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Un anime che ricerca un equilibrio tra tragedia e commedia, ecco che cos'è "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster".

La storia inizia con elementi a prima vista molto disparati tra loro: una bella e giovane maga è confinata su un'isola deserta in mezzo all'oceano, un fratello disperato per l'apparentemente assurdo omicidio della idolatrata sorella cerca la sua vendetta, strani bulbi oculari giganti sorgono dalla terra causando morte e distruzione. Da questo guazzabuglio, emergono i due protagonisti (il fratello senza pace della ragazza assassinata, Mahiro, e il suo amico, Yoshino), e un'oscura e tremenda minaccia al genere umano.
Passata l'indigestione iniziale, la trama inizia a dipanarsi e ad intrigare lo spettatore, grazie alle personalità estremamente enigmatiche e interessanti dei due amici, e al disperato clima di apocalisse in atto. Tutto questo circa nei primi dieci episodi; da qui in poi, il registro cambia. Se la prima parte della serie corrispondeva infatti alla "tragedia", la seconda acquista i caratteri della "commedia", con una subitanea perdita di spessore dei personaggi, con una immancabile storia d'amore (a mio dire, completamente inopportuna e inutile) e con un generale rilassamento del clima. Tutto questo provoca una forte caduta di stile dell'intera opera e un crollo della valutazione.

Passando ad aspetti più tecnici, la grafica è veramente meravigliosa, con un tratto nitidissimo e un fantastico uso del colore; anche le musiche sono molto coinvolgenti e azzeccate (in particolare quella che si sente durante i vari combattimenti).
In definitiva, "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è un' opera nettamente divisa in due: se la prima parte è da nove, la seconda raggiunge a malapena la sufficienza, e il finale stesso lascia allo spettatore l'impressione che sia stata buttata via una grande storia.