Recensione
I Cavalieri dello Zodiaco
6.0/10
Quando si parla dei Cavalieri dello Zodiaco risulta abbastanza difficile trovare qualcuno che non sappia chi siano. Trasmessi anche a livello nazionale e spinti dal business dei giocattoli, Pegasus & C. sono entrati nelle case degli italiani appassionando un po' tutti.
Gli episodi, ai tempi delle prime messe in onda su OdeonTV e Italia7, li ho seguite tutti, e negli anni ho sempre ricordato con molto piacere e anche con un po' di malinconia quel periodo della mia vita, fatto di studio ma sopratutto di gioco e spensieratezza. A distanza di molti anni però ho voluto riguardarmi l'intera serie, per valutarla con occhi più maturi.
Beh, i Saint Seiya da questa valutazione escono un po' malconci, ma non perché li considero "roba da bambini", ma perché credo siano un prodotto che non riesce a esprimere tutto il suo potenziale.
Tralasciando gli aspetti legati alla traduzione dei nomi, che solo oggi mi fa storcere il naso, quello che mi ha meno convinto è la monotonia delle situazioni e la frettolosa conclusione con Poseidone.
Monotonia perché la dea Atena finisce sempre in mano nemica e i cavalieri sono sempre costretti a salvarla entro un tempo limite, pena la morte della dea. Non voglio dire che l'idea di partenza sia brutta, ma non doveva essere sempre e solo l'unica situazione da far vivere allo spettatore.
Anche i combattimenti, benché realizzati con cura, generalmente soffrono dello stesso problema. Gli autori, anche cercando d'inserire qualche differenza, hanno lasciato che lo sviluppo delle battaglie si svolgessero sempre così:
- Pegasus le prende continuamente e l'avversario lo massacra, poi quando è a terra mezzo morto ha delle visioni di Atena, si rialza e con due attacchi vince;
- Andromeda le prende continuamente e l'avversario lo massacra, ma poi arriva a soccorrerlo il fratello Phoenix, che batte l'avversario distruggendolo o autodistruggendosi con lui.
Nella serie dedicata a Poseidone poi i combattimenti sono tutti sbrigativi e uguali e durano due puntate. Nella prima l'eroe non fa altro che incassare ogni sorta di colpo che dovrebbe ucciderlo all'istante, mentre nella parte finale della seconda scopre tutti i punti deboli e con un paio di colpi vince. Solo Poseidone resiste 3 o 4 puntate.
Tecnicamente la serie non è realizzata male, considerando anche l'elevato numero di puntate che costrinse i produttori a utilizzare diversi disegnatori, ognuno con il proprio stile.
In conclusione Saint Seiya è una serie che si lascia guardare, ma è ben lontana da quella sensazione di perfezione che molti appassionati di lunga data hanno mantenuto viva nel suo ricordo.
Gli episodi, ai tempi delle prime messe in onda su OdeonTV e Italia7, li ho seguite tutti, e negli anni ho sempre ricordato con molto piacere e anche con un po' di malinconia quel periodo della mia vita, fatto di studio ma sopratutto di gioco e spensieratezza. A distanza di molti anni però ho voluto riguardarmi l'intera serie, per valutarla con occhi più maturi.
Beh, i Saint Seiya da questa valutazione escono un po' malconci, ma non perché li considero "roba da bambini", ma perché credo siano un prodotto che non riesce a esprimere tutto il suo potenziale.
Tralasciando gli aspetti legati alla traduzione dei nomi, che solo oggi mi fa storcere il naso, quello che mi ha meno convinto è la monotonia delle situazioni e la frettolosa conclusione con Poseidone.
Monotonia perché la dea Atena finisce sempre in mano nemica e i cavalieri sono sempre costretti a salvarla entro un tempo limite, pena la morte della dea. Non voglio dire che l'idea di partenza sia brutta, ma non doveva essere sempre e solo l'unica situazione da far vivere allo spettatore.
Anche i combattimenti, benché realizzati con cura, generalmente soffrono dello stesso problema. Gli autori, anche cercando d'inserire qualche differenza, hanno lasciato che lo sviluppo delle battaglie si svolgessero sempre così:
- Pegasus le prende continuamente e l'avversario lo massacra, poi quando è a terra mezzo morto ha delle visioni di Atena, si rialza e con due attacchi vince;
- Andromeda le prende continuamente e l'avversario lo massacra, ma poi arriva a soccorrerlo il fratello Phoenix, che batte l'avversario distruggendolo o autodistruggendosi con lui.
Nella serie dedicata a Poseidone poi i combattimenti sono tutti sbrigativi e uguali e durano due puntate. Nella prima l'eroe non fa altro che incassare ogni sorta di colpo che dovrebbe ucciderlo all'istante, mentre nella parte finale della seconda scopre tutti i punti deboli e con un paio di colpi vince. Solo Poseidone resiste 3 o 4 puntate.
Tecnicamente la serie non è realizzata male, considerando anche l'elevato numero di puntate che costrinse i produttori a utilizzare diversi disegnatori, ognuno con il proprio stile.
In conclusione Saint Seiya è una serie che si lascia guardare, ma è ben lontana da quella sensazione di perfezione che molti appassionati di lunga data hanno mantenuto viva nel suo ricordo.