Credo che tutti conoscano la storia della principessa Zaffiro: erede al trono del regno di Silverland, per colpa di un errore dell'angelo Tink (Choppy nell'anime) Zaffiro nasce con due cuori, uno maschile e uno femminile. A causa di una legge che consente l'accesso al trono soltanto agli uomini Zaffiro viene spacciata per maschio e cresciuta come un principe, diventando abilissima con la spada. Il malvagio arciduca Duralmin (Geralamon nell'anime) subodora l'inganno ed aiutato dall'infido barone Nylon (Neelon nell'anime) cerca in tutti i modi di smascherare Zaffiro.
Dopo varie vicissitudini, i malvagi riescono nel loro intento e Zaffiro viene imprigionata nella torre della Bara con la madre.
In breve tempo però riesce ad evadere ed inizia a difendere il suo popolo dai soprusi di Nylon, compiendo eroiche imprese in incognito, sotto il nome di Cavaliere del Fiocco (Cavaliere Fantasma nell'anime). Nello stesso tempo Zaffiro intesse una storia d'amore con il principe Franz Charming (Franco nell'anime) del regno di Goldland, che si è innamorato perdutamente di lei, avendola vista per la prima volta al gran ballo di Carnevale, in abiti femminili e con una parrucca.
Alla storia di Zaffiro e Franz si intreccia la storia di Hekate (Zelda nell'anime), figlia del Diavolo ma ragazza di buon cuore che cerca in tutti i modi di aiutare Zaffiro e Franz ribellandosi ai suoi malvagi genitori. Nel corso del manga e dell'anime Zaffiro andrà incontro a innumerevoli avventure, combattendo contro diavoli, mostri, cavalieri, assassini, pirati, briganti e addirittura Dee mitologiche.
Nel finale Zaffiro e Franz si sposeranno e vivranno per sempre felici e contenti, come si conviene per tutte le fiabe
Pubblicato a puntate sulla rivista «Shojo Club » tra il 1953 e il 1956 e in volume nel 1958, nel 1963 Ribbon no Kishi fu “rivisitato” da Tezuka che ne diede una nuova versione, completamente ridisegnata e in parte modificata nella trama, e pubblicata sempre su «Nakayoshi» fino al 1966.
Un’ulteriore rifacimento in sette puntate (scritto da Tezuka ma realizzato graficamente da artisti della Mushi Pro.) pubblicato nel 1967 da «Shojo Friend» per il lancio della serie animata di 52 episodi, trasmessa anche in Italia.
Le due edizioni uscite in Italia, quella di edizione Hazard prima e di Jpop poi, entrambe in tre volumi, riprendono la versione del 1963, caratterizzata da un più maturo stile grafico.
La prima edizione italiana fu quindi realizzata dalla Hazard nel 2001 con volumi di 240 pagine con sovracoperta dalle dimensioni 13 x 18 cm. Il senso di lettura era però occidentale.
Quella Jpop è uscita il 19 febbraio 2020 per la collana Osamushi collection
con formato più grande, 15x21, stesso numero di pagine e nuova sovracoperta. Come traduzione è ancora accreditata Hazard ma questa edizione è stata completamente revisionata e in parte ritradotta. Il senso di lettura ribaltata ci riporta alla visione dell' opera come era stata pensata in origine.
Ad impreziosire questa nuova edizione, nel primo volume, sono la collezione di tutti i frontespizi del manga e una postfazione interessante su Zaffiro e l'identità di gener di Maria Sara Mignolli
IL PROBLEMA DELL'IDENTITÀ SESSUALE
La Principessa Zaffiro è un'opera per l'infanzia e va letta in quanto tale: non c'e dubbio che il suo scopo fondamentale sia quello di divertire i bambini proponendo una serie di avventure romantiche e fiabesche. Ciò premesso, appena sotto la superficie sono presenti delle tematiche che non sono per nulla banali. Si tratta di tematiche che sono importanti per il bambino, che gli rimangono impresse a livello inconscio se non conscio, anche se molti dei temi trattati non può comprenderli pienamente. Il tema fondamentale della Principessa Zaffiro è senz'altro quello dell'identità sessuale. Questo è un tema che è stato trattato da manga e anime fino allo sfinimento negli ultimi sessant'anni; Tezuka ha il merito di essere stato il primo a parlarne. Dichiaratamente Tezuka si è ispirato al teatro Takarazuka che seguiva da bambino con la madre: in questa tipologia di teatro tradizionale giapponese, completamente femminile, le attrici recitano sia le parti femminili che quelle maschili.
