Riportiamo il comunicato dell'evento cinematografico che ha fatto da poco il suo debutto e terminerà il prossimo 23 febbraio 2023:
3FT BALL & SOULS (三尺魂 / Sanjakudama) 2017, 93’ – sott. italiano e inglese
MARTEDÌ 17 GENNAIO ORE 18.00 (proiezione già conclusa) E GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO ORE 18.00
Regia di Katō Yoshio
Seconda opera a soggetto del regista Kato Yoshio, premiata in Giappone con l’Audience Awards allo SKIP CITY International D-Cinema Festival e al Tanabe Benkei Film Festival.
OUR FAMILY (ぼくたちの家族 / Bokutachi no Kazoku) 2014, 117’ – sott. italiano
GIOVEDÌ 19 GENNAIO ORE 18.00 (proiezione già conclusa) E MARTEDÌ 7 FEBBRAIO ORE 18.00
Regia di Ishii Yūya
Cast: Tsumabuki Satoshi (Wakana Kousuke), Harada Mieko (Wakana Reiko), Ikematsu Sōsuke (Wakana Shunpei), Nagatsuka Kyōzō (Wakana Katsuaki)
SUMMER BLOOMS (四月の永い夢 / Shigatsu no nagai yume) 2017, 93’ – sott. italiano
MARTEDÌ 24 GENNAIO ORE 18.00 E GIOVEDÌ 16 FEBBRAIO ORE 18.00
Regia di Nakagawa Ryūtarō
Cast: Asakura Aki (Takimoto Hatsumi), Miura Takahiro (Shiguma Tōtarō), Kawasaki Yuriko (Muramatsu Kaede), Takahashi Yumiko (Shinobu)
Diretto da Nakagawa Ryūtarō, il più giovane regista che abbia mai concorso al Tokyo International Film Festival, Summer Blooms ha vinto il Premio FIPRESCI al 39° Moscow International Film Festival nel 2017.
PHOTOGRAPH OF MEMORIES (おもいで写眞 /Omoide shashin) 2021, 110’ – sott. italiano e inglese
GIOVEDÌ 26 GENNAIO ORE 18.00 E MARTEDÌ 14 FEBBRAIO ORE 18.00
Regia di Kumazawa Naoto
Cast: Fukagawa Mai (Yūko Otosara), Kōra Kengo (Ichirō Hoshino), Yoshiyuki Kazuko (Yamagishi Kazuko)
THE TOWN OF HEADCOUNTS (人数の町 / Ninzū no machi) 2020, 111’ – sott. italiano e inglese
MARTEDÌ 31 GENNAIO ORE 18.00 E GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO ORE 18.00
Regia di Araki Shinji
Cast: Nakamura Tomoya (Aoyama Tetsuya), Ishibashi Shizuka (Kimura Beniko), Tachibana Eri (Suenaga Midori)
AINU MOSIR (アイヌモシリ / Ainu Mosir) 2020, 84’ – sott. italiano e inglese
GIOVEDÌ 2 FEBBRAIO ORE 18.00 E MARTEDÌ 21 FEBBRAIO ORE 18.00
Regia di Fukunaga Takeshi
Cast: Shimokura Kanto (Kanto), Akibe Debo (Debo), Shimokura Emi (Emi), Miura Tōko (insegnante di scuola media), Lily Franky (giornalista giapponese)
Fonte consultata:
Comunicato stampa ufficiale Istituto Giapponese di cultura di Roma
FRAGILITÀ E RESILIENZA. SEI STORIE A TUTTO SCHERMO
17 gennaio – 28 febbraio 2023
PROIEZIONI MARTEDÌ E GIOVEDÌ ORE 18.00
Il calendario delle proiezioni potrebbe subire cambiamenti.
Si consiglia di consultare sempre il sito.
17 gennaio – 28 febbraio 2023
PROIEZIONI MARTEDÌ E GIOVEDÌ ORE 18.00
Il calendario delle proiezioni potrebbe subire cambiamenti.
