Recensione
The End of Evangelion
8.0/10
Come palesato nel titolo stesso, questo lungometraggio rappresenta una sorta di "ultimo episodio" della saga di Evangelion, richiesto a gran voce dai quei fan rimasti delusi dal finale senza dubbio controverso e "particolare" della serie regolare. Ma questa volta, al contrario di quanto accaduto per la serie, la Gainax guidata dal regista Hideaki Anno ha avuto a disposizione tutti i fondi e tutto il tempo necessari per realizzare esattamente ciò che era stato pianificato.
La storia riprende da dove era stata lasciata alla fine dell'episodio 24, prima cioè delle ultime due puntate incentrate sul "perfezionamento" di Shinji. Kaworu, l'ultimo Angelo, è stato ucciso per mano di Shinji. Asuka, incapace di pilotare l'Eva 02, ha tentato di lasciarsi morire e ora è ricoverata priva di conoscenza nella clinica della Nerv. Kaji è stato ucciso per aver tradito la Seele e per aver scoperto troppo. Ritsuko è stata arrestata per aver distrutto il cuore nevralgico del Dummy System. Misato, grazie agli indizi lasciati da Kaji, ha cominciato a capire cosa si nasconde dietro il Progetto Adam. Ed è proprio in questo momento, quando ormai la Nerv è diventata priva di utilità, che la Seele l'attacca utilizzando la serie degli Eva dotati di elemento S2 prodotta in Germania.
Questa volta gli appassionati vengono accontentati: il film riempie tutti i vuoti narrativi lasciati in precedenza, sviluppando un finale grandioso e spettacolare pur non rinunciando in certi casi alla narrazione "innovativa" che aveva fatto la fortuna della serie.
Il medium cinematografico sembra "liberare le mani" agli autori, i quali paiono sentirsi legittimati a sperimentare soluzioni che non avevano avuto il coraggio di inserire negli episodi regolari. Ben lontani dagli innocenti "fan service" che punteggiavano la serie, in questo film simbolismo e allusioni sessuali più o meno epliciti si sprecano: dall'inequivocabile scena che vede protagonista Shinji nella stanza in cui è ricoverata Asuka, a quella della fusione tra Rei, Gendo e Adam; dal bacio e dalle promesse adulte di Misato a Shinji, fino all'esplicita posa in cui Shinji parla con Rei durante il Third Impact, e così via (l'elenco completo sarebbe molto lungo). Perfino gli Eva, mentre agiscono da catalizzatori, assumono espressioni estatiche e lanciano gemiti di piacere più adatti ad un film per adulti che non ad un lungometraggio d'animazione.
Che si tratti di un tentativo di rafforzare l'opera, tramite il binomio eros/thanatos, sul piano psicanalitico? Può darsi. Ma si potrebbe anche trattare di un modo volgare e un po' meschino per mascherare l'assenza di contenuti più profondi. D'altronde molte di queste allusioni sessuali appaiono francamente gratuite e prive sia di vero significato che di necessità d'intreccio, quindi il dubbio rimane.
Molto d'effetto il finale, amaro e desolante: certo non la fine che uno si aspetterebbe da un anime, ma con una forza difficile da eguagliare.
Dal punto di vista tecnico l'opera è più che buona: alla regia efficace cui Anno ci aveva già abituato si aggiunge una gran cura per dettagli, animazioni e computer grafica. Netto anche il miglioramento della fotografia rispetto alla serie.
La colonna sonora si nota per alcune scelte estremamente felici. Da segnalare, come nella serie, l'uso di brani di repertorio classico, come il famoso "Canone" di Pachelbel, o l'altrettanto celebre "Aria sulla IV corda" di Bach (fenomenale la scena di battaglia che accompagna). Si mettono in mostra anche due pezzi, "If I can't be yours", sigla "di mezzo" dalla splendida linea di canto che riarrangia in stile jazz il brano "Thanatos" della colonna sonora; e poi "Komm, susser Todd", che fa da sottofondo al Third Impact, canzone di atmosfera molto serena che propone però un efficace contrasto con il proprio stesso testo (disperato e nichilista).