C'è da fare un distinguo fondamentale tra Tezuka e gli autori moderni, che solitamente scrivono per un pubblico di adolescenti o adulti e si focalizzano su tematiche spesso discutibili, come il desiderio sessuale o la genitalità dei bambini (e non sto parlando solo di opere lolicon). Tezuka invece scrive per bambini/bambine in età prepuberale e si focalizza sugli aspetti del problema che interessano quel tipo di pubblico. In particolare, gli interessa il tema dell'identità sessuale in relazione al comportamento sociale. Quali sono i comportamenti socialmente accettabili per un bambino o per una bambina? Può una bambina permettersi di essere decisa e indipendente? Può un bambino permettersi di essere gentile e sottomesso? Tezuka illustra ciò di cui vuol parlare servendosi di personaggi con cui le sue giovani lettrici/lettori possono identificarsi. Per esempio il personaggio di Hekate è sicuramente molto vicino alle bambine giapponesi di cinquant'anni fa (ma credo anche alle bambine italiane di anni più recenti). Hekate nel manga è sostanzialmente un maschiaccio, non ha nessuna voglia di essere gentile e obbediente, ma è oppressa da una madre infernale che vuole renderla "femminile" ad ogni costo. È a questo scopo che Hell vuole farle ingerire a forza il cuore femminile di Zaffiro, per renderla una candidata sposa ideale per il principe Franz, al cui regno ambisce.
La signora Hell è forse l'esempio più crudele di maschilismo, quello delle madri, figure infernali che vogliono inculcare a forza nelle figlie i loro sogni, ideali e pregiudizi. In particolare, la signora Hell vuole che Hekate diventi regina di Goldland per soddisfare la sua ambizione di gloria, ignorando completamente il fatto che Hekate non ne ha il minimo desiderio. È notevole anche il fatto che nell'anime Zelda abbia il problema opposto, quella di essere troppo dolce come figlia del diavolo: è per questo che suo padre Satana vuole donarle il cuore maschile di Zaffiro. Paradossalmente, è probabilmente più facile immedesimarsi con la Zelda dell'anime per i maschi non abbastanza "virili" che per le femmine.
Il personaggio di Zaffiro permette l'identificazione sia alle bambine (specialmente quando si trasforma da mocciosetto con i capelli neri nella bellissima dama con i capelli dai colori soavi e participa al ballo, novella Cenerentola) che ai bambini, per il coraggio e le sue abilità guerresche. Questo al livello più superficiale. A livello un pò più profondo non c'è dubbio che molti bambini giapponesi cresciuti in una società militaresca e oppressiva al massimo (ho letto la biografia di Tezuka, in cui racconta della sua infanzia e adolescenza nel Giappone degli anni Trenta e Quaranta, in cui i bambini erano cresciuti per essere soldati) si riconoscano in Zaffiro, che ha un lato dolce che però è costretto a tenere nascosto. Zaffiro passa il giorno come maschio a combattere con la spada e la notte come femmina a raccogliere fiori nel giardino del castello.
Non può non venire in mente il piccolo Tezuka, amante della natura, con l'hobby di disegnare e collezionare insetti, costretto a eseguire esercitazioni militare per essere un "vero uomo". Sicuramente ci sono state generazioni di ragazzini (e non solo in Giappone) costretti a nascondere le proprie emozioni sotto pena di essere considerati deboli e effeminati: per tutti questi la figura di Zaffiro, costretto a nascondere il suo lato più dolce è sicuramente familiare. D'altra parte ci sono state sicuramente anche generazioni di bambine che hanno sognato l'indipendenza e il coraggio di Zaffiro, che ha un corpo femminile ma è più forte degli uomini che incontra. Per non parlare delle sue qualità di rubacuori, visto che tutti si innamorano di Zaffiro, sia uomini (principi e pirati) che donne (spadaccine e popolane): Zaffiro piace a tutti!
