Secondo uno studio di osservatori giapponesi, la pirateria online di contenuti d'intrattenimento giapponese, tra cui manga, anime, e videogiochi, ha causato perdite attorno ai 2 trillioni di yen (circa 13 miliardi di euro) nel 2021, cinque volte di più rispetto al 2019.
La Content Overseas Distribution Association crede che il drastico innalzamento delle perdite sia attribuibile al maggior tempo speso per usufruire di contenuti d'intrattenimento in casa durante la pandemia, oltre alla grande diffusione di servizi di streaming.
L'indagine copriva quattro categorie: video, contenuti pubblicati, videogiochi e musica. Basandosi su indagini di mercato e questionari ai consumatori, l'associazione ha stimato che le perdite sui diritti ammontano a una somma che varia dagli 1,9 trilioni ai 2,2 trilioni di yen (tra i 12,6 e i 14,7 miliardi di euro).
Di media, la porzione maggiore di perdite proviene dagli anime e da altri contenuti video, In una cifra stimata tra i 906,5 miliardi di yen agli 1,4 trillioni (tra i 6 e i 9,3 miliardi di euro). Il restante si suddivide tra i manga e gli altri contenuti pubblicati.
La Content Overseas Distribution Association fu fondata in Giappone nel 2002 col supporto del Ministero dell'Economia, Commercio e Industria e l'Agenzia per gli Affari Culturali, con l'obbiettivo di contrastare la violazione del copyright sui contenuti mediatici giapponesi. Tra i suoi membri figurano compagnie cinematografiche, musicali e d'animazione.
Dal 2021, l'associazione ha aumentato i suoi sforzi per chiudere i siti internet pirata, lavorando con esperti di cybersecurity e concentrandosi nell'identificare gli operatori dietro i siti illegali.
Come prova dell'efficacia dei loro sforzi, l'associazione ha annunciato che le autorità brasiliane hanno rimosso 36 siti che hostavano anime giapponesi piratati per chi viveva nel paese: è stato il primo caso in cui sono stati rimossi siti stranieri che hostavano contenuti per i locali, dopo che le compagnie d'animazione giapponese hanno fatto partire denunce penali.
Le autorità brasiliane hanno iniziato le indagini sugli operatori dietro quattro siti a seguito delle denunce dell'anno scorso da parte di Toei Animation Co., Toho Co. e Bandai Namco Filmworks Inc., tutti membri dell'associazione.
I siti web sono stati chiusi, assieme a nove siti collegati. Secondo l'associazione, tramite negoziazioni con gli operatori di altri siti pirata, altri 18 siti sono stati rimossi, mentre altri cinque hanno chiuso volontariamente. I 36 siti avevano un afflusso di 83 milioni di accessi mensili di media, tra dicembre dello scorso anno e febbraio.
In marzo, l'associazione ha annunciato che le autorità cinesi hanno chiuso un grande sito web cinese che trasmetteva anime giapponesi piratati per utenti giapponesi.
Fonte consultata:
Japan Times
Poi concordo con chi sostiene che si parla di mancati guadagni ma in realtà non possono essere dati per certi… i casi come sopra sarebbero comunque non la maggioranza quindi di certo se da domani la pirateria non esistesse più molti semplicemente non comprerebbero manga ne’ anime.
La soluzione perfetta non esiste ma di certo gli aumenti di prezzi non stanno certo portando nella direzione che si vorrebbe (nonostante il boom degli ultimi anni)
Per non parlare che i prodotti, ormai, non rimangono neanche stabili su una piattaforma ma tendono ad oscillare tra un servizio e l'altro (oggi una serie sta su crunchyroll, domani la seconda stagione potrebbe uscire su prime video etc) e questo proprio con gli anime succede di continuo. Mentre basta andare su un qualsiasi sito che i moderatori non vogliono che nomini e trovi tutto quello che vuoi e sai che non andrà da nessuna parte. Superiore sotto tutti i punti di vista.
Se è per questo, non è che distribuzione/traduzione ufficiale sia automaticamente sinonimo di qualità (vedasi Cannarsi).
È esattamente quello che intendevo. Personalmente non guardo doppiato, (legale o illegale che sia) ma dovessi vedere una roba di Cannarsi lo farei solo per evitare/sconsigliare a qualcuno di comprarla.
