Recensione
Gunslinger Girl
7.0/10
Recensione di Karma Houdini
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A dispetto del titolo, "Gunslinger Girl" non è un anime pieno di azione, non ci sono ragazze pronte a sparare a ogni occasione. "Gunslinger Girl" è un continuo sgocciolio di momenti tristi, angoscianti, malinconici, a volte (poche) intervallati da momenti meno tristi, meno angoscianti, meno malinconici.
L'anime è ambientato in un'Italia alquanto distopica, ma purtroppo nemmeno tanto lontana dalla realtà degli ultimi anni. Un'Italia in cui c'è il Presidente del Consiglio che ha il controllo sul 70% circa degli strumenti informativi nazionali, in cui ci sono terroristi dagli ideali secessionisti e dalle conoscenze altolocate, ma soprattutto un'Italia in cui c'è un organizzazione segreta che trasforma bambine altrimenti destinate a una morte tragica in soldati cyborg tanto efficienti quanto spietati nell'uccidere.
Ma non è nemmeno su questo che si focalizza "Gunslinger Girl". Non si avverte da nessuna parte la volontà di dare lezioni di politica o di verosimiglianza a chi guarda l'anime. L'ambientazione è soltanto una cornice desolante, un contributo marginale, ma comunque appropriato, all'angoscia e alla malinconia di cui trasuda ogni singolo momento passato dalle protagoniste.
Ecco, come si accennava all'inizio, "Gunslinger Girl" è una somma di momenti, non c'è nemmeno una trama unitaria che fa da filo conduttore dal primo all'ultimo episodio. Eppure non si avverte la mancanza di una trama vera e propria, perché quei momenti sono talmente intensi che semplicemente ci si dimentica dell'esigenza di porsi delle domande.
Il chara design è accattivante, soprattutto quello dello cinque giovanissime protagoniste. Praticamente impossibile non trovare Henrietta adorabile ogni volta che arrossisce; lo sguardo laconico di Rico quando 'fa il suo lavoro' è da pelle d'oca; Claes trasmette tranquillità e pacatezza soltanto a guardarla mentre legge. Peccato che tale accuratezza sia ristretta soltanto alle bambine e non agli altri personaggi, compresi i loro supervisori, i quali risultano fin troppo inespressivi.
Ma a livello visivo il vero difetto di "Gunslinger Girl" consiste nei fondali troppo acquerellati e smorti, una stonatura a volte fastidiosa rispetto al dettaglio con cui sono rappresentati volti, vestiti e armi.
La colonna sonora è invece perfetta, a cominciare dalle sigle di apertura e di chiusura, che rimangono sempre le stesse per tutti i tredici episodi dell'anime. Merita davvero di essere menzionata The Light Before We Land, del gruppo scozzese (purtroppo sciolto) dei Delgados, un brano che grazie alle sue sonorità ovattate descrive fin troppo bene quello che ci si può aspettare a ogni episodio.
I brani strumentali che si possono sentire all'interno di ogni episodio sono quasi tutti pezzi orchestrali, pieni di violini e pianoforte, che contribuiscono ulteriormente a creare l'atmosfera deprimente dell'anime. Ho detto 'quasi' perché soltanto all'inizio del settimo episodio si sente un altro pezzo dei Delgados, Woke For Dreaming. Inutile dire quanto anch'esso sia appropriato.
Plauso anche all'ending, tutta cantata in italiano, di Opus.
Peccato che il modo in cui vengono narrati gli eventi non sia altrettanto suggestivo. Dei personaggi accattivanti e dei singoli momenti molto intensi a volte non basteranno a coprire l'assenza di una trama vera e propria. In un paio di occasioni si avverte proprio la sensazione di trovarsi davanti a situazioni frutto di una sceneggiatura scritta in fretta e furia.
Per fortuna un finale indovinato cancella quel senso di pochezza che si avverte nella seconda metà della serie.
L'anime è ambientato in un'Italia alquanto distopica, ma purtroppo nemmeno tanto lontana dalla realtà degli ultimi anni. Un'Italia in cui c'è il Presidente del Consiglio che ha il controllo sul 70% circa degli strumenti informativi nazionali, in cui ci sono terroristi dagli ideali secessionisti e dalle conoscenze altolocate, ma soprattutto un'Italia in cui c'è un organizzazione segreta che trasforma bambine altrimenti destinate a una morte tragica in soldati cyborg tanto efficienti quanto spietati nell'uccidere.
Ma non è nemmeno su questo che si focalizza "Gunslinger Girl". Non si avverte da nessuna parte la volontà di dare lezioni di politica o di verosimiglianza a chi guarda l'anime. L'ambientazione è soltanto una cornice desolante, un contributo marginale, ma comunque appropriato, all'angoscia e alla malinconia di cui trasuda ogni singolo momento passato dalle protagoniste.
Ecco, come si accennava all'inizio, "Gunslinger Girl" è una somma di momenti, non c'è nemmeno una trama unitaria che fa da filo conduttore dal primo all'ultimo episodio. Eppure non si avverte la mancanza di una trama vera e propria, perché quei momenti sono talmente intensi che semplicemente ci si dimentica dell'esigenza di porsi delle domande.
Il chara design è accattivante, soprattutto quello dello cinque giovanissime protagoniste. Praticamente impossibile non trovare Henrietta adorabile ogni volta che arrossisce; lo sguardo laconico di Rico quando 'fa il suo lavoro' è da pelle d'oca; Claes trasmette tranquillità e pacatezza soltanto a guardarla mentre legge. Peccato che tale accuratezza sia ristretta soltanto alle bambine e non agli altri personaggi, compresi i loro supervisori, i quali risultano fin troppo inespressivi.
Ma a livello visivo il vero difetto di "Gunslinger Girl" consiste nei fondali troppo acquerellati e smorti, una stonatura a volte fastidiosa rispetto al dettaglio con cui sono rappresentati volti, vestiti e armi.
La colonna sonora è invece perfetta, a cominciare dalle sigle di apertura e di chiusura, che rimangono sempre le stesse per tutti i tredici episodi dell'anime. Merita davvero di essere menzionata The Light Before We Land, del gruppo scozzese (purtroppo sciolto) dei Delgados, un brano che grazie alle sue sonorità ovattate descrive fin troppo bene quello che ci si può aspettare a ogni episodio.
I brani strumentali che si possono sentire all'interno di ogni episodio sono quasi tutti pezzi orchestrali, pieni di violini e pianoforte, che contribuiscono ulteriormente a creare l'atmosfera deprimente dell'anime. Ho detto 'quasi' perché soltanto all'inizio del settimo episodio si sente un altro pezzo dei Delgados, Woke For Dreaming. Inutile dire quanto anch'esso sia appropriato.
Plauso anche all'ending, tutta cantata in italiano, di Opus.
Peccato che il modo in cui vengono narrati gli eventi non sia altrettanto suggestivo. Dei personaggi accattivanti e dei singoli momenti molto intensi a volte non basteranno a coprire l'assenza di una trama vera e propria. In un paio di occasioni si avverte proprio la sensazione di trovarsi davanti a situazioni frutto di una sceneggiatura scritta in fretta e furia.
Per fortuna un finale indovinato cancella quel senso di pochezza che si avverte nella seconda metà della serie.