Le case editrici giapponesi hanno passato gli ultimi anni in una lotta costante contro la pirateria informatica, stando ben attente anche a siti collocati fuori dal Giappone. Il noto editore Shueisha, conosciuto soprattutto per essere l'editore di alcuni dei manga più importanti di sempre (Dragon Ball, One Piece...), ha dovuto lanciare una nuova azione legale negli Stati Uniti, la quale sarà solo l’inizio di numerose inchieste per dei movimenti sospetti di file provenienti da tutto il mondo.
I siti pirata con server operativi in Giappone sono, in realtà, ben sorvegliati da investigatori locali esperti e tenuti sotto controllo dalle forze dell’ordine, venendo puniti da ingenti sanzioni. La vera sfida per gli editori è riuscire a gestire i sempre più crescenti siti internazionali accessibili anche dagli utenti giapponesi, ai quali si aggiungono piattaforme amministrate direttamente dal Giappone ma con l’ausilio di reti ed infrastrutture esterne.
È chiaro allora come le indagini intercontinentali siano sempre più importanti per la lotta alla pirateria dei manga. Infatti, centinaia di siti pirata usano i servizi delle aziende americane, usufruendo per esempio del noto Cloudflare, un servizio di Content Delivery Network che offre, appunto, una rete personale che consegna i pacchetti di dati all’utente tramite server sparsi per il mondo. Questa è stata la dinamica dietro il recente caso di MangaBank dove, da server provenienti da tutto il globo, attraverso tale rete americana, arrivavano i manga pirata nei computer dei lettori giapponesi.
MangaBank è un sito di indicizzazione che collega gli utenti a decine di siti pirata, ottenendo così 80 milioni di visite al mese. Shueisha ha dovuto chiedere il supporto della Corte degli Stati Uniti e di diverse aziende americane come Google e la stessa Cloudflare. Seguendo il Digital Millennium Copyright Act (DMCA), la legge americana sul copyright digitale, gli Stati Uniti non dovrebbero avere problemi a supportare l’editore giapponese, che ha richiesto gli indirizzi IP, i dati di fatturazione e di accesso dei vari gestori dei domini.
I vari siti usano anche servizi Google, inclusi Gmail e le pubblicità AdSense, quindi sarà fondamentale ricavare da essi dei dati e sarà necessario anche il supporto di Cloudflare, che ha affermato di voler mantenere la trasparenza del suo servizio e soprattutto l’integrità delle proprie intenzioni.
L’editore è però ancora in attesa del via libera della Corte, rimanendo molto determinato a proseguire con le sue indagini, che saranno fortemente rallentate in Cina, dove le sue richieste andrebbero contro i diritti sulla privacy degli utenti cinesi.
Ad ogni modo Shueisha è attualmente impegnata ad investigare su nuovi siti pirata, tra cui: mangagohan.com, mangapro.top, gokumanga.com, doki1001.com, manga1001.in, comick.top.
Il team legale dell’editore ha affermato che tali siti pubblicano delle copie dei lavori di Shueisha immediatamente dopo la messa in commercio, ciò va contro sia alle leggi giapponesi che a quelle vietnamite. A citare il Vietnam è proprio Cloudflare che ha fornito informazioni preziose su chi si cela dietro tali siti; l’azienda non ha potuto dare informazioni sui singoli criminali, bensì ha identificato degli indirizzi IP risalenti a due compagnie telefoniche vietnamite, ovvero "Vietnam Posts and Telecommunications Group" e "Vietnam Telecom National".
A complicare le indagini vi sono le leggi del Vietnam che impediscono a servizi di terze parti di rivelare le informazioni degli utenti, anche se infrangono i diritti di copyright. Il piano dell’editore è allora quello di ottenere altri dati da servizi come Cloudflare, PayPal, Visa, Mastercard, Google, Braintree e Stripe, sicuramente collegati a diversi di questi siti. Essendo servizi di aziende statunitense e non vietnamite, Shueisha potrà ottenere, così, l’autorizzazione per le indagini.
Lo scopo finale dell’inchiesta sarà quello di intentare causa, per violazione di copyright, agli operatori dei siti, sia che siano giapponesi o vietnamiti. Le corti di entrambi i paesi chiederanno, probabilmente, il supporto degli Stati Uniti. Non è chiaro, ancora, perché vi sia un tale ingente traffico di manga pirata attraverso il Vietnam, ma sarà sicuramente motivo di indagini.
