In occasione di Lucca Comics & Games 2019 si è tenuto un incontro commemorativo dedicato al maestro Monkey Punch, il cui vero nome è Kazuhiko Katō, conosciuto come il papà di Lupin III.
A guidare il pubblico alla scoperta di questo grande fumettista è stato uno dei suoi maggiori conoscitori, Andrea Yuu Dentuto. Obiettivo dell'incontro non è stato tanto di parlare della sua opera più famosa e amata, ma di far conoscere l'autore, i suoi vari lavori, il suo modo di disegnare e che tipo di persona fosse. Non è stato nemmeno un incontro triste o ricco di malinconia dal momento che al Maestro, dice Dentuto, un incontro di questo tipo non sarebbe mai piaciuto, ma un'occasione di stare insieme piacevolmente, tipico del suo modo di fare che ha mantenuto praticamente fino alla fine.
Monkey Punch nasce a Hamanaka il 26 maggio 1936, in Hokkaido, la parte più a nord del Giappone.
Monkey Punch ha rappresentato in alcune sue illustrazioni le sue esperienze da bambino, i pesci dell'Hokkaido, che come raccontava sono sempre buoni, non solo in autunno, a causa delle temperature sempre fredde, che però impediscono di fare il bagno. Qui i suoi genitori vivevano di pesca, in un villaggio prevalentemente di pescatori in una zona che aveva già bisogno di bonifica; trascorre la sua adolescenza durante il dopoguerra, periodo con tante difficoltà, per poi iniziare a lavorare come assistente radiologo dopo il liceo.
Il fumetto oggi ha ottenuto un suo rilievo (sebbene in Italia magari se ne parli ancora male), tuttavia all'epoca i manga erano solo per bambini; c'era sì qualcosa per adulti, ma erano soprattutto strisce comiche. A lui piace disegnare e passa molto tempo a far divertire la gente con le sue vignette; riceve molti complimenti e gli viene più volte consigliato di trasferirsi a Tokyo per fare manga. Monkey Punch è sempre stato una persona coraggiosa, e decide quindi di tentare. Come ha spiegato più volte anche in incontri con giovani mangaka, il segreto è impegnarsi, continuare per la propria strada: lui non aveva nessuna speranza quando si è trasferito a Tokyo, eppure “se si vuole, si arriva”.
Per raggiungere Tokyo era necessario un giorno di treno a vapore per Hakodate, cinque ore di nave fino ad Aomori e infine un altro giorno e mezzo di treno. Più di due giorni e mezzo per arrivare a Ueno, la stazione più grossa dell'epoca.
Questo ragazzo, cresciuto sui manga di Osamu Tezuka, aveva l'ambizione di disegnare fumetti e si reca dal fratello, che si trovava già a Tokyo con lo stesso obiettivo, che di lì a poco avrebbe iniziato a lavorare come assistente di un mangaka. Monkey Punch tuttavia vuole saltare questo passo intermedio, vuole realizzare solo i suoi manga originali. Il fratello nel frattempo lavora come assistente per L'uomo tigre e pubblica anche qualcosa di suo su Shonen Magazine, per poi ritrovarsi ad aiutare Monkey Punch.
All'epoca i due fratelli vivevano in un rokujo, una piccola stanza da sei tatami. Monkey Punch inizia a lavorare per un ditta e qui realizza una rivista chiamata Mania Group insieme ad alcuni amici in cui disegnare i loro manga originali; dopo averne stampate cento copie e averle inviate in giro, vengono notati da un editor di Futabasha. Quest'editor contatta Monkey Punch e gli chiede di disegnare otto tavole... che tuttavia non vanno bene. Nel frattempo la ditta in cui lavora fallisce e lui perde il lavoro, decidendo di dedicarsi al fumetto: “Mangerò di manga” lui dice. Dopo un anno dal primo contatto, esce Playboy Nyumon, sulla cui copertina si legge New Punch, una parola che all'epoca andava di moda, e viene pubblicato con lo stesso nome della sua vecchia rivista, Mania Group. Sono anche presenti i nomi dei suoi vecchi collaboratori, sebbene ormai siano andati tutti via: uno a fare sushi, uno ad aprire un locale di ramen, ecc...
