Recensione
Imbattendosi per caso in qualche immagine di <i>One Outs: Nobody Wins, But I!</i>, non si può fare a meno di pensare che il titolo in questione sia un anime sportivo incentrato sul mondo del baseball, e del resto, vedendo i vari personaggi in divisa con palla, guantoni e mazza, non potrebbe essere altrimenti. Sotto questo punto di vista infatti non si è molto lontani dalla realtà, anche se non completamente. Adesso mi spiego meglio, ma prima di fare ciò vi invito a scorrere nella galleria immagini di questa scheda e a soffermarvi sul tizio biondo con i capelli tesi.
L'avete fatto? Notato nulla di strano? Ma certo che sì. Come potrebbero non destare l'attenzione due occhi simili che danno vita a uno sguardo così tetro, cupo, minaccioso e sicuro di sé. E' lui il vero fulcro dell'anime, tutto il resto può essere definito quasi come puro contorno, anche il baseball in sé.
<i>One Outs</i> è un titolo che narra le vicende sportive di una squadra di baseball, ma in realtà questo sport nel contesto in cui ci viene presentato passa in secondo piano, quello che cattura l'attenzione è lui, Tokuchi Toua, elemento dalla mente brillante e dallo sguardo di ghiaccio.
Egli è un infallibile giocatore d'azzardo e del baseball “sport” non gli importa granché. Nel suo ambiente però è conosciuto soprattutto nel gioco di scommesse clandestine chiamato “One Outs”, consistente in una sfida singola fra battitore e lanciatore dove quest'ultimo, in tre lanci, deve riuscire a fare altrettanti strike - o comunque non far fare l'ipotetico punto nel baseball reale - eliminando il suo avversario. Tutto per denaro ovviamente. Bene, il qui presente Toua, lanciatore, risulta imbattuto dopo centinaia e centinaia di sfide.
In seguito ad alcune vicende, il battitore e stella dei Lycaons, Hiromichi Kojima, si troverà a sfidare proprio Toua arrivando a scommettere la bellezza di 400.000 dollari. L'esito del confronto, inutile sottolinearlo, comporterà notevoli conseguenze e l'<i>One Outs</i> sarà utilizzato sotto forma di un contratto che definire rischioso e fatale per il nostro protagonista, sarebbe riduttivo.
Si recepisce fin da subito il personaggio Toua e ciò che ci si può aspettare da lui nella prosecuzione degli eventi. E' così infatti, tranne per un leggero particolare: non si conosce e non si riesce proprio a immaginare cosa mai escogiterà di volta in volta la sua mente brillante quanto, subdola. Solamente a giochi compiuti ci si rende conto di cosa è stato capace, e a quel punto, rimanere esterrefatti e impressionati è tutto ciò che resta.
Si può dire tranquillamente che l'anime gira attorno a quest'aspetto e il “partner” designato per fare da sfondo a tutto ciò è il baseball.
Attorno a ogni incontro vi è un giro di interessi che spiegarlo a parole risulta persino difficile. Vi basti sapere che il risultato finale può esser tutto e può essere nulla causa elementi corrotti, bari e spie, che in ogni partita, per conto di terzi, tendono ad alterarlo con ogni mezzo possibile, anche con i più ignobili possibili e immaginabili.
Chi non è avvezzo a questo sport non si preoccupi, non più del dovuto almeno. Per quanto con il trascorrere degli episodi i termini tecnici utilizzati dai protagonisti e non aumenteranno di pari passo alla difficoltà dei match, le intenzioni di tutti i giocatori sono ben decifrabili. Merito anche di un sapiente uso dei colori, tendenti prevalentemente allo scuro, che di volta in volta, negli istanti di silenzio in cui vi è il soggetto che pensa fra sé e sé, articolando chissà quale strategia, evidenziano, o meglio, implementano, come meglio non si potrebbe, le reali intenzioni di ciascuno.
I disegni si mantengono su un buon livello per l'intera narrazione degli eventi, così come le animazioni, fluide quanto basta.
Di assoluto spessore anche il sonoro che, non solo si fa apprezzare per via delle due intense sigle iniziali e finali, rispettivamente "Bury" e "Moment", ma anche per le soundtrack che episodio dopo episodio, nei frangenti più ricchi di suspense, hanno il merito di avvolgere come meglio non potrebbero quegli istanti ricchi di tensione.