Analizzando i vari domini si è scoperto che tra l’88% e il 94% degli utenti dei siti che piratano manga è composto proprio da giapponesi. Ha attirato l’attenzione degli investigatori anche l’andamento del traffico in quei siti, a volte in diminuzione ed altre volte con un andamento fortemente irregolare. Per esempio mangagohan.com ha potuto vantare per maggio e giugno 1,9 milioni di visite mensili, le quali si sono però dimezzate a luglio. Mangapro.top ha avuto un picco di 3,6 milioni di accessi a giugno per poi precipitare a 2,4 milioni nel mese di luglio. Gokumanga.com a maggio aveva un traffico di circa 2 milioni di persone, ma solo un quarto di loro è rimasto fino a luglio.
Gli altri siti sotto inchiesta hanno un andamento simile, dove risalta, però, doki1001.com che da 13,1 milioni di visite nel mese di maggio ha avuto un crollo che l’ha portato ad avere solo 1,7 milioni di utenti connessi. I dati appena riportati sono stati raccolti da SimilarWeb, un sito specializzato in web analytics. Sarà compito delle autorità competenti capire anche ciò che vi è dietro queste oscillazioni.
Secondo Shueisha, sia mangagohan.com che gokumanga.com hanno recentemente reindirizzato i loro utenti a mangagohan.me, creando però un’anomala diminuzione del traffico web, invece di un prevedibile aumento. In ogni caso sono stati individuati altri siti che sfruttano il sistema di reindirizzamento, alcuni dei quali sono già stati messi sotto inchiesta da Shueisha.
Visti i limiti di informazione che l’editore ha sui vari domini, l’intervento delle aziende statunitensi permetterebbe di scavare ancora più a fondo nella questione e scoprire ciò che si nasconde veramente dietro questi traffici web. Ciò permetterebbe la chiusura di molti siti pirata, non solo quelli elencati nell’inchiesta.
Fonti Consultate:
TorrentFreak I, II
I siti pirata con server operativi in Giappone sono, in realtà, ben sorvegliati da investigatori locali esperti e tenuti sotto controllo dalle forze dell’ordine, venendo puniti da ingenti sanzioni. La vera sfida per gli editori è riuscire a gestire i sempre più crescenti siti internazionali accessibili anche dagli utenti giapponesi, ai quali si aggiungono piattaforme amministrate direttamente dal Giappone ma con l’ausilio di reti ed infrastrutture esterne.
È chiaro allora come le indagini intercontinentali siano sempre più importanti per la lotta alla pirateria dei manga. Infatti, centinaia di siti pirata usano i servizi delle aziende americane, usufruendo per esempio del noto Cloudflare, un servizio di Content Delivery Network che offre, appunto, una rete personale che consegna i pacchetti di dati all’utente tramite server sparsi per il mondo. Questa è stata la dinamica dietro il recente caso di MangaBank dove, da server provenienti da tutto il globo, attraverso tale rete americana, arrivavano i manga pirata nei computer dei lettori giapponesi.
MangaBank è un sito di indicizzazione che collega gli utenti a decine di siti pirata, ottenendo così 80 milioni di visite al mese. Shueisha ha dovuto chiedere il supporto della Corte degli Stati Uniti e di diverse aziende americane come Google e la stessa Cloudflare. Seguendo il Digital Millennium Copyright Act (DMCA), la legge americana sul copyright digitale, gli Stati Uniti non dovrebbero avere problemi a supportare l’editore giapponese, che ha richiesto gli indirizzi IP, i dati di fatturazione e di accesso dei vari gestori dei domini.
I vari siti usano anche servizi Google, inclusi Gmail e le pubblicità AdSense, quindi sarà fondamentale ricavare da essi dei dati e sarà necessario anche il supporto di Cloudflare, che ha affermato di voler mantenere la trasparenza del suo servizio e soprattutto l’integrità delle proprie intenzioni.
L’editore è però ancora in attesa del via libera della Corte, rimanendo molto determinato a proseguire con le sue indagini, che saranno fortemente rallentate in Cina, dove le sue richieste andrebbero contro i diritti sulla privacy degli utenti cinesi.