Per concludere, il film va assolutamente visto se si vuole completare il quadro generale intorno ad Evangelion. Tuttavia, più che fornire spunti di riflessione, si propone solo come lavoro "furbo" per soddisfare i fan più accaniti, e pare privo di reale smalto. Resta comunque in linea con l'opera, e per questo si merita lo stesso voto.
La storia riprende da dove era stata lasciata alla fine dell'episodio 24, prima cioè delle ultime due puntate incentrate sul "perfezionamento" di Shinji. Kaworu, l'ultimo Angelo, è stato ucciso per mano di Shinji. Asuka, incapace di pilotare l'Eva 02, ha tentato di lasciarsi morire e ora è ricoverata priva di conoscenza nella clinica della Nerv. Kaji è stato ucciso per aver tradito la Seele e per aver scoperto troppo. Ritsuko è stata arrestata per aver distrutto il cuore nevralgico del Dummy System. Misato, grazie agli indizi lasciati da Kaji, ha cominciato a capire cosa si nasconde dietro il Progetto Adam. Ed è proprio in questo momento, quando ormai la Nerv è diventata priva di utilità, che la Seele l'attacca utilizzando la serie degli Eva dotati di elemento S2 prodotta in Germania.
Questa volta gli appassionati vengono accontentati: il film riempie tutti i vuoti narrativi lasciati in precedenza, sviluppando un finale grandioso e spettacolare pur non rinunciando in certi casi alla narrazione "innovativa" che aveva fatto la fortuna della serie.
Il medium cinematografico sembra "liberare le mani" agli autori, i quali paiono sentirsi legittimati a sperimentare soluzioni che non avevano avuto il coraggio di inserire negli episodi regolari. Ben lontani dagli innocenti "fan service" che punteggiavano la serie, in questo film simbolismo e allusioni sessuali più o meno epliciti si sprecano: dall'inequivocabile scena che vede protagonista Shinji nella stanza in cui è ricoverata Asuka, a quella della fusione tra Rei, Gendo e Adam; dal bacio e dalle promesse adulte di Misato a Shinji, fino all'esplicita posa in cui Shinji parla con Rei durante il Third Impact, e così via (l'elenco completo sarebbe molto lungo). Perfino gli Eva, mentre agiscono da catalizzatori, assumono espressioni estatiche e lanciano gemiti di piacere più adatti ad un film per adulti che non ad un lungometraggio d'animazione.
Che si tratti di un tentativo di rafforzare l'opera, tramite il binomio eros/thanatos, sul piano psicanalitico? Può darsi. Ma si potrebbe anche trattare di un modo volgare e un po' meschino per mascherare l'assenza di contenuti più profondi. D'altronde molte di queste allusioni sessuali appaiono francamente gratuite e prive sia di vero significato che di necessità d'intreccio, quindi il dubbio rimane.
Molto d'effetto il finale, amaro e desolante: certo non la fine che uno si aspetterebbe da un anime, ma con una forza difficile da eguagliare.
Dal punto di vista tecnico l'opera è più che buona: alla regia efficace cui Anno ci aveva già abituato si aggiunge una gran cura per dettagli, animazioni e computer grafica. Netto anche il miglioramento della fotografia rispetto alla serie.
La colonna sonora si nota per alcune scelte estremamente felici. Da segnalare, come nella serie, l'uso di brani di repertorio classico, come il famoso "Canone" di Pachelbel, o l'altrettanto celebre "Aria sulla IV corda" di Bach (fenomenale la scena di battaglia che accompagna). Si mettono in mostra anche due pezzi, "If I can't be yours", sigla "di mezzo" dalla splendida linea di canto che riarrangia in stile jazz il brano "Thanatos" della colonna sonora; e poi "Komm, susser Todd", che fa da sottofondo al Third Impact, canzone di atmosfera molto serena che propone però un efficace contrasto con il proprio stesso testo (disperato e nichilista).
Per concludere, il film va assolutamente visto se si vuole completare il quadro generale intorno ad Evangelion. Tuttavia, più che fornire spunti di riflessione, si propone solo come lavoro "furbo" per soddisfare i fan più accaniti, e pare privo di reale smalto. Resta comunque in linea con l'opera, e per questo si merita lo stesso voto.