Qual è il colore della giovinezza? Il rosso della passione? Il verde della speranza? L'azzurro del cielo? Per Minami Mizuno la gioventù ha i colori dell'arcobaleno, e nella sua opera più lunga e di successo, ci racconta i Rainbow Days di quattro liceali alle prese con le incombenze dell'adolescenza.
In un periodo in cui forza e fragilità, coraggio e paura, desiderio e amore convivono in una bolla sempre pronta a esplodere, Natsuki, Keiichi, Tsuyoshi e Tomoya affrontano ogni nuovo giorno consapevoli di quanto sia unico e irripetibile questo momento della vita.
Camminando in bilico su un filo sottile che separa un se stesso in continuo cambiamento dal resto del mondo, ogni passo conduce verso l'età adulta. Che tipo di sentiero percorreranno i protagonisti di Rainbow days?
Nacchan, Tsuyopon, Keii-chan e Matsun sono amici dal primo anno delle superiori: quattro personalità molto diverse sembrano aver trovato il giusto incastro in una relazione che è la tipica per quell'età. Insieme si scherza, si ride, ci si confida e ci si diverte pensando al qui e ora, al futuro più prossimo e poco altro, perché il mondo adulto sembra ancora così lontano e l'importante, ora, è non sprecare neanche una di queste preziose giornate.
Matsun è un playboy che passa con leggerezza di fiore in fiore, Keiichi vive le sue singolari passioni in compagnia di ragazze più grandi, Tsuyoshi ha una fidanzata stabile, Natsuki è stato colpito in pieno volto dall'amore, e da brava "eroina shojo", così come lo canzonano affettuosamente gli amici, decide di impegnarsi al massimo per far suo quel sentimento tanto forte quanto ancora dai contorni totalmente indefiniti.
Rainbow days è senza dubbio un appassionato e potente inno alla gioventù, che attraverso gli occhi dei suoi quattro protagonisti, ma non solo, ci mostra un mondo in continua espansione in cui amore e amicizia sono i perni intorno a cui tutto ruota, in cui ragione e sentimento sgomitano tra loro in uno scontro continuo, alla ricerca di un utopico equilibrio.
L'autrice sceglie di narrare la storia principalmente attraverso gli occhi di Natsuki, ovvero il dolcissimo e impacciato Nacchan, che si prende una cotta per la graziosa Anna, una ragazza tanto a modo quanto difficile da approcciare per il nostro eroe, che desideroso di afferrare con mano questo amore, mette tutto se stesso nell'impresa. Se agli occhi di un adulto gli sforzi di Nacchan possono far sorridere teneramente, quasi come se si guardasse un cucciolo che non riesce goffamente a superare un piccolo ostacolo, per il nostro protagonista la conquista di Anna è un affare estremamente serio che lo assorbe completamente.
In Rainbow Days sono i sentimenti a guidare i personaggi, uniti a quella fragile forza tipica dell'adolescenza che è come un motore impazzito che ti spinge avanti a velocità incontrollata.
Negli anni in cui tutto sembra possibile ma al contempo fuori portata, nel periodo in cui forza e fragilità si mescolano continuamente in mente e cuore e tutto sembra il contrario di tutto, i protagonisti di Rainbow days avanzano alla ricerca dell'altro ma al contempo in cerca del se stesso capace di capire l'altro e in grado di farsi accogliere da esso.
Una continua lotta, un continuo crescere e divenire, insieme ma anche da soli, nella propria e personale intimità.
Uno dei punti di forza della Mizuno è il riuscire a portare avanti una storia che parla sì di amore ma che mai mette da parte l'amicizia tra i quattro protagonisti, anzi, è proprio grazie al rapporto che li lega che i ragazzi crescono, cambiano e migliorano se stessi in un continuo confronto che è fruttuoso proprio in virtù della diversità di ognuno.
Se Nacchan non avesse preso in prestito un pizzico della sfrontatezza di Matsun, dell'intraprendenza di Keiichi e del buon senso di Tsuyopon, non sarebbe diventato l'ometto dolce e determinato che abbiamo salutato a fine serie, un Nacchan che rimane se stesso nel profondo ma che ha costruito il suo io con il supporto delle persone care, mostrandoci quanto sia importante fare esperienze personali e al contempo attingere dall'altrui saggezza.