Si consiglia di consultare sempre il sito.
Fragilità e resilienza sono forse le parole più indicate per descrivere la società contemporanea, dopo che l’ebbrezza e l’entusiasmo delle rivoluzioni tecnologiche e digitali dell’ultimo quarto di secolo sembravano aver dato all’umanità nuova e illimitata fiducia nelle proprie risorse di gestione del mondo e del proprio tempo. Progresso scientifico, maggiore libertà nelle relazioni interpersonali, meno costrizioni e convenzioni in seno alla famiglia, facilità di accesso ad internet per ‘socializzare’ e rendere la vita lavorativa più semplice e via dicendo, avrebbero dovuto condurre a un miglioramento dell’esistenza, a renderci sempre più padroni dell’universo e liberi nelle scelte. Ma evidentemente così non è stato, se tanto cinema degli ultimi decenni, anche dal Giappone, ci parla di difficoltà esistenziali, di disgregazione della famiglia, di senso di inadeguatezza, di cambiamenti subìti sulla nostra pelle e non scelti davvero.
Il quadro che emerge è quello di individui fragili, fluttuanti in un universo che offre meno certezze di un tempo e lascia più soli.
Muoversi entro i confini della tradizione offriva un’ancora di protezione e stabilità; l’essersene allontanati – per assaporare la libertà – ci pone soli ad affrontare problemi nuovi.
Chiamata in essere dalle nuove fragilità, la resilienza è la necessaria forma di resistenza consapevole messa in atto dalle generazioni 4.0 che percepiscono di non poter contare sui meccanismi di autodifesa e protezione delle generazioni precedenti, ma devono mettere in campo le proprie difese ‘immunitarie’ per fronteggiare nuove e vecchie sfide.
I film selezionati per la rassegna Fragilità e Resilienza. Sei storie a tutto schermo ci rendono partecipi di conflitti interiori, come quello vissuto dal piccolo protagonista di Ainu Mosir (2020), tentato di sottrarsi alle tradizioni secolari della cultura Ainu che, nel suo villaggio, gli anziani cercano di preservare con sempre maggiore determinazione; di fallimenti, che in Giappone talvolta sono risolti con la pratica del suicidio, come suggerisce il film 3ft Ball & Souls (2017); di situazioni spersonalizzanti a cui si cerca una via d’uscita, come in The Town of Headcounts (2020); di lutti da elaborare e memorie da conservare, tema di Photographs of Memories (2021); di vite da ricostruire come racconta Summer Blooms (2017); di malattie da superare e famiglie da rinsaldare, argomento del film Our family (2014).
Storie che ci interrogano e solleticano la nostra curiosità, in un mix di stili e generi che spaziano dal semi-documentaristico alla fantascienza, dalla storia romantica ai drammi familiari fino a opere distopiche e provocatorie.
Il quadro che emerge è quello di individui fragili, fluttuanti in un universo che offre meno certezze di un tempo e lascia più soli.
Muoversi entro i confini della tradizione offriva un’ancora di protezione e stabilità; l’essersene allontanati – per assaporare la libertà – ci pone soli ad affrontare problemi nuovi.
Chiamata in essere dalle nuove fragilità, la resilienza è la necessaria forma di resistenza consapevole messa in atto dalle generazioni 4.0 che percepiscono di non poter contare sui meccanismi di autodifesa e protezione delle generazioni precedenti, ma devono mettere in campo le proprie difese ‘immunitarie’ per fronteggiare nuove e vecchie sfide.
