Yahoo! News ha riportato una notizia dove viene evidenziato il fatto che la Toei Animation abbia tentato di rifiutare di trattare con il sindacato dell'azienda, occupato a rappresentare un ex unit director (da qui in poi indicato come "A-san"), il quale reclamava di essere stato ingiustamente privato del posto di lavoro. Un chiaro caso di mobbing (ovvero la persecuzione che ha un datore di lavoro nei confronti di un impiegato per spingerlo verso le dimissioni) che ha fatto il giro del mondo.
Durante queste trattative la Toei ha accusato un membro del sindacato ("B-san"), di utilizzare un "nome falso" per firmare i documenti di lavoro; tale B-san è però una persona che si indentifica come un "X-Gender" (identità non binaria, ovvero né maschio né femmina), e quindi utilizza semplicemente un alias che meglio riflette la sua identità di genere. Da ora useremo l'asterisco per rispettare la sua identità di genere.
La lettera di Toei rivolta al sindacato dei precari, incaricata del caso, si riferisce esplicitamente a B-san utilizzando il cosi detto "deadname" (nome legato all'identità di genere data alla nascita, ma nella quale la persona non si rispecchia più) accusando B-san di: "danneggiare gravemente i rapporti di fiducia tra loro (Toei Animation) e il sindacato stesso".
B-san, in risposta a questa lettera, ha insistito sul fatto che l'alias utilizzato per firmarsi non dovrebbe avere nessuna connessione con la trattativa. Di seguito le sue parole: "In primo luogo, ci sono molte persone sposate che lavorano sotto alias, e il nome che utilizzo per le negoziazioni collettive non ha nulla a che vedere con il nome segnato nel registro della mia famiglia". Proseguendo poi: "Condurre le trattative è un obbligo stabilito dal sindacato dei lavoratori, non è una questione di fiducia e cose simili. Penso che loro abbiano rifiutato di concedermi di discutere perché non hanno nessuna intenzione di risolvere la disputa".
B-san ha poi enfatizzato sul malessere causatogli dal fatto di essere stat* chiamat* tramite il proprio deadname: "Per me, il solo guardare il mio nome nel registro di famiglia, fa male. Ricevere questi atti discriminatori dalla compagnia mi fa provare tristezza, delusione e dolore".
Il sindacato si è messo in contatto con la Toei tre volte tramite riunioni online, per via del Covid-19, mentre per la quarta riunione non hanno nemmeno ricevuto il link per potersi mettere in contatto. Dopo aver telefonato allo studio per ricevere notizie in merito alla scelta, B-san si è poi dirett* verso l'edificio per incontrarsi con l'avvocato e le persone coinvolte nel caso. Una volta arrivat*, l'avvocato si è posto nei suoi confronti in modo scontroso, arrivando infine a farl* cacciare dalla security.
Dopo questo evento, la compagnia ha continuato ad avere contatti col sindacato attraverso delle corrispondenze testuali, senza però arrivare ad un accordo. A conclusione della vicenda, la Toei ha inviato una lettera di rifiuto (quella nominata precedentemente) utilizzando il deadname di B-san.
A-san, che reclama di essere stato soggetto di alcuni abusi di potere da parte dei suoi superiori, durante i suoi sette anni di carriera, ha inoltre rimarcato con sgomento che: "L'atteggiamento della compagnia era già chiaramente sleale e crudele, ma non posso credere che sarebbero arrivati a questo punto. Non pensavo che avrebbero fatto questo gesto".
Nel suo reclamo, A-san, ha dichiarato di essere stato tolto dal suo incarico di unit director, dopo aver avuto una diatriba con un direttore delle animazioni. A sua detta, la Toei aveva una cultura del superlavoro e, da quanto gli era stato riferito dai suoi superiori, lui poteva "usare i direttori delle animazioni come api operaie". Seguendo questi dettami, A-san si è trovato questo direttore delle animazioni che, frustrato dalle istruzioni che gli erano state assegnate, gli si è rivoltato contro.