Dopo questo tempo trascorso, lo stile del maestro inizia ad affinarsi in maniera esterofila grazie alla rivista MAD, su cui trova disegnatori con un disegno già abbastanza affine al suo.
In questo periodo il manga stava attraverso un importante trasformazione. Fino ad allora i fumetti giapponesi erano solo per bambini, e nessuno avrebbe immaginato che dopo la guerra sarebbe nata una nuova generazione di lettori che, cresciuta, avrebbe richiesto nuovi titoli, personaggi tosti e fighi (kakkoii); Monkey Punch segue questa tendenza e inizia a creare storie e personaggi di questo tipo.
Tra le tavole disegnate da Monkey Punch per la sua rivista ce n'era una che raffigurava un play boy che insegnava a degli studenti universitari come conquistare le donne. Gli editor tuttavia non lo trovano divertente e lo criticano dicendo che non è capace a disegnare le donne. Subito dopo aver ricevuto tale critica Monkey Punch si iscrive a una scuola d'arte e inizia a disegnare, arrivando ai risultati che oggi conosciamo.
Nel 1965 arriva in Futabasha e realizza quindi Playboy Nyumon. Nel 1966 prosegue con un altro paio di opere, tra cui una su un cowboy perditempo, che hanno un buon successo. In quel periodo l'editor della rivista Manga Story gli dice che devono partire con qualcosa di nuovo, di più interessante. Monkey Punch inizia a realizzare nuovi manga, un primo nato da un film già famoso e, poi, affinando, nasce Lupin per la nuova testata Manga Action di cui si occuperà anche delle copertine.
In questo periodo Monkey Punch inizia maggiormente a cambiare il suo stile realistico – simile a quello del fratello e di tanti altri – per arrivare a quello utilizzato in Lupin.
Nel frattempo così Manga Story diventa Manga Action, ed è qui che il suo editor gli sceglie il nome Monkey Punch che a Kazuhiko non piace “Magari lo usiamo per un annetto”, dice. Questa era una cosa tipica del Maestro, è sempre stato convinto e diretto in quel che diceva. In tanti lo ricordano per il suo modo di ridere molto personale.
C'erano nuovi nomi in questa nuova rivista, autori di indubbio talento, spesso famosi, il pubblico vuole leggerla assolutamente, ci sono storie più belle e interessanti, più avventurose, meno edulcorate rispetto ai concorrenti, con donne, sesso, macchine, farabutti, traditori... Lupin è un antieroe diverso da quanto visto fino a quel momento. Sebbene ispirato al nonno francese se ne distacca, a differenza sua non si fa problemi ad usare armi qualora necessario. Tutto è lecito per Lupin, e il suo carattere è davvero adatto per quello della sua compagna, Fujiko.
Per la rivista Monkey Punch realizza anche poster a colori: in uno di questi per esempio rappresenta la mappa dell'impero di Lupin III, con un mappamondo che mostra tutte le gallerie sotterranee, i vicoli nascosti in tutto il mondo. Sempre in queste riviste possiamo ammirare diverse tavole a colori, realizzate principalmente in mezzatinta rosso/marrone per dare risalto alle tavole stampate che non sarebbero state a colori.
Monkey Punch non era un autore veloce a disegnare, la prima volta che dovette consegnare le otto tavole ricevette anche un sollecito dall'editor che gli chiese che fine avessero fatto; ciononostante riusciva sempre a rispettare la data di consegna.
I suoi disegni non erano necessariamente fedeli a ciò che andava a rappresentare, ma preferiva reinterpretare oggetti e persone. Non era troppo interessato al realismo dei suoi disegni, poteva raffigurare cappelli lunghi e affilati, macchinari improbabili e fantasiosi, l'importante era che funzionassero graficamente.
Molto apprezzata all'epoca era la regia dinamica dei suoi manga, Monkey Punch era in grado di donare un senso cinematografico a scene lunghe anche svariate tavole, cambiava continuamente angolazione in un'epoca in cui leggere un manga era quasi come guardare semplicemente un'immagine al di là di un vetro, sempre dalla stessa angolazione.