Rainbow Days è una storia che grazie alla semplicità e alla simpatia dei suoi personaggi riesce a coinvolgere facilmente il suo pubblico, trascinandolo in questo allegro vortice di colori e sentimenti che non mancano di far ridere, piangere, o addirittura, farci tornare con la mente ai nostri giorni da liceali spesi a riflettere sul futuro, sull'amore e su chi eravamo e chi avremmo voluto essere.
I cliché tipici del genere non mancano, vedasi il rivale del protagonista, la gita scolastica, il festival sportivo, ma è tutto ben dosato e narrato con tale discrezione e freschezza da non risultare mai irritante.
Ogni personaggio di questa storia cresce a modo suo, qualcuno in maniera più profonda, altri in modo quasi accidentale, ma a fine lettura si ha davvero la sensazione di aver visto crescere questi ragazzi, e salutarli per sempre non è stato facile.
Il tratto di Minami Mizuno è fresco, leggero e pulito, non particolarmente dettagliato e peculiare ma neanche troppo scarno. Sia i ragazzi che le ragazze sono molto carini ma anche nel loro essere particolarmente "fighi" (vedasi Matsun), non eccedono mai, lasciando impressa nell'occhio del lettore quella sensazione di ordinaria ma sempre apprezzata piacevolezza.
Il manga arriva in Italia grazie a Star Comics, nel suo classico formato da edicola. Nonostante un'attesa non proprio breve è giunto a noi anche il volume 16, una sorta di extra uscito in Giappone quasi un anno dopo la conclusione della serie.
Il manga ha avuto in patria un buon successo, meritandosi una serie animata, da noi disponibile con sottotitoli su Yamato Animation, una novel e un film live action.
In un periodo in cui forza e fragilità, coraggio e paura, desiderio e amore convivono in una bolla sempre pronta a esplodere, Natsuki, Keiichi, Tsuyoshi e Tomoya affrontano ogni nuovo giorno consapevoli di quanto sia unico e irripetibile questo momento della vita.
Camminando in bilico su un filo sottile che separa un se stesso in continuo cambiamento dal resto del mondo, ogni passo conduce verso l'età adulta. Che tipo di sentiero percorreranno i protagonisti di Rainbow days?
Nacchan, Tsuyopon, Keii-chan e Matsun sono amici dal primo anno delle superiori: quattro personalità molto diverse sembrano aver trovato il giusto incastro in una relazione che è la tipica per quell'età. Insieme si scherza, si ride, ci si confida e ci si diverte pensando al qui e ora, al futuro più prossimo e poco altro, perché il mondo adulto sembra ancora così lontano e l'importante, ora, è non sprecare neanche una di queste preziose giornate.
Matsun è un playboy che passa con leggerezza di fiore in fiore, Keiichi vive le sue singolari passioni in compagnia di ragazze più grandi, Tsuyoshi ha una fidanzata stabile, Natsuki è stato colpito in pieno volto dall'amore, e da brava "eroina shojo", così come lo canzonano affettuosamente gli amici, decide di impegnarsi al massimo per far suo quel sentimento tanto forte quanto ancora dai contorni totalmente indefiniti.
Rainbow days è senza dubbio un appassionato e potente inno alla gioventù, che attraverso gli occhi dei suoi quattro protagonisti, ma non solo, ci mostra un mondo in continua espansione in cui amore e amicizia sono i perni intorno a cui tutto ruota, in cui ragione e sentimento sgomitano tra loro in uno scontro continuo, alla ricerca di un utopico equilibrio.
L'autrice sceglie di narrare la storia principalmente attraverso gli occhi di Natsuki, ovvero il dolcissimo e impacciato Nacchan, che si prende una cotta per la graziosa Anna, una ragazza tanto a modo quanto difficile da approcciare per il nostro eroe, che desideroso di afferrare con mano questo amore, mette tutto se stesso nell'impresa. Se agli occhi di un adulto gli sforzi di Nacchan possono far sorridere teneramente, quasi come se si guardasse un cucciolo che non riesce goffamente a superare un piccolo ostacolo, per il nostro protagonista la conquista di Anna è un affare estremamente serio che lo assorbe completamente.