Nonostante A-san fosse riuscito a raggiungere un compromesso con il diretto interessato, pochi giorni dopo è stata tolto dall'incarico, mentre il direttore delle animazioni è rimasto al suo incarico. In aggiunta, il suo contratto è stato cambiato da unità di direzione da unit director ad un contratto di assistente unit director.
A-san ha tentato così di consultarsi col sindacato dei lavoratori, ma si è trovato, suo malgrado, a capire che tale gruppo aveva dei forti legami con la compagnia; e questo ha portato ad un nulla di fatto. A-san è stato quindi trasferito in un edificio separato dallo studio principale e retrocesso di grado, arrivando a dover svolgere un lavoro da impiegato qualunque. A sua detta questo edificio: "Era un tipico oidashibeya", termine colloquiale utilizzato per indicare una stanza dove gli impiegati venivano inviati a fare dei compiti umili, in modo da arrivare a volersi licenziare.
Successivamente A-san è riuscito a tornare all'impiego di assistente unit director, ma per quel tempo già circolavano già diverse voci su di lui. Secondo un confidente, sembrerebbe che uno dei superiori ha inviato una email dove diceva espressamente di: "Non lasciare che A-san torni ad essere un unit director". A-san mai si sarebbe aspettato che la situazione prendesse questa brutta piega.
Dopo essersi consultato con un sindacato esterno ha richiesto semplicemente di voler tornare a lavorare. "Ho sempre ammirato Toei Animation. Ho ricevuto innumerevoli consigli dai registi di quell'ambiente, ho sempre avuto una buona impressione dello studio ma quando sono entrato nella compagnia, era presente un'atmosfera oppressiva. Sono rammaricato che la situazione sia peggiorata a tal punto".
Da quanto è emerso sta attualmente lavorando ancora per Toei, ma senza nessuno da dentro che supporti apertamente la sua causa, contribuendo a creare un pessimo ambiente lavorativo.
Pensiero finale di A-san: "Toei Animation utilizza Pero, il protagonista de 'Il gatto con gli stivali’, come logo. Nella storia, Pero ignora i suoi amici per poter aiutare un topo che è in un posizione svantaggiata e nel farlo viene perseguitato dai suoi amici. La mia situazione è l'esatto opposto. Tutti quanti sono ossessionati con le politiche della compagnia, quindi quello che fanno è perseguitare chi è nelle posizioni più in basso delle loro. Penso che questo sia collegato all'atteggiamento discriminatorio che la compagnia mostra nei confronti delle minoranze sessuali e di genere, come dimostrato definendo il nome di B-san 'falso'".
B-san infine ha espresso il suo disappunto per lo studio, diventato iconico grazie alle storie per bambini che portavano con loro dei messaggi progressisti. Ed è proprio su questo aspetto che B-san si è soffermat*: "La serie Precure di Toei Animation invia dei messaggi ripieni di speranza quando si tratta di espressione di genere. La sua influenza non si è sentita solamente in Giappone ma nel mondo intero. Sono veramente delus* che sia proprio la stessa compagnia ad aver perpetrato una tale ingiustizia".
Il sindacato dei precari ha lanciato una petizione su Change.org, in modo da dare importanza e attenzione mediatica al caso.
Fonte Consultata:
Anime News Network
Durante queste trattative la Toei ha accusato un membro del sindacato ("B-san"), di utilizzare un "nome falso" per firmare i documenti di lavoro; tale B-san è però una persona che si indentifica come un "X-Gender" (identità non binaria, ovvero né maschio né femmina), e quindi utilizza semplicemente un alias che meglio riflette la sua identità di genere. Da ora useremo l'asterisco per rispettare la sua identità di genere.
La lettera di Toei rivolta al sindacato dei precari, incaricata del caso, si riferisce esplicitamente a B-san utilizzando il cosi detto "deadname" (nome legato all'identità di genere data alla nascita, ma nella quale la persona non si rispecchia più) accusando B-san di: "danneggiare gravemente i rapporti di fiducia tra loro (Toei Animation) e il sindacato stesso".