Rappresentava i personaggi da sopra, sotto, di lato, cambiava continuamente il punto di vista dello spettatore, inseriva anche vignette al contrario, stampate in un certo modo, e nessun editor riusciva a dirgli di no. Monkey Punch era una persona molto umana, molto generosa, e ciò si riflette nella gestione di molte delle sue tavole; nonostante sapesse essere serio, adorava le immagini comiche, tanto che il suo Lupin torna spesso a essere stupido.
Monkey Punch è stato inoltre uno dei pionieri dell'uso dei computer nei manga, ed è stato membro di un associazione dedicata.
Col tempo le sue copertine sono diventate un'icona della rivista, purtroppo però molte di queste copertine, e anche manga interi, non sono stati mai più ristampati. Il nome Monkey Punch aveva ormai attecchito e ne era anche stato disegnato un logo, sebbene all'epoca alcuni ritenessero rappresentasse il duo formato da lui e il fratello, quest'ultimo che però ha sempre ammesso che la mente e le idee erano tutte di Kazuhiko, non sue. Non voleva assistenti, nonostante la grande mole di lavoro, il suo stile era troppo personale. I titoli, le onomatopee erano sempre tutte realizzate di persona a pennello.
Amando molto la pittura Monkey Punch ha sempre dato molta importanza all'aspetto pittorico delle sue tavole, all'effetto luce e alla trasparenza, ma sempre a modo proprio. Le sue tavole a colori sono incalcolabili, ha lavorato per tantissime pubblicità, ci sono adesivi, pamphlet... è la croce dei collezionisti. Le tavole originali di Monkey Punch sono oggi ricercatissime, con prezzi di partenza abbastanza alti.
Una cosa che la gente ricorda spesso di Lupin è la musica, con Yuji Ohno e Takeo Yamashita che sono stati complici del successo del personaggio; lo stesso doppiatore di Lupin, Yasuo Yamada, ne è stato legato con la sua voce a filo stretto. Nel 1995 Monkey Punch realizzò una tavola commemorativa in occasione della scomparsa del doppiatore.
Nel 1994 Monkey Punch insieme alla moglie viene anche qui in Italia, a Lucca, con una mostra organizzata da Star Comics, dove riceve un'accoglienza incredibile, molto calorosa, con centinaia di persone in fila per incontrarlo e farsi fare un autografo. Successivamente partecipa anche al Romics in cui viene premiato col Romics d'oro, e sarà per lui sempre una gioia tornare in Italia, che è anche considerata la nazione, dopo il Giappone, in cui Lupin III ha avuto più successo. Non a caso, in occasione dei 50 anni di Lupin, la TMS ha avuto uno stand qui a Lucca, solo qui in Italia.
La sua attività preferita era passare per i negozietti e fare acquisti.
Nel 1997 si trasferisce a Sakura, Chiba, una zona che ha sempre amato perchè vicina all'aeroporto: Monkey Punch ha sempre amato l'estero, le auto americane, i viaggi, la cultura, vedere, i computer, il cinema (a casa sua aveva una sala enorme con decine di migliaia di euro di macchinari per riprodurre filmati). Per la città Monkey Punch ha realizzato dei calendari e partecipato molto alla vita cittadina.
Ad Hamanaka, il luogo in cui è nato, è stato costruito un museo a lui dedicato, che pian piano si è allargato: ora ci sono dei bar dedicati a Jigen o Fujiko, l'autobus con sopra l’immagine di Zenigata, il treno, gadget di tutti i tipi, con un grande affluenza di giapponesi e stranieri che mostrano quanto ancora oggi sia la grande popolarità non solo di Lupin ma anche del suo talento e del nome Monkey Punch stesso.
Oltre all'attività di mangaka, a quasi 60 anni ha deciso di studiare e si è laureato in un istituto di tecnologia, in cui poi ha anche insegnato. Suo compagno di classe in questa avventura accademica è stato anche Masaaki Osumi, il regista dei primi episodi della prima serie di Lupin, che si è laureato insieme a lui.
Dopo la sua morte, l'11 aprile 2019, è stato organizzato un incontro commemorativo a Tokyo, con l'attuale doppiatore di Lupin e altre persone rappresentative, amici, famiglia, colleghi che hanno lavorato per tanto insieme con lui, dove sono state esposti i suoi personaggi più iconici.
L'incontro si è chiuso tra la commozione del relatore e dei fan nel pubblico e con una foto di gruppo per ricordare l'evento.