Ci sono persone che non acquisterebbero mai un abbonamento a Spotify anche qualora la loro app tarocca venisse bloccata.
Insomma le perdite reali non credo siano così semplici da identificare e per certo sovrastimate.
Oltre a questo come già detto sopra la frammentazione dell’offerta e quindi degli abbonamenti sta diventando troppo alta.
Per carità non è una giustificazione sia chiaro.
Io ho comprato vari volumi 1 senza poi continuare la serie.
E sono uno che in genere ha difficoltà a interrompere una serie pur arrivato a non apprezzarla come all'inizio.
Non vedo quale sia il problema nel provare il 1° volume di un qualcosa.
Il denaro è il problema.
Detto che non ho mai visto chissà quali grandi richieste di massa alle case editrici di
1) rendere disponibile gratuitamente il 1° volume di una serie (con almeno tot volumi ovviamente)
2) rendere sempre disponibile a prezzo promozionale (1-2 euro) il 1° volume di una serie (con almeno tot volumi ovviamente)
Detto ciò non è che parliamo di decine di volumi al mese da acquistare per prova.
Viene sempre fatta una scelta iniziale sulle nuove serie proposte, consciamente e inconsciamente, in base ai propri gusti, alle esperienze passate, ai giudizi altrui, ecc.
Quindi alla fine si tratta di provare il volume 1 di una serie che si ritiene POTREBBE piacere.
Anche perchè in ogni caso i budget limitati non permetterebbero comunque di seguire un numero eccessivo di serie regolari, neanche se piacessero tutte.
Dal tuo discorso mi pare chiaro che la pirateria non causa danno in quanto potrebbe essere utilizzata anche da chi comunque compra manga ma non può, ovviamente, comprarli tutti
La pirateria crea un danno, inutile girarci attorno, il danno non è quantificabile, non certo con precisione ma certo che lo crea.
Perchè è quantomeno ridicolo pensare che tutti quelli che usufruiscono a sbaffo di qualcosa non comprerebbero comunque.
Vale per tutto, e la spiegazione di questa l'ho detto in un'altro post.
Ci si può illudere del contrario solo se non si conosce la natura umana.
Semplicemente le persone non sono tutte uguali, non ragionano e non agiscono tutte allo stesso modo, e la propria "coscienza" (morale/civica) non ha la stessa forza in tutti.
Quindi se pur comprensibile pensare che mr X (magari noi stessi) si comporti in un certo modo è errato pensare che mr Y si comporti allo stesso modo, e viceversa.
La pirateria è anche quella che ha permesso al mercato degli anime e manga di fiorire però.
Senza contare che è ancora l'unica soluzione per tante serie non licenziate o non più disponibili.
Noi non conosceremo la natura umana, ma tu pare proprio che non capisci come funziona l'economia.
È chiaro che in termini assoluti grazie alla pirateria esistono esempi di alcuni che evitano di fare acquisti che altrimenti avrebbero fatto. Questo è diverso da dire che la pirateria crea un danno. Il perché te lo abbiamo spiegato cento volte io e diversi altri utenti.
Ciò che non riesci a capire, oltretutto, è che la tua semplificazione delle scelte economiche individuali è solo quello, una semplificazione e il tuo esempio non è rappresentativo della realtà. Chi compra fumetti e legge scan, legge le scan dei fumetti che non si può permettere di comprare perché ha raggiunto il budget massimo che si è dato nell'acquisto di fumetti. Leggere scan di per sé non causa perdite economiche alla casa editrice e ai detentori dei diritti. La perdita esiste nel momento in cui il lettore di scan non compra il fumetto a causa del fatto che esistono le scan. Questo è anche il motivo per cui la pirateria non è un furto, ma un altro tipo di violazione. Il furto è caratterizzato dal fatto che l'atto in sé provoca un danno economico e/o impedisce l'usufrutto della proprietà privata al derubato. Esempio: ti rubo il telefono, tu il telefono non ce l'hai più. Se io leggo le scan (cosa che io non faccio, tra l'altro), non ti sto limitando nell'uso della tua proprietà privata. Quindi l'atto in sé non arreca alcun danno.