B-san, in risposta a questa lettera, ha insistito sul fatto che l'alias utilizzato per firmarsi non dovrebbe avere nessuna connessione con la trattativa. Di seguito le sue parole: "In primo luogo, ci sono molte persone sposate che lavorano sotto alias, e il nome che utilizzo per le negoziazioni collettive non ha nulla a che vedere con il nome segnato nel registro della mia famiglia". Proseguendo poi: "Condurre le trattative è un obbligo stabilito dal sindacato dei lavoratori, non è una questione di fiducia e cose simili. Penso che loro abbiano rifiutato di concedermi di discutere perché non hanno nessuna intenzione di risolvere la disputa".
B-san ha poi enfatizzato sul malessere causatogli dal fatto di essere stat* chiamat* tramite il proprio deadname: "Per me, il solo guardare il mio nome nel registro di famiglia, fa male. Ricevere questi atti discriminatori dalla compagnia mi fa provare tristezza, delusione e dolore".
Il sindacato si è messo in contatto con la Toei tre volte tramite riunioni online, per via del Covid-19, mentre per la quarta riunione non hanno nemmeno ricevuto il link per potersi mettere in contatto. Dopo aver telefonato allo studio per ricevere notizie in merito alla scelta, B-san si è poi dirett* verso l'edificio per incontrarsi con l'avvocato e le persone coinvolte nel caso. Una volta arrivat*, l'avvocato si è posto nei suoi confronti in modo scontroso, arrivando infine a farl* cacciare dalla security.
Dopo questo evento, la compagnia ha continuato ad avere contatti col sindacato attraverso delle corrispondenze testuali, senza però arrivare ad un accordo. A conclusione della vicenda, la Toei ha inviato una lettera di rifiuto (quella nominata precedentemente) utilizzando il deadname di B-san.
A-san, che reclama di essere stato soggetto di alcuni abusi di potere da parte dei suoi superiori, durante i suoi sette anni di carriera, ha inoltre rimarcato con sgomento che: "L'atteggiamento della compagnia era già chiaramente sleale e crudele, ma non posso credere che sarebbero arrivati a questo punto. Non pensavo che avrebbero fatto questo gesto".
Nel suo reclamo, A-san, ha dichiarato di essere stato tolto dal suo incarico di unit director, dopo aver avuto una diatriba con un direttore delle animazioni. A sua detta, la Toei aveva una cultura del superlavoro e, da quanto gli era stato riferito dai suoi superiori, lui poteva "usare i direttori delle animazioni come api operaie". Seguendo questi dettami, A-san si è trovato questo direttore delle animazioni che, frustrato dalle istruzioni che gli erano state assegnate, gli si è rivoltato contro.
Nonostante A-san fosse riuscito a raggiungere un compromesso con il diretto interessato, pochi giorni dopo è stata tolto dall'incarico, mentre il direttore delle animazioni è rimasto al suo incarico. In aggiunta, il suo contratto è stato cambiato da unità di direzione da unit director ad un contratto di assistente unit director.
A-san ha tentato così di consultarsi col sindacato dei lavoratori, ma si è trovato, suo malgrado, a capire che tale gruppo aveva dei forti legami con la compagnia; e questo ha portato ad un nulla di fatto. A-san è stato quindi trasferito in un edificio separato dallo studio principale e retrocesso di grado, arrivando a dover svolgere un lavoro da impiegato qualunque. A sua detta questo edificio: "Era un tipico oidashibeya", termine colloquiale utilizzato per indicare una stanza dove gli impiegati venivano inviati a fare dei compiti umili, in modo da arrivare a volersi licenziare.
Successivamente A-san è riuscito a tornare all'impiego di assistente unit director, ma per quel tempo già circolavano già diverse voci su di lui. Secondo un confidente, sembrerebbe che uno dei superiori ha inviato una email dove diceva espressamente di: "Non lasciare che A-san torni ad essere un unit director". A-san mai si sarebbe aspettato che la situazione prendesse questa brutta piega.