A guidare il pubblico alla scoperta di questo grande fumettista è stato uno dei suoi maggiori conoscitori, Andrea Yuu Dentuto. Obiettivo dell'incontro non è stato tanto di parlare della sua opera più famosa e amata, ma di far conoscere l'autore, i suoi vari lavori, il suo modo di disegnare e che tipo di persona fosse. Non è stato nemmeno un incontro triste o ricco di malinconia dal momento che al Maestro, dice Dentuto, un incontro di questo tipo non sarebbe mai piaciuto, ma un'occasione di stare insieme piacevolmente, tipico del suo modo di fare che ha mantenuto praticamente fino alla fine.
Monkey Punch nasce a Hamanaka il 26 maggio 1936, in Hokkaido, la parte più a nord del Giappone.
Monkey Punch ha rappresentato in alcune sue illustrazioni le sue esperienze da bambino, i pesci dell'Hokkaido, che come raccontava sono sempre buoni, non solo in autunno, a causa delle temperature sempre fredde, che però impediscono di fare il bagno. Qui i suoi genitori vivevano di pesca, in un villaggio prevalentemente di pescatori in una zona che aveva già bisogno di bonifica; trascorre la sua adolescenza durante il dopoguerra, periodo con tante difficoltà, per poi iniziare a lavorare come assistente radiologo dopo il liceo.
Il fumetto oggi ha ottenuto un suo rilievo (sebbene in Italia magari se ne parli ancora male), tuttavia all'epoca i manga erano solo per bambini; c'era sì qualcosa per adulti, ma erano soprattutto strisce comiche. A lui piace disegnare e passa molto tempo a far divertire la gente con le sue vignette; riceve molti complimenti e gli viene più volte consigliato di trasferirsi a Tokyo per fare manga. Monkey Punch è sempre stato una persona coraggiosa, e decide quindi di tentare. Come ha spiegato più volte anche in incontri con giovani mangaka, il segreto è impegnarsi, continuare per la propria strada: lui non aveva nessuna speranza quando si è trasferito a Tokyo, eppure “se si vuole, si arriva”.
Per raggiungere Tokyo era necessario un giorno di treno a vapore per Hakodate, cinque ore di nave fino ad Aomori e infine un altro giorno e mezzo di treno. Più di due giorni e mezzo per arrivare a Ueno, la stazione più grossa dell'epoca.
Questo ragazzo, cresciuto sui manga di Osamu Tezuka, aveva l'ambizione di disegnare fumetti e si reca dal fratello, che si trovava già a Tokyo con lo stesso obiettivo, che di lì a poco avrebbe iniziato a lavorare come assistente di un mangaka. Monkey Punch tuttavia vuole saltare questo passo intermedio, vuole realizzare solo i suoi manga originali. Il fratello nel frattempo lavora come assistente per L'uomo tigre e pubblica anche qualcosa di suo su Shonen Magazine, per poi ritrovarsi ad aiutare Monkey Punch.
All'epoca i due fratelli vivevano in un rokujo, una piccola stanza da sei tatami. Monkey Punch inizia a lavorare per un ditta e qui realizza una rivista chiamata Mania Group insieme ad alcuni amici in cui disegnare i loro manga originali; dopo averne stampate cento copie e averle inviate in giro, vengono notati da un editor di Futabasha. Quest'editor contatta Monkey Punch e gli chiede di disegnare otto tavole... che tuttavia non vanno bene. Nel frattempo la ditta in cui lavora fallisce e lui perde il lavoro, decidendo di dedicarsi al fumetto: “Mangerò di manga” lui dice. Dopo un anno dal primo contatto, esce Playboy Nyumon, sulla cui copertina si legge New Punch, una parola che all'epoca andava di moda, e viene pubblicato con lo stesso nome della sua vecchia rivista, Mania Group. Sono anche presenti i nomi dei suoi vecchi collaboratori, sebbene ormai siano andati tutti via: uno a fare sushi, uno ad aprire un locale di ramen, ecc...
Dopo questo tempo trascorso, lo stile del maestro inizia ad affinarsi in maniera esterofila grazie alla rivista MAD, su cui trova disegnatori con un disegno già abbastanza affine al suo.
