Il mondo delle idol è sempre stato un fenomeno di portata gigantesca. La crescita esponenziale di questo settore ha fatto sì che nel corso degli anni nascessero sempre più brand, anche legati al mondo dell’animazione, portando tutti i prodotti affiliati a una costante crescita.
Il perché è presto detto: la presa che brand come Idolmaster o Love Live esercitano sul pubblico giapponese è semplice ed efficace. Queste serie fanno leva sul senso di coraggio, fiducia ed energia positiva che solo certi live e certe esperienze riescono a dare. Fanno sentire lo spettatore coinvolto, capito e coccolato.
Mai come in questo periodo queste sensazioni sono necessarie, così come il credere nei propri obiettivi e nel poter cambiare la propria vita. Sono temi comunemente trattati in anime di questo tipo, atti a tenere alto il morale dello spettatore e convincerlo che, indipendentemente da quante volte possa cadere, può sempre rialzarsi. Ed è sull’onda di questa positività che, dopo tre anni dal loro debutto, le Franchouchou di Zombieland Saga tornano ad emozionarci con le loro performance nella seconda stagione sempre a cura di Studio Mappa: Zombieland Saga Revenge.
Innanzitutto, va tenuto conto dell’espediente narrativo più che pregevole adottato dal team di Munehisa Sakai per introdurci alla storia: quando avevamo lasciato le Franchouchou, a fine 2018, le idol erano all’apice della loro popolarità dopo un concerto di enorme successo tenutosi all’Arpino. Cos’è cambiato nel frattempo? Cos’è successo alle predestinate per salvare Saga? É capitato loro quello che, comunemente, capita a moltissimi esseri umani ogni giorno: hanno fallito.
In uno dei suoi impeti di follia, Kotaro Tatsumi ha organizzato per le Franchouchou un concerto nell’Ekimae Stadium, uno stadio che erano riuscite a riempire nella storia solo le Iron Frill nella loro prima formazione (quando ancora Ai Mizuno era in vita). Questa volta, tuttavia, per la prima volta da quando si sono formate, la dea bendata volta le spalle alle Franchouchou e il concerto risulta un flop clamoroso, con conseguenti debiti da dover pagare da parte delle zomboline, che cominciano tutte a lavorare part-time, e un depresso Kotaro che inizia a passare ogni ora del suo tempo a ubriacarsi.
Qui vediamo il passo successivo che ci si può aspettare da una serie di questo tipo. Infatti, dopo aver cantato “Yomigaere” nel finale della scorsa stagione era necessario, per portare la narrazione a un livello superiore, vedere le Franchouchou reagire a una situazione analoga a quelle dipinte dalle loro canzoni. Come può accadere a ogni essere umano (o zombie) hanno fallito, e ora tocca loro rimettere insieme i
pezzi per prendersi questa “vendetta” nei confronti della vita, ed è grazie alla loro grinta (soprattutto di Sakura, a onor del vero) che riescono a far rinsavire anche un irriconoscibilmente depresso Tatsumi Kotaro.
Perno centrale di Zombieland Saga Revenge è la ricostruzione della popolarità e della carriera delle Franchouchou con ogni mezzo a loro disposizione, attraversando nuovamente un percorso di gavetta e duro lavoro analogo a quanto fatto nella prima stagione. È interessante però notare quanto nonostante questo sia un cammino irto di difficoltà la trama non risulti in ogni caso prevedibile e telefonata; soprattutto un risvolto degli ultimi episodi piomba tra capo e collo di fronte allo spettatore e, per quanto alla fine l’esito finale sia effettivamente l’unica cosa intuibile, la sceneggiatura riesce a far rimanere col fiato sospeso e il cuore in gola fino all’ultimo.