Dopo essersi consultato con un sindacato esterno ha richiesto semplicemente di voler tornare a lavorare. "Ho sempre ammirato Toei Animation. Ho ricevuto innumerevoli consigli dai registi di quell'ambiente, ho sempre avuto una buona impressione dello studio ma quando sono entrato nella compagnia, era presente un'atmosfera oppressiva. Sono rammaricato che la situazione sia peggiorata a tal punto".
Da quanto è emerso sta attualmente lavorando ancora per Toei, ma senza nessuno da dentro che supporti apertamente la sua causa, contribuendo a creare un pessimo ambiente lavorativo.
Pensiero finale di A-san: "Toei Animation utilizza Pero, il protagonista de 'Il gatto con gli stivali’, come logo. Nella storia, Pero ignora i suoi amici per poter aiutare un topo che è in un posizione svantaggiata e nel farlo viene perseguitato dai suoi amici. La mia situazione è l'esatto opposto. Tutti quanti sono ossessionati con le politiche della compagnia, quindi quello che fanno è perseguitare chi è nelle posizioni più in basso delle loro. Penso che questo sia collegato all'atteggiamento discriminatorio che la compagnia mostra nei confronti delle minoranze sessuali e di genere, come dimostrato definendo il nome di B-san 'falso'".
B-san infine ha espresso il suo disappunto per lo studio, diventato iconico grazie alle storie per bambini che portavano con loro dei messaggi progressisti. Ed è proprio su questo aspetto che B-san si è soffermat*: "La serie Precure di Toei Animation invia dei messaggi ripieni di speranza quando si tratta di espressione di genere. La sua influenza non si è sentita solamente in Giappone ma nel mondo intero. Sono veramente delus* che sia proprio la stessa compagnia ad aver perpetrato una tale ingiustizia".
Il sindacato dei precari ha lanciato una petizione su Change.org, in modo da dare importanza e attenzione mediatica al caso.
Fonte Consultata:
Anime News Network
- Abbiamo B-san, dipendente di Toei che è stat* licenziat* a seguito di azioni di mobbing, ha provato a fare ricorso tramite sindacato e in risposta è stat* pure discriminat* in base al genere
- E poi il caso di A-san che è un altro caso gravissimo di mobbing da parte dei superiori
Il tutto da un'azienda che con le Precure e altri prodotti promuove da anni l'accettazione del diverso e denuncia fenomeni di bullismo. Oooook...
Girano da anni voci su come Toei sia un brutto posto in cui lavorare purtroppo (basti vedere come trattavano e trattano le animatrici donne). Mi dispiace un sacco per le persone che stanno pagando certi atteggiamenti...
E purtroppo credo che molta gente che leggerà o commenterà l'articolo si soffermerà (in modo negativo o dismissivo) sulla questione di genere e sull'uso degli asterischi nel caso di B-san mancando COMPLETAMENTE il punto della situazione, e senza rendersi conto che certi atteggiamenti delle aziende verso i lavoratori finiscono per creare precedenti e danneggiare TUTTI, perché la discriminazione e il mobbing quando vengono permessi e diventano "comuni" prima o poi ti colpiscono.
Un pò come se un maiale si lamentasse del colore della targhetta dell'animale vicino a lui, mentre sono entrambi legati sul camion diretto al macello.
Saluto con la manina per se e quando interverrà la moderazione... ciao ragazzi spero che a casa vada tutto bene
un dovere collettivo*
Il tizio è stato bannato...non era la prima uscita provocatoria che faceva...si cerca di essere tolleranti ma quando ce vo ce vo
Sono sconvolta.
Cosa che, per tornare in topic, purtroppo spesso hanno difficoltà a far emergere in Giappone con queste situazioni.