Per questo la discussione sull'eventuale danno economico provocato dalle scan deve per forza essere un'analisi della millantata tendenza del lettore di scan a comprare fumetti in assenza delle scan e, oltretutto, includere i benefici portati dall'esistenza delle scan.
Ci sono solo tre tipi di lettori di fumetti: quelli che non leggono scan, quelli che leggono solo scan e quelli che leggono scan e comprano fumetti. Quelli che non leggono scan non creano nessuna perdita economica. Quelli che leggono solo scan, non creano una perdita economica perché non comprano fumetti. Quelli che leggono scan e comprano anche fumetti, hanno già raggiunto il budget massimo di fumetti che vogliono/possono acquistare e, se togliessero le scan, non aumenterebbero comunque la loro spesa mensile, ma smetterebbero di leggere oltre a ciò che acquistano.
Per i benefici portati dall'esistenza delle scan, altri commentatori hanno già spiegato meglio di me.
Temo che anche così sia un po' semplicistico come approccio.
Sui primi due gruppi non ho problemi a darti ragione, ma racchiudere tutti gli altri in un gruppo da “spendo il 100% del budget che voglio dedicare ai fumetti e per il resto uso le scan” è assolutamente riduttivo e, credo, fuorviante.
Esiste infatti anche almeno un altro potenziale gruppo, quello che usa le scansioni NON per sostituire le opere preferite ma quelle che piacciono abbastanza, dirottando i soldi risparmiati verso altri interessi e/o beni. Non sono un grandissimo lettore di manga e quei pochi che leggo li compro (anche perché ho la fortuna di poterli considerare ‘spese professionali’, e quindi farmeli rimborsare), ma credo che sia avvenuto lo stesso per me coi film. Prima dell’avvento dello streaming (legale o meno) su internet andavo al cinema una volta al mese; adesso non ci vado praticamente mai. Certo, non sono un cinefilo sfegatato, ma sono sicuro che alcuni (pochi) film li andrei a vedere al cinema se non avessi alternative. Non tutti ovviamente; ma per ogni 10 film che guardo online ce ne sarebbe almeno uno che andrei a vedere in sala se non fosse disponibile. I 100 € di cinema che risparmio in un anno li investo in altro (mentre, senza alternative, andrebberò lì). Credo possa avvenire così anche per i manga.
Le scansioni permettono di fruire di opere che ci piacciono; è sbagliato considerare ogni opera fruita così una mancata vendita (come fanno i produttori, che ovviamente ne hanno tutto l’interesse) ma è altrettanto sbagliato dire che chi ne fruisce non le comprerebbe mai se NON avesse altre possibilità. I budget di spesa di norma non sono vincolanti; se risparmio da qualche parte posso dirottare verso altro.
Stai facendo di nuovo l'errore di pensare che siccome guardi film in streaming dal valore di 100 euro allora quelli sono 100 euro risparmiati per te. Non è così, non vai al cinema perché decidi di non andare al cinema, perché pensi che quella spesa sia ridondante, a prescindere dal tuo interesse a vedere un dato film. Anch'io andavo al cinema anni fa, ora non più perché ho un'altra età e perché il cinema non ha più il valore aggregativo che aveva una volta e, se dire la mia impressione, il cinema ha cominciato a diventare repentinamente meno popolare non dall'arrivo della pirateria, ma dall'arrivo di Netflix e co.
Inoltre, se esiste la pirateria per i fumetti per forza di cose esiste anche la pirateria per i film, quindi il tuo caso ipotetico è inverosimile.
C'è anche la questione che ho già fatto presente: puoi piratare un film, ma non puoi piratare l'andare al cinema; puoi piratare un fumetto, ma non puoi piratare l'avere un fumetto. Chi compra fumetti non lo fa solo per leggerli, ma anche per possederli. Questo è un punto che tutti state fingendo di ignorare. Se leggi un fumetto in scan è perché non vuoi/puoi comprarlo, quindi possederlo. Questa è la mia posizione sin dall'inizio.
Questo caso rientra esattamente nella categoria "leggo scan e compro fumetti". Se io ho a disposizione 100 euro al mese da spendere in fumetti, l'esistenza o meno delle scan non fa aumentare la mia disponibilità economica. Tu dai per scontato che una persona sia disposta a pagare di più solo perché non riesce a trovare un dato bene d'intrattenimento gratuito. Questa è una fallacia argomentativa.
