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8.0/10
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Maschio, eterosessuale, 26 anni, unica serie KyoAni visionata precedentemente: La Malinconia di Haruhi Suzumiya, che nemmeno m'impressionò più di tanto, per quanto carino.
Ho voluto specificare questi dettagli sulla mia persona immediatamente, perché l'anime qui preso in esame, Free!, ad una prima occhiata può sembrare nulla più che un catino di fanservice per il pubblico femminile o orientato sessualmente verso i bei ragazzi in generale, e di conseguenza quanto di più lontano dal tipo di "utenza" a cui dovrei appartenere io: gli elogi che verranno elargiti a questa serie giungono dunque da qualcuno che si trova agli antipodi rispetto al target di riferimento (o presunto tale) della serie stessa, e dunque non accecati dai tartarugosi addominali dei cinque protagonisti di quest'anime.
C'era una volta, neanche troppo tempo fa, una novel su un quintetto di giovani nuotatori delle scuole elementari, e c'è ora una serie animata che narra di quegli stessi giovani "meno giovani", giunti all'età del liceo, che si riuniscono dopo un periodo di distanza e tutto quel che ne comporta, tra incomprensioni, differenze e qualche piccolo mistero.
Free! non pretende di raccontare storie epocali, ascese clamorose di giovani straordinari che nuotano come motoscafi pronti a raggiungere il tetto del mondo prima della maggiore età: è una storia semplice di gente (più o meno) semplice che affronta una fase della vita che, bene o male, tutti affrontiamo, vivendo una passione comune a moltissime persone e che risulta condivisibile con molti loro coetanei "reali" in giro per il mondo.
Non è dunque troppo diverso, in questo senso, dal classico film americano dove c'è il classico padre che incita il classico figlio un po' sfigato a dare il massimo nella classica partita di baseball della scuola, una storia sportiva "normale" a livello amatoriale, dove sono più importanti i sentimenti dei protagonisti che le gare in sé, per quanto l'agonismo stesso sia il perno della vicenda.
Tutto è trattato in maniera estremamente emotiva, senza mai oltrepassare il limite della lagna, ma portandoci molto in profondità nella psicologia dei personaggi e, in alcuni casi, nei loro traumi passati, spingendoci ad empatizzare molto con loro.
Nonostante le apparenze, infatti, Free! si dimostra molto più serio di quanto potrebbe sembrare, con i suoi protagonisti segnati da vicende più o meno traumatiche che verranno a galla a poco a poco, nel corso dello scorrere dei 12 episodi, consentendoci d'immergerci nelle loro avventure (e disavventure) passate, spesso in grado di emozionare e commuovere uno spettatore già di per sé portato a lasciarsi coinvolgere emotivamente da ciò che appare sul suo schermo.
Parlando di ciò che appare sullo schermo, non c'è dubbio che alla Kyoto Animation si siano impegnati parecchio sul lato estetico: le animazioni delle scene di nuoto sono incredibilmente realistiche, per quanto non sia solo in quelle occasioni che la fluidità dei movimenti dà il meglio di sé; i riflessi di luce dell'acqua sono meravigliosamente brillanti e conferiscono al tutto un aspetto ancor più spettacolare, e poi, be', poi ci sono i personaggi.
Inutile nascondersi dietro a un dito, i protagonisti di Free! sono dei bei ragazzi fatti e finiti, che sicuramente ammalieranno la stragrande maggioranza dell'utenza femminile, ma tutto ciò, per quanto palesemente la casa di produzione ci abbia marciato sopra abbastanza, nasce da una premessa inevitabile: il nuoto è, con ogni probabilità, la disciplina che più di tutte sviluppa muscolarmente in maniera omogenea e ben definita tutto il corpo, per cui sarebbe stato, anzi, un errore rendere meno fisicati i personaggi coinvolti in questo sport.
Ovviamente, trovandosi costretti a disegnare dei ragazzi muscolosi, i membri di Kyoani si sono lasciati trasportare e ne hanno approfittato per renderli dei veri e propri bishonen da sogno.
E' questo un male?
No, è la mia opinione, perché considerate le basi tutto questo è quasi inevitabile e, in un mondo di animazione giapponese dove i personaggi maschili hanno fisici statuari di default da più di trent'anni, con casi più unici che rari (Kenshiro non può avere una corporatura del genere senza una nutrizione adeguata e un allenamento costante, e in un mondo dove è tutto deserto e si fa fatica anche solo a trovare l'acqua, come fa ad essere così? O, altro esempio più recente, Rufy passa le sue giornate a ridersela e mangiare carne, come fa ad avere l'addominale scolpito?), per una volta che questo bell'aspetto è giustificato (e rende felice il pubblico femminile, in un regno dove ogni ragazza o donna ha un corpo da modella a priori) ben venga, tanto, al pubblico maschile tutto questo non toglie o aggiunge nulla.
Certo, poi c'è Rin che ha una dentatura a trappola per orsi che risulta un po' strana, a meno che non si limi i denti, ma quello è un dettaglio secondario, forse più una rappresentazione grafica del suo carattere che altro, senza contare i classici colori di capelli improbabili, che però sono effettivamente un cliché affermato da sempre.
Anche il lato musicale dell'anime sa difendersi più che bene, con un'energica opening e una divertente ending a fare da cornice ad una colonna sonora ben riuscita, in grado di accompagnare in maniera efficace gli eventi che si susseguono durante lo svolgimento della trama, momenti introspettivi o drammatici compresi, in modo da fare da "scivolo sentimentale" per l'animo di chi guarda facendolo commuovere (o esaltare) ancor di più.
A questo si aggiunge un ottimo lavoro da parte dei doppiatori, molto "presi" dai loro personaggi e decisamente adatti al ruolo, senza che nessuna voce risulti sgradevole o inappropriata.
Ciò a cui bisogna stare però più attenti, quando ci si approccia a Free!, è il timore nei confronti di un'eventuale presenza massiccia di scene con suggerimenti Boy's love (o addirittura Yaoi) tra i protagonisti: per quanto alcuni punti giochino palesemente con la mente dello spettatore più malizioso (ma possono essere contati sulle dita di una mano), in realtà quello che potrebbe essere visto come comportamento "gayyyyyyyy" (stile fochina che urla) altri non è che una rappresentazione più sentimentalista dell'amicizia tra uomini, un'amicizia che si allontana dal luogo comune che vuole due amici maschi vivere il loro legame tra discorsi su sport vari accompagnati da genitali femminili e paragoni suino/cinefili a divinità varie utilizzati a mo' di congiunzioni, "litri di bbbirra" (cit.) e gare di rutti, ma qualcosa di, appunto, più sentimentale e delicato.
Che però non è necessariamente un flirtaggio selvaggio, semplicemente si tratta di una manifestazione dei sentimenti più diretta e genuina, per quanto non ce la si aspetta spesso dai maschietti.
Ma questo non deve assolutamente fare paura, perché fuggendo a gambe levate da Free! come fosse la gayezza personificata (che poi le storie d'amore omosessuali non è che sono il male eh, indipendentemente che siano gay o lesbo) ci si priva di un anime magari non epocale, ma sicuramente gradevole ed emozionante in maniera "semplice", senza lanciarsi in apocalismi o vicende fuori dall'ordinario, ma semplicemente narrando le gesta di un gruppo di ragazzi comuni ("magari fossero comuni", dirà qualche donzella) nelle loro complessità, che vivono una vita che ruota intorno ad un loro grande amore (quello per l'acqua, ovviamente).
Tutto ciò che bisogna fare è liberarsi dalle catene del pregiudizio e tuffarsi nella visione, completamente liberi.
Completamente "Free".