I film selezionati per la rassegna Fragilità e Resilienza. Sei storie a tutto schermo ci rendono partecipi di conflitti interiori, come quello vissuto dal piccolo protagonista di Ainu Mosir (2020), tentato di sottrarsi alle tradizioni secolari della cultura Ainu che, nel suo villaggio, gli anziani cercano di preservare con sempre maggiore determinazione; di fallimenti, che in Giappone talvolta sono risolti con la pratica del suicidio, come suggerisce il film 3ft Ball & Souls (2017); di situazioni spersonalizzanti a cui si cerca una via d’uscita, come in The Town of Headcounts (2020); di lutti da elaborare e memorie da conservare, tema di Photographs of Memories (2021); di vite da ricostruire come racconta Summer Blooms (2017); di malattie da superare e famiglie da rinsaldare, argomento del film Our family (2014).
Storie che ci interrogano e solleticano la nostra curiosità, in un mix di stili e generi che spaziano dal semi-documentaristico alla fantascienza, dalla storia romantica ai drammi familiari fino a opere distopiche e provocatorie.
FILM IN PROGRAMMA
3FT BALL & SOULS (三尺魂 / Sanjakudama) 2017, 93’ – sott. italiano e inglese
MARTEDÌ 17 GENNAIO ORE 18.00 (proiezione già conclusa) E GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO ORE 18.00
Regia di Katō Yoshio
Cast: (Kido/Happa)Tsuda Kanji (Takamura/Baby Doll), Tsuji Shinobu(Fumi/Tsubasa), Kinomoto Minehiro (Kiko/Tsukiko), Murakami Honoka
Un’esplosiva Sci-Fi che porta sullo schermo una storia di umanità e disperazione.
Alcuni membri del ‘Club di suicidio online’ decidono di mettere fine alla loro vita in un’azione collettiva, ma ogni volta che stanno per farlo inizia un viaggio temporale a ritroso che li riporta al punto di inizio. Per quale motivo sono bloccati in questo loop temporale? Li attende un futuro di disperazione o di speranza?
Alcuni membri del ‘Club di suicidio online’ decidono di mettere fine alla loro vita in un’azione collettiva, ma ogni volta che stanno per farlo inizia un viaggio temporale a ritroso che li riporta al punto di inizio. Per quale motivo sono bloccati in questo loop temporale? Li attende un futuro di disperazione o di speranza?
Seconda opera a soggetto del regista Kato Yoshio, premiata in Giappone con l’Audience Awards allo SKIP CITY International D-Cinema Festival e al Tanabe Benkei Film Festival.
Profilo del regista Katō Yoshio
Produttore, sceneggiatore e regista, Kato nasce a Tokyo nel 1971. Dopo gli studi alla Chiyoda Technological Art Academy di Tokyo sotto la guida del maestro Suzuki Seijun, lavora come regista per serie TV, spot commerciali televisivi e video promozionali.
Nel 2013 firma la regia del suo primo lungometraggio a soggetto Plastic Crime, presentato in anteprima allo SKIP CITY International D Cinema Festival e nella selezione del New York Independent Film Festival; cinque anni più tardi cura sceneggiatura, regia, produzione e finanziamento del suo secondo film a soggetto 3ft Ball & Souls, dove tratta il tema del suicidio collettivo – non nuovo al cinema giapponese contemporaneo – con una narrazione fantascientifica, confezionando un’avvincente commedia dark, che riceve il Premio del Pubblico e della Giuria allo SKIP CITY International D-Cinema Festival ed entra nella selezione di molti festival internazionali, tra cui il Tokyo International Film Festival, il Fajr International Film Festival (Iran) e l’Austin Fantastic Fest (Texas), Il suo ultimo film Memory Door (2021) ha ottenuto il Premio per la fotografia da parte del Nihon Geijutsu Center.
Produttore, sceneggiatore e regista, Kato nasce a Tokyo nel 1971. Dopo gli studi alla Chiyoda Technological Art Academy di Tokyo sotto la guida del maestro Suzuki Seijun, lavora come regista per serie TV, spot commerciali televisivi e video promozionali.
