Recensione

Recensione di Hachiko94 - 21 gennaio 2014

Cyclops Shoujo Saipuu è un anime composto da 12 episodi di breve durata, tratto dal manga omonimo di Yasu Tora. L'anime parla di Saipuu, una giovane ragazza che viene soprannominata "saipu" a causa della sua acconciatura che, coprendole un occhio, ricorda proprio un ciclope.
Saipuu è una ragazza bella, alta e formosa, potrebbe tranquillamente avere una schiera di spasimanti al suo seguito, ma ahimè è innamorata di suo fratello…
L'anime in sé non è realizzato male, gli episodi sono dei corti e il primo obiettivo sarebbe quello di far ridere, ma passati alcuni episodi il resto è noia.
Ci sono sì scene divertente ed equivoche, ma ce ne sono anche di ambigue e strane: prima di tutto, parlando dei personaggi, perché realizzare le coetanee di Saipuu come delle bambine?
Saipuu sembrerebbe una ragazza che appena iniziato il liceo, le sue amiche le elementari. Da questo fatto alcune scene mi sono sembrate di cattivo gusto, o almeno fuori luogo vederle pronunciate da delle bambine.
Parliamo poi del lato sentimentale della storia: perché innamorarsi del proprio fratello? Fosse un bel tipo potrei anche capire farsi qualche pensierino, ma il fratello è abbastanza bruttino, un tipo che passa inosservato, mentre Saipuu vorrebbe sposarsi con lui e questo è anche uno dei motivi che mi fanno bocciare l'opera.
L'anime è poi un continuo di alti e bassi, in un episodio non smetti di ridere per le scene rappresentate, in quello dopo, invece, non si fa che sbadigliare… Per questo motivo penso che se l'anime fosse stato più lungo (anche solo di 10 minuti, non c'era bisogno di fare una serie da 24 minuti) avrebbe reso di più, le situazioni sarebbero stato più esilaranti. Poi non sarebbe stata una cattiva idea togliere quei 5 secondi fra una scena e l'altra.
Insomma, senza infamia e senza lode, un anime che personalmente non consiglierei mai di guardare, nemmeno per passare il tempo, perché non trasmette nulla, non si fa ricordare… non lascia alcunchè.
Esistono corti migliori e questo non si merita neanche la sufficienza.