A prima vista, la struttura della trama può sembrare semplicistica e banale, ma l’avere uno scorrimento regolare e senza grandi “voli di Pindaro” non è necessariamente un male, la serie anzi scorre in modo decisamente piacevole e senza alcun intoppo. È gradevole notare come ogni personaggio riceva il giusto e dovuto screentime, come vengano presentati nuovi personaggi che saranno importanti per lo sviluppo della storia (Maimai ci ha illuso) e come la narrazione porti effettivamente avanti le tematiche e le sottotrame iniziate con la prima stagione; in primis, l’investigazione del reporter Ōkoba sulle Franchouchou e, in minima parte, il legame pre-esistente tra Kotaro e Sakura (anche se ormai potremmo considerarlo un segreto di Pulcinella). Di episodio in episodio, vediamo riaffermare e consolidare i caratteri e le personalità delle zomboline, e possiamo vedere una rinnovata Junko tornare a suonare la chitarra davanti a un pubblico, Lily cimentarsi in un talent show televisivo, Ai intraprendere una parentesi da solista, Saki riprendere in mano un programma radiofonico che lei stessa ascoltava e molto altro ancora.
Lo sviluppo dei personaggi resta coerente con quanto mostrato nei precedenti dodici episodi ed è possibile osservare una crescita individuale più articolata del cast che, finalmente, dà giustizia anche al personaggio di Yugiri, di cui scopriamo il passato. Nel duo di episodi Incidente a Saga (che dà anche il nome originale alla canzone di Yugiri, “Saga Jihen”) scopriamo infatti di come Yugiri sia arrivata a Saga e di come sia stata perno centrale degli eventi che hanno poi portato all’ottenimento dell’indipendenza della prefettura, e al primo “salvataggio di Saga”. Yugiri era uno dei due grandi misteri dell'opera (l’altro è ovviamente Tae) e la realizzazione della sua backstory, che si intreccia meravigliosamente con quella di tutto l’anime, è assolutamente promossa.
L’aspetto su cui, tuttavia, era stata richiesta più attenzione era quello grafico. Nonostante non sia così rilevante avere delle animazioni da capogiro in un anime che deve distinguersi prettamente per narrativa e comparto sonoro va ammesso che la prima stagione di Zombieland Saga non brillasse per lato tecnico, soprattutto durante i live delle Franchouchou: i modelli 3D delle idol risultavano abbozzati e fastidiosi a vedersi nei primi episodi, salvo poi migliorare drasticamente dopo metà serie e divenire decisamente gradevoli nel finale.
Fortunatamente, sin dal primo episodio di Revenge vediamo un comparto grafico migliorato soprattutto grazie a un compositing dei modelli 3D più curato e preciso. I movimenti delle Franchouchou sono molto più fluidi e, laddove possibile dati i limiti di tempo, gli animatori scelgono di usare a volte anche cut disegnati a mano rendendo molto più gradevoli le sequenze dei concerti. Inoltre, va fatto un plauso speciale all’esibizione di “Mezame Returner” dell’episodio quattro, che ha ricevuto una cura dell’aspetto estetico degli effetti speciali decisamente superba; così come va fatto un plauso al concerto finale dell’episodio dodici, che risulta essere uno degli episodi più belli di tutta la serie, prima stagione inclusa, dal punto di vista registico.
La gestione del movimento durante i balli è molto più fluida e migliorata rispetto alla prima stagione, dove vedevamo delle rotazioni di camera 3D lente e macchinose. Inoltre, le inquadrature sui campi lunghi (specie quella dell'Ekimae Stadium dal punto di vista di Sakura) sono decisamente ottime, e tutta la sequenza di apertura del concerto è costruita in modo da far immedesimare il pubblico in uno spettatore del concerto delle Franchouchou. Il suddetto concerto presenta una piccola quanto inaspettata chicca: subito dopo la fine del primo brano Tae fa uno dei suoi immancabili versi davanti al pubblico, e vedendo una replica da parte loro inizia a farne sempre di più strani, imitati ogni volta dall’intero Ekimae Stadium. Questa scena non è altro che una meravigliosa citazione all’”Ay-Oh!” di Freddy Mercury e al concerto dei Queen al Live Aid del 1985 (evento ripreso anche nel biopic Bohemian Rapsody del 2018) in cui il frontman ingaggia col suo pubblico un siparietto identico in tutto e per tutto a quello di Tae.
Può sembrare una sciocchezza, ma vedere un evento del genere riconosciuto in una serie come Zombieland Saga fa davvero tanto piacere a chi è appassionato di musica e dei Queen.