Nel 2013 firma la regia del suo primo lungometraggio a soggetto Plastic Crime, presentato in anteprima allo SKIP CITY International D Cinema Festival e nella selezione del New York Independent Film Festival; cinque anni più tardi cura sceneggiatura, regia, produzione e finanziamento del suo secondo film a soggetto 3ft Ball & Souls, dove tratta il tema del suicidio collettivo – non nuovo al cinema giapponese contemporaneo – con una narrazione fantascientifica, confezionando un’avvincente commedia dark, che riceve il Premio del Pubblico e della Giuria allo SKIP CITY International D-Cinema Festival ed entra nella selezione di molti festival internazionali, tra cui il Tokyo International Film Festival, il Fajr International Film Festival (Iran) e l’Austin Fantastic Fest (Texas), Il suo ultimo film Memory Door (2021) ha ottenuto il Premio per la fotografia da parte del Nihon Geijutsu Center.
OUR FAMILY (ぼくたちの家族 / Bokutachi no Kazoku) 2014, 117’ – sott. italiano
GIOVEDÌ 19 GENNAIO ORE 18.00 (proiezione già conclusa) E MARTEDÌ 7 FEBBRAIO ORE 18.00
Regia di Ishii Yūya
Cast: Tsumabuki Satoshi (Wakana Kousuke), Harada Mieko (Wakana Reiko), Ikematsu Sōsuke (Wakana Shunpei), Nagatsuka Kyōzō (Wakana Katsuaki)
Storia di fragilità e resilienza, di malattia e guarigione non solo fisica ma interiore.
Una famiglia rovinosamente avviata a seguire l’andamento atomizzato della società post-moderna, dove si esaspera l’individualità e non si ha tempo per occuparsi e preoccuparsi l’uno dell’altro, improvvisamente riconosce l’importanza di sostenersi a vicenda e di contenere la sofferenza. È quanto accade quando la sessantenne Reiko comincia ad avere amnesie e comportamenti strani, di cui inizialmente né marito né figli sembrano accorgersi, almeno fino al momento in cui una diagnosi medica mette tutti di fronte non solo alle proprie responsabilità, ma ai propri sentimenti più profondi.
Una famiglia rovinosamente avviata a seguire l’andamento atomizzato della società post-moderna, dove si esaspera l’individualità e non si ha tempo per occuparsi e preoccuparsi l’uno dell’altro, improvvisamente riconosce l’importanza di sostenersi a vicenda e di contenere la sofferenza. È quanto accade quando la sessantenne Reiko comincia ad avere amnesie e comportamenti strani, di cui inizialmente né marito né figli sembrano accorgersi, almeno fino al momento in cui una diagnosi medica mette tutti di fronte non solo alle proprie responsabilità, ma ai propri sentimenti più profondi.
Profilo del regista Ishii Yūya
Nato a Saitama nel 1983, Ishii Yuya è regista, sceneggiatore, produttore e attore. Nel 2005, il suo film Mukidashi Nippon - presentato come tesi di laurea all’Università delle Arti di Osaka – vince il Grand Prix e il Music Award al Pia Film Festival (PFF).
I suoi film successivi circolano e vengono apprezzati nei circuiti festivalieri internazionali, dove Ishii viene riconosciuto come uno dei più promettenti registi asiatici. Debutta nel cinema commerciale con il film Sawako Decides (2010) ma è con The Great Passage (Fune wo amu, 2013) che arrivano i primi premi importanti, come quello di miglior film e miglior regia alla 37ª edizione dei Japan Academy Award.
Seguiranno: The Vancouver Asahi (2014), Our Family (2014) The Tokyo Night Sky Is Always the Densest Shade of Blue (2017), Almost a Miracle (2019), All the Things We Never Said (2020), The Asian Angel (2021) e A Madder Red (2021).
Nato a Saitama nel 1983, Ishii Yuya è regista, sceneggiatore, produttore e attore. Nel 2005, il suo film Mukidashi Nippon - presentato come tesi di laurea all’Università delle Arti di Osaka – vince il Grand Prix e il Music Award al Pia Film Festival (PFF).
