Recensione
Si alza il vento
6.0/10
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
A mio parere, un titolo estremamente sopravvalutato. Il mio parere personale è che la grande acclamazione critica di questo film sia legata, molto semplicemente, al nome del suo regista: se non fosse apparso il nome di Miyazaki in quest'opera, non ho dubbi sul fatto che i giudizi sarebbero stati molto meno indulgenti.
"Si alza il vento" è un anime dalle pretese mature, che vuole raccontare - con riferimenti storici molto precisi - le vicende di un progettista giapponese (realmente esistito), all'inseguimento del proprio sogno di progettare l'aereo perfetto. La trama si sviluppa dall'infanzia del protagonista alla morte della sua amata, raccontando... un bel niente.
Il film è zeppo di scene che sembrano essere messe lì allo scopo di essere semplici "filler": una grande quantità di sequenze che di per sé potrebbero essere molto suggestive, se non fosse per il fatto che i loro protagonisti dimostrano una piattezza caratteriale che mai si è vista in un film di Miyazaki.
In alcune recensioni c'è chi dice che tutti i personaggi sono memorabili: non è vero. Le loro battute sono estremamente banali e monotone, e non denotano nulla all'infuori del "cliché". Frasi come "Si alza il vento, eppur bisogna vivere" e "E' bello essere in vita" lasciano a bocca aperta, perché non accompagnate da alcun tipo di riflessione, profonda o meno. Nessun personaggio, nemmeno lo stesso protagonista, arriva mai a esprimere una complessità emotiva o una determinata caratteristica comportamentale da farlo emergere rispetto agli altri: sembra quasi che Miyazaki, ripescando dal suo famoso immaginario per cui in tanti lo hanno amato, abbia proposto nient'altro che una lunga carrellata di comparse.
Uno dei punti centrali del film è la storia d'amore, che di per sé avrebbe il potenziale per risultare drammatica e struggente, ma... ahimè, persino l'amata altro non è che una vuota comparsa. La prima apparizione vera e propria della donna si colloca nella seconda metà del film, e in capo a un'ora lo spettatore vede il protagonista innamorarsi di lei, vede lei ammalarsi, lui andare al suo capezzale, sposarla e poi assisterne la morte. Il tutto così in fretta, e correlato alle solite battute imbarazzanti e insignificanti, da non coinvolgere uno spettatore critico, che sia consapevole del fatto che, pur trattandosi di un film di Miyazaki, questo non si possa considerare un capolavoro a priori.
Non c'è nessun modo di affezionarsi ai personaggi: entrano, parlottano ed escono di scena alla velocità della luce, senza compiere nulla di rilevante, e lasciando intuire una certa trascuratezza nella caratterizzazione.
Le musiche magistrali di Joe Hisaishi e le stupende illustrazioni che hanno reso Miyazaki il famoso regista che è salvano il film dall'insufficienza.
Invito chi si apprestasse a vedere per la prima volta questo film a non lasciare che la propria opinione sia influenzata dall'importante nome del suo regista, ma che lo osservi in maniera critica e priva di pregiudizi (sia positivi che negativi, ovviamente), in modo da interpretare il film per quello che è, e non per chi lo ha girato.
Siamo davvero sicuri che se l'autore fosse stato qualcun altro, quest'opera avrebbe ottenuto il medesimo successo?
A mio parere, un titolo estremamente sopravvalutato. Il mio parere personale è che la grande acclamazione critica di questo film sia legata, molto semplicemente, al nome del suo regista: se non fosse apparso il nome di Miyazaki in quest'opera, non ho dubbi sul fatto che i giudizi sarebbero stati molto meno indulgenti.
"Si alza il vento" è un anime dalle pretese mature, che vuole raccontare - con riferimenti storici molto precisi - le vicende di un progettista giapponese (realmente esistito), all'inseguimento del proprio sogno di progettare l'aereo perfetto. La trama si sviluppa dall'infanzia del protagonista alla morte della sua amata, raccontando... un bel niente.
Il film è zeppo di scene che sembrano essere messe lì allo scopo di essere semplici "filler": una grande quantità di sequenze che di per sé potrebbero essere molto suggestive, se non fosse per il fatto che i loro protagonisti dimostrano una piattezza caratteriale che mai si è vista in un film di Miyazaki.
In alcune recensioni c'è chi dice che tutti i personaggi sono memorabili: non è vero. Le loro battute sono estremamente banali e monotone, e non denotano nulla all'infuori del "cliché". Frasi come "Si alza il vento, eppur bisogna vivere" e "E' bello essere in vita" lasciano a bocca aperta, perché non accompagnate da alcun tipo di riflessione, profonda o meno. Nessun personaggio, nemmeno lo stesso protagonista, arriva mai a esprimere una complessità emotiva o una determinata caratteristica comportamentale da farlo emergere rispetto agli altri: sembra quasi che Miyazaki, ripescando dal suo famoso immaginario per cui in tanti lo hanno amato, abbia proposto nient'altro che una lunga carrellata di comparse.
Uno dei punti centrali del film è la storia d'amore, che di per sé avrebbe il potenziale per risultare drammatica e struggente, ma... ahimè, persino l'amata altro non è che una vuota comparsa. La prima apparizione vera e propria della donna si colloca nella seconda metà del film, e in capo a un'ora lo spettatore vede il protagonista innamorarsi di lei, vede lei ammalarsi, lui andare al suo capezzale, sposarla e poi assisterne la morte. Il tutto così in fretta, e correlato alle solite battute imbarazzanti e insignificanti, da non coinvolgere uno spettatore critico, che sia consapevole del fatto che, pur trattandosi di un film di Miyazaki, questo non si possa considerare un capolavoro a priori.
Non c'è nessun modo di affezionarsi ai personaggi: entrano, parlottano ed escono di scena alla velocità della luce, senza compiere nulla di rilevante, e lasciando intuire una certa trascuratezza nella caratterizzazione.
Le musiche magistrali di Joe Hisaishi e le stupende illustrazioni che hanno reso Miyazaki il famoso regista che è salvano il film dall'insufficienza.
Invito chi si apprestasse a vedere per la prima volta questo film a non lasciare che la propria opinione sia influenzata dall'importante nome del suo regista, ma che lo osservi in maniera critica e priva di pregiudizi (sia positivi che negativi, ovviamente), in modo da interpretare il film per quello che è, e non per chi lo ha girato.
Siamo davvero sicuri che se l'autore fosse stato qualcun altro, quest'opera avrebbe ottenuto il medesimo successo?