Arriviamo al fulcro di ogni serie di idol: il doppiaggio e le canzoni. Partendo dal primo, va fatto un clamoroso quanto scontato applauso all’intramontabile Mamoru Miyano. Se nella prima stagione infatti aveva potuto dare sfoggio della sua abilità con i personaggi eccentrici grazie a una caratterizzazione pressoché uniforme di Kotaro, in Revenge possiamo vivere appieno anche i momenti più tristi del produttore più folle in circolazione grazie alla sublime interpretazione di Miyano, che si conferma sempre più una colonna portante del settore della recitazione giapponese.
Si conferma anche l’alto livello sul versante “idol” grazie alle ottime performance delle Franchouchou tra le quali spiccano Kaede Hondo (Sakura), Risa Taneda (Ai) e più di tutte Maki Kawase (Junko), la cui potenza vocale e la duttilità interpretativa continuano a stupire ed emozionare, in particolare nel duo di episodi dedicati al suo personaggio. “Gekkou Survive” è indubbiamente una delle più grandi sorprese musicali della stagione, oltre che essere “il ritorno delle Death Musume” come lo battezzano i due instancabili metallari fan delle Franchouchou (i migliori personaggi della serie a mani bassissime), è una canzone che sorprende sotto ogni aspetto, a partire dall'ottimo assolo di batteria ma non solo. Possiamo asserire senza alcun dubbio che questo sia stato l'ennesimo ottimo lavoro del compositore Yasuharu Takanashi. Si può affermare in tranquillità che il lavoro svolto con il comparto musicale sia migliore sotto ogni punto di vista rispetto a quello della prima stagione.
La star della serie resta indubbiamente Revenge, la canzone che si può considerare a tutti gli effetti l’evoluzione di Yomigaere e la concretizzazione di quanto detto in apertura: era necessario che le Franchouchou reagissero con un colpo di orgoglio alla brutta situazione in cui si erano ritrovate e lo fanno nell’unico modo che conoscono, ovvero cantando. Revenge è una canzone che sublima il percorso che le idol avevano iniziato con Yomigaere, ribadendo gli stessi concetti ma dando al brano qualcosa di nuovo, la consapevolezza. Questa è una canzone che nasce dal cuore di chi ha effettivamente fallito e sa quanto sia difficile rialzarsi, e proprio per questo colpisce così tanto.
Il perché è presto detto: la presa che brand come Idolmaster o Love Live esercitano sul pubblico giapponese è semplice ed efficace. Queste serie fanno leva sul senso di coraggio, fiducia ed energia positiva che solo certi live e certe esperienze riescono a dare. Fanno sentire lo spettatore coinvolto, capito e coccolato.
Mai come in questo periodo queste sensazioni sono necessarie, così come il credere nei propri obiettivi e nel poter cambiare la propria vita. Sono temi comunemente trattati in anime di questo tipo, atti a tenere alto il morale dello spettatore e convincerlo che, indipendentemente da quante volte possa cadere, può sempre rialzarsi. Ed è sull’onda di questa positività che, dopo tre anni dal loro debutto, le Franchouchou di Zombieland Saga tornano ad emozionarci con le loro performance nella seconda stagione sempre a cura di Studio Mappa: Zombieland Saga Revenge.
Annunciata a fine luglio 2019 e inizialmente prevista per lo scorso anno, la seconda stagione di Zombieland Saga è stata senza ombra di dubbio uno degli anime più attesi e chiacchierati della stagione appena conclusa.Le nostre leggendarie zomboline saranno riuscite questa volta a salvare più di un puntino di Saga? Scopriamolo insieme.
MUSIC! START!
Attraverso le ere, un gruppo di leggendarie ragazze sono diventate zombi per salvare la prefettura di Saga. È il ritorno dell'innovativo anime sulle idol zombi! Un giorno Minamoto Sakura ha perso la vita in uno sfortunato incidente. Dieci anni dopo... Sakura si sveglia in una strana magione in cui il misterioso produttore di idol Tatsumi Kotaro le racconta che si sta per unire a un gruppo di ragazze leggendarie per formare un gruppo di idol. Alle sette ragazze viene affidato il compito di salvare la prefettura in declino di Saga e di adottare il nome Franchouchou. Dopo aver superato le difficoltà nate dalla loro differenza di età e di ere di nascita, i loro corpi da zombi permettono loro di superare ogni aspettativa relativa a cosa un gruppo di idol sia in grado di fare. Durante l'ultimo inverno dell'era Heisei hanno calcato il palco del loro primo grande concerto nella sala Furusato Exhibition del Karatsu di Arpino, il che ha fatto loro salire un altro gradino per la scalata che le porterà a diventare delle leggende. Ora, nell'era Reiwa... si alza il sipario su un nuovo capitolo della storia delle Franchouchou, mentre s'incamminano verso un futuro brillante di speranza.
