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"Detroit Metal City" è una serie fottutamente geniale. Non ricordo un anime che mi aveva sorpreso così, soprattutto per il tema trattato; infatti ci troviamo proiettati all'interno dell'oscuro mondo della musica metal, considerata la musica del diavolo. Viene dimostrato come dietro alla maschera di duri e violenti, a volte ci sono persone tranquillissime che fanno quel genere musicale solo per spettacolo o, in questo caso, quasi per sbaglio.

Soichi Negishi è un ragazzo proveniente dalla campagna giapponese che, a causa dell'università, si trasferisce a Tokyo. Armato di chitarra sulle spalle, il suo sogno è di suonare all'interno di un gruppo inspirato al pop svedese, ma senza un motivo invece diventerà l'icona del Death Metal nipponico con il suo gruppo composto da animali da palco, i Detroit Metal City. Soichi diventerà l'anima della band, personificando Johannes Krauser II, che grazie alle sue performance strabilianti diventerà agli occhi dei fan un mito immortale e da imitare in tutto e per tutto. Soprattutto dovrà resistere nei momenti in cui questa dualità si farà pesante, come in famiglia, davanti ai suoi ex amici o a Yuri Aikawa, sua musa ispiratrice.
Gli altri personaggi sono di contorno e arricchiscono la trama con delle gag davvero divertenti. I più simpatici sono sicuramente il batterista, Camus, che continua a suonare anche se intorno a lui divampasse un incendio, e la presidentessa della casa discografica, che sprona Negishi ad avere un comportamento da vero metallaro e a sfornare canzoni che la facciano 'bagnare'.

L'anime è composto da 12 episodi divisi in due da circa 5 minuti ciascuno, quindi un'opera breve e che si lascia guardare senza annoiare, anche perché in ogni episodio ci sono gag nuove che fanno sganasciare dalle risate. I personaggi non vengono caratterizzati al meglio, perché non ce n'è bisogno: sono le loro azioni irriverenti, maleducate e contro il buoncostume a farci capire come sono. Anche i disegni non sono eccezionali, ma vengono compensati da un reparto sonoro ottimo, a partire dal doppiaggio, con il divertente passaggio di voci tra Negishi e Krauser, fino alle sigle. A riguardo, da notare la sostanziale differenza tra l'opening, 'Satsugai' ("Trucidalo"), una canzone di puro metal che carica e incita quasi alla visione, e l'ending, 'Warui koibito', una ballata pop che esprime la diversità tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere il protagonista.

In conclusione, quest'anime è davvero una boccata d'aria fresca rispetto a ciò che c'è in giro. E' qualcosa di nuovo e divertente, che puntata dopo puntata fa venire il desiderio di vederlo sempre più. E' per questo motivo che gli do un bel 8, che è più che meritato.