Tirando le somme, <i>One Outs</i> è un titolo sportivo che fa dell'aspetto psicologico il suo ingranaggio principale. Sentendolo nominare per la prima volta dirà poco o nulla a chi ne è ancora all'asciutto; ovviata questa mancanza però, dimenticarlo risulterà impossibile, proprio come lo sguardo di Toua. Perforante.
L'avete fatto? Notato nulla di strano? Ma certo che sì. Come potrebbero non destare l'attenzione due occhi simili che danno vita a uno sguardo così tetro, cupo, minaccioso e sicuro di sé. E' lui il vero fulcro dell'anime, tutto il resto può essere definito quasi come puro contorno, anche il baseball in sé.
<i>One Outs</i> è un titolo che narra le vicende sportive di una squadra di baseball, ma in realtà questo sport nel contesto in cui ci viene presentato passa in secondo piano, quello che cattura l'attenzione è lui, Tokuchi Toua, elemento dalla mente brillante e dallo sguardo di ghiaccio.
Egli è un infallibile giocatore d'azzardo e del baseball “sport” non gli importa granché. Nel suo ambiente però è conosciuto soprattutto nel gioco di scommesse clandestine chiamato “One Outs”, consistente in una sfida singola fra battitore e lanciatore dove quest'ultimo, in tre lanci, deve riuscire a fare altrettanti strike - o comunque non far fare l'ipotetico punto nel baseball reale - eliminando il suo avversario. Tutto per denaro ovviamente. Bene, il qui presente Toua, lanciatore, risulta imbattuto dopo centinaia e centinaia di sfide.
In seguito ad alcune vicende, il battitore e stella dei Lycaons, Hiromichi Kojima, si troverà a sfidare proprio Toua arrivando a scommettere la bellezza di 400.000 dollari. L'esito del confronto, inutile sottolinearlo, comporterà notevoli conseguenze e l'<i>One Outs</i> sarà utilizzato sotto forma di un contratto che definire rischioso e fatale per il nostro protagonista, sarebbe riduttivo.
Si recepisce fin da subito il personaggio Toua e ciò che ci si può aspettare da lui nella prosecuzione degli eventi. E' così infatti, tranne per un leggero particolare: non si conosce e non si riesce proprio a immaginare cosa mai escogiterà di volta in volta la sua mente brillante quanto, subdola. Solamente a giochi compiuti ci si rende conto di cosa è stato capace, e a quel punto, rimanere esterrefatti e impressionati è tutto ciò che resta.
Si può dire tranquillamente che l'anime gira attorno a quest'aspetto e il “partner” designato per fare da sfondo a tutto ciò è il baseball.
Attorno a ogni incontro vi è un giro di interessi che spiegarlo a parole risulta persino difficile. Vi basti sapere che il risultato finale può esser tutto e può essere nulla causa elementi corrotti, bari e spie, che in ogni partita, per conto di terzi, tendono ad alterarlo con ogni mezzo possibile, anche con i più ignobili possibili e immaginabili.
Chi non è avvezzo a questo sport non si preoccupi, non più del dovuto almeno. Per quanto con il trascorrere degli episodi i termini tecnici utilizzati dai protagonisti e non aumenteranno di pari passo alla difficoltà dei match, le intenzioni di tutti i giocatori sono ben decifrabili. Merito anche di un sapiente uso dei colori, tendenti prevalentemente allo scuro, che di volta in volta, negli istanti di silenzio in cui vi è il soggetto che pensa fra sé e sé, articolando chissà quale strategia, evidenziano, o meglio, implementano, come meglio non si potrebbe, le reali intenzioni di ciascuno.
I disegni si mantengono su un buon livello per l'intera narrazione degli eventi, così come le animazioni, fluide quanto basta.
Di assoluto spessore anche il sonoro che, non solo si fa apprezzare per via delle due intense sigle iniziali e finali, rispettivamente "Bury" e "Moment", ma anche per le soundtrack che episodio dopo episodio, nei frangenti più ricchi di suspense, hanno il merito di avvolgere come meglio non potrebbero quegli istanti ricchi di tensione.
Tirando le somme, <i>One Outs</i> è un titolo sportivo che fa dell'aspetto psicologico il suo ingranaggio principale. Sentendolo nominare per la prima volta dirà poco o nulla a chi ne è ancora all'asciutto; ovviata questa mancanza però, dimenticarlo risulterà impossibile, proprio come lo sguardo di Toua. Perforante.