Il FEMMINISMO
La Principessa Zaffiro è una serie sorprendentemente femminista per gli anni e la società in cui è stata scritta. Val la pena ricordare che anche la seconda versione, quella che sto recensendo, è stata conclusa nel 1966, quindi prima che scoppiasse la rivoluzione femminista degli anni settanta. Tezuka è nato negli anni venti ed in una delle società più maschiliste del mondo, ma la sua posizione sul valore della donna è molto meno scontata di quanto potrebbe sembrare. Infatti, se da un lato Tezuka sembra aderire agli sterotipi tipici dell'epoca e alla dicotomia classica maschio=forza, donna=dolcezza, dall'altro fa intravedere l'esatto contrario. Sembra che a parole sia maschilista ma che nella sostanza non lo sia. Come tutti sappiamo Zaffiro possiede due cuori, uno maschile ed uno femminile. Nel corso del manga perde e riacquista i suoi cuori più di una volta. Quando perde il cuore maschile la prima volta diventa debole e viene facilmente sconfitta da Nylon: se leggeste soltanto questa scena direste che Tezuka sta seguendo pedissequamente i pregiudizi della sua epoca. Eppure nel terzo volume, Zaffiro, pur avendo soltanto il suo cuore di donna continua a combattere, partecipa ad un torneo e lo vince, e scontrandosi di nuovo con Nylon lo sconfigge. Evidentemente quindi la forza ed il coraggio di Zaffiro non stavano nel cuore maschile. La cosa è doppiamente certa, perché nel manga non mancano personaggi femminili forti e coraggiosi, pur avendo un cuore di donna: emblematico è il caso della spadaccina Friebe (che successivamente si innamora di Zaffiro, credendolo maschio!).
Sembra che Tezuka stia dicendo a Zaffiro di passare oltre i suoi stessi pregiudizi: quando Zaffiro perde il suo cuore maschile crede di essere diventata debole, ma il proseguo della storia ci fa capire che non è affatto così. In un altro momento della storia Zaffiro perde il suo cuore femminile e rimane solo con quello maschile: in quella circostanza rifiuta Franz, diventa aggressiva e si reca al castello pretendendo la sua corona, non facendosi problemi ad usare la forza. Sembra quindi che il cuore maschile fornisca l'aggressività e l'arroganza più che altre virtù. D'altra parte quando il cuore maschile finisce allo stupido Plastic questi diventa maturo e responsabile, nonché giusto: il cuore maschile non è così malvagio dopo tutto. Le storie di Tezuka sono semplici, ma mai semplicistiche. Per esempio, Tezuka non è certo così ingenuo da considerare tutte le donne buone e virtuose, angeli del focolare o graziose bamboline. Tutt'altro! I nemici peggiori di Zaffiro non sono uomini come Nylon e Duralmin, ma sono donne come la signora Hell e Venere: la signora Hell è l'archetipo della madre oppressiva, disposta a tutto per il "bene" della figlia, mentre Venere è l'archetipo della donna innamorata, disposta a tutto in quanto accecata dalla gelosia.
Le donne comuni del castello di Silverland sono brave persone, ma non sono affatto delle donnicciole passive, anzi esse si ribellano ai loro mariti per difendere Zaffiro, in un'epocale battaglia a colpi di mattarello e mollette da bucato!
Alla fine riescono ad ottenere, cito testualmente "il diritto di voto, il diritto di divorzio e il diritto di picchiare i loro mariti". Formalmente questo avviene per concessione del re Plastic (un maschio) ma si capisce chiaramente che le donne già picchiavano gli uomini anche prima di avere il loro permesso ...
Il tema del femminismo va di pari passo con il tema del conflitto generazionale, dovuto alla differenza tra le aspirazioni dei figli e quelli dei genitori. Questo tema è evidente nel caso di Hekate che ha una madre demoniaca e Franz, che ha uno zio non meno gretto e oppressivo della signora Hell. La madre di Zaffiro invece incarna il paradigma del genitore buono, che si sente in colpa per il torto che ha dovuto fare al figlio per seguire convenzioni sociali che lui stesso reputa ingiuste. Nel caso in esame, per aver cresciuto Zaffiro come un maschio pur essendo una femmina.
Per tutte le info sul manga di Zaffiro leggete la nostra infoextra: Alle origini dello shojo manga: la principessa Zaffiro
In galleria qui sotto trovate le foto in cui mostriamo vecchia e nuova edizione
Dopo varie vicissitudini, i malvagi riescono nel loro intento e Zaffiro viene imprigionata nella torre della Bara con la madre.
