Recensione
Dopo il successo da oscar del kolossal La tigre e il dragone di Ang Lee e la ribalta mondiale del genere wuxiapian, anche il geniale regista Zhang Yimou (già Leone d'oro con Lanterne rosse) si cimenta in un film in costume votato all'avventura rocambolesca e romantica.
Siamo nella Cina del IX secolo durante il declino della dinastia Tang e la Casa dei Pugnali volanti è una setta segreta che trama nell'ombra per rovesciare il cattivo governo. Mei è una giovane geisha sospettata di appartenere al clan ribelle. Quando due guardie imperiali, nel tentativo di stanare i cospiratori, decideranno di agire sotto copertura usando Mei come esca, l'amore galeotto sconvolgerà i loro piani…
Il film è un piccolo concentrato di perizia tecnica ed eleganza stilistica: una favola sospesa nel tempo e avvolta da un velo di poesia. Svincolata dai toni epici e ingombranti di Hero, la vicenda assume i contorni circoscritti di una trama poliziesca in cui si innesca il meccanismo perverso dell'intreccio sentimentale. Sul piano visivo spicca la sontuosa fotografia di Christopher Doyle, con la sua puntigliosa cura dell'inquadratura e un sistematico cambio di filtri cromatici a seconda delle scene. Le spettacolari scenografie e i raffinatissimi costumi completano il quadro. Il regista, con consumata maestria e innato gusto estetico, in ogni scena riesce a sorprendere con qualche piccola meraviglia. In particolare colpiscono i coreografici duelli all'arma bianca sui quali spicca l'incredibile sequenza del "passo dell'eco danzante", quest'ultima di una bellezza mozzafiato.
Il cast annovera bravi attori perfettamente a loro agio nei personaggi: si tratta di Andy Lau e Takeshi Kaneshiro, nel ruolo dei due amici/rivali, e della bellissima e bravissima Zhang Ziyi, che qui mette in mostra tutti i suoi talenti, dalla danza al canto e, non ultima, la recitazione: davvero notevoli i suoi progressi dai tempi de La tigre e il dragone, ora si muove con la sicurezza di un'attrice consumata.
Zhang Yimou ci regala un film ispirato e affascinante e con la sua direzione virtuosistica riesce a nobilitare in arte un genere popolare, votato all'azione pura, come il wuxia. La sua inesauribile ispirazione e la sua abilità dietro la macchina da presa ne fanno un autore di assoluto valore nel panorama mondiale e senza dubbi il più famoso regista cinese di tutti i tempi.
Siamo nella Cina del IX secolo durante il declino della dinastia Tang e la Casa dei Pugnali volanti è una setta segreta che trama nell'ombra per rovesciare il cattivo governo. Mei è una giovane geisha sospettata di appartenere al clan ribelle. Quando due guardie imperiali, nel tentativo di stanare i cospiratori, decideranno di agire sotto copertura usando Mei come esca, l'amore galeotto sconvolgerà i loro piani…
Il film è un piccolo concentrato di perizia tecnica ed eleganza stilistica: una favola sospesa nel tempo e avvolta da un velo di poesia. Svincolata dai toni epici e ingombranti di Hero, la vicenda assume i contorni circoscritti di una trama poliziesca in cui si innesca il meccanismo perverso dell'intreccio sentimentale. Sul piano visivo spicca la sontuosa fotografia di Christopher Doyle, con la sua puntigliosa cura dell'inquadratura e un sistematico cambio di filtri cromatici a seconda delle scene. Le spettacolari scenografie e i raffinatissimi costumi completano il quadro. Il regista, con consumata maestria e innato gusto estetico, in ogni scena riesce a sorprendere con qualche piccola meraviglia. In particolare colpiscono i coreografici duelli all'arma bianca sui quali spicca l'incredibile sequenza del "passo dell'eco danzante", quest'ultima di una bellezza mozzafiato.
Il cast annovera bravi attori perfettamente a loro agio nei personaggi: si tratta di Andy Lau e Takeshi Kaneshiro, nel ruolo dei due amici/rivali, e della bellissima e bravissima Zhang Ziyi, che qui mette in mostra tutti i suoi talenti, dalla danza al canto e, non ultima, la recitazione: davvero notevoli i suoi progressi dai tempi de La tigre e il dragone, ora si muove con la sicurezza di un'attrice consumata.
Zhang Yimou ci regala un film ispirato e affascinante e con la sua direzione virtuosistica riesce a nobilitare in arte un genere popolare, votato all'azione pura, come il wuxia. La sua inesauribile ispirazione e la sua abilità dietro la macchina da presa ne fanno un autore di assoluto valore nel panorama mondiale e senza dubbi il più famoso regista cinese di tutti i tempi.