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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Vampire Knight è la trasposizione in anime dell'omonimo manga shojo realizzato da Hino Matsuri. Essendo uno shojo, è naturale che sia indirizzato soprattutto ad un pubblico femminile appartenente all'incirca ad una fascia d'età compresa tra la fine dell'infanzia e la maturità; partendo da questo più che ovvio presupposto si possono comprendere più facilmente alcune scelte contenutistiche compiute dall'autrice. Vampire Knight costituisce da solo la prima serie di episodi, seguito da Vampire Knight Guilty, che ne è la naturale continuazione.

Un brevissimo riassunto della trama: Vampire Knight narra le vicende di una ragazza, Yuuki Cross, che studia in un collegio nel quale convivono studenti normali e studenti vampiri, appartenenti alla cosiddetta Night Class. Inutile dire che la ragazza non ricorda il proprio passato e quindi si trova costretta a lottare contro i propri sentimenti per Kaname Kuran, vampiro di sangue puro, "capo" indiscusso della Night Class, e contro la propria memoria (anche se le vicende inerenti ad essa si svilupperanno maggiormente in Vampire Knight Guilty). Altro personaggio comprimario è Zero Kiryu, un ragazzo umano con un passato non meno oscuro di quello di Yuuki, che odia i vampiri con tutto il cuore e si trova in una situazione molto angosciosa.

Come da buon shojo che si rispetti, la storia si focalizza moltissimo sulle relazioni amorose della protagonista. Io stessa posso affermare che quando si legge uno shojo o si segue un anime shojo ci si aspetta assolutamente di essere immersi nei sentimenti dei protagonisti, di sognare anche un po', e quindi non possiamo liquidare il romanticismo, necessario in un'opera del genere. Tuttavia ho trovato sinceramente poco realistiche le vicende di Yuuki. Lasciando perdere tutti i pregiudizi sui vampiri, nati a causa del "ciclone Twilight", e analizzando l'anime così com'è senza influenze esterne, notiamo fin dal principio qualcosa che non quadra nella relazione tra Yuuki e Kaname. Il personaggio di Kaname, più di tutti, mi ha lasciata delusa e estremamente dubbiosa sulla validità di questo lavoro.
Kaname è un vampiro di sangue puro, belloccio e perfetto, eccetera eccetera. Però a livello di personalità appare estremamente egoista, indifferente nei confronti di tutti, di una freddezza spaventosa, e manifesta dei sentimenti solo e unicamente nei confronti di Yuuki. Poi dall'altra parte c'è Zero, la cui storia (con allegati flashback) è a mio parere ben fatta, sul quale l'autrice si concentra per quasi tutto il corso dell'opera - per far sì che Zero non sia oscurato dal perfetto Kaname, naturalmente - e con il quale Yuuki instaura un profondo rapporto, accade di tutto, lei gli "concede" allegramente il suo sangue, ed è evidente che lui l'ami con tutto il cuore, dopodiché... dopodiché niente, Zero in questo caso mi pare un nome più che azzeccato. Dialoghi prolissi, scene dalla durata eterna, e la dolce Yuuki sembra non accorgersi minimamente dei sentimenti di Zero e naturalmente si precipita tra le braccia del consanguineo Kaname. Come risvolto mi è sembrato alquanto deludente e fin troppo scontato: Kaname incarna il classico ragazzo-semidio-zero spontaneità delle storielle smielate, ed è il caso di dirlo, stile Twilight.

Per quanto riguarda gli altri personaggi, direi che, eccetto Aidou, hanno tutti una personalità piuttosto anonima e poco interessante e tutti ruotano totalmente attorno a Kaname, cercando di ingraziarselo in ogni modo.

Tutto sommato la storia non parte malissimo e ho trovato piacevoli gli intermezzi umoristici, eppure una volta giunti a metà già è percepibile la povertà di contenuti di tutto ciò che ruota attorno a Yuuki, fin troppo svampita. La storia di Zero e della vampira è invece abbastanza carina e devo ammettere che funziona: il dramma dei Livello E costituisce senza dubbio un bel passo sul quale forse ci si poteva concentrare di più.
Inutile dire che tutto peggiora in Vampire Knight Guilty.

La qualità grafica non è delle migliori. I personaggi si differenziano soprattutto per occhi e capelli, comunque non c'è male e lo stile dell'autrice non mi dispiace. Per quanto riguarda le sigle, personalmente mi piacciono molto e le trovo coerenti.

Ho deciso di assegnare a questo anime la sufficienza. Purtroppo io ritengo che la caratterizzazione del protagonista sia essenziale e Yuuki non mi piace per niente, poiché trovo che alcune situazioni in cui si va a cacciare siano forzate e sfiorino il confine dell'assurdo. Inoltre questo anime, che si presenta come dark, drammatico e quant'altro, appare spesso poco credibile e simile più che altro ad una versione a tinte forti di Tokyo Mew Mew.