Ad ogni modo Shueisha è attualmente impegnata ad investigare su nuovi siti pirata, tra cui: mangagohan.com, mangapro.top, gokumanga.com, doki1001.com, manga1001.in, comick.top.
Il team legale dell’editore ha affermato che tali siti pubblicano delle copie dei lavori di Shueisha immediatamente dopo la messa in commercio, ciò va contro sia alle leggi giapponesi che a quelle vietnamite. A citare il Vietnam è proprio Cloudflare che ha fornito informazioni preziose su chi si cela dietro tali siti; l’azienda non ha potuto dare informazioni sui singoli criminali, bensì ha identificato degli indirizzi IP risalenti a due compagnie telefoniche vietnamite, ovvero "Vietnam Posts and Telecommunications Group" e "Vietnam Telecom National".
A complicare le indagini vi sono le leggi del Vietnam che impediscono a servizi di terze parti di rivelare le informazioni degli utenti, anche se infrangono i diritti di copyright. Il piano dell’editore è allora quello di ottenere altri dati da servizi come Cloudflare, PayPal, Visa, Mastercard, Google, Braintree e Stripe, sicuramente collegati a diversi di questi siti. Essendo servizi di aziende statunitense e non vietnamite, Shueisha potrà ottenere, così, l’autorizzazione per le indagini.
Lo scopo finale dell’inchiesta sarà quello di intentare causa, per violazione di copyright, agli operatori dei siti, sia che siano giapponesi o vietnamiti. Le corti di entrambi i paesi chiederanno, probabilmente, il supporto degli Stati Uniti. Non è chiaro, ancora, perché vi sia un tale ingente traffico di manga pirata attraverso il Vietnam, ma sarà sicuramente motivo di indagini.
Analizzando i vari domini si è scoperto che tra l’88% e il 94% degli utenti dei siti che piratano manga è composto proprio da giapponesi. Ha attirato l’attenzione degli investigatori anche l’andamento del traffico in quei siti, a volte in diminuzione ed altre volte con un andamento fortemente irregolare. Per esempio mangagohan.com ha potuto vantare per maggio e giugno 1,9 milioni di visite mensili, le quali si sono però dimezzate a luglio. Mangapro.top ha avuto un picco di 3,6 milioni di accessi a giugno per poi precipitare a 2,4 milioni nel mese di luglio. Gokumanga.com a maggio aveva un traffico di circa 2 milioni di persone, ma solo un quarto di loro è rimasto fino a luglio.
Gli altri siti sotto inchiesta hanno un andamento simile, dove risalta, però, doki1001.com che da 13,1 milioni di visite nel mese di maggio ha avuto un crollo che l’ha portato ad avere solo 1,7 milioni di utenti connessi. I dati appena riportati sono stati raccolti da SimilarWeb, un sito specializzato in web analytics. Sarà compito delle autorità competenti capire anche ciò che vi è dietro queste oscillazioni.
Secondo Shueisha, sia mangagohan.com che gokumanga.com hanno recentemente reindirizzato i loro utenti a mangagohan.me, creando però un’anomala diminuzione del traffico web, invece di un prevedibile aumento. In ogni caso sono stati individuati altri siti che sfruttano il sistema di reindirizzamento, alcuni dei quali sono già stati messi sotto inchiesta da Shueisha.
- Mangagohan.com (inattivo) reindirizza in uscita a mangagohan.me (inattivo)
- Gokumanga.com (inattivo) reindirizza in uscita a mangagohan.me (inattivo)
- Mangapro.top (inattivo) viene reindirizzato in entrata da comick.to, mymangaraw.com, mixmanga.com, 3xmanga.com, upmanga.com, picmanga.com, overmanga.com, padmanga.com, loadmanga.com, mangaair.com, mangatweet.com, mangamenu.com, mangano1.com, mangarip.com. A sua volta reindirizza in uscita a comick.top
- Doki1001.com (inattivo) viene reindirizzato in entrata da manga-1001.com (già sotto controllo da Shueisha)
- Manga1001.in (attivo) reindirizza in uscita manga9.com (zero traffico a maggio, 6,4 milioni di visite a luglio)
- Comick.top (attivo) viene reindirizzato in entrata da padmanga.com, mangano1.com, mangapro.top, mangamenu.com, mangarank.com, mangaair.com, mangatweet.com, mangarip.com, manga1001.top, loadmanga.com. A sua volta reindirizza in uscita a mangapro.top
Visti i limiti di informazione che l’editore ha sui vari domini, l’intervento delle aziende statunitensi permetterebbe di scavare ancora più a fondo nella questione e scoprire ciò che si nasconde veramente dietro questi traffici web. Ciò permetterebbe la chiusura di molti siti pirata, non solo quelli elencati nell’inchiesta.
