I giapponesi, si sa, sono abbastanza esterofili, e indubbiamente nutrono una certa predilezione anche per l'Italia. Ciò si nota anche nella produzione anime e manga ovviamente. Non sono rari infatti i titoli che pescano a piene mani dalla nostra cultura, la storia e l’arte, come Cesare o Thermae Romae, giusto per fare i primi due esempi che mi sovvengono su due piedi.
Rientra in questo novero anche un titolo recente cui ci accingiamo qui a parlare; Arte. Indubbiamente una (bella) sorpresa. Opera di Kei Ōkubo, una mangaka incredibilmente alla sua prima prova, e non certo un titolo che abbiam visto spopolare nelle top di vendita giapponesi, ma che, lo possiamo dire subito, si sta rivelando assai pregevole. Non posso quindi che fare intanto i miei compimenti a chi di dovere in Planet Manga per il buon gusto e l’oculatezza dimostrati con la sua pubblicazione qui in Italia.
La storia è ambientata all’inizio del XVI secolo in una Firenze rinascimentale in pieno fermento culturale. La protagonista, che dà il nome al manga, è appunto Arte, palesemente ispirata ad Artemisia Gentileschi (1593-1654), una delle figure più interessanti e carismatiche del panorama artistico di ogni tempo e luogo.
Non è sicuramente l’unica donna degna di nota che la storia dell'arte ci abbia consegnato, infatti di primo acchito non si può far a meno di citare Frida Kahlo (1907-1954), Tamara de Lempicka (1898-1980) o anche Sofonisba Anguissola (1532-1625), Camille Claudel (1864-1943) e Berthe Morisot (1841-1895). La vita e l’opera di Artemisia Gentileschi però suscitano particolare curiosità e ammirazione ancora oggi perché lei si fece protagonista di una conquista rivoluzionaria, riuscendo ad ottenere gli stessi diritti e la legittimità accademica dei suoi colleghi maschi, in un contesto estremamente ostile.
Infatti anche il sogno della nostra Arte è diventare una pittrice di professione, desiderio praticamente fantascientifico, visto che la massima aspirazione di una donna al tempo poteva essere trovare un buon partito, sottometterglisi e allevare figli, o in alternativa rinchiudersi in convento.
La condizione della nostra protagonista poi è particolare in quanto, pur appartenendo a una famiglia nobile, non ha in realtà un soldo e non dispone di una dote che le consentirebbe di sposarsi.
Ma ad Arte tutto ciò non interessa. Lei è stata cresciuta dall’amorevole padre (ormai defunto) in maniera atipica per l’epoca, quando vi era un abisso tra uomo e donna anche nell'educazione impartita. Lei infatti ha potuto studiare e coltivare le sue passioni artistiche, in barba ai pregiudizi culturali e sociali.
La caparbietà di Arte, rifiutata da qualsiasi maestro, la porterà quindi a imbattersi in Leo, un pittore che lavora nella propria piccola bottega senza allievi, e rappresenta l’ultima spiaggia per lei e il suo apprendistato.
I due si riveleranno essere però più affini di quanto si potrebbe inizialmente pensare, almeno nel fuoco che li alimenta, la passione per l’arte e la fame di indipendenza.
Si potrebbe pensare, errando, che Leo sia ispirato al Da Vinci. In realtà egli è praticamente identico all’immagine che la storia ci ha tramandato di Michelangelo Buonarroti: misantropo, scontroso e avaro, cresciuto così anche a causa di un’infanzia difficile.
Il cast si amplia presto e ad Arte e Leo si aggiungono subito tanti comprimari interessanti. I personaggi infatti sono semplici, ma molto ben caratterizzati.
Uno dei pregi che saltano subito all’occhio del lettore più smaliziato, è l’accortezza e la sapienza con la quale l’autrice, Kei Ookubo, tratta molti argomenti. Ad esempio nel manga si utilizza diffusamente il temine “artigiano” e non “artista”, e questo piccolo particolare sembrerà superfluo, ma in verità rende perfettamente lo spirito del tempo, quando quello in bottega era un semplice mestiere, e non un qualche trascendentale e aulico status del quale invece oggigiorno chiunque fa presto ad ammantarsi, confondendo l’essere, al massimo, autore con l’essere artista.