Rimangono comunque ad oggi alcuni problemi fondamentali:
1) La disponibilità: non tutto è disponibile nel proprio paese. Banalmente Bleach non è disponibile in Italia. Non c'è modo di guardarlo senza passare per sistemi pirata.
2) La qualità: Avevo iniziato a comprare i manga in digitale, poi ho visto che la risoluzione delle scan è bassissima. Inferiore ai siti gratuiti come quello della shueisha per intenderci.
3) L'offerta di un servizio adeguato: per gli anime Crunchy sta diventando un vero punto di riferimento, ma per i manga manca ancora una piattaforma seria per chi vorrebbe un abbonamento.
Magari entra pure nella forma mentis che non tutto deve essere doppiato o subbato per essere fruito. Tutto nella più limpida legalità
2)Come sopra per il fattore della barriera linguistica e si prende l'ebook.
Purtroppo Comixology è imploso ma un'altra app tipo Shueisha no, come quella di Kodansha USA si.
3)Ovviamente sul che esistano quelle piattaforme di manga in stream con il sistema a gettoni perfettamente d'accordo che sia una puttanata, tu non dovresti pagare 1€ a capitolo.
Nel senso i costi vanno ragionati meglio ma appunto il problema strutturale e nella risposta al primo punto.
In realtà è proprio questo il punto. Una persona di norma non ha "100 euro" (o cifra X) per i fumetti, ma ha una cifra che spende per le passioni / intrattenimento. A causa di ciò, visto che alcune esperienze sono fungibili, abbassare una soglia permette di alzarne un'altra.
Certo, ci sono i collezionisti. Ma c'è anche chi compra qualcosa per leggerlo una volta sola... e questo vale per libri, manga e così via. Il collezionista vuole il fumetto cartaceo, il lettore occasionale prende la scansione quando, IN ALCUNI CASI, avrebbe comprato. Sai quanti libri ho comprato io per leggerli una volta e tenerli a casa? Se li avessi trovati in una biblioteca comoda non li avrei presi. Il tutto è equivalente. Il collezionista NON prende scansioni. Chi vuole leggere ma NON colleziona e NON è appassionato, non è detto che non compri mai. Ma sicuramente se ci sono le scansioni ha un incentivo a non farlo. Tutto qua.
Piccola postilla: la VPN permette la fruizione ma non diventa legale. Questo NON perché sia illegale usare la VPN ma perché certi prodotti NON sono licenziati per alcuni paesi. Ergo, la VPN mi permette di fruire di un prodotto che NON potrei avere per mancanza di licenza.
Le VPN non sono consentite dalla maggior parte dei servizi in streaming legali. Se vogliamo fare i paladini della legalità al 100% non puoi usare VPN. Però puoi prendere l'aereo e andare dove è disponibile e guardarla.
Per quanto riguarda "non tutto deve essere doppiato o subbato": stai proponendo di impararsi una lingua per una serie tv/anime/manga?
Appunto, l'ebook degli editori italiani ha una risoluzione mediamente molto bassa. Basta zoommare un attimo e si sgrana tutto. Sul mio schermo lo devo fare per forza a causa della risoluzione maggiore di quella dell'immagine
E quindi dove sta il problema? Nella pirateria brutta e cattiva o in un sistema che ha problemi ad offire agli utenti quello che vogliono?
Appunto, se una persona è interessata a comprare fumetti spende già il massimo che si può permettere per leggerli. Perché ricordiamoci che stiamo parlando di una persona che legge scan e compra fumetti. Questa è una persona che ha già raggiunto il suo equilibrio di max denaro che vuole spendere in cinema, max denaro che vuole spendere in fumetti, max denaro che vuole spendere con le donne della notte. Mettere il budget "intrattenimento" tutto insieme è sbagliato perché le diverse forme di intrattenimento le mettiamo in ordine gerarchico.
Il tuo argomento qui sopra è, invece, relativo a una persona che legge solo scan attualmente e che comincerebbe a comprare più fumetti se diventassero irreperibili.
