Ieri pomeriggio si è svolta a Roma, presso la prestigiosa cornice dell’Istituto Giapponese di Cultura, la talk intitolata Dalle pieghe sepolte della storia alle tavole del manga, che ha visto come protagonista la mangaka Kan Takahama, autrice de L’ultimo volo della farfalla, La lanterna di Nyx e Memorie dell’Isola Ventaglio, promossa dalla Dynit Manga con la presenza di Asuka Ozumi come moderatrice.
Durante l'interessantissimo incontro, la mangaka ci ha anche rivelato il soggetto del suo prossimo manga che la sta tenendo impegnata in ricerche molto approfondite perché avrà come tema principale e sfondo alla vicende narrate la storia dei "cristiani nascosti". Esiste infatti una pagina poco conosciuta della storia giapponese che si colloca a cavallo fra il 1500 e il 1600 in cui arrivarono nell'arcipelago i primi missionari europei a convertire la popolazione.
L'attività dei missionari cattolici in Giappone cominciò precisamente nel 1549 ad opera dei gesuiti, sostenuti dal Portogallo, e di francescani e domenicani, appoggiati dalla Spagna. Il primo missionario cattolico nella terra del sol levante fu Francesco Saverio, che sbarcò nella parte meridionale dell'isola di Kyushu.
Nel corso del XVI secolo la comunità cattolica crebbe fino a superare le 300.000 unità con la città costiera di Nagasaki come centro principale. Le prime persecuzioni cominciarono quando i missionari iniziarono ad intromettersi nelle faccende politiche giapponesi attirando sui gesuiti l'accusa di essere spie. Nel decennio 1589-1597 scattarono i primi provvedimenti repressivi e nel 1612 una legge dello shogun proibì il cattolicesimo definito “dottrina perversa” (jakyō). L’anno dopo vennero espulsi tutti i missionari e i convertiti e circa 300 cattolici lasciarono il Paese. Nel 1625 venne introdotta la pratica barbara dei fumi-e (“immagini da calpestare”), tavolette di legno con le icone del Cristo e della Vergine che si dovevano calpestare per confermare di non essere cristiani. Chi si rifiutava di farlo veniva torturato e ucciso.
Fu così che negli anni seguenti i cristiani continuarono a professare la fede di nascosto dando vita all'epoca dei kakure kirishitan (cristiani nascosti appunto).
Soprattutto nella regione di Nagasaki i cristiani nascosti strutturarono organizzazioni e confraternite segrete per continuare a professare la loro fede, amministrando il battesimo ma facendo finta di essere buddhisti dinanzi all’autorità dello Stato.
Ma quello che Kan Takahama ci ha raccontato oltre alle sue ricerche approfondite è che questa storia potrebbe anche riguardare i suoi antenati perché l'autrice è originaria dell'arcipelago di Amakusa, vicino a Nagasaki, dove intorno al 1637 scoppiò una grande rivolta che coinvolse proprio i cristiani.
In quell'anno nella città di Shimabara, a sud di Nagasaki iniziò una ribellione dei cittadini contro il daimyo locale per motivi economici e sociali: la persecuzione contro i cattolici della regione e l'eccessiva tassazione imposta. L’autorità ne approfittò per accusare i cristiani (che erano la maggioranza dei rivoltosi semplicemente perché il cristianesimo in quella zona era arrivato a toccare il 70% della popolazione) e perseguitarli ulteriormente. Alla rivolta si unirono anche gli abitanti del vicino arcipelago di Amakusa. L'esercito dello Shogun ebbe l'ordine di sterminare tutti gli insorti, comprese le donne e i bambini che si trovavano con loro; si stima che tra i 27.000 e i 37.000, tra soldati e civili, furono uccisi in quella rivolta.
Kan Takahama ci ha parlato anche delle difficoltà di reperire materiale per le sue ricerche, sia perché i documenti scritti rimasti sono pochissimi, visto che i cristiani si dovevano nascondere e dissimulare la loro identità, sia perché la lingua era diversa a quel tempo, i kanji si scrivevano in modo differente e spesso alcuni testi diventano pressoché incomprensibili.
Ci ha spiegato anche che la particolarità dei kakure kirishitan è che con oltre due secoli di proibizionismo, le pratiche si sono modificate. Certi aspetti sono rimasti immutati, come il culto alla Vergine Maria, venerata attraverso la statua della divinità femminile buddhista Kannon, e le preghiere, che seppur simili nel ritmo e nella cadenza a quelle buddhiste, nel contenuto sono rimaste cristiane. Molte cose, invece, si sono perdute per via dell’assenza di sacerdoti.
Il nuovo manga dovrebbe iniziare la sua serializzazione in Giappone all'inizio del prossimo anno e oltre a parlare dei cristiani nascosti racconterà anche della ricerca del loro tesoro nascosto: esiste infatti una leggenda secondo la quale i cristiani accumularono molto denaro, fra cui una croce tutta d'oro, per finanziare le rivolte e che questo bottino fu nascosto. In molti lo cercarono ma nessuno lo ha mai trovato...