In breve tempo però riesce ad evadere ed inizia a difendere il suo popolo dai soprusi di Nylon, compiendo eroiche imprese in incognito, sotto il nome di Cavaliere del Fiocco (Cavaliere Fantasma nell'anime). Nello stesso tempo Zaffiro intesse una storia d'amore con il principe Franz Charming (Franco nell'anime) del regno di Goldland, che si è innamorato perdutamente di lei, avendola vista per la prima volta al gran ballo di Carnevale, in abiti femminili e con una parrucca.
Alla storia di Zaffiro e Franz si intreccia la storia di Hekate (Zelda nell'anime), figlia del Diavolo ma ragazza di buon cuore che cerca in tutti i modi di aiutare Zaffiro e Franz ribellandosi ai suoi malvagi genitori. Nel corso del manga e dell'anime Zaffiro andrà incontro a innumerevoli avventure, combattendo contro diavoli, mostri, cavalieri, assassini, pirati, briganti e addirittura Dee mitologiche.
Nel finale Zaffiro e Franz si sposeranno e vivranno per sempre felici e contenti, come si conviene per tutte le fiabe
Pubblicato a puntate sulla rivista «Shojo Club » tra il 1953 e il 1956 e in volume nel 1958, nel 1963 Ribbon no Kishi fu “rivisitato” da Tezuka che ne diede una nuova versione, completamente ridisegnata e in parte modificata nella trama, e pubblicata sempre su «Nakayoshi» fino al 1966.
Un’ulteriore rifacimento in sette puntate (scritto da Tezuka ma realizzato graficamente da artisti della Mushi Pro.) pubblicato nel 1967 da «Shojo Friend» per il lancio della serie animata di 52 episodi, trasmessa anche in Italia.
Le due edizioni uscite in Italia, quella di edizione Hazard prima e di Jpop poi, entrambe in tre volumi, riprendono la versione del 1963, caratterizzata da un più maturo stile grafico.
La prima edizione italiana fu quindi realizzata dalla Hazard nel 2001 con volumi di 240 pagine con sovracoperta dalle dimensioni 13 x 18 cm. Il senso di lettura era però occidentale.
Quella Jpop è uscita il 19 febbraio 2020 per la collana Osamushi collection
con formato più grande, 15x21, stesso numero di pagine e nuova sovracoperta. Come traduzione è ancora accreditata Hazard ma questa edizione è stata completamente revisionata e in parte ritradotta. Il senso di lettura ribaltata ci riporta alla visione dell' opera come era stata pensata in origine.
Ad impreziosire questa nuova edizione, nel primo volume, sono la collezione di tutti i frontespizi del manga e una postfazione interessante su Zaffiro e l'identità di gener di Maria Sara Mignolli
L’operà è bimestrale, il secondo volume dell’opera uscirà infatti ad aprile, il terzo a giugno, mentre all’inizio della prossima estate sarà pubblicato il volume inedito in Italia.
IL PROBLEMA DELL'IDENTITÀ SESSUALE
La Principessa Zaffiro è un'opera per l'infanzia e va letta in quanto tale: non c'e dubbio che il suo scopo fondamentale sia quello di divertire i bambini proponendo una serie di avventure romantiche e fiabesche. Ciò premesso, appena sotto la superficie sono presenti delle tematiche che non sono per nulla banali. Si tratta di tematiche che sono importanti per il bambino, che gli rimangono impresse a livello inconscio se non conscio, anche se molti dei temi trattati non può comprenderli pienamente. Il tema fondamentale della Principessa Zaffiro è senz'altro quello dell'identità sessuale. Questo è un tema che è stato trattato da manga e anime fino allo sfinimento negli ultimi sessant'anni; Tezuka ha il merito di essere stato il primo a parlarne. Dichiaratamente Tezuka si è ispirato al teatro Takarazuka che seguiva da bambino con la madre: in questa tipologia di teatro tradizionale giapponese, completamente femminile, le attrici recitano sia le parti femminili che quelle maschili.