Innanzitutto, va tenuto conto dell’espediente narrativo più che pregevole adottato dal team di Munehisa Sakai per introdurci alla storia: quando avevamo lasciato le Franchouchou, a fine 2018, le idol erano all’apice della loro popolarità dopo un concerto di enorme successo tenutosi all’Arpino. Cos’è cambiato nel frattempo? Cos’è successo alle predestinate per salvare Saga? É capitato loro quello che, comunemente, capita a moltissimi esseri umani ogni giorno: hanno fallito.
In uno dei suoi impeti di follia, Kotaro Tatsumi ha organizzato per le Franchouchou un concerto nell’Ekimae Stadium, uno stadio che erano riuscite a riempire nella storia solo le Iron Frill nella loro prima formazione (quando ancora Ai Mizuno era in vita). Questa volta, tuttavia, per la prima volta da quando si sono formate, la dea bendata volta le spalle alle Franchouchou e il concerto risulta un flop clamoroso, con conseguenti debiti da dover pagare da parte delle zomboline, che cominciano tutte a lavorare part-time, e un depresso Kotaro che inizia a passare ogni ora del suo tempo a ubriacarsi.
Qui vediamo il passo successivo che ci si può aspettare da una serie di questo tipo. Infatti, dopo aver cantato “Yomigaere” nel finale della scorsa stagione era necessario, per portare la narrazione a un livello superiore, vedere le Franchouchou reagire a una situazione analoga a quelle dipinte dalle loro canzoni. Come può accadere a ogni essere umano (o zombie) hanno fallito, e ora tocca loro rimettere insieme i
pezzi per prendersi questa “vendetta” nei confronti della vita, ed è grazie alla loro grinta (soprattutto di Sakura, a onor del vero) che riescono a far rinsavire anche un irriconoscibilmente depresso Tatsumi Kotaro.
Perno centrale di Zombieland Saga Revenge è la ricostruzione della popolarità e della carriera delle Franchouchou con ogni mezzo a loro disposizione, attraversando nuovamente un percorso di gavetta e duro lavoro analogo a quanto fatto nella prima stagione. È interessante però notare quanto nonostante questo sia un cammino irto di difficoltà la trama non risulti in ogni caso prevedibile e telefonata; soprattutto un risvolto degli ultimi episodi piomba tra capo e collo di fronte allo spettatore e, per quanto alla fine l’esito finale sia effettivamente l’unica cosa intuibile, la sceneggiatura riesce a far rimanere col fiato sospeso e il cuore in gola fino all’ultimo.
A prima vista, la struttura della trama può sembrare semplicistica e banale, ma l’avere uno scorrimento regolare e senza grandi “voli di Pindaro” non è necessariamente un male, la serie anzi scorre in modo decisamente piacevole e senza alcun intoppo. È gradevole notare come ogni personaggio riceva il giusto e dovuto screentime, come vengano presentati nuovi personaggi che saranno importanti per lo sviluppo della storia (Maimai ci ha illuso) e come la narrazione porti effettivamente avanti le tematiche e le sottotrame iniziate con la prima stagione; in primis, l’investigazione del reporter Ōkoba sulle Franchouchou e, in minima parte, il legame pre-esistente tra Kotaro e Sakura (anche se ormai potremmo considerarlo un segreto di Pulcinella). Di episodio in episodio, vediamo riaffermare e consolidare i caratteri e le personalità delle zomboline, e possiamo vedere una rinnovata Junko tornare a suonare la chitarra davanti a un pubblico, Lily cimentarsi in un talent show televisivo, Ai intraprendere una parentesi da solista, Saki riprendere in mano un programma radiofonico che lei stessa ascoltava e molto altro ancora.
