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Siamo nel periodo post-guerra del Pacifico, il Giappone esce sconfitto da un disastroso conflitto e cerca di reinserirsi nel mondo moderno grazie ad una rapida crescita economica e un ottimismo generale che spinge la popolazione a contribuire per il futuro della propria nazione. Tuttavia nel mezzo di una notte piena di inseguimenti, il giovane detective Shotaro assiste al ritorno di Tetsujin n.28, tale incontro si rivelerà un punto di fondamentale importanza per il Giappone poiché sarà costretto ad affrontare il passato della guerra e a confrontarsi con esso. Ma il ritorno di Tetsujin è un bene o un male? Esistono altri fantasmi del passato che non possono accettare lo scorrere del tempo? Qual è il misterioso legame che lega Shotaro e Tetsujin?

Imagawa torna in scena con un prodotto particolarmente interessante tra le mani, ovvero il remake del primo anime mecha: Tetsujin 28-go (2004). Un compito particolarmente interessante poiché si tratta del mecha che ha ispirato tutti quelli futuri. Ma Imagawa non ha intenzione di limitarsi ad un semplice remake, infatti decide di reinventare completamente la storia principale, aggiungendo delle tematiche a lui care, come il perenne conflitto tra il bene e il male con le loro numerose sfaccettature e le fonti di energia che spesso possono essere utilizzate come armi. Il tutto permette a Tetsujin 28-go (2004) di apparire come uno degli anime più importanti di Imagawa, insieme a Giant Robot.

L'anime affronta la trama da un punto di vista politico e generale, il che non permette una profonda identificazione dei personaggi e delle loro emozioni personali, ma un forte coinvolgimento di quest'ultimi all'interno della trama. Vi è Shotaro ovvero il giovane ragazzo che manovra a debita distanza il suo robot e lo guida nei suoi numerosi tentativi di proteggere il Giappone dai conflitti che avvengono al suo interno, insieme al protagonista abbiamo Kenji Murasame, un veterano di guerra che entrerà in conflitto con il protagonista fin dal primo episodio, creando quella forte ,ma mai eccessivamente violenta, disputa tra l'utilizzo di un robot come arma o strumento. Insieme ai due protagonisti principali, assisteremo alla comparsa di numerosi individui che avranno una particolare importanza per l'avanzamento della trama, alcuni di loro saranno dei professori che hanno adoperato la scienza per combattere la guerra e che si rifiutano di accettare le ferite che gli ha lasciato quest'ultima, sono uomini che gridano e si disperano, ma soprattutto sono esseri umani. Ognuno di loro avrà un arco narrativo che varia da 1 a 5 episodi, il tutto permetterà di identificare la profondità di tali personaggi e il loro passato. Per quanto possa apparire una scelta alquanto riduttiva e priva di una trama principale, la ritengo decisamente apprezzabile, rispetto al famoso trampolino di lancio composto da 13 episodi, di Shin Mazinger Z. Tuttavia non c'è nulla di cui preoccuparsi, poiché la verità e i suoi numerosi dettagli, verranno svelati pian piano, per poi inaugurare un arco finale emozionante e soddisfacente.

Il lato tecnico appare ben realizzato e allo stesso tempo rende omaggio alla serie originale, grazie allo stile che caratterizza i personaggi principali che rievoca gli anni 70 con una reinterpretazione appartenente ai canoni moderni. Anche i mecha non si sottraggono a tale stile, poiché sono dotati di un aspetto particolarmente bizzarro e poco aggressivo (di certo Tetsujin non appare aggressivo come Mazinger), inoltre il forte realismo della narrazione, porta Tetsujin a soffrire particolarmente di fronte alle battaglie che gli si presentano di fronte, quindi non aspettatevi un paladino della giustizia che finisce l'ennesimo robot con la mossa finale, ma un robot che combatte al meglio delle sue possibilità le sue battaglie.

Anche il soundtrack cerca di omaggiare la serie originale, a partire dalla OP e la Ending, che mostrano un chiaro rimando alle serie vintage (dove spesso si elogia la figura del Robot e del suo pilota), da sottolineare la presenza dei brani che accompagnano i numerosi eventi della serie, specialmente quello che evidenzia gli eventi drammatici.

Tetsujin 28-go (2004) in poche parole appare come uno dei punti di riferimento del lato umano e razionale di ogni anime mecha, il che permette la piena dimostrazione che non tutti gli anime appartenenti a tale genere devono necessariamente lasciarsi andare nella spacconeria e nell'ultramoderno per risultare appetibili.
Tetsujin 28-go (2004) appare anche come un opera particolarmente coraggiosa, sia nel contesto in cui viene inserito (la fine della guerra) sia per i contenuti (i fantasmi della guerra che tornano a tormentare la nuova era), ovvero degli argomenti particolarmente profondi che mirano alla responsabilizzazione dello spettatore riguardo il dramma della guerra e quello che produce, infatti la guerra non finisce con l'ultima arma che smette di sparare, ma continua lasciando delle cicatrici e dei drammi indelebili che tormentano il presente e ne impediscono il progresso, insomma come un'ombra che non cessa di inseguire il suo obiettivo.