Durante l'interessantissimo incontro, la mangaka ci ha anche rivelato il soggetto del suo prossimo manga che la sta tenendo impegnata in ricerche molto approfondite perché avrà come tema principale e sfondo alla vicende narrate la storia dei "cristiani nascosti". Esiste infatti una pagina poco conosciuta della storia giapponese che si colloca a cavallo fra il 1500 e il 1600 in cui arrivarono nell'arcipelago i primi missionari europei a convertire la popolazione.
L'attività dei missionari cattolici in Giappone cominciò precisamente nel 1549 ad opera dei gesuiti, sostenuti dal Portogallo, e di francescani e domenicani, appoggiati dalla Spagna. Il primo missionario cattolico nella terra del sol levante fu Francesco Saverio, che sbarcò nella parte meridionale dell'isola di Kyushu.
Nel corso del XVI secolo la comunità cattolica crebbe fino a superare le 300.000 unità con la città costiera di Nagasaki come centro principale. Le prime persecuzioni cominciarono quando i missionari iniziarono ad intromettersi nelle faccende politiche giapponesi attirando sui gesuiti l'accusa di essere spie. Nel decennio 1589-1597 scattarono i primi provvedimenti repressivi e nel 1612 una legge dello shogun proibì il cattolicesimo definito “dottrina perversa” (jakyō). L’anno dopo vennero espulsi tutti i missionari e i convertiti e circa 300 cattolici lasciarono il Paese. Nel 1625 venne introdotta la pratica barbara dei fumi-e (“immagini da calpestare”), tavolette di legno con le icone del Cristo e della Vergine che si dovevano calpestare per confermare di non essere cristiani. Chi si rifiutava di farlo veniva torturato e ucciso.
Fu così che negli anni seguenti i cristiani continuarono a professare la fede di nascosto dando vita all'epoca dei kakure kirishitan (cristiani nascosti appunto).
Soprattutto nella regione di Nagasaki i cristiani nascosti strutturarono organizzazioni e confraternite segrete per continuare a professare la loro fede, amministrando il battesimo ma facendo finta di essere buddhisti dinanzi all’autorità dello Stato.
Ma quello che Kan Takahama ci ha raccontato oltre alle sue ricerche approfondite è che questa storia potrebbe anche riguardare i suoi antenati perché l'autrice è originaria dell'arcipelago di Amakusa, vicino a Nagasaki, dove intorno al 1637 scoppiò una grande rivolta che coinvolse proprio i cristiani.
In quell'anno nella città di Shimabara, a sud di Nagasaki iniziò una ribellione dei cittadini contro il daimyo locale per motivi economici e sociali: la persecuzione contro i cattolici della regione e l'eccessiva tassazione imposta. L’autorità ne approfittò per accusare i cristiani (che erano la maggioranza dei rivoltosi semplicemente perché il cristianesimo in quella zona era arrivato a toccare il 70% della popolazione) e perseguitarli ulteriormente. Alla rivolta si unirono anche gli abitanti del vicino arcipelago di Amakusa. L'esercito dello Shogun ebbe l'ordine di sterminare tutti gli insorti, comprese le donne e i bambini che si trovavano con loro; si stima che tra i 27.000 e i 37.000, tra soldati e civili, furono uccisi in quella rivolta.
Kan Takahama ci ha parlato anche delle difficoltà di reperire materiale per le sue ricerche, sia perché i documenti scritti rimasti sono pochissimi, visto che i cristiani si dovevano nascondere e dissimulare la loro identità, sia perché la lingua era diversa a quel tempo, i kanji si scrivevano in modo differente e spesso alcuni testi diventano pressoché incomprensibili.
Ci ha spiegato anche che la particolarità dei kakure kirishitan è che con oltre due secoli di proibizionismo, le pratiche si sono modificate. Certi aspetti sono rimasti immutati, come il culto alla Vergine Maria, venerata attraverso la statua della divinità femminile buddhista Kannon, e le preghiere, che seppur simili nel ritmo e nella cadenza a quelle buddhiste, nel contenuto sono rimaste cristiane. Molte cose, invece, si sono perdute per via dell’assenza di sacerdoti.
Il nuovo manga dovrebbe iniziare la sua serializzazione in Giappone all'inizio del prossimo anno e oltre a parlare dei cristiani nascosti racconterà anche della ricerca del loro tesoro nascosto: esiste infatti una leggenda secondo la quale i cristiani accumularono molto denaro, fra cui una croce tutta d'oro, per finanziare le rivolte e che questo bottino fu nascosto. In molti lo cercarono ma nessuno lo ha mai trovato...
Comunque, non conosceva quest'autrice, temi davvero interessanti, sicuramente proverò a leggere qualcosa di suo!
Sull'argomento dei kakure-kirishitan qualcosa avevo letto e visto in alcuni programmi TV giapponesi, qualcos'altro è presente nelle altre opere della Takahama stessa (Gan♥).
Lo stesso fumi-e è presente nel primo volume di Memorie del Ventaglio.
Sullo sterminio di Amakusa mi ero informata da poco, ma non sapevo che la Takahama fosse originaria proprio di lì!!
In ogni caso non vedo davvero l'ora di leggere, sembra tutto interessantissimo, tra l'altro su una pagina particolarmente "piagosa" della storia delle varie carneficine giapponesi... -_-
Curioso a questo suo nuovo progetto.
Kan Takahama ha, tra i tanti pregi quello di trovare temi sempre interessanti (anche Duras )
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