Lo sviluppo dei personaggi resta coerente con quanto mostrato nei precedenti dodici episodi ed è possibile osservare una crescita individuale più articolata del cast che, finalmente, dà giustizia anche al personaggio di Yugiri, di cui scopriamo il passato. Nel duo di episodi Incidente a Saga (che dà anche il nome originale alla canzone di Yugiri, “Saga Jihen”) scopriamo infatti di come Yugiri sia arrivata a Saga e di come sia stata perno centrale degli eventi che hanno poi portato all’ottenimento dell’indipendenza della prefettura, e al primo “salvataggio di Saga”. Yugiri era uno dei due grandi misteri dell'opera (l’altro è ovviamente Tae) e la realizzazione della sua backstory, che si intreccia meravigliosamente con quella di tutto l’anime, è assolutamente promossa.
L’aspetto su cui, tuttavia, era stata richiesta più attenzione era quello grafico. Nonostante non sia così rilevante avere delle animazioni da capogiro in un anime che deve distinguersi prettamente per narrativa e comparto sonoro va ammesso che la prima stagione di Zombieland Saga non brillasse per lato tecnico, soprattutto durante i live delle Franchouchou: i modelli 3D delle idol risultavano abbozzati e fastidiosi a vedersi nei primi episodi, salvo poi migliorare drasticamente dopo metà serie e divenire decisamente gradevoli nel finale.
Fortunatamente, sin dal primo episodio di Revenge vediamo un comparto grafico migliorato soprattutto grazie a un compositing dei modelli 3D più curato e preciso. I movimenti delle Franchouchou sono molto più fluidi e, laddove possibile dati i limiti di tempo, gli animatori scelgono di usare a volte anche cut disegnati a mano rendendo molto più gradevoli le sequenze dei concerti. Inoltre, va fatto un plauso speciale all’esibizione di “Mezame Returner” dell’episodio quattro, che ha ricevuto una cura dell’aspetto estetico degli effetti speciali decisamente superba; così come va fatto un plauso al concerto finale dell’episodio dodici, che risulta essere uno degli episodi più belli di tutta la serie, prima stagione inclusa, dal punto di vista registico.
La gestione del movimento durante i balli è molto più fluida e migliorata rispetto alla prima stagione, dove vedevamo delle rotazioni di camera 3D lente e macchinose. Inoltre, le inquadrature sui campi lunghi (specie quella dell'Ekimae Stadium dal punto di vista di Sakura) sono decisamente ottime, e tutta la sequenza di apertura del concerto è costruita in modo da far immedesimare il pubblico in uno spettatore del concerto delle Franchouchou. Il suddetto concerto presenta una piccola quanto inaspettata chicca: subito dopo la fine del primo brano Tae fa uno dei suoi immancabili versi davanti al pubblico, e vedendo una replica da parte loro inizia a farne sempre di più strani, imitati ogni volta dall’intero Ekimae Stadium. Questa scena non è altro che una meravigliosa citazione all’”Ay-Oh!” di Freddy Mercury e al concerto dei Queen al Live Aid del 1985 (evento ripreso anche nel biopic Bohemian Rapsody del 2018) in cui il frontman ingaggia col suo pubblico un siparietto identico in tutto e per tutto a quello di Tae.
Può sembrare una sciocchezza, ma vedere un evento del genere riconosciuto in una serie come Zombieland Saga fa davvero tanto piacere a chi è appassionato di musica e dei Queen.
Arriviamo al fulcro di ogni serie di idol: il doppiaggio e le canzoni. Partendo dal primo, va fatto un clamoroso quanto scontato applauso all’intramontabile Mamoru Miyano. Se nella prima stagione infatti aveva potuto dare sfoggio della sua abilità con i personaggi eccentrici grazie a una caratterizzazione pressoché uniforme di Kotaro, in Revenge possiamo vivere appieno anche i momenti più tristi del produttore più folle in circolazione grazie alla sublime interpretazione di Miyano, che si conferma sempre più una colonna portante del settore della recitazione giapponese.
