Recensione
Jin-Roh - Uomini e lupi
10.0/10
Finalmente ho trovato l'umore giusto per vederlo, Jin-Roh è un'opera davvero ben confezionata sotto ogni aspetto, ed è pure difficile trovare qualcosa da aggiungere alle recensioni già realizzate che descrivono appieno l'efficacia di questo racconto.
Effettivamente c'è poco da dire o meglio da criticare, trama ben architettata, belli i colpi di scena, bella l'idea di intrecciare il racconto con la favola, favolosa la tecnica, il disegno, la fluidità dell'animazione e soprattutto la bellezza delle emozioni che traspaiono dai volti dei personaggi. I colori scelti rendono l'idea di un racconto retrò, con tinte forti solo dove è strettamente necessario. Tutta questa architettura è sostenuta da una colonna sonora che lascia senza parole, azzeccata in ogni momento, in grado andare ben oltre le immagini e le parole del film, tanto che solo riascoltandola è possibile rivivere per intero il racconto.
Lasciando il comparto tecnico voglio parlare non tanto della trama come tale, ma per quello che lascia, per come si trascina sino al finale che arriva inevitabile come una mannaia. Il racconto ha un buon ritmo, i personaggi sono ben descritti, con la loro forza e la loro fragilità, costretti a recitare la loro parte sino alle conseguenze ultime, senza enfatizzare nulla, senza scenate, senza urli esasperati o pianti interminabili, un racconto duro e crudo come solo la realtà può essere.
Effettivamente c'è poco da dire o meglio da criticare, trama ben architettata, belli i colpi di scena, bella l'idea di intrecciare il racconto con la favola, favolosa la tecnica, il disegno, la fluidità dell'animazione e soprattutto la bellezza delle emozioni che traspaiono dai volti dei personaggi. I colori scelti rendono l'idea di un racconto retrò, con tinte forti solo dove è strettamente necessario. Tutta questa architettura è sostenuta da una colonna sonora che lascia senza parole, azzeccata in ogni momento, in grado andare ben oltre le immagini e le parole del film, tanto che solo riascoltandola è possibile rivivere per intero il racconto.
Lasciando il comparto tecnico voglio parlare non tanto della trama come tale, ma per quello che lascia, per come si trascina sino al finale che arriva inevitabile come una mannaia. Il racconto ha un buon ritmo, i personaggi sono ben descritti, con la loro forza e la loro fragilità, costretti a recitare la loro parte sino alle conseguenze ultime, senza enfatizzare nulla, senza scenate, senza urli esasperati o pianti interminabili, un racconto duro e crudo come solo la realtà può essere.