I suoi film successivi circolano e vengono apprezzati nei circuiti festivalieri internazionali, dove Ishii viene riconosciuto come uno dei più promettenti registi asiatici. Debutta nel cinema commerciale con il film Sawako Decides (2010) ma è con The Great Passage (Fune wo amu, 2013) che arrivano i primi premi importanti, come quello di miglior film e miglior regia alla 37ª edizione dei Japan Academy Award.
Seguiranno: The Vancouver Asahi (2014), Our Family (2014) The Tokyo Night Sky Is Always the Densest Shade of Blue (2017), Almost a Miracle (2019), All the Things We Never Said (2020), The Asian Angel (2021) e A Madder Red (2021).
SUMMER BLOOMS (四月の永い夢 / Shigatsu no nagai yume) 2017, 93’ – sott. italiano
MARTEDÌ 24 GENNAIO ORE 18.00 E GIOVEDÌ 16 FEBBRAIO ORE 18.00
Regia di Nakagawa Ryūtarō
Cast: Asakura Aki (Takimoto Hatsumi), Miura Takahiro (Shiguma Tōtarō), Kawasaki Yuriko (Muramatsu Kaede), Takahashi Yumiko (Shinobu)
Film romantico che racconta la difficoltà di riprendere in mano la propria vita dopo momenti dolorosi.
Takimoto Hatsumi, ex-insegnante, lavora come cameriera in un ristorantino di soba e, sebbene non abbia l’aria di essere infelice, si percepisce fin dall’inizio che la sua vita professionale e sentimentale siano giunte a un’impasse, per qualcosa accaduto in passato. Nel corso della narrazione si svela lentamente il segreto che tiene Hatsumi ostaggio di se stessa e il film – che attraverso l’omaggio metacinematografico a Casablanca (1942) e all’intramontabile canzone As Time Goes By palesa la sua adesione al filone del dramma romantico – si avvia a un finale forse prevedibile, ma che sembra essere l’unico possibile, date le premesse.
Takimoto Hatsumi, ex-insegnante, lavora come cameriera in un ristorantino di soba e, sebbene non abbia l’aria di essere infelice, si percepisce fin dall’inizio che la sua vita professionale e sentimentale siano giunte a un’impasse, per qualcosa accaduto in passato. Nel corso della narrazione si svela lentamente il segreto che tiene Hatsumi ostaggio di se stessa e il film – che attraverso l’omaggio metacinematografico a Casablanca (1942) e all’intramontabile canzone As Time Goes By palesa la sua adesione al filone del dramma romantico – si avvia a un finale forse prevedibile, ma che sembra essere l’unico possibile, date le premesse.
Diretto da Nakagawa Ryūtarō, il più giovane regista che abbia mai concorso al Tokyo International Film Festival, Summer Blooms ha vinto il Premio FIPRESCI al 39° Moscow International Film Festival nel 2017.
Profilo del regista Nakagawa Ryūtarō
Nato nel 1990 a Kawasaki (Pref. di Kanagawa), esordisce giovanissimo alla regia con il cortometraggio Calling (2012), premiato per la miglior fotografia al Boston International Film Festival. Due anni dopo è già al Tokyo International Film Festival con il film August in Tokyo, presentato nella sezione Japanese Film Splash, come anche l’anno seguente con Tokyo Sunrise. Summer Blooms esce nel 2017 e conquista il Premio FIPRESCI al 39° Moscow International Film Festival, a cui Nakagawa partecipa anche nel 2019 presentando Mio on the Shore.
L’ultimo suo lavoro è One Day, You Will Reach the Sea (2022), presentato alla XXIV edizione del Far East Film Festival.
Nato nel 1990 a Kawasaki (Pref. di Kanagawa), esordisce giovanissimo alla regia con il cortometraggio Calling (2012), premiato per la miglior fotografia al Boston International Film Festival. Due anni dopo è già al Tokyo International Film Festival con il film August in Tokyo, presentato nella sezione Japanese Film Splash, come anche l’anno seguente con Tokyo Sunrise. Summer Blooms esce nel 2017 e conquista il Premio FIPRESCI al 39° Moscow International Film Festival, a cui Nakagawa partecipa anche nel 2019 presentando Mio on the Shore.