Anche la componente tecnica è abbastanza ben resa, assieme alle prassi vigenti in bottega, le varie tecniche artistiche come la preparazione di una tavola per la tempera all’uovo, la realizzazione di un affresco (con addirittura la messa in evidenza delle fasi di realizzazione del rinzaffo, arriccio e tonachino), lo studio dell’anatomia sui cadaveri, le vicissitudini e le problematiche che intercorrevano tra committente e artigiano ecc...
Il tratto di Kei Ookubo è morbido ma preciso, la regia delle tavole è semplice e ordinata, e le vignette sono ricche di particolari. Lodevole come l’autrice riesca a ben rendere certi ambienti, gli interni delle botteghe con le loro sculture, le mensole straripanti di cocci, pigmenti e pennelli, o ancora quell’atmosfera data dalle attività che fervono nelle botteghe, tra le strade affollate, o il mercato con le bancarelle stracolme di merce. Anche i free talk a fine volume sono sempre curiosi e simpatici.
Arte è una lettura godibile anche per chi solitamente è allergico alle storie in costume o recepisce a priori il contesto storico come impegnato o “palloso”. Se infatti da quanto scritto fin qua vi è sorta l’idea di un qualcosa di “impegnato”, culturale o pesante, siete fuori strada.
Questo manga avrebbe anche potuto essere ambientato ai giorni nostri, e tutto sommato avrebbe funzionato lo stesso. Questo perché forse il suo pregio più grande è costituito dai personaggi davvero ben caratterizzati e verosimili.
Arte soprattutto riesce a coinvolgere e irretire il lettore col suo candido entusiasmo, la sua forte volontà e la sua passione. Non so se ad esempio avete mai potuto provare quell’intimo appagamento dato dallo starsene soli con un blocco da disegno e una matita fra le mani: sin dalle primissime tavole, questo manga ritrae benissimo questo stato d’animo.
Riguardo il tema portante poi, l’autrice non cade nell’errore ridurre tutto ad una facile e sterile lotta di genere, come spesso accade purtroppo quando si toccano questioni simili. Arte è un esempio sano e concreto di donna che persegue un obiettivo. Il suo essere donna non è un valore aggiunto, lei non pretende riguardi in quanto tale. Ce la mette tutta, non vuole l’aiuto di nessuno, non cerca o accetta scorciatoie e non si fa problemi a sporcarsi le mani e assolvere a lavori pesantissimi "da uomo".
Non usa ad esempio i suoi bei occhioni o le facili armi della seduzione a suo vantaggio (anche perché Arte e del tutto ingenua sotto quell’aspetto, e questa è una grossa forzatura del manga); ma fa affidamento solo alla perseveranza, l’impegno, il sudore e l’effettivo valore delle sue capacità. E forse qui ci si rifà un po’ forzatamente a quella tipica visione stacanovista giapponese che vede i risultati giungere quando ci si impegna all’inverosimile per qualcosa. Questo in realtà stona con il modo di fare occidentale, soprattutto quello dell’artista, notoriamente più volubile e in balia di ispirazioni e umori. Infatti più che un’aspirante pittrice della Firenze rinascimentale, Arte a volte ricorda col suo modo di fare la protagonista di uno spokon contemporaneo.
Rientra in questo novero anche un titolo recente cui ci accingiamo qui a parlare; Arte. Indubbiamente una (bella) sorpresa. Opera di Kei Ōkubo, una mangaka incredibilmente alla sua prima prova, e non certo un titolo che abbiam visto spopolare nelle top di vendita giapponesi, ma che, lo possiamo dire subito, si sta rivelando assai pregevole. Non posso quindi che fare intanto i miei compimenti a chi di dovere in Planet Manga per il buon gusto e l’oculatezza dimostrati con la sua pubblicazione qui in Italia.