In Rainbow Days sono i sentimenti a guidare i personaggi, uniti a quella fragile forza tipica dell'adolescenza che è come un motore impazzito che ti spinge avanti a velocità incontrollata.
Negli anni in cui tutto sembra possibile ma al contempo fuori portata, nel periodo in cui forza e fragilità si mescolano continuamente in mente e cuore e tutto sembra il contrario di tutto, i protagonisti di Rainbow days avanzano alla ricerca dell'altro ma al contempo in cerca del se stesso capace di capire l'altro e in grado di farsi accogliere da esso.
Una continua lotta, un continuo crescere e divenire, insieme ma anche da soli, nella propria e personale intimità.
Uno dei punti di forza della Mizuno è il riuscire a portare avanti una storia che parla sì di amore ma che mai mette da parte l'amicizia tra i quattro protagonisti, anzi, è proprio grazie al rapporto che li lega che i ragazzi crescono, cambiano e migliorano se stessi in un continuo confronto che è fruttuoso proprio in virtù della diversità di ognuno.
Se Nacchan non avesse preso in prestito un pizzico della sfrontatezza di Matsun, dell'intraprendenza di Keiichi e del buon senso di Tsuyopon, non sarebbe diventato l'ometto dolce e determinato che abbiamo salutato a fine serie, un Nacchan che rimane se stesso nel profondo ma che ha costruito il suo io con il supporto delle persone care, mostrandoci quanto sia importante fare esperienze personali e al contempo attingere dall'altrui saggezza.
Rainbow Days è una storia che grazie alla semplicità e alla simpatia dei suoi personaggi riesce a coinvolgere facilmente il suo pubblico, trascinandolo in questo allegro vortice di colori e sentimenti che non mancano di far ridere, piangere, o addirittura, farci tornare con la mente ai nostri giorni da liceali spesi a riflettere sul futuro, sull'amore e su chi eravamo e chi avremmo voluto essere.
I cliché tipici del genere non mancano, vedasi il rivale del protagonista, la gita scolastica, il festival sportivo, ma è tutto ben dosato e narrato con tale discrezione e freschezza da non risultare mai irritante.
Ogni personaggio di questa storia cresce a modo suo, qualcuno in maniera più profonda, altri in modo quasi accidentale, ma a fine lettura si ha davvero la sensazione di aver visto crescere questi ragazzi, e salutarli per sempre non è stato facile.
Il tratto di Minami Mizuno è fresco, leggero e pulito, non particolarmente dettagliato e peculiare ma neanche troppo scarno. Sia i ragazzi che le ragazze sono molto carini ma anche nel loro essere particolarmente "fighi" (vedasi Matsun), non eccedono mai, lasciando impressa nell'occhio del lettore quella sensazione di ordinaria ma sempre apprezzata piacevolezza.
Il manga arriva in Italia grazie a Star Comics, nel suo classico formato da edicola. Nonostante un'attesa non proprio breve è giunto a noi anche il volume 16, una sorta di extra uscito in Giappone quasi un anno dopo la conclusione della serie.
Il manga ha avuto in patria un buon successo, meritandosi una serie animata, da noi disponibile con sottotitoli su Yamato Animation, una novel e un film live action.
L'adolescenza è un periodo breve ma estremamente intenso, fatto di tante cose che magari non vorremmo rivivere e di altre che ci mancano tantissimo anche se siamo ormai adulti e lontanissimi da quella spensieratezza. Si tratta di un importantissimo momento della vita che non è fatto solo di frivolezze, amori che probabilmente finiranno e abbigliamento da rinnegare quanto prima; l'adolescenza è una strada che percorriamo in maniera naturale, ma che ci frena quando ci rendiamo conto che a breve si interromperà. I protagonisti di Rainbow Days acquisiscono questa consapevolezza con l'andare avanti dei capitoli, capiscono che con la fine della scuola tutto potrà cambiare, e noi che ci siamo già passati, o ci stiamo passando in questo momento, ci ritroviamo nei loro pensieri e nelle loro emozioni, consci che, nel bene e nel male, quei giorni dai colori dell'arcobaleno sono stati unici e preziosi.
