Una delle sigle anime più iconiche che ci accompagnano fin dal piccoli è “Gotta catch‘em all!”, opening della notissima serie animata dei Pokémon cantata in Italia da Giorgio Vanni.
In Giappone l’anime ha la sua sigla originale intitolata “Mezase Pokémon Masuta” cantata dalla doppiatrice Rica Matsumoto, voce di Satoshi o, come lo abbiamo conosciuto in Italia, Ash Ketchum.
Così come in Occidente, la sigla giapponese è talmente famosa che chiunque appartenga a quella generazione la riconosce e la canta al karaoke.
All’inizio di questa settimana, Matsumoto ha partecipato a “Hakken! Girigiri no Giri”, programma televisivo nel quale ha parlato dell'inizio della sua carriera e, ovviamente, dell'anime di Pokémon. Quando le hanno chiesto dei pagamenti dei diritti d'autore sul brano, che ha venduto nel mondo circa 2 milioni di copie, Matsumoto ha dichiarato di non avere un contratto a diritto d’autore, ma che venne pagata soli 100.000¥ (circa 750€ considerando il tasso di conversione del 1997) per aver cantato la canzone.
Matsumoto, che è ancora la voce di Satoshi nell’anime dopo ben 25 anni, ha più volte evidenziato di non avere problemi con ciò ed è felice di continuare il lavoro come doppiatrice per anime e serie TV.
Non è raro che i cantanti delle sigle, specialmente chi ha anche un ruolo nell’anime come doppiatore, vengano pagati in anticipo e non riscuotano le royalties delle canzoni. Nell’agosto 2021, la compositrice della nota “Gurenge” (sigla di Demon Slayer), Kayoko Kusano, ha parlato di quanto hanno guadagnato grazie ai karaoke.
A differenza di Kusano, la famosissima cantante LiSA non ha mai guadagnato nulla dalle royalties dovute ai karaoke in Giappone.
Fonte Consultata:
Crunchyroll
In Giappone l’anime ha la sua sigla originale intitolata “Mezase Pokémon Masuta” cantata dalla doppiatrice Rica Matsumoto, voce di Satoshi o, come lo abbiamo conosciuto in Italia, Ash Ketchum.
Così come in Occidente, la sigla giapponese è talmente famosa che chiunque appartenga a quella generazione la riconosce e la canta al karaoke.
All’inizio di questa settimana, Matsumoto ha partecipato a “Hakken! Girigiri no Giri”, programma televisivo nel quale ha parlato dell'inizio della sua carriera e, ovviamente, dell'anime di Pokémon. Quando le hanno chiesto dei pagamenti dei diritti d'autore sul brano, che ha venduto nel mondo circa 2 milioni di copie, Matsumoto ha dichiarato di non avere un contratto a diritto d’autore, ma che venne pagata soli 100.000¥ (circa 750€ considerando il tasso di conversione del 1997) per aver cantato la canzone.
Matsumoto, che è ancora la voce di Satoshi nell’anime dopo ben 25 anni, ha più volte evidenziato di non avere problemi con ciò ed è felice di continuare il lavoro come doppiatrice per anime e serie TV.
Non è raro che i cantanti delle sigle, specialmente chi ha anche un ruolo nell’anime come doppiatore, vengano pagati in anticipo e non riscuotano le royalties delle canzoni. Nell’agosto 2021, la compositrice della nota “Gurenge” (sigla di Demon Slayer), Kayoko Kusano, ha parlato di quanto hanno guadagnato grazie ai karaoke.
A differenza di Kusano, la famosissima cantante LiSA non ha mai guadagnato nulla dalle royalties dovute ai karaoke in Giappone.
Fonte Consultata:
Crunchyroll
E' anche vero che la questione royalty è piuttosto complessa dall'altra parte... quando infatti ci sono royalty può capitare che un prodotto non più conveniente da vendere debba rinunciare a delle proprie caratteristiche o ad essere venduto perché continuare a pagare le royalty non ha più senso (si pensi a quei giochi ripubblicati con musica rimossa o a quei giochi di auto che non possono più essere venduti perché scaduti i diritti e non rinnovati).
In generale io penso che in un mondo più giusto un prodotto debba venir creato senza licenze temporanee a royalty, mentre le royalty debbano essere corrisposte per il prodotto a se stante. Questo a mio parere è il miglior compromesso per tutelare entrambe le fazioni.
Quindi l'anime di Pokemon non dovrebbe mai far a meno della propria Opening, ma karaoke e dischi dovrebbero corrispondere royalty (visto che a loro volta sono prodotti a se stanti).
Poi per carità è anche corretto che un autore possa, di propria volontà, rinunciare sul serio al copyright o venderlo in maniera definitiva a qualcun altro, ma penso che gli autori dell'anime (come pure quelli dei videogiochi in altre occasioni e non necessariamente per la musica) siano più che altro interessati allo sfruttamento commerciale del proprio prodotto.
Da consumatore e creatore (anche se solo hobbista) penso che la possibilità di preservare un prodotto nella sua interezza non debba essere sottoposta a royalty (almeno non anche quando il prodotto non genera più profitti sufficienti a coprirle).
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