La storia è ambientata all’inizio del XVI secolo in una Firenze rinascimentale in pieno fermento culturale. La protagonista, che dà il nome al manga, è appunto Arte, palesemente ispirata ad Artemisia Gentileschi (1593-1654), una delle figure più interessanti e carismatiche del panorama artistico di ogni tempo e luogo.
Non è sicuramente l’unica donna degna di nota che la storia dell'arte ci abbia consegnato, infatti di primo acchito non si può far a meno di citare Frida Kahlo (1907-1954), Tamara de Lempicka (1898-1980) o anche Sofonisba Anguissola (1532-1625), Camille Claudel (1864-1943) e Berthe Morisot (1841-1895). La vita e l’opera di Artemisia Gentileschi però suscitano particolare curiosità e ammirazione ancora oggi perché lei si fece protagonista di una conquista rivoluzionaria, riuscendo ad ottenere gli stessi diritti e la legittimità accademica dei suoi colleghi maschi, in un contesto estremamente ostile.
Infatti anche il sogno della nostra Arte è diventare una pittrice di professione, desiderio praticamente fantascientifico, visto che la massima aspirazione di una donna al tempo poteva essere trovare un buon partito, sottometterglisi e allevare figli, o in alternativa rinchiudersi in convento.
La condizione della nostra protagonista poi è particolare in quanto, pur appartenendo a una famiglia nobile, non ha in realtà un soldo e non dispone di una dote che le consentirebbe di sposarsi.
Ma ad Arte tutto ciò non interessa. Lei è stata cresciuta dall’amorevole padre (ormai defunto) in maniera atipica per l’epoca, quando vi era un abisso tra uomo e donna anche nell'educazione impartita. Lei infatti ha potuto studiare e coltivare le sue passioni artistiche, in barba ai pregiudizi culturali e sociali.
La caparbietà di Arte, rifiutata da qualsiasi maestro, la porterà quindi a imbattersi in Leo, un pittore che lavora nella propria piccola bottega senza allievi, e rappresenta l’ultima spiaggia per lei e il suo apprendistato.
I due si riveleranno essere però più affini di quanto si potrebbe inizialmente pensare, almeno nel fuoco che li alimenta, la passione per l’arte e la fame di indipendenza.
Si potrebbe pensare, errando, che Leo sia ispirato al Da Vinci. In realtà egli è praticamente identico all’immagine che la storia ci ha tramandato di Michelangelo Buonarroti: misantropo, scontroso e avaro, cresciuto così anche a causa di un’infanzia difficile.
Il cast si amplia presto e ad Arte e Leo si aggiungono subito tanti comprimari interessanti. I personaggi infatti sono semplici, ma molto ben caratterizzati.
Uno dei pregi che saltano subito all’occhio del lettore più smaliziato, è l’accortezza e la sapienza con la quale l’autrice, Kei Ookubo, tratta molti argomenti. Ad esempio nel manga si utilizza diffusamente il temine “artigiano” e non “artista”, e questo piccolo particolare sembrerà superfluo, ma in verità rende perfettamente lo spirito del tempo, quando quello in bottega era un semplice mestiere, e non un qualche trascendentale e aulico status del quale invece oggigiorno chiunque fa presto ad ammantarsi, confondendo l’essere, al massimo, autore con l’essere artista.
Anche la componente tecnica è abbastanza ben resa, assieme alle prassi vigenti in bottega, le varie tecniche artistiche come la preparazione di una tavola per la tempera all’uovo, la realizzazione di un affresco (con addirittura la messa in evidenza delle fasi di realizzazione del rinzaffo, arriccio e tonachino), lo studio dell’anatomia sui cadaveri, le vicissitudini e le problematiche che intercorrevano tra committente e artigiano ecc...