L’ultimo suo lavoro è One Day, You Will Reach the Sea (2022), presentato alla XXIV edizione del Far East Film Festival.
PHOTOGRAPH OF MEMORIES (おもいで写眞 /Omoide shashin) 2021, 110’ – sott. italiano e inglese
GIOVEDÌ 26 GENNAIO ORE 18.00 E MARTEDÌ 14 FEBBRAIO ORE 18.00
Regia di Kumazawa Naoto
Cast: Fukagawa Mai (Yūko Otosara), Kōra Kengo (Ichirō Hoshino), Yoshiyuki Kazuko (Yamagishi Kazuko)
Film di formazione che riflette su ricordi e memorie delle persone care, dando nuovo valore al vissuto e alle azioni ordinarie.
Dopo la morte della nonna – unico legame familiare rimastole – Yuko si trasferisce da Tokyo a Toyama, suo paese natale. Irritata per la foto clamorosamente sfocata utilizzata per il funerale della nonna, e in cerca di un nuovo lavoro, decide di dedicarsi alle iei shashin (遺影写真 ) ovvero le foto-ricordo utilizzate in Giappone durante le cerimonie funebri. Inizialmente schivata perché ritenuta di malaugurio, Yuko riesce pian piano a conquistarsi la fiducia di molti cittadini avanti con l’età, di fronte ai quali si pone non come incaricata di “ritratti funebri”, ma come fotografa di “Ricordi preziosi”, dando importanza a tutto il vissuto delle persone.
Dopo la morte della nonna – unico legame familiare rimastole – Yuko si trasferisce da Tokyo a Toyama, suo paese natale. Irritata per la foto clamorosamente sfocata utilizzata per il funerale della nonna, e in cerca di un nuovo lavoro, decide di dedicarsi alle iei shashin (遺影写真 ) ovvero le foto-ricordo utilizzate in Giappone durante le cerimonie funebri. Inizialmente schivata perché ritenuta di malaugurio, Yuko riesce pian piano a conquistarsi la fiducia di molti cittadini avanti con l’età, di fronte ai quali si pone non come incaricata di “ritratti funebri”, ma come fotografa di “Ricordi preziosi”, dando importanza a tutto il vissuto delle persone.
Profilo del regista Kumazawa Naoto
Originario di Nagoya, nel 1994 partecipa come regista esordiente al Pia Film Festival con il film Liberal (1993) e dieci anni dopo vince il premio per la miglior regia al Porto International Film Festival del 2004 con il cortometraggio Birthday. Nel 2005 firma sceneggiatura e regia di Letters from Nirai kanai, interpretato da Aoi Yū .
Tra le sue opere più note Rainbow Song (2006), Romantic Prelude (2009), Jinx!!! (2013), The Anthem of the Heart (2017) con cui il regista si è addentrato nelle profondità della psiche umana, e Gokko (2018), votato come sesto miglior film dell’anno 2018 dalla rivista Eiga Geijutsu.
Originario di Nagoya, nel 1994 partecipa come regista esordiente al Pia Film Festival con il film Liberal (1993) e dieci anni dopo vince il premio per la miglior regia al Porto International Film Festival del 2004 con il cortometraggio Birthday. Nel 2005 firma sceneggiatura e regia di Letters from Nirai kanai, interpretato da Aoi Yū .
Tra le sue opere più note Rainbow Song (2006), Romantic Prelude (2009), Jinx!!! (2013), The Anthem of the Heart (2017) con cui il regista si è addentrato nelle profondità della psiche umana, e Gokko (2018), votato come sesto miglior film dell’anno 2018 dalla rivista Eiga Geijutsu.