In un mondo dove le dinamiche di lavoro ricalcano ancora le gerarchie feudali, cose del genere sono perfettamente "normali".
Lì non è poi così passata di moda l'idea che crepare letteralmente sul posto di lavoro sia una cosa lodevole e carina.
Quanto può valere la dignità umana con premesse simili?
Il resto fa ridere, soprattutto gli asterischi casuali per essere à la page con le mode derivanti dall'inutile accademia statunitense.
Quindi lo stesso A-san che si lamenta delle discriminazioni per un mero nome aveva avuto l'incarico di sfruttare come "api" i direttori delle animazioni e la cosa non lo ha sconvolto affatto, ma ha anzi effettuato il compito sino a litigare con un sottoposto.
A dimostrazione di come i diritti civili e di facciata e borghesi siano solo una cupola che il capitalismo adopera per rodere i diritti sociali e del lavoro.
Hai ragione; quello che piange per il nome sarebbe il sindacalista.
Lol, fa ancora più ridere. Invece che badare alla catena fordista al cui capo sarebbe il suo assistito si lamenta perché qualcuno usa un asterisco in meno. Il circo dei liberali.
Questo sarebbe il sindacato dei lavoratori, una roba un tempo seria.
La sua dichiarazione finale non è "continueremo a lottare per evitare lo sfruttamento", ma "continueremo a lottare affinché tutti mi chiamino Francesca e non Francesco".
Per quanto riguarda il mobbing invece sembriamo esserci dentro in pieno, però non mi stupisce dato che è fin troppo comune. Credo che la questione di genere possa essere secondaria, si sarebbe trovato un altro modo se l'obiettivo era non ottemperare a degli obblighi.
Da un lato capisco il voler utilizzare il nome all'anagrafe nei documenti, però penso che il sindacato (è il sindacato che faceva storie mi pare di capire) potesse anche chiudere un occhio sul nome usato e comunque arrivare ad una risoluzione nei meriti dell'accaduto, senza cavillare. Lo dico perché, opinion personale, si può anche discutere sulla questione nomi e pronomi che oggi a mio avviso diventa inutilmente complicata, ma il tuo lavoro come sindacato è comunque tutelare il lavoratore e dovresti dare priorità a questo prima di fermarsi per inezie.
Poi sarebbe da sentire la versione di Toei riguardo a cosa è accaduto sul lavoro, può anche essere che la retrocessione o l'allontanamento dalla mansione fosse anche ben motivato, cosa che comunque rimane separata dalla questione sindacale. Meglio sempre sentire le due campane.
So che qualcuno ha messo le mani avanti, però io chiedo lo stesso per cultura. La storia degli asterischi è la metodologia ufficiale per questi casi oppure è una scelta usata in questo articolo per non commettere errori?
Ho scelto io personalmente, dicendolo ad Ironic e consultandomi con altri, di mettere gli asterischi perché l'articolo originale usa il singolare neutro che in italiano non abbiamo, come in Italia ancora lo "schwa" non è utilizzato normalmente, perciò si è convenuto che la cosa migliore e più rispettosa per questo articolo fosse usare gli asterischi, magari in futuro appunto si userà lo schwa ma credo sia ancora presto.
Io rimango ancora un po' scettico riguardo a queste regole ed al cambiamento di quello che già è così consolidato per altro andando a rendere le cose veramente complicate. Se proprio bisogna apportare un cambiamento allora piuttosto auspicherei un modo unico di riferirsi per tutti che risolverebbe il problema rimanendo più semplice. Comunque direi che non è affatto il problema principale dell'articolo, quanto piuttosto la cosa che fa notizia oggi nel clima attuale. Penso che il problema del mobbing ci sarebbe stato in ogni caso, la scusa si trova sempre.
Ti ringrazio comunque per la spiegazione, è sempre qualcosa in più da sapere.
Ottima scelta, l'inclusione è sempre una cosa positiva, mai negativa.
Sulla notizia che dire ?