In questo periodo il manga stava attraverso un importante trasformazione. Fino ad allora i fumetti giapponesi erano solo per bambini, e nessuno avrebbe immaginato che dopo la guerra sarebbe nata una nuova generazione di lettori che, cresciuta, avrebbe richiesto nuovi titoli, personaggi tosti e fighi (kakkoii); Monkey Punch segue questa tendenza e inizia a creare storie e personaggi di questo tipo.
Tra le tavole disegnate da Monkey Punch per la sua rivista ce n'era una che raffigurava un play boy che insegnava a degli studenti universitari come conquistare le donne. Gli editor tuttavia non lo trovano divertente e lo criticano dicendo che non è capace a disegnare le donne. Subito dopo aver ricevuto tale critica Monkey Punch si iscrive a una scuola d'arte e inizia a disegnare, arrivando ai risultati che oggi conosciamo.
Nel 1965 arriva in Futabasha e realizza quindi Playboy Nyumon. Nel 1966 prosegue con un altro paio di opere, tra cui una su un cowboy perditempo, che hanno un buon successo. In quel periodo l'editor della rivista Manga Story gli dice che devono partire con qualcosa di nuovo, di più interessante. Monkey Punch inizia a realizzare nuovi manga, un primo nato da un film già famoso e, poi, affinando, nasce Lupin per la nuova testata Manga Action di cui si occuperà anche delle copertine.
In questo periodo Monkey Punch inizia maggiormente a cambiare il suo stile realistico – simile a quello del fratello e di tanti altri – per arrivare a quello utilizzato in Lupin.
Nel frattempo così Manga Story diventa Manga Action, ed è qui che il suo editor gli sceglie il nome Monkey Punch che a Kazuhiko non piace “Magari lo usiamo per un annetto”, dice. Questa era una cosa tipica del Maestro, è sempre stato convinto e diretto in quel che diceva. In tanti lo ricordano per il suo modo di ridere molto personale.
C'erano nuovi nomi in questa nuova rivista, autori di indubbio talento, spesso famosi, il pubblico vuole leggerla assolutamente, ci sono storie più belle e interessanti, più avventurose, meno edulcorate rispetto ai concorrenti, con donne, sesso, macchine, farabutti, traditori... Lupin è un antieroe diverso da quanto visto fino a quel momento. Sebbene ispirato al nonno francese se ne distacca, a differenza sua non si fa problemi ad usare armi qualora necessario. Tutto è lecito per Lupin, e il suo carattere è davvero adatto per quello della sua compagna, Fujiko.
Per la rivista Monkey Punch realizza anche poster a colori: in uno di questi per esempio rappresenta la mappa dell'impero di Lupin III, con un mappamondo che mostra tutte le gallerie sotterranee, i vicoli nascosti in tutto il mondo. Sempre in queste riviste possiamo ammirare diverse tavole a colori, realizzate principalmente in mezzatinta rosso/marrone per dare risalto alle tavole stampate che non sarebbero state a colori.
Monkey Punch non era un autore veloce a disegnare, la prima volta che dovette consegnare le otto tavole ricevette anche un sollecito dall'editor che gli chiese che fine avessero fatto; ciononostante riusciva sempre a rispettare la data di consegna.
I suoi disegni non erano necessariamente fedeli a ciò che andava a rappresentare, ma preferiva reinterpretare oggetti e persone. Non era troppo interessato al realismo dei suoi disegni, poteva raffigurare cappelli lunghi e affilati, macchinari improbabili e fantasiosi, l'importante era che funzionassero graficamente.
Molto apprezzata all'epoca era la regia dinamica dei suoi manga, Monkey Punch era in grado di donare un senso cinematografico a scene lunghe anche svariate tavole, cambiava continuamente angolazione in un'epoca in cui leggere un manga era quasi come guardare semplicemente un'immagine al di là di un vetro, sempre dalla stessa angolazione.
Rappresentava i personaggi da sopra, sotto, di lato, cambiava continuamente il punto di vista dello spettatore, inseriva anche vignette al contrario, stampate in un certo modo, e nessun editor riusciva a dirgli di no. Monkey Punch era una persona molto umana, molto generosa, e ciò si riflette nella gestione di molte delle sue tavole; nonostante sapesse essere serio, adorava le immagini comiche, tanto che il suo Lupin torna spesso a essere stupido.