THE TOWN OF HEADCOUNTS (人数の町 / Ninzū no machi) 2020, 111’ – sott. italiano e inglese
MARTEDÌ 31 GENNAIO ORE 18.00 E GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO ORE 18.00
Regia di Araki Shinji
Cast: Nakamura Tomoya (Aoyama Tetsuya), Ishibashi Shizuka (Kimura Beniko), Tachibana Eri (Suenaga Midori)
Una città sui generis, con poche regole e lavori semplici da svolgere, dove i cittadini sono chiamati ‘Numeri” e non è richiesto pensare. Cosa si nasconde dietro tutto questo?
Film distopico ambientato in una città dove non è richiesto pensare, ma solo essere numeri. Inseguito e picchiato dagli esattori, Tetsuya accetta l’offerta di trasferirsi in un luogo misterioso, la Città dei Numeri, dove non esistono regole e dove, senza troppo dispendio di energie lavorative, vengono comunque garantiti cibo, casa e vestiti. I residenti sono chiamati “Numeri” e sono assegnati ad attività in cui le quantità rivestono un ruolo importante, come postare contenuti su Internet, partecipare a marce dimostrative, votare per conto di altri etc. Ma per chi lavorano gli ignari “Numeri”? Per quali fini?
Film distopico ambientato in una città dove non è richiesto pensare, ma solo essere numeri. Inseguito e picchiato dagli esattori, Tetsuya accetta l’offerta di trasferirsi in un luogo misterioso, la Città dei Numeri, dove non esistono regole e dove, senza troppo dispendio di energie lavorative, vengono comunque garantiti cibo, casa e vestiti. I residenti sono chiamati “Numeri” e sono assegnati ad attività in cui le quantità rivestono un ruolo importante, come postare contenuti su Internet, partecipare a marce dimostrative, votare per conto di altri etc. Ma per chi lavorano gli ignari “Numeri”? Per quali fini?
Profilo del regista Araki Shinji
Laureato presso l’Università di Tokyo, con una tesi sul regista francese Jacques Rivette (1928-2016), Araki è stato autore e regista di spot televisivi e direttore creativo di video musicali, un’esperienza che si è rivelata utile successivamente anche per la stesura di sceneggiature, per le quali è stato più volte premiato, conquistandosi il TV Asahi 21st Century Scenario Award Excellence Award, lo Scenario S1 Grand Prix Encouragement Award, lo Staff Award all’Izan Film Festival Scenario Award e l’MBS Radio Drama Award Excellence Award.
The Town of Headcounts è l’opera di debutto al lungometraggio di finzione.
Laureato presso l’Università di Tokyo, con una tesi sul regista francese Jacques Rivette (1928-2016), Araki è stato autore e regista di spot televisivi e direttore creativo di video musicali, un’esperienza che si è rivelata utile successivamente anche per la stesura di sceneggiature, per le quali è stato più volte premiato, conquistandosi il TV Asahi 21st Century Scenario Award Excellence Award, lo Scenario S1 Grand Prix Encouragement Award, lo Staff Award all’Izan Film Festival Scenario Award e l’MBS Radio Drama Award Excellence Award.
The Town of Headcounts è l’opera di debutto al lungometraggio di finzione.
AINU MOSIR (アイヌモシリ / Ainu Mosir) 2020, 84’ – sott. italiano e inglese
GIOVEDÌ 2 FEBBRAIO ORE 18.00 E MARTEDÌ 21 FEBBRAIO ORE 18.00
Regia di Fukunaga Takeshi
Cast: Shimokura Kanto (Kanto), Akibe Debo (Debo), Shimokura Emi (Emi), Miura Tōko (insegnante di scuola media), Lily Franky (giornalista giapponese)
Un giovane indigeno Ainu in cerca della propria identità e di un contatto spirituale con suo padre, recentemente scomparso.