C'è da fare un distinguo fondamentale tra Tezuka e gli autori moderni, che solitamente scrivono per un pubblico di adolescenti o adulti e si focalizzano su tematiche spesso discutibili, come il desiderio sessuale o la genitalità dei bambini (e non sto parlando solo di opere lolicon). Tezuka invece scrive per bambini/bambine in età prepuberale e si focalizza sugli aspetti del problema che interessano quel tipo di pubblico. In particolare, gli interessa il tema dell'identità sessuale in relazione al comportamento sociale. Quali sono i comportamenti socialmente accettabili per un bambino o per una bambina? Può una bambina permettersi di essere decisa e indipendente? Può un bambino permettersi di essere gentile e sottomesso? Tezuka illustra ciò di cui vuol parlare servendosi di personaggi con cui le sue giovani lettrici/lettori possono identificarsi. Per esempio il personaggio di Hekate è sicuramente molto vicino alle bambine giapponesi di cinquant'anni fa (ma credo anche alle bambine italiane di anni più recenti). Hekate nel manga è sostanzialmente un maschiaccio, non ha nessuna voglia di essere gentile e obbediente, ma è oppressa da una madre infernale che vuole renderla "femminile" ad ogni costo. È a questo scopo che Hell vuole farle ingerire a forza il cuore femminile di Zaffiro, per renderla una candidata sposa ideale per il principe Franz, al cui regno ambisce.
La signora Hell è forse l'esempio più crudele di maschilismo, quello delle madri, figure infernali che vogliono inculcare a forza nelle figlie i loro sogni, ideali e pregiudizi. In particolare, la signora Hell vuole che Hekate diventi regina di Goldland per soddisfare la sua ambizione di gloria, ignorando completamente il fatto che Hekate non ne ha il minimo desiderio. È notevole anche il fatto che nell'anime Zelda abbia il problema opposto, quella di essere troppo dolce come figlia del diavolo: è per questo che suo padre Satana vuole donarle il cuore maschile di Zaffiro. Paradossalmente, è probabilmente più facile immedesimarsi con la Zelda dell'anime per i maschi non abbastanza "virili" che per le femmine.
Il personaggio di Zaffiro permette l'identificazione sia alle bambine (specialmente quando si trasforma da mocciosetto con i capelli neri nella bellissima dama con i capelli dai colori soavi e participa al ballo, novella Cenerentola) che ai bambini, per il coraggio e le sue abilità guerresche. Questo al livello più superficiale. A livello un pò più profondo non c'è dubbio che molti bambini giapponesi cresciuti in una società militaresca e oppressiva al massimo (ho letto la biografia di Tezuka, in cui racconta della sua infanzia e adolescenza nel Giappone degli anni Trenta e Quaranta, in cui i bambini erano cresciuti per essere soldati) si riconoscano in Zaffiro, che ha un lato dolce che però è costretto a tenere nascosto. Zaffiro passa il giorno come maschio a combattere con la spada e la notte come femmina a raccogliere fiori nel giardino del castello.
Non può non venire in mente il piccolo Tezuka, amante della natura, con l'hobby di disegnare e collezionare insetti, costretto a eseguire esercitazioni militare per essere un "vero uomo". Sicuramente ci sono state generazioni di ragazzini (e non solo in Giappone) costretti a nascondere le proprie emozioni sotto pena di essere considerati deboli e effeminati: per tutti questi la figura di Zaffiro, costretto a nascondere il suo lato più dolce è sicuramente familiare. D'altra parte ci sono state sicuramente anche generazioni di bambine che hanno sognato l'indipendenza e il coraggio di Zaffiro, che ha un corpo femminile ma è più forte degli uomini che incontra. Per non parlare delle sue qualità di rubacuori, visto che tutti si innamorano di Zaffiro, sia uomini (principi e pirati) che donne (spadaccine e popolane): Zaffiro piace a tutti!
Il FEMMINISMO
La Principessa Zaffiro è una serie sorprendentemente femminista per gli anni e la società in cui è stata scritta. Val la pena ricordare che anche la seconda versione, quella che sto recensendo, è stata conclusa nel 1966, quindi prima che scoppiasse la rivoluzione femminista degli anni settanta. Tezuka è nato negli anni venti ed in una delle società più maschiliste del mondo, ma la sua posizione sul valore della donna è molto meno scontata di quanto potrebbe sembrare. Infatti, se da un lato Tezuka sembra aderire agli sterotipi tipici dell'epoca e alla dicotomia classica maschio=forza, donna=dolcezza, dall'altro fa intravedere l'esatto contrario. Sembra che a parole sia maschilista ma che nella sostanza non lo sia. Come tutti sappiamo Zaffiro possiede due cuori, uno maschile ed uno femminile. Nel corso del manga perde e riacquista i suoi cuori più di una volta. Quando perde il cuore maschile la prima volta diventa debole e viene facilmente sconfitta da Nylon: se leggeste soltanto questa scena direste che Tezuka sta seguendo pedissequamente i pregiudizi della sua epoca. Eppure nel terzo volume, Zaffiro, pur avendo soltanto il suo cuore di donna continua a combattere, partecipa ad un torneo e lo vince, e scontrandosi di nuovo con Nylon lo sconfigge. Evidentemente quindi la forza ed il coraggio di Zaffiro non stavano nel cuore maschile. La cosa è doppiamente certa, perché nel manga non mancano personaggi femminili forti e coraggiosi, pur avendo un cuore di donna: emblematico è il caso della spadaccina Friebe (che successivamente si innamora di Zaffiro, credendolo maschio!).
