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E la coppa d'oro, anzi di platino, per il premio "Serie più snobbata da tutti", signore e signori, va a... Druaga no To!
Okay, torno serio. Druaga no To (chiamato anche The Tower of Druaga) è uno degli anime più belli ed interessanti che io abbia mai visto. Una storyline molto classica, ma proprio per questo originale, personaggi che sembrano usciti da un GDR, l'aria di avventura che si respira in ogni puntata... non so cosa sia a farmi amare questo anime. Probabilmente l'unione di tutte le caratteristiche sopracitate. Ma perché ve ne sto parlando nella prefazione? Iniziamo subito con la recensione vera e propria!

Trama e svolgimento: la trama è molto classica, e ad un primo sguardo banale. La storia prende inizio 60 anni dopo che l'eroe Gilgamesh ha sconfitto il mostro Druaga e riportato la pace nel regno che lui ora governa; la torre di Druaga, la stessa che l'eroe scalò sessant'anni prima, è ricomparsa, con ancor più mostri e insidie di prima, e ai suoi piedi una ricca città di commercianti vede arrivare decine, anzi centinaia di "scalatori", avventurieri che vogliono conquistare la torre per mettere le mani sul leggendario tesoro che, si dice, permetta a chi lo ottiene di esprimere un desiderio qualunque. E così, in quest'atmosfera ricca di avventura, un'atmosfera che ho ritrovato soltanto di recente grazie a Magi, le vicende si sviluppano intorno a Gil e al suo scanzonato gruppo di scalatori, che si apprestano a raggiungere la cima facendo concorrenza a Neeba (il fratello di Gil), ad un malvagio individuo dagli oscuri obiettivi, e all'esercito imperiale che, nel disprezzo degli scalatori, vuole conquistare la torre in nome del re Gilgamesh.
Come ho detto, la trama è molto tradizionale, ma non per questo è banale. Anzi, gli avvenimenti saranno quanto mai originali grazie all'ironia che pervade la serie, che a volte sfocia nella più totale parodia dei GDR, ma anche all'incredibile varietà di situazioni in cui i nostri eroi verranno catapultati. Non ridevo e non mi facevo coinvolgere così tanto da un anime da tanto tempo. E nonostante i numerosi siparietti comici, l'anime si dimostra capace di rendere al meglio anche le situazioni più drammatiche, soprattutto negli ultimi episodi.

Personaggi: i personaggi risultano un tantino stereotipati, più adatti ad un semplice anime demenziale che non alla trama in cui si muovono. Nonostante ciò, li promuovo a pieni voti: il classico "eroe altruista", il simpaticissimo "mago burbero", e così via, mi hanno tenuto compagnia meglio di chiunque altro attraverso dodici puntate in cui, spaziando dalla commedia demenziale al dramma, si sono quasi rivelati, nei loro stereotipi, più verosimili di molti altri; non si sono mai comportati in modo assurdo (cioè, non in modo assurdo relativamente allo stereotipo che incalzavano), sono rimasti piuttosto fedeli a loro stessi e ai loro ideali, ma nonostante ciò hanno anche compiuto un'evoluzione psicologica (e a tal proposito cito soprattutto Ahmey).

Grafica: la grafica dell'anime è buona, anzi ottima, con buoni fondali (anche se, a volte, li ho trovati leggermente ripetitivi, sebbene non mi abbiano mai stancato), ottimo chara design sia per i mostri che per i personaggi (che si rifanno alle tradizionali "classi" dei GDR, apportando qualche originale variazione), animazioni fluide che danno il meglio di sé durante i combattimenti. Molto, troppo fastidiosa la CG del "boss finale" (non faccio nomi per ovvi motivi di spoiler), davvero fuori luogo, soprattutto visto che risalta come un pugno in un occhio.

Combattimenti: un buon fantasy che si rispetti deve avere combattimenti degni di questo nome, e Druaga no To non fa eccezione. I combattimenti variano da un tono più ironico ad uno più drammatico, e hanno il loro culmine nello spettacolare combattimento finale. L'idea di suddividere i personaggi in "classi", come nei giochi di ruolo (mago, lanciere, sacerdote, arciere, e così via), mi è piaciuta davvero molto, regala ad ogni personaggio un proprio stile di combattimento che lo individualizza dagli altri e, quindi, rende i combattimenti più vari ed interessanti. In più, ho trovato originale le variazioni ai temi, come il fatto che il mago, per i suoi incantesimi, usi una mazza da golf (!), oppure gli scudi dei soldati e del protagonista, che si "impiantano" letteralmente nel terreno.

Conclusione: in conclusione, com'è Druaga no To? Un ottimo anime, un buon esponente del suo genere ed un interessante visione che, con sole dodici puntate (più le dodici della seconda serie), non cade nel "già visto" e non stanca prima del tempo. Ha i suoi difetti, tra cui quello che spicca maggiormente, credo, sia il fatto che la trama prenda il volo solo dopo un po' di puntate, poiché nelle prime viene nascosta, oserei dire soffocata da siparietti comici che, seppur molto divertenti, non portano di per sé a niente. Consiglio tuttavia l'anime, per una buona grafica, una solida trama, ottimi combattimenti e simpatici episodi comico/demenziali che fanno il loro lavoro. Non è un capolavoro, ma è abbondantemente superiore alla media e, a mio parere, meriterebbe davvero più fama di quanta ne abbia guadagnata.
Mi sento di segnalare la totale assenza di fanservice, pregio non da poco visti i tempi correnti in cui, ahimè, il 99% degli anime ne risulta pieno; in più, nonostante di solito non ci faccia caso (dal momento che la salto quasi sempre a piè pari), mi è piaciuta molto l'intro, davvero divertente e originale, in cui i personaggi dell'anime sono trasposti nel mondo reale.

Voto: 8 1/2