Rimango sbigottito da quanto l'ignoranza, riconducibile in questo caso alla primitiva emozione della paura del divers*, spinga le persone in certi contesti.
Spero che i due protagonisti abbiano la rivalsa che meritano.
Queste cose succedono continuamente anche da noi anche solo per simpatia verso altri a discapito di altri o per semplice antipatia.
Sinceramente a me sembra più una giustificazione il fatto che lui si senta asessuato. In questi tempi le persone ci marciano sopra.
Anche in gruppi omogenei per ceto/etnia/genere/religione/ect si trova il modo di discriminare.
Per quello che vale, io ho apprezzato la scelta e il ragionamento che vi stà dietro.
Purtroppo la neutralità di genere è una grossa difficoltà con la nostra lingua italiana, e per ora l'uso di asterischi in questi casi mi sembra la soluzione migliore... Per quanto faccia strano leggerli
Ma quale asterisco, è scritto anche nell'articolo ma il deadnaming non ha niente a che vedere con usare il o la, è il voler usare non il nome della persona che quella persona ha scelto ma quello del certificato di nascita.
Se Mario Rossi decide di non voler essere identificato nel genere maschile e di voler essere chiamato Maria Rossi (e così si firma e presenta) mi pare evidente che chiamarlo Mario Rossi in una comunicazione ufficiale sia un modo per ferirlo e prendersi gioco del ruolo che rappresenta.
La logica del "ci sono cose più importanti quindi sarebbe stato meglio soprassedere" è francamente aberrante.
Per altro non credo affatto che situazioni del genere possano essere anche solo lontanamente accomunate a quanto succede in Italia, già solo il demansionamento ha limiti notevoli (se sei assunto come unit director e ti ritrovi a fare l'impiegato sai già che puoi fare causa con la sicurezza al 100% di vincere) e in generale qualunque avvocato del lavoro sconsiglierebbe un approccio così sfacciato.
Temo di dover concordare. Poi vorrei sapere come veniva danneggiata il rapporto fra Toei e sindacati( gravemente!).
P.S. noto la discussione sugli asterischi ( senza fare piaggeria, bene si è fatto a metterli e soprattutto a pensare di metterli ) e sulla normativa del lavoro, vero che in Italia abbiamo delle leggi..ma farle valere, diciamo non è semplicissimo eh.
Non fraintendetemi, concordo che l'appunto della Toei sia solo una scusa, poco più di una foglia di fico, ma all'atto pratico è legalmente possibile firmare un documento con alias?
Se io firmassi un documento "toporatto" sarebbe valido? E se poi io dicessi "toporatto? e chi è, non sono io, io mi chiami Rattolino Topetti"
Questo sarebbe curioso saperlo, anche perché una persona può scegliere di cambiare nome per diverse ragioni. Non so se ogni paese abbia regole sue. Io ingenuamente ho sempre pensato che ottenendo il cambio di nome all'anagrafe venisse cambiato anche sui documenti d'identità e da lì valesse quello, però effettivamente non mi sono mai posto il problema.
come se l'identità di genere non fosse importante per una persona, sicuramente non ti andrebbe tanto a genio se usassi "elicottero sputafuoco" per definirti.
Non è questione di professionalità, è questione di rispetto.
Il Giappone non è nuovo a queste cose, specialmente in ambienti lavorativi stressanti e competitivi, solo che adesso è molto più difficile nascondere la polvere sotto il tappeto. Spero che A-san e B-san abbiano giustizia, ma quando si va conto una major non è mai facile.
Che poi sono pure d'accordo che per la Toei il tutto sia stata solo una scusa (sennò come titolo avrei messo TOEI SESSISTA ma assolutamente non ho voluto che si mettesse) ma rimane il fatto che il loro atteggiamento nei confronti di entrambi sia riprovevole e vergognoso.
Una cosa così semplice che a livello legale in una azienda è necessario firmare con il nome la stiamo facendo diventare una scena da circo. Veramente animeclick è caduta in basso negli anni.
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