Il tratto di Kei Ookubo è morbido ma preciso, la regia delle tavole è semplice e ordinata, e le vignette sono ricche di particolari. Lodevole come l’autrice riesca a ben rendere certi ambienti, gli interni delle botteghe con le loro sculture, le mensole straripanti di cocci, pigmenti e pennelli, o ancora quell’atmosfera data dalle attività che fervono nelle botteghe, tra le strade affollate, o il mercato con le bancarelle stracolme di merce. Anche i free talk a fine volume sono sempre curiosi e simpatici.
Arte è una lettura godibile anche per chi solitamente è allergico alle storie in costume o recepisce a priori il contesto storico come impegnato o “palloso”. Se infatti da quanto scritto fin qua vi è sorta l’idea di un qualcosa di “impegnato”, culturale o pesante, siete fuori strada.
Questo manga avrebbe anche potuto essere ambientato ai giorni nostri, e tutto sommato avrebbe funzionato lo stesso. Questo perché forse il suo pregio più grande è costituito dai personaggi davvero ben caratterizzati e verosimili.
Arte soprattutto riesce a coinvolgere e irretire il lettore col suo candido entusiasmo, la sua forte volontà e la sua passione. Non so se ad esempio avete mai potuto provare quell’intimo appagamento dato dallo starsene soli con un blocco da disegno e una matita fra le mani: sin dalle primissime tavole, questo manga ritrae benissimo questo stato d’animo.
Riguardo il tema portante poi, l’autrice non cade nell’errore ridurre tutto ad una facile e sterile lotta di genere, come spesso accade purtroppo quando si toccano questioni simili. Arte è un esempio sano e concreto di donna che persegue un obiettivo. Il suo essere donna non è un valore aggiunto, lei non pretende riguardi in quanto tale. Ce la mette tutta, non vuole l’aiuto di nessuno, non cerca o accetta scorciatoie e non si fa problemi a sporcarsi le mani e assolvere a lavori pesantissimi "da uomo".
Non usa ad esempio i suoi bei occhioni o le facili armi della seduzione a suo vantaggio (anche perché Arte e del tutto ingenua sotto quell’aspetto, e questa è una grossa forzatura del manga); ma fa affidamento solo alla perseveranza, l’impegno, il sudore e l’effettivo valore delle sue capacità. E forse qui ci si rifà un po’ forzatamente a quella tipica visione stacanovista giapponese che vede i risultati giungere quando ci si impegna all’inverosimile per qualcosa. Questo in realtà stona con il modo di fare occidentale, soprattutto quello dell’artista, notoriamente più volubile e in balia di ispirazioni e umori. Infatti più che un’aspirante pittrice della Firenze rinascimentale, Arte a volte ricorda col suo modo di fare la protagonista di uno spokon contemporaneo.
Allo stato attuale possiamo solo ipotizzare la direzione che prenderà la storia; ed anche se occasionalmente vengono lambiti temi e vicende toccanti, i toni restano essenzialmente distesi e positivi. Quindi è probabile, ad esempio, che non vedremo mai trattate vicende davvero drammatiche, come lo stupro che subì la vera Artemisia Gentileschi (se vi va di approfondire, c'è il film Artemisia – Passione Estrema del 1997); ma Kei Ookubo potrebbe stupirci.
Non ci si può ovviamente sbilanciare nel giudizio definitivo, trattandosi di un manga in corso, di cui però si è voluto parlare in tale sede perché è intanto cosa buona e giusta pubblicizzarlo e consigliarlo. Ma Arte è indubbiamente un gioiellino che, in tutta sincerità, semplicemente non ci aspettavamo. Quanto visto fin qua, fa sicuramente di Arte un titolo pregevole e consigliabile a chiunque.