Facciamo un esempio: una persona che legge scan oggi spende 50 euro in cinema e 50 euro in fumetti. Le scan diventano irreperibili. Secondo te la persona allora deciderebbe di spendere 30 in cinema e 70 in fumetti, per esempio. Ma questo può accadere solo se la persona decide contestualmente che il cinema si merita meno attenzione economica dei fumetti. Quindi ora tu dovresti dimostrare che togliere le scan fa aumentare nella gerarchia personale delle persone il valore dei fumetti a discapito delle altre forme di intrattenimento.
Non sempre; o, comunque, l'ordine gerarchico non dipende solo da quanto piaccia ma anche dalla disponibilità del bene o di eventuali suoi succedanei.
Marco ama le serie A, B, e C e le compra. Gli piace leggere anche le serie D, E, ed F, ma meno di quanto gli piacciano le prime tre. Se ha la possibilità di accedere alle scansioni può leggerle tutte senza problemi e nel frattempo andare al cinema una volta a settimana. Se invece le scansioni non ci sono, ha varie possibilità.
Può decidere di acquistare solo A, B, e C, andare al cinema come suo solito e rinunciare alle serie D, E, e F.
Può decidere di ridurre il cinema, andandoci solo una volta ogni quindici giorni e coi soldi che risparmia comprare A, B, C, e D.
Può togliere il cinema e magari permettersi anche la serie E.
Non è detto che il suo equilibrio rimanga tale se togli la possibilità di fruire gratuitamente di un bene. Come non è detto che cambi. Infatti io ho detto che potrebbe cambiare e la legge dei grandi numeri dice che è molto probabile che almeno una parte dei lettori di scansioni, se queste NON fossero disponibili, acquisterebbe qualche fumetto in più. Tanti? Pochi? Non ne ho la minima idea... Di certo non sono il 100% strombazzato da chi detiene il copyright per apparire una vittima, ma ritengo molto difficile che sia anche lo 0%.
Il problema è che tu stai argomentando una cosa diversa de quella che pensi di argomentare. In t1 Marco ha deciso che spenderà 50 euro in cinema e 50 in fumetti, in più leggerà un certo numero di scan. In t2 le scan diventano irreperibili, cosa che obbligherà, secondo te, Marco a cambiare valore percepito della passione fumetti, relativa a cinema, facendogli aumentare la spesa per i fumetti. Quello che tu stai argomentando è, quindi, che togliendo le scan il valore percepito del fumetto cartaceo aumenta. Questa è la tua posizione. Ci sta, per carità, ma sembra un caso estremamente di nicchia.
Potremmo fare lo stesso discorso con un collezionista (ovvero uno che compra e non legge scan) e con l'aumento dei prezzi. Secondo te a un aumento dei prezzi è più probabile corrisponda un aumento della spesa mensile o una diminuzione del numero di albi acquistati? Se le possibilità economiche non cambiano, per aumentare la spesa significa che si devono diminuire le spese in altri ambiti. Siccome il fumetto non è un bene essenziale, uno si fa i propri calcoli e spende circa la stessa quantità di denaro, che in questo caso significa comprare meno fumetti...
E aggiungo che non ho mai negato che esista un minimo di percentuale di persone che decidono di aumentare le spese, ma ho sempre sostenuto che si tratti di una percentuale molto piccola a causa delle argomentazioni che ho portato finora. Inoltre, reputo che questi aumenti siano minori dei lati guadagni portati dall'esistenza delle scan = pubblicità gratuita.
Non mi sembra che nessuno abbia affermato questo. Mi sento tirato in causa perché ho usato io il termine collezionista per semplificare un concetto in una conversazione che verteva su un argomento totalmente diverso.
Sul merito, dipende da cosa intendi con "collezionare". Se intendi metterli in una libreria, imbustarli e lasciarli lì, sono d'accordo. Se però intendi dire che per amare il fumetto basta leggerlo, non importa di avere la copia cartacea allora sono in disaccordo. Il fumetto è genere artistico, se un'opera è meritevole bisogna leggerla nel suo supporto nativo. Se ti definisci amante del fumetto e leggi quasi tutto in digitale, è abbastanza ridicolo. Ridicolo come quello che si definisce amante della pittura ma non va mai al museo e vede quadri solo su Google Immagini.
Detto questo, mi sembra che quest'argomento sia abbastanza Off Topic.
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