situazione, questi risultati suonano parecchio retorici e non è spiegato a sufficienza quali percorsi sono stati fatti per arrivarci. Per fare un esempio, un manga come A Silent Voice offre un affresco molto più completo su temi come bullismo, disabilità e problemi sociali, e lo fa anch'esso senza regalare soluzioni facili o definitive; ma il percorso di formazione è molto più dettagliato e il tono cerca di evitare il più possibile la retorica.
Complice la diversa lunghezza delle due opere forse, ma anche per questo Oltre le onde è troppo sbrigativo e quello che dice si perde in dettagli che non vengono approfonditi.
Fermo restando che, come hai ben esposto nella recensione, rimane un'opera che ha molto da dire, con ottimi disegni e una trama comunque solida e concreta, poteva, e a mio avviso doveva, dare di più, molto di più. Troppe scorciatoie per un percorso così complesso.
ero incuriosita e questa recensione mi ha convinta a provare la lettura... anche se l'ombra di una sorta di "realismo magico" continua a lasciarmi un poco perplessa - eh, con il realismo magico non vado troppo d'accordo ! - perché l'accento posto sui "ponti da costruire" mi sembra invece molto accattivante!
E poi i disegni mi sembrano veramente bellissimi!
Per quanto riguarda le tematiche in sé, se non l'hai già visto, ti consiglio la visione di questo episodio di Gaycation di Ellen Page. Ok che è comunque un prodotto occidentale e quindi va preso con le pinze, ma quello che ne viene fuori è la prevalenza non tanto dell'odio o della discriminazione attiva (come può essere invece spesso il caso in altri posti, anche qui) quanto piuttosto la necessità di "non dire", di tenere nascoste le diversità. Penso che in un contesto del genere il parlare sia invece una grande arma e un grande strumento di crescita... (che poi in certi casi nel manga sia affrettato è anche vero, quello sì.)
Fra l'altro, anche se non so se possa effettivamente c'entrare, mentre facevo ricerche sull'autore ho trovato un'intervista (scusa, linkerei ma non ricordo dove) in cui parlava di come il suo essere asessuale/aromantico gli avesse "impedito" di scrivere storie d'amore credibili, e come quelle di Shimanami Tasogare fossero di fatto le sue prime grandi "prove" modellate per sentito dire o semplicemente osservando.
Ti capisco eh, ma la cosa ironica che mi ha fatto sorridere di questa frase è che uno dei progetti pro-LGBT più famosi si chiama proprio "It Gets Better" Chissà, magari è un pensiero che l'autore condivide.
Ti dirò invece, per me ad esempio A Silent Voice (che comunque adoro) non ha fatto questo gran lavoro sul tema bullismo se non nella primissima parte. Lo dico da persona che ci è passata, per me è stato invece lì che si è arrivati a risultati retorici e, passami il termine che detesto, "buonisti"...
Immagino sia un mio limite, o magari anche questi sono casi in cui l'interpretazione è talmente soggettiva da portare a risultati completamente diversi da persona a persona.
Sì, capisco anche cosa intendi riguardo alcuni aspetti retorici di A Silent Voice, che ci sono. Ricordo che ho letto di come l'autrice abbia anche cercato di resistervi il più possibile.
Comunque non ci sono mai "limiti". Solo opinioni, percezioni.
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