Non ci si può ovviamente sbilanciare nel giudizio definitivo, trattandosi di un manga in corso, di cui però si è voluto parlare in tale sede perché è intanto cosa buona e giusta pubblicizzarlo e consigliarlo. Ma Arte è indubbiamente un gioiellino che, in tutta sincerità, semplicemente non ci aspettavamo. Quanto visto fin qua, fa sicuramente di Arte un titolo pregevole e consigliabile a chiunque.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Arte 1 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 1 Ristampa | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 2 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 2 Ristampa | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 3 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 3 Ristampa | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 4 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 4 Ristampa | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 5 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 5 Ristampa | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 6 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 6 Ristampa | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 7 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 7 Ristampa | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 8 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 9 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 10 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 11 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 12 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 13 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 14 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 15 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 16 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 17 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 18 | € 5.50 | Panini Comics |
Arte 19 | € 5.50 | Panini Comics |
Pro
- Ottimi personaggi e caratterizzazioni
- Buona resa del contesto storico e delle tecniche artistiche
- Storia semplice ma ben narrata
Contro
- L’ingenuità sentimentale della protagonista è inverosimile
- Stacanovismo tipicamente giapponese poco in linea col contesto storico/artistico
Però la recensione mi ha messo una certa curiosità e se non andrà troppo in là con la conclusione ci faccio un pensiero serie sul recuperarla tutta in blocco..
"Arte" l'ho iniziato un po' per caso, ero divertita dal nome della protagonista ed ero incuriosita dai bei disegni e dall'ambientazione storica... mai mi sarei aspettata che questo manga mi prendesse a tal punto da contare i giorni dall'uscita del nuovo capitolo in Giappone.
Ha i suoi difetti, l'ingenuità della protagonista sul versante amoroso anch'io l'ho trovata esagerata ed è un po' cliché, ma ha molti pregi ed è un manga che leggo sempre con piacere. Alla pagina finale di ogni volume mi parte sempre il "Oh no! Ma è già finito? Voglio sapere di più!"
Una delle mie perplessità, quando stavo per cominciare la lettura del primo volume, era come l'autrice avrebbe trattato l'ambientazione storica e la mentalità del tempo. Per fortuna Kei Okubo ha fatto le sue ricerche (è stata anche in Italia tra l'altro) e cerca di essere più fedele possibile al periodo storico, cosa che mi fa molto piacere, inserendo ogni tanto nella narrazione anche qualche curiosità sui cibi e le usanze del tempo che ci permettono di inserirci meglio nella storia.
I disegni li trovo molto belli, semplici ma con molti dettagli allo stesso tempo ed il tratto della Okubo mi piace molto.
La cosa, però, che mi ha fatto davvero piacere può essere riassunta in questa parte della recensione: "L’autrice non cade nell’errore di ridurre tutto ad una facile e sterile lotta di genere, come spesso accade purtroppo quando si toccano questioni simili. Arte è un esempio sano e concreto di donna che persegue un obiettivo". Arte è un personaggio femminile fatto veramente bene e che ti spinge a tifare per lei... Ma tutti i personaggi in quest'opera, sia femminili che maschili, sono ben presentati. Ognuno ha le proprie idee e le sue particolarità ed hanno tutti il potenziale di aggiungere qualcosa d'importante alla storia.
Spero davvero che la mangaka continui su questa ottima strada e concluda il manga senza tirarla troppo per le lunghe, anche se per ora non mi pare il caso, io continuerò a seguire le avventure di Arte e di tutti gli altri e spero che, grazie a questa ottima recensione, più gente sia spinta a dare una possibilità a quest'opera.
Ragazzi e ragazze, seriamente, fatevi un favore e leggete "Arte".
I disegni e le ambientazioni mi lasciano sempre a bocca aperta e trovo molto interessante l'arco attuale.
E' ok, niente di strepitoso, ma la carta è dignitosa.
Ogni volta però mi viene da pensare che, per avere una bella storia ambientata nel Rinascimento o in altro periodo della storia italiana, ci dobbiamo rivolgere ai giapponesi. E' proprio provincialismo culturale, il nostro.
La classica edizione base in linea con quella fascia di prezzo (buona carta, sfogliabilità e resa di stampa, nessun particolare extra); insomma non è che ci sia molto da dire imho.
Non condivido invece la "dabbenaggine sentimentale" di Arte.
In fondo, a quell'epoca certi argomenti erano tabù... mica è tanto strano che una ragazza giungesse all'età adulta senza nemmeno sapere il "come, quando e perché"!
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