Si conferma anche l’alto livello sul versante “idol” grazie alle ottime performance delle Franchouchou tra le quali spiccano Kaede Hondo (Sakura), Risa Taneda (Ai) e più di tutte Maki Kawase (Junko), la cui potenza vocale e la duttilità interpretativa continuano a stupire ed emozionare, in particolare nel duo di episodi dedicati al suo personaggio. “Gekkou Survive” è indubbiamente una delle più grandi sorprese musicali della stagione, oltre che essere “il ritorno delle Death Musume” come lo battezzano i due instancabili metallari fan delle Franchouchou (i migliori personaggi della serie a mani bassissime), è una canzone che sorprende sotto ogni aspetto, a partire dall'ottimo assolo di batteria ma non solo. Possiamo asserire senza alcun dubbio che questo sia stato l'ennesimo ottimo lavoro del compositore Yasuharu Takanashi. Si può affermare in tranquillità che il lavoro svolto con il comparto musicale sia migliore sotto ogni punto di vista rispetto a quello della prima stagione.
La star della serie resta indubbiamente Revenge, la canzone che si può considerare a tutti gli effetti l’evoluzione di Yomigaere e la concretizzazione di quanto detto in apertura: era necessario che le Franchouchou reagissero con un colpo di orgoglio alla brutta situazione in cui si erano ritrovate e lo fanno nell’unico modo che conoscono, ovvero cantando. Revenge è una canzone che sublima il percorso che le idol avevano iniziato con Yomigaere, ribadendo gli stessi concetti ma dando al brano qualcosa di nuovo, la consapevolezza. Questa è una canzone che nasce dal cuore di chi ha effettivamente fallito e sa quanto sia difficile rialzarsi, e proprio per questo colpisce così tanto.
Al netto, quindi, di accettarla per ciò che è, Zombieland Saga Revenge è una seconda stagione al limite della perfezione e un anime indubbiamente esente da difetti grossolani. Tutto ciò che era migliorabile rispetto alla prima stagione è stato migliorato, la direzione artistica viene confermata su un ottimo livello e, nuovamente, le tematiche tipiche delle serie idol vengono approfondite e legate alla storia in modo ottimale. Il finale con cliffhanger lascia intuire che manca ancora almeno un atto per la conclusione della storia delle Franchouchou, ma sappiamo tutti quanti molto bene che le nostre idol saranno pronte a compiere un altro miracolo in qualsiasi momento.
Pro
- Narrativa coerente ed evoluta
- Comparto tecnico e regia evoluti
- Personaggi ben caratterizzati
- Ottimo doppiaggio
- Canzoni ben scritte e composte
Contro
- La CGI è migliorabile
Mi son piaciuti molto i nuovi personaggi (seppur comparsi per poco tempo), White Ryu mi ha ricordato Elvis Presley, un Elvis Presley di Saga, che la ama tanto e seppur ormai abbia perso lo smalto che aveva ai tempi d'oro riesce comunque a lasciare il segno e ritrova un po' di vitalità grazie alle ragazze, Saki in particolare (ho apprezzato tantissimo il suo arco narrativo), idem per Maimai Yuzuriha, avrei tanto voluto che si unisse al gruppo in maniera permanente.
Veramente bello l'arco narrativo di Yugiri, mi piaceva anche nella serie precedente come personaggio, ma in questo l'ho adorata.
Per quanto riguarda un possibile proseguo della storia, ho ripensato al Pesce d'Aprile del 2020, quando annunciarono il lungometraggio: "Zombies VS Aliens", non sarebbe la prima volta che uno scherzo fatto ad Aprile diventa effettivamente realtà:
https://twitter.com/zombielandsaga/status/1245002917318279168
Mi è piaciuta molto lo spazio dedicato all'introspezione delle ragazze trascurate durante la prima stagione, con il doppio episodio dedicato a Yūgiri quasi da manuale talmente è stato bello. Il finale, inutile aggiungere altro, è stato il più assurdo cliffhanger che abbia mai visto in un anime!
Bello, bello, bello, il voto della recensione è pienamente meritato!
Detto questi splendida serie, sicuramente migliore della prima
P.s. Un giorno vedremo anche numero zero parlare come le altre, me lo sento.
Beh, pensando a come è finita la seconda stagione questa tua congettura potrebbe rivelarsi realtà 😂
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