Recensione
A Certain Scientific Railgun
9.0/10
Da un anime spinoff di un'altra storia ("To Aru Majutsu no Index") solitamente non ci si aspetta un risultato molto più interessante dell'opera principale, e invece pare che "Railgun" riesca a posizionarsi una spanna sopra rispetto all'opera principale da cui è ispirato.
La storia è contemporanea ai fatti narrati in Index. Academy City, futuristica e tecnologica, rimane quindi il luogo di sviluppo del plot narrativo, ma segue le vicende di alcuni protagonisti secondari della prima opera, e ruota attorno alla figura di un nuovo carismatico protagonista, la "Railgun", la famosa Electromaster di livello 5.
La narrazione è lineare e semplice, divisa in puntate apparentemente indipendenti ma che si rivelano alla fine legate da un unico filo conduttore che è la vera trama dell'anime. Una trama che rimane, fra luci e ombre, fino agli ultimissimi episodi, come un puzzle che si compone pezzo per pezzo e non si rivela scontata, anche se non molto complessa ed elaborata.
L'avventura viene comunque conclusa al termine dell'anime senza lasciare adito a dubbi o insoddisfazioni. Si noti tra l'altro che praticamente nessun personaggio, nemmeno le comparse muoiono durante l'anime.
Piacevoli anche le irruzioni sporadiche dei personaggi principali di Index che legano le due opere e ne testimoniano il parallelo tra le serie, senza però determinare la dipendenza di una dall'altra.
La cerchia dei coprotagonisti si allarga a circa una ventina di personaggi, la quasi totalità però è costituita da personaggi femminile, cosa che può risultare un po' noiosa ma inevitabile visti gli ambienti in cui si sviluppa la storia.
Non vi è un particolare abuso di stereotipi in stile giapponese se non qualche esagerata esasperazione nel comportamento della compagna di stanza della protagonista o la maniacale passione per le rane della Railgun.
La grafica è brillante e fluida e la computer graphic si miscela in modo egregio con l'ambiente mediante un gioco di luci e riflessi molto ben calibrati e già visti in Index, dato che la mano è la stessa per entrambi gli anime.
Tutto sommato una buona opera sia a livello tecnico che di storia. Sicuramente superiore a Index.
Darei un 8,5 ma penso sia meritevole anche di un 9, quindi questo sarà il mio voto.
Buona visione.
La storia è contemporanea ai fatti narrati in Index. Academy City, futuristica e tecnologica, rimane quindi il luogo di sviluppo del plot narrativo, ma segue le vicende di alcuni protagonisti secondari della prima opera, e ruota attorno alla figura di un nuovo carismatico protagonista, la "Railgun", la famosa Electromaster di livello 5.
La narrazione è lineare e semplice, divisa in puntate apparentemente indipendenti ma che si rivelano alla fine legate da un unico filo conduttore che è la vera trama dell'anime. Una trama che rimane, fra luci e ombre, fino agli ultimissimi episodi, come un puzzle che si compone pezzo per pezzo e non si rivela scontata, anche se non molto complessa ed elaborata.
L'avventura viene comunque conclusa al termine dell'anime senza lasciare adito a dubbi o insoddisfazioni. Si noti tra l'altro che praticamente nessun personaggio, nemmeno le comparse muoiono durante l'anime.
Piacevoli anche le irruzioni sporadiche dei personaggi principali di Index che legano le due opere e ne testimoniano il parallelo tra le serie, senza però determinare la dipendenza di una dall'altra.
La cerchia dei coprotagonisti si allarga a circa una ventina di personaggi, la quasi totalità però è costituita da personaggi femminile, cosa che può risultare un po' noiosa ma inevitabile visti gli ambienti in cui si sviluppa la storia.
Non vi è un particolare abuso di stereotipi in stile giapponese se non qualche esagerata esasperazione nel comportamento della compagna di stanza della protagonista o la maniacale passione per le rane della Railgun.
La grafica è brillante e fluida e la computer graphic si miscela in modo egregio con l'ambiente mediante un gioco di luci e riflessi molto ben calibrati e già visti in Index, dato che la mano è la stessa per entrambi gli anime.
Tutto sommato una buona opera sia a livello tecnico che di storia. Sicuramente superiore a Index.
Darei un 8,5 ma penso sia meritevole anche di un 9, quindi questo sarà il mio voto.
Buona visione.