Pro
- Storia tenera, divertente ed emozionante
- Protagonisti perfettamente caratterizzati
- Molto corale
- Disegni dolci e gradevoli
- Cliché ben dosati
- Tsuyopon e Yukirin
- Il volume 16
Contro
- Alcune coppie potrebbero sembrare un po' forzate
- Certe situazioni potevano essere gestite con tempistiche migliori
P.S:Ho ancora gli incubi per i "ma è uno yaoi" disseminati nei commenti agli episodi dell'anime.
Peccato che la serie animata, tanto graziosa, si sia rivelata totalmente inutile data la sua natura monca, che pesa in modo particolare su una storia sentimentale: se non mi fai vedere il coronamento della storia d'amore, che la fai a fare?
La sinossi che sottolineava i difetti e le nature bizzarre dei protagonisti mi interessava, ma mi sembra di capire che è fuorviante, perché in realtà è una storia di crescita ed evoluzione.
Non pensavo ma ho adorato anche nacchan e anna!
I ragazzi rappresentano sicuramente 4 vizi, 4 comportamenti e 4 caratteri differenti, ed è anche questo che rende la storia divertente.
Spero che arriveranno altri titoli simili.
Non si può non amarli.
Qualche risposta sparsa...
Io lo stile di disegno lo trovo graziosissimo nonostante la sua semplicità, mi dà una sensazione di leggerezza e freschezza vedere le copertine e le tavole. Il finale, diciamo il volume 15, non mi ha fatto impazzire perché perde troppo tempo sulla questione Keiichi, che secondo me, andava gestita con tempistiche diverse invece di occupare tutto il volume finale e lasciare 4 pagine alla fine vera e propria. Il volume 16 però, che è davvero il volume che ogni storia di questo tipo dovrebbe avere, è così bello che ha compensato tutto!
Keiichi come personaggio non ha fatto impazzire neanche me e la sua storia l'ho trovata un po' forzata, ma nel complesso non è un personaggio negativo o che rovina l'architettura generale.
L'anime è carino ma per me è meglio il manga, intanto perché ovviamente porta avanti le vicende mentre l'anime si ferma nel primo momento clou della storia, e poi perché preferisco il disegno del manga. Comunque per farsi un'idea non è male vedere l'anime, basta essere consci che in quella piccola porzione di storia si vede ben poco dei personaggi.
In effetti un po' fuorviante è, perché se è vero che quelle sono caratteristiche dei personaggi, non sono neanche così totalizzanti. Per esempio, il fatto che Keiichi sia un sadico potrebbe far pensare a chissà cosa e invece ai fini della trama non ha particolare impatto, neanche il personaggio in sé si costruisce attorno a quella caratteristica. Tsuyopon è l'otaku con la fidanzata... sì certo, ma mica è solo quello, anzi, è il personaggio che ha da dire più di tutti. Matsun è un playboy... circa per un volume! XD Nacchan cerca una fidanzata... eh sì ma non è che si limiti a quello, è un personaggio dolcissimo che si esprime su tante cose in tanti modi. Insomma, gli input saranno pure quelli ma neanche troppo dietro c'è molto altro.
Questo è un punto a fovorissimo di cui non ho accennato nella rece perché dopo aver letto Hatsu Haru, era ormai naturale ritrovarmi con dei personaggi maschili per protagonisti! XD Gli shojo con protagonisti ragazzi sono sempre molto carini, specie se riescono a dare un punto di vista inedito sulle questione solitamente trattate dal punto di vista femminile.
Per il resto vedo che concordiamo tutti sulla bellezza di Yukirin e Tsuyopon!
Credo possa essere molto interessante anche il nuovo manga della Mizuno, Koi wo shiranai bokutachi wa https://www.animeclick.it/manga/22560/koi-wo-shiranai-bokutachi-wa, spero che magari quando avrà qualche numero in più, Star ci faccia un pensierino.
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