Sembra che Tezuka stia dicendo a Zaffiro di passare oltre i suoi stessi pregiudizi: quando Zaffiro perde il suo cuore maschile crede di essere diventata debole, ma il proseguo della storia ci fa capire che non è affatto così. In un altro momento della storia Zaffiro perde il suo cuore femminile e rimane solo con quello maschile: in quella circostanza rifiuta Franz, diventa aggressiva e si reca al castello pretendendo la sua corona, non facendosi problemi ad usare la forza. Sembra quindi che il cuore maschile fornisca l'aggressività e l'arroganza più che altre virtù. D'altra parte quando il cuore maschile finisce allo stupido Plastic questi diventa maturo e responsabile, nonché giusto: il cuore maschile non è così malvagio dopo tutto. Le storie di Tezuka sono semplici, ma mai semplicistiche. Per esempio, Tezuka non è certo così ingenuo da considerare tutte le donne buone e virtuose, angeli del focolare o graziose bamboline. Tutt'altro! I nemici peggiori di Zaffiro non sono uomini come Nylon e Duralmin, ma sono donne come la signora Hell e Venere: la signora Hell è l'archetipo della madre oppressiva, disposta a tutto per il "bene" della figlia, mentre Venere è l'archetipo della donna innamorata, disposta a tutto in quanto accecata dalla gelosia.
Le donne comuni del castello di Silverland sono brave persone, ma non sono affatto delle donnicciole passive, anzi esse si ribellano ai loro mariti per difendere Zaffiro, in un'epocale battaglia a colpi di mattarello e mollette da bucato!
Alla fine riescono ad ottenere, cito testualmente "il diritto di voto, il diritto di divorzio e il diritto di picchiare i loro mariti". Formalmente questo avviene per concessione del re Plastic (un maschio) ma si capisce chiaramente che le donne già picchiavano gli uomini anche prima di avere il loro permesso ...
Il tema del femminismo va di pari passo con il tema del conflitto generazionale, dovuto alla differenza tra le aspirazioni dei figli e quelli dei genitori. Questo tema è evidente nel caso di Hekate che ha una madre demoniaca e Franz, che ha uno zio non meno gretto e oppressivo della signora Hell. La madre di Zaffiro invece incarna il paradigma del genitore buono, che si sente in colpa per il torto che ha dovuto fare al figlio per seguire convenzioni sociali che lui stesso reputa ingiuste. Nel caso in esame, per aver cresciuto Zaffiro come un maschio pur essendo una femmina.
Per tutte le info sul manga di Zaffiro leggete la nostra infoextra: Alle origini dello shojo manga: la principessa Zaffiro
In galleria qui sotto trovate le foto in cui mostriamo vecchia e nuova edizione
Zaffiro è un classico immortale e, assieme a Lady Oscar, fu un vero passaggio rivoluzionario per quanto riguarda il discorso sul rapporto fra i sessi, i ruoli e le identità di genere.
Forse oggi è meno noto rispetto alle rose di Versailles, ma come sottolineato nella recensione, il primato di Zaffiro è assoluto, trattando temi che perfino nei dibattiti sociali erano al tempo ancora sommersi o taciuti.
Tutto questo poi a fronte dell'elaborazione a canone e prototipo del genere shojo.
Ancora una volta ci si deve arrendere di fronte alla portata pionieristica e fondativa del "dio dei manga".
Complimenti per la recensione!
saranno passati ormai dieci anni. Ma Zaffiro e' un evergreen, cosa sono dieci anni di piu'?;-)
Da piccolo vedevo l'anime con grande piacere e, non avendo l'edizione Hazard, manco a dirlo che questi volumi entreranno nella mia libreria.
Questa nuova edizione del manga potrebbe essere l'occasione per ritrovare un personaggio che ha fatto parte della mia infanzia.
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