Fonti Consultate:
TorrentFreak I, II
Non hanno molte speranza in Cina...
Considerando poi tutto il merchandising fake ispirato ad anime e manga che producono là piuttosto impunemente di sicuro non hanno molto interesse a collaborare con le indagini.
Brutta cosa...
Non è solo una questione di prezzo, è anche una questione di disponibilità. Se esistono i siti pirata molta gente vi si fionderà senza remore, evitando di comprare la versione ufficiale. Alcuni utilizzeranno questi siti per scoprire nuovi manga, o per leggere i capitoli in anteprima (e poi acquistare i volumi). Ma è evidente che la maggior parte degli utenti non compra se può evitare di farlo.
I prezzi alti possono sicuramente sicuramente un deterrente, ci sono vari manga che mi sono rifiutato di comprare a cause di un prezzo troppo elevato (manga che non si trovavano in giro a gratis tra l'altro). Però ad un certo punto è necessario fare una scelta consapevole: supportare il proprio manga preferito, l'autore (se ancora in vita, la casa editrice che l'ha tradotto etc etc o supportare chi si arricchisce alle spalle dell'intera industria dei manga.
Anche io
Anche perché il principale motivo per cui la gente pirata è più per la convenienza nel recuperare il prodotto che il prezzo di copertina in sè, ed ora come ora leggere le serie manga è diventato estremamente facile.
Forse rendere competitivi i prezzi del digitale rispetto al cartaceo invece del classico 1:1 e potenziarne la distribuzione anche al di fouri del giappone, potrebbe essere molto più conveniente.
Con il rischio che poi vada a colpire anche, se non soprattutto, i consumatori paganti che li usano come supporto che per non pagare.
Per quanto posso dire di mio, usufruii, all'epoca della lettura di un manga piratato, perchè in Italia non era edito, quando lo fu mi comprei tutta la serie!
è il sistema che ti fa credere ti odiarla invece la pirateria è nostra amica ed alleata ci permette di vedere qualunque cosa quando vogliamo e gratis gente piccola come questo qui può fare anche 80 anni di lotta contro la pirateria ma non vincerà mai
I siti pirata possono essere un ottimo strumento per recuperare (per lo più vecchie) opere che non si trovano ormai più, non sono mai state disponibili in occidente o non lo sono più: questo nessuno lo può (o deve) mettere in dubbio. Però bisogna anche capire che non si può piratare anche le opere nuove e quelle disponibili su piattaforme streaming.
Gli ebook da sempre costano quanto la versione cartacea (se non anche di più) sia in Italia che all'estero.
Il concetto che in molti hanno secondo cui debbano costare pochissimo è totalmente sbagliato.
Un ebook ha comunque dei costi, l'autore prende la sua parte, l'editore pure, come pure l'intermediario che lo vende (cioè Amazon). E tutti ci guadagnano gli stessi soldi che fanno con il cartaceo (perché ovviamente non fanno beneficenza). Quindi gli unici costi azzerati sono quelli della stampa e della distribuzione (che evidentemente sono solo una piccola parte). Al loro posto entrano però i costi di gestione per tenerli online. Oltre al fatto che l'IVA si paga piena e non ridotta.
Nessuno vende gli ebook a 1€ come chiedete, ne in Italia ne all'estero, ne di manga, ne di romanzi, ne altro.
Lo è ancor di più se consideriamo che l'anno scorso proprio l'editor di Oda fu beccato che visitava un sito di scan hentai. E' pirateria anche quella XD
Io penso che gli autori sono delle pulci che stanno litigando su chi è il padrone del cane ...Ma chi paga per il copyright a Dio per quello che abbiamo al mondo!! ... tutte sciocchezze delle pulci
E come hanno detto già altri la pirateria non equivale a rubare ed è una conseguenza di altre problematiche come la disponibilità dei prodotti, il loro costo, lo spazio, la qualità, etc.
