Recensione
Vampire Knight
8.0/10
“Ma che bello questo anime” è stato il mio pensiero alla fine di Vampire Knight. Ne conoscevo solo poche immagini, che mi erano subito piaciute, ma della trama non sapevo nulla. E alla conclusione l'ho trovata davvero bella. Certo, i puristi dei vampiri devono stare mooooolto lontani da quest'opera, ma chi non pretende una perfetta fedeltà alla figura classica del vampiro e ama gli shojo, sicuramente gradirà questo anime.
La trama è molto interessante, e soprattutto contiene quel pizzico (abbondante) di tragedia che fa salire qualitativamente il livello di una serie. Non è una trama scontata, sebbene i colpi di scena non siano così eclatanti il tutto riesce a invogliare chi guarda a continuare a seguire, a volerne di più. Le situazioni rappresentate sono spesso al limite fra affetto, amore e sottile erotismo, senza scadere in nessuno dei tre. Anche se è uno shojo, non lo si può considerare melenso come altri titoli, narrando sì una storia d'amore, ma soprattutto la confusione che regna nei sentimenti dei personaggi, in particolar modo in quelli della protagonista (a dire la verità l'indecisione in Yuuki è fin troppo accentuata). La vicenda amorosa resta in sospeso, volutamente senza una vera conclusione (che spero ci sarà nella seconda serie), perché è messa in secondo piano rispetto alla tragedia. Prima vengono vendetta e dolore, poi viene l'amore, sebbene ci siano momenti in cui le priorità sono ribaltate dalle circostanze. E questo alternarsi di sentimenti dominanti, unito ai soli 13 episodi, rendono VK una serie leggera da seguire, di quelle che non costringono a trascinarsi a fatica fino alla fine.
Due sole pecche da segnalare.
Una riguarda la realizzazione degli occhi. Ci sono dei momenti in cui sembra che i livelli di colorazione siano posizionati in maniera errata, in alcuni punti il colore dell'iride “sborda” a coprire il contorno nero. E non è bello da vedere.
Seconda pecca, la protagonista. Yuuki può essere definita come un personaggio in bilico, al limite fra l'essere e non essere una Mary Sue. È un po' pasticciona, ha buon cuore ed è coraggiosa. Ha il grande pregio di essere una delle poche protagoniste di shojo senza chiome fluenti bionde o corvine. Ma ha degli occhi davvero troppo troppo grossi, e i suoi lati positivi non bastano a spiegarne il successo. Non è bella, il suo è un amore perennemente indeciso, è imbranata e un tantino tonta, non spicca in nulla, insomma è un po' il ritratto della mediocrità. E quindi non riesco a capire perché i maschietti della serie le sbrodolino dietro come se fosse l'ultima ragazza al mondo.
Comunque la serie è bella, nonostante la protagonista. Voto: 8.
La trama è molto interessante, e soprattutto contiene quel pizzico (abbondante) di tragedia che fa salire qualitativamente il livello di una serie. Non è una trama scontata, sebbene i colpi di scena non siano così eclatanti il tutto riesce a invogliare chi guarda a continuare a seguire, a volerne di più. Le situazioni rappresentate sono spesso al limite fra affetto, amore e sottile erotismo, senza scadere in nessuno dei tre. Anche se è uno shojo, non lo si può considerare melenso come altri titoli, narrando sì una storia d'amore, ma soprattutto la confusione che regna nei sentimenti dei personaggi, in particolar modo in quelli della protagonista (a dire la verità l'indecisione in Yuuki è fin troppo accentuata). La vicenda amorosa resta in sospeso, volutamente senza una vera conclusione (che spero ci sarà nella seconda serie), perché è messa in secondo piano rispetto alla tragedia. Prima vengono vendetta e dolore, poi viene l'amore, sebbene ci siano momenti in cui le priorità sono ribaltate dalle circostanze. E questo alternarsi di sentimenti dominanti, unito ai soli 13 episodi, rendono VK una serie leggera da seguire, di quelle che non costringono a trascinarsi a fatica fino alla fine.
Due sole pecche da segnalare.
Una riguarda la realizzazione degli occhi. Ci sono dei momenti in cui sembra che i livelli di colorazione siano posizionati in maniera errata, in alcuni punti il colore dell'iride “sborda” a coprire il contorno nero. E non è bello da vedere.
Seconda pecca, la protagonista. Yuuki può essere definita come un personaggio in bilico, al limite fra l'essere e non essere una Mary Sue. È un po' pasticciona, ha buon cuore ed è coraggiosa. Ha il grande pregio di essere una delle poche protagoniste di shojo senza chiome fluenti bionde o corvine. Ma ha degli occhi davvero troppo troppo grossi, e i suoi lati positivi non bastano a spiegarne il successo. Non è bella, il suo è un amore perennemente indeciso, è imbranata e un tantino tonta, non spicca in nulla, insomma è un po' il ritratto della mediocrità. E quindi non riesco a capire perché i maschietti della serie le sbrodolino dietro come se fosse l'ultima ragazza al mondo.
Comunque la serie è bella, nonostante la protagonista. Voto: 8.