Kanto, quattordicenne discendente da una famiglia di indigeni Ainu, cerca di elaborare il lutto per la morte del padre. Vive con la madre Emi, proprietaria di un piccolo negozio di souvenir a Kushiro, cittadina di Hokkaidō, dove il popolo Ainu ha accettato di aprirsi al turismo pur di mantenere viva la propria cultura e creare occupazione. Un amico di famiglia gli rivela che nella foresta c’è l’ingresso di una caverna che – secondo credenze ancestrali – conduce alla terra dei defunti. Nella speranza di riconnettersi al padre, Kanto accetta di addentrarsi in quel sentiero misterioso e di prendere coscienza della propria identità.
Kanto, quattordicenne discendente da una famiglia di indigeni Ainu, cerca di elaborare il lutto per la morte del padre. Vive con la madre Emi, proprietaria di un piccolo negozio di souvenir a Kushiro, cittadina di Hokkaidō, dove il popolo Ainu ha accettato di aprirsi al turismo pur di mantenere viva la propria cultura e creare occupazione. Un amico di famiglia gli rivela che nella foresta c’è l’ingresso di una caverna che – secondo credenze ancestrali – conduce alla terra dei defunti. Nella speranza di riconnettersi al padre, Kanto accetta di addentrarsi in quel sentiero misterioso e di prendere coscienza della propria identità.
Profilo del regista Fukunaga Takeshi
Fukunaga Takeshi è originario di Hokkaidō ma ha intrapreso gli studi di regia e filmmaking a New York. Dopo una permanenza di 16 anni negli Stati Uniti, nel 2019 si è stabilito a Tokyo per dare vita al suo nuovo progetto.
Il suo primo film di finzione - Out of my Hand - è stato proiettato in anteprima nella sezione Panorama del Berlino Film Festival nel 2015, ha vinto il Best US Fiction Award al Los Angeles Film Festival e gli è valso anche l’Emerging Filmmaker Award al San Diego Asian American Film Festival. Il film è stato anche candidato al John Cassavetes Indipendent Spirit Award nel 2016 e l’uscita in Giappone nel 2017 è stata accolta con successo.
Per la realizzazione del suo secondo film, Ainu Mosir, Fukunaga ha fatto tesoro di alcune esperienze importanti, come il periodo trascorso a Cannes all’interno del programma di residenza Cannes Cinéfondation Residency, il workshop di sceneggiatura di NHK Sundance e del Sam Soiegel International Film Lab.
Ainu Mosir è una co-produzione Giappone/USA/China e ha vinto una menzione speciale della giuria all’International Narrative Competition del Tribeca Film Festival nel 2020.
Fukunaga Takeshi è originario di Hokkaidō ma ha intrapreso gli studi di regia e filmmaking a New York. Dopo una permanenza di 16 anni negli Stati Uniti, nel 2019 si è stabilito a Tokyo per dare vita al suo nuovo progetto.
Il suo primo film di finzione - Out of my Hand - è stato proiettato in anteprima nella sezione Panorama del Berlino Film Festival nel 2015, ha vinto il Best US Fiction Award al Los Angeles Film Festival e gli è valso anche l’Emerging Filmmaker Award al San Diego Asian American Film Festival. Il film è stato anche candidato al John Cassavetes Indipendent Spirit Award nel 2016 e l’uscita in Giappone nel 2017 è stata accolta con successo.
Per la realizzazione del suo secondo film, Ainu Mosir, Fukunaga ha fatto tesoro di alcune esperienze importanti, come il periodo trascorso a Cannes all’interno del programma di residenza Cannes Cinéfondation Residency, il workshop di sceneggiatura di NHK Sundance e del Sam Soiegel International Film Lab.
Ainu Mosir è una co-produzione Giappone/USA/China e ha vinto una menzione speciale della giuria all’International Narrative Competition del Tribeca Film Festival nel 2020.
Fonte consultata:
Comunicato stampa ufficiale Istituto Giapponese di cultura di Roma
Speriamo che magari siano titoli che arrivino anche a qualche festival prossimamente.
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