Ecco, qua ti sbagli, almeno in parte: Kodansha USA mette in promozione diverse serie (anche quelle di punta come Nagatoro) durante l'anno, i numeri uno a 99 cents, alcuni volumi scontati al 50%. Gli ebook di vecchi fumetti e libri sono talvolta venduti a 99 cent sulle varie piattaforme,, potrebbero tranquillamente farlo con i manga, almeno quelli non di punta (sappiamo che le ristampe di Dragon Ball venderanno sempre bene).
Sai a che risoluzione sono venduti i loro ebook? Perchè quelli Star Comics sono immagini alte 1080 pixel, pochissimo considerato che lo stesso manga su mangaplus gratuito è ad una risoluzione maggiore.
Non ne ho la più pallida idea ad essere onesto. Comunque in genere 1080 pixel è accettabile anche per leggere su un tablet da 10 pollici. Certo, se fosse il doppio male non farebbe.
1080 è proprio la suffiecienza per me. Anche perchè il mio tablet in altezza ha una risoluzione maggiore.
Da un prodotto a pagamento mi aspetto almeno 2160, non che al primo zoom sgrana tutto
Sicuramente da un prodotto a pagamento si esige sempre la migliore qualità possibile, ma sappiamo che non sempre è così.
Ho letto che in certi casi la risoluzione di ebook manga o comics su Kindle può scendere fino a 900 pixel, ma ignoro se valga per la maggior parte dei titoli. Dovrei controllare la risoluzione di manga che ho imparato tempo fa su Humble Bundle, ogni volume occupava parecchio spazio, forse avevano un risoluzione più alta del solito.
Su humble bundle i pdf di knights of sidonia avevano risoluzione "infinita". Non ho misurato ma anche a zoom 10x su monitor 27 1440p non sgravano.
Quella è la qualità che chiedo ad un prodotto a pagamento!
Se è per quello sarebbe pure ottimo se le pagine originariamente a colori fossero pubblicare a colori negli ebook, ma non sempre avviene. Troppo lavoro si vede.
Questa battuta la trovo praticamente su quasi ogni notizia in cui si parla di shuesha e della pirateria, posso dire che non fa ridere? Grazie
Non mi sembra di aver scritto che voglio l'ebook ad un euro, ho solo espresso il punto di vista da consumatore secondo il quale per me le versioni digitali hanno un prezzo che non è competitivo.
Per me una copia digitale, che non è mia e la cui disponibilità non è garantita nel tempo, ha un DRM e deve essere letta attraverso la propria applicazione con limitazioni arbitrarie e non negoziabili, fatta attraverso scannerizzazioni a risoluzione non adeguate e la cui esperienza di lettura è ulteriormente impattata dal dispositivo che ho a disposizione, non ha senso al prezzo di quella fisica.
Se poi vogliamo giustificare tutto questo, il fatto che la carta e la distribuzione non abbiano impatti sul prezzo finale di copertina mi sembra un po' debole già solo prendendo in considerazione i prezzi della carta negli ultimi anni. Ma se hai delle fonti al riguardo approfondisco volentieri.
Così come il fatto che gli eventuali risparmi, nonchè guadagni di produttore, distributore fisico locale e negoziante, se li debba per forza mangiare Amazon o chi per loro.
Quando usufruisco del loro "servizio" ho un'esperienza peggiore, quindi per me potrebbero anche non esserci oppure modulare il prezzo al fronte dei limiti imposti, cioè rendere il prezzo più competitivo.
Si beh, approfitto del simpatico intervento per ribadire un ovvio (ma spesso non abbastanza) concetto: piratare i bestseller non porta in genere un grosso danno agli autori ed editori, questo lo posso concedere. È ancora sbagliato ma almeno il danno è contenuto. Invece piratare opere di artisti meno famosi o esordienti è molto peggio, in quanto sono artisti dove ogni copia (o quasi) conta.
Insomma, avete presente Robin Hood, no?
Esiste una cosa chiamata mangaplus, dove tu guarda un po': esce one piece legalmente e gratis.
Risolti tutti problemi, no?
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.