Recensione
Shakugan no Shana III (Final)
10.0/10
Recensione di antony110994
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Premetto di aver visto tutte le serie precedenti. Ciò che mi ha sorpreso particolarmente è stato il colpo di scena che vede Yuji e Shana contrapposti. Alla fine della seconda serie mi sarei aspettato il normale prosieguo della storia, ossia il solito nemico molto forte difficile da battere, sconfitto dopo una serie di peripezie e il ricorso al lavoro di squadra. Niente di più sbagliato. Come detto, il colpo di scena mi ha lasciato stupefatto. Il contrapporre i due protagonisti principali delle serie precedenti è stata una scelta azzardata che secondo me ha dato i suoi frutti: anche il cambiamento delle tematiche, passando dai classici scolari che combattono per salvare il mondo a una questione "gnoseologica" su come il male possa essere frainteso. La stessa idea che si è data di moralità nelle serie precedenti, con i Tomogara rappresentati come esseri malvagi e senza scrupoli, nella terza stagione viene sconvolta. Finalmente si può capire come mai i Tomogara si comportino in quel modo, lasciando spazio a un'analisi delle loro motivazioni. E in effetti non credo possano certo essere definite malvagie. Il concetto di malvagio è spesso legato solamente alla natura umana, ma danneggiare gli umani non significa sempre essere malvagio. Come visto nella serie, anche i Tomogara hanno i loro perché, condivisibili o meno. Quindi il mondo che si delinea nella terza serie è un mondo meno contrapposto, volendo più vicino alla realtà: scompare la contrapposizione ideologica tra Tomogara e Flame Haze, tra nero e bianco, per dare un'impostazione meno fondamentalista, creando l'idea di un mondo in cui la giustizia si trova nel mezzo: come dice un vecchio detto "non è solo bianco e nero, ma speso grigio". E questa teoria è splendidamente dimostrata da Yuji, protagonista anche più di Shana. La sua figura è quella che più si avvicina alla figura di un vero essere umano.
Chiunque avesse avuto un piano e avesse avuto la possibilità di portarlo al termine non avrebbe esitato a usare qualsiasi mezzo per compierlo. Il fine non giustifica mai il mezzo, ma grazie alla sua scelta possiamo comprendere le vere motivazioni dei Tomogara e del Bal Masquè. Non sono spinti dalla pura fame di divorare anime umane, non è un "nichilismo" fine a se stesso, ma le loro motivazioni sono ben più profonde: vivere. La loro è una scelta tra la vita e la morte, tra il morire e combattere contro i Flame Haze. E chi siamo noi per mettere in discussione la loro scelta, nessuno avrebbe fatto altrimenti: "Chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso". Questo è quello che Yuji vuole trasmettere, lui decide di combattere in favore del suo ideale.
E' quindi una lotta tra due diverse concezioni del mondo, quella più restrittiva e ancorata alla soppressione e alla "discriminazione" dei Tomogara da parte dei Flame Haze e la lotta per la libertà dei Tomogara stessi. E la clandestinità a cui sono ridotti potrebbe essere vista alla stregua delle società segrete che hanno portato alla nascita di alcune moderne nazioni nel XIX secolo. I Tomogara, costretti alla clandestinità, dopo che il loro diritto alla libertà è stato calpestato, agognano solamente alla loro libertà, magari anche pacifica, al fianco dei Flame Haze. E ci se ne può rendere conto anche solo dal nome dato ad Alastor: "Dio dell'Espiazione": come può un essere giudicare i suoi stessi simili emettendo condanne capitali soltanto per le azioni a cui sono costretti da lui stesso.
Quindi Alastor somma su di sé sia la facoltà di emettere leggi, i codici di comportamento che i Tomogara dovrebbero seguire, sia la possibilità di condannarli. Per tutti questi motivi preferisco di gran lunga questa serie alle precedenti, e mi sento di darle il voto che le spetta: 10.
Chiunque avesse avuto un piano e avesse avuto la possibilità di portarlo al termine non avrebbe esitato a usare qualsiasi mezzo per compierlo. Il fine non giustifica mai il mezzo, ma grazie alla sua scelta possiamo comprendere le vere motivazioni dei Tomogara e del Bal Masquè. Non sono spinti dalla pura fame di divorare anime umane, non è un "nichilismo" fine a se stesso, ma le loro motivazioni sono ben più profonde: vivere. La loro è una scelta tra la vita e la morte, tra il morire e combattere contro i Flame Haze. E chi siamo noi per mettere in discussione la loro scelta, nessuno avrebbe fatto altrimenti: "Chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso". Questo è quello che Yuji vuole trasmettere, lui decide di combattere in favore del suo ideale.
E' quindi una lotta tra due diverse concezioni del mondo, quella più restrittiva e ancorata alla soppressione e alla "discriminazione" dei Tomogara da parte dei Flame Haze e la lotta per la libertà dei Tomogara stessi. E la clandestinità a cui sono ridotti potrebbe essere vista alla stregua delle società segrete che hanno portato alla nascita di alcune moderne nazioni nel XIX secolo. I Tomogara, costretti alla clandestinità, dopo che il loro diritto alla libertà è stato calpestato, agognano solamente alla loro libertà, magari anche pacifica, al fianco dei Flame Haze. E ci se ne può rendere conto anche solo dal nome dato ad Alastor: "Dio dell'Espiazione": come può un essere giudicare i suoi stessi simili emettendo condanne capitali soltanto per le azioni a cui sono costretti da lui stesso.
Quindi Alastor somma su di sé sia la facoltà di emettere leggi, i codici di comportamento che i Tomogara dovrebbero seguire, sia la possibilità di condannarli. Per tutti questi motivi preferisco di gran lunga questa serie alle precedenti, e mi sento di darle il voto che le spetta: 10.