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"Si alza il vento, bisogna tentare di vivere".

Dopo aver visto questo film si intuisce quanto amore, determinazione e realtà ha messo lo stesso Miyazaki nello scrivere e dirigere questo ultimo film, e intenzionalmente ti fa aprire gli occhi pieni di lacrime, ma allo stesso tempo ti dà speranza e dentro di te ti senti dire: "Sii ambizioso e non perdere di vista il tuo unico sogno, perché io come vedi non l'ho fatto".
Nell'opera si vede anche il grande terremoto che scatenò caos e putiferio in tutto il Giappone e che il maestro ha cercato di presentare nel modo più realistico-fantasioso che ha potuto, senza tralasciare la tristezza che causò, senza aver ripercussioni negative sul personaggio, che, come visto, non si abbatte, anzi cerca di dare il meglio di sé.
Gli elogi che fa il maestro al costruttore Caproni sicuramente non mancano, essendo lui stesso la persona che spingerà il nostro caro Jiro a realizzare il proprio interesse con un dialogo molto semplice ma pieno di speranza e che ti dà quella spinta che serve. La realtà è sempre presente in questo film, che stranamente non sfocia in un mondo di fantasia e divertimento, ma cerca di prepararti al futuro come meglio può, mettendo però anche un po' d'immaginazione che non guasta mai.

I personaggi disegnati nel classico stile Ghibli che ricordano la dolce Sophie e la piccola innocente Ponyo sono normalissime persone che vedi ogni giorno e che, come visto, non smettono mai e poi mai di fare ciò che amano, che sia disegnare aerei, che però sono destinati a quello che forse più odi, o che sia di rimanere fino all'ultimo insieme alla persona che più ami.
Il finale è stata una nuova e ultima carta che ha scoperto lo stesso Miyazaki, forse per farci vedere che le persone intorno a noi sono più importanti di quanto pensiamo e che forse senza di essa non si potrebbe mai far alzare il proprio vento.