Monkey Punch è stato inoltre uno dei pionieri dell'uso dei computer nei manga, ed è stato membro di un associazione dedicata.
Col tempo le sue copertine sono diventate un'icona della rivista, purtroppo però molte di queste copertine, e anche manga interi, non sono stati mai più ristampati. Il nome Monkey Punch aveva ormai attecchito e ne era anche stato disegnato un logo, sebbene all'epoca alcuni ritenessero rappresentasse il duo formato da lui e il fratello, quest'ultimo che però ha sempre ammesso che la mente e le idee erano tutte di Kazuhiko, non sue. Non voleva assistenti, nonostante la grande mole di lavoro, il suo stile era troppo personale. I titoli, le onomatopee erano sempre tutte realizzate di persona a pennello.
Amando molto la pittura Monkey Punch ha sempre dato molta importanza all'aspetto pittorico delle sue tavole, all'effetto luce e alla trasparenza, ma sempre a modo proprio. Le sue tavole a colori sono incalcolabili, ha lavorato per tantissime pubblicità, ci sono adesivi, pamphlet... è la croce dei collezionisti. Le tavole originali di Monkey Punch sono oggi ricercatissime, con prezzi di partenza abbastanza alti.
Una cosa che la gente ricorda spesso di Lupin è la musica, con Yuji Ohno e Takeo Yamashita che sono stati complici del successo del personaggio; lo stesso doppiatore di Lupin, Yasuo Yamada, ne è stato legato con la sua voce a filo stretto. Nel 1995 Monkey Punch realizzò una tavola commemorativa in occasione della scomparsa del doppiatore.
Nel 1994 Monkey Punch insieme alla moglie viene anche qui in Italia, a Lucca, con una mostra organizzata da Star Comics, dove riceve un'accoglienza incredibile, molto calorosa, con centinaia di persone in fila per incontrarlo e farsi fare un autografo. Successivamente partecipa anche al Romics in cui viene premiato col Romics d'oro, e sarà per lui sempre una gioia tornare in Italia, che è anche considerata la nazione, dopo il Giappone, in cui Lupin III ha avuto più successo. Non a caso, in occasione dei 50 anni di Lupin, la TMS ha avuto uno stand qui a Lucca, solo qui in Italia.
La sua attività preferita era passare per i negozietti e fare acquisti.
Nel 1997 si trasferisce a Sakura, Chiba, una zona che ha sempre amato perchè vicina all'aeroporto: Monkey Punch ha sempre amato l'estero, le auto americane, i viaggi, la cultura, vedere, i computer, il cinema (a casa sua aveva una sala enorme con decine di migliaia di euro di macchinari per riprodurre filmati). Per la città Monkey Punch ha realizzato dei calendari e partecipato molto alla vita cittadina.
Ad Hamanaka, il luogo in cui è nato, è stato costruito un museo a lui dedicato, che pian piano si è allargato: ora ci sono dei bar dedicati a Jigen o Fujiko, l'autobus con sopra l’immagine di Zenigata, il treno, gadget di tutti i tipi, con un grande affluenza di giapponesi e stranieri che mostrano quanto ancora oggi sia la grande popolarità non solo di Lupin ma anche del suo talento e del nome Monkey Punch stesso.
Oltre all'attività di mangaka, a quasi 60 anni ha deciso di studiare e si è laureato in un istituto di tecnologia, in cui poi ha anche insegnato. Suo compagno di classe in questa avventura accademica è stato anche Masaaki Osumi, il regista dei primi episodi della prima serie di Lupin, che si è laureato insieme a lui.
Dopo la sua morte, l'11 aprile 2019, è stato organizzato un incontro commemorativo a Tokyo, con l'attuale doppiatore di Lupin e altre persone rappresentative, amici, famiglia, colleghi che hanno lavorato per tanto insieme con lui, dove sono state esposti i suoi personaggi più iconici.
L'incontro si è chiuso tra la commozione del relatore e dei fan nel pubblico e con una foto di gruppo per ricordare l'evento.
Uno dei grandi del fumetto (non solo manga) di sempre!
Di suo ricordo pure la miniserie Mankatsu con tutti i dettagli e la grandezza del suo stile peculiare.
Una vera icona del secolo scorso.
Grazie mille!
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