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Quando il regno di Blue Sky viene invaso dall'Impero Fantasma, la timida e paurosa Hime Shirayuki alias Cure Princess, la principessa del suddetto regno, è costretta a rifugiarsi sulla Terra insieme a Ribbon, la sua fatina, e Blue, il dio della Terra. Essendo estremamente impacciata nei combattimenti, Hime si metterà subito alla ricerca di una compagna tramite il "Cristallo dell'Amore" donatogli da Blue. Una volta lanciato in aria, il cristallo colpisce Megumi Aino, una ragazza allegra e solare sempre pronta ad aiutare chi è in difficoltà, che riuscirà a trasformarsi in Cure Lovely, formando cosi con Cure Princess le Happiness Charge Pretty Cure. Il loro compito, oltre a quello di sconfiggere i nemici, sarà quello di recuperare tutte le PreCards con le quali potranno esaudire un desiderio.

Happiness Charge Pretty Cure! è l'undicesima serie delle maghette targate Toei, che festeggia il 10° anniversario della saga. Devo dire che mi fa uno strano effetto pensare che sono già passati dieci anni dall'inizio della saga: mi sembra come se fosse ieri che il me di 6 anni si metteva davanti alla televisione a guardare una nuova avventura di Nagisa e Honoka, le prime Pretty Cure. Ebbene uno può pensare che la Toei per festeggiare al meglio abbia preparato una serie eccezionale che mettesse in luce tutti i pregi della saga, ed è cosi? Uhm... non proprio, ma partiamo con ordine perché le premesse per un'ottima serie c'erano tutte.

La storia: Happiness Charge si rifà in vari aspetti ad Heartcatch una delle serie più innovative dell' intero franchise. Peccato che a differenza dell'ottava serie, gli sceneggiatori di Happiness Charge ogni volta che osano qualcosa di nuovo, lo lasciano lì senza svilupparlo più di tanto. Un esempio? Le Pretty Cure internazionali. Perché relegarle a qualche apparizione di tanto in tanto invece di farle interagire ulteriormente con le protagoniste? Per non parlare delle PreCards, presentate all'inizio come parti importanti della storia, e poi completamente dimenticate.

I personaggi: Se la storia ogni tanto ha alti e bassi, per fortuna ci sono i personaggi che riescono a farti continuare a provare interesse per le loro vicende, in particolar modo Hime e Iona Hikawa (Cure Fortune) che trovo siano i personaggi meglio caratterizzati. Per quanto riguarda i vari rapporti amorosi... sono solamente accennati come nelle stagioni precedenti e questo non sarebbe un problema, se non fosse che quello principale, con cui calcano maggior mente la mano, alla fine fa la stessa fine del rapporto Love-Daisuke di Fresh.

Character Design: Ho riflettuto maggior mente su questo punto ed alla fine sono arrivato alla conclusione che non mi fa né caldo né freddo. Io di solito preferisco character design molto dettagliati, cosa che quello di Happiness Charge non è, però il suo lavoro lo fa specialmente se penso al target di riferimento. A farmelo apprezzare un po' di più però sono state le varie divise da combattimento e le Form Change che trovo siano bellissime. L'unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è stato il trucco che le ragazze hanno durante l'Innocent Form che, a parer mio, le imbruttisce.

Musica e Doppiaggio: Credo che i punti migliori della serie siano proprio questi: i doppiatori sono tutti perfetti per la parte e la colonna sonora ci regala molti pezzi cantanti degni di nota tra cui l'opening "Happiness Charge Pretty Cure! WOW!" e "Innocent Harmony" che le ragazze intonano durante l'attacco di gruppo.

Happiness Charge Pretty Cure! è una serie molto carina, ma niente di più: se ad uno spettatore fan della saga questa serie può lasciare con l'amaro in bocca, agli spettatori più piccoli sicuramente piacerà.
Sono molto indeciso sul voto da dare, ma a malincuore mi vedo costretto a dargli un 6 e mezzo, arrotondato a 6 e mi dispiace moltissimo perché in fondo io con le Pretty Cure ci sono cresciuto e mai avrei pensato che ad una serie di questa magnifica saga avrei dato un voto cosi "basso". Purtroppo però Happiness Charge i suoi difetti ce li ha, e credo che anche uno spettatore meno esperto se ne accorga, per il fatto che lascia per strada molti elementi interessanti che paiono essere stati completamente dimenticati dagli sceneggiatori.