Recensione
Ecco un mondo che ci eravamo dimenticati. Un mondo di cose piccole piccole, insignificanti a tal punto da essere oramai relegate al di fuori del nostro quotidiano. Archiviate sotto volute di sogni di ben altro livello e decorazione, in quella complessità in cui ci illudiamo di trovare la soluzione al nostro continuo cercare. La peggior condanna per l'uomo che diventa adulto del resto è forse quella di perdere contatto con la semplicità. Smarriamo il piacere di accorgersi di dettagli che oramai diamo per assodati perché sono troppo a portata di mano. Siamo grandi per certe cose e non diamo valore a tutto ciò che ci circonda in abbondanza. Così non ci resterebbe che poter tornare bambini oppure osservarne qualcuno mentre esplora il mondo a gattoni per far affiorare ricordi sopiti e risvegliare in parte quei piaceri dimenticati. Ma le cose semplici ci riescono difficili, abbiamo imparato ad andare solo in avanti e fare passi a ritroso non è contemplato. Dobbiamo dimenticare la lezione razionale, immergerci in una dimensione diversa e vedere con occhi nuovi. Ed è qui che ci tende la mano Arrietty, una creatura piccola piccola capace di ricordarci come questo mondo è fatto veramente. Una goccia di rugiada che scivola tra le nervature di una foglia, il tè che stilla denso da una minuscola teiera, un orologio che rintocca maestoso nel buio di una stanza come in un austero teatro semibuio, una trasparenza di foglie e di fazzoletti di carta che lasciano appena trasparire un mondo di silhouette, permettendoci di immaginare come esso sia veramente interpretando luci e ombre. Il linguaggio di Arrietty è ricco di immagini e suggestione, è potente ed evocatore, soffia la polvere dall'album di ricordi che ognuno di noi custodisce nel cuore. E quando ci svegliamo alla fine del sogno, come potremo mai guardarci ancora attorno con il nostro sguardo severo da adulto. Per qualche tempo un po' di polvere di fata ci rimarrà tra gli occhi e ci ritroveremo a cercare gli gnomi tra le edere e i fiori dell'orto. E forse avremo imparato dalla piccola bimba che vive sotto il pavimento e inizieremo a lasciarci insegnare da chi ne sa meno di noi.