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"Fullmetal Alchemist: Brotherhood" è una serie anime del 2009/2010 prodotta dallo studio Bones, realizzatore anche della prima serie animata tratta dal manga di Hiromu Arakawa, in merito alla quale ancora non posso esprimermi, essendo ancora a metà episodi (il fumetto non l'ho ancora nemmeno iniziato). Posso però parlare senza problemi di Brotherhood, che, con i due attuali "rewatch" da parte mia (un terzo credo non tarderà molto a venire), occupa il secondo posto nella mia personale classifica di gradimento. Forse un 10 come voto è un filino "gonfiato", ma per me FMAB è perlomeno un 9,5 o giù di lì, dunque un semplice 9 mi pareva troppo "limitativo".

Partendo dalla trama, Edward Elric e il fratello Alphonse Elric sono due giovani alchimisti dello Stato di Amestris; nel tentativo di riportare in vita la madre, morta di malattia, i due esercitano una pratica proibita dall'alchimia (rappresentante la scienza del mondo di FMA), ossia una trasmutazione umana. Falliscono e, nell'operazione, Edward perde una gamba, mentre Alphonse l'intero corpo; per permettere all'anima del fratellino di rimanere ancorata, a questo punto, Ed lega Al a un'armatura, perdendo anche un braccio per via del principio dello scambio equivalente. Da qui inizia la nostra storia, con Edward divenuto ormai alchimista di stato (o "cane dell'esercito", come questo corpo militare viene definito con disprezzo da molti) e i due fratelli impegnati in ricerche atte a trovare la leggendaria pietra filosofale, in grado persino di aggirare il principio dello scambio equivalente e dunque di far loro riottenere i propri corpi. Com'è ovvio aspettarsi, nel loro viaggio incontreranno nemici e amici e incapperanno in una cospirazione radicata e di proporzioni spaventose.

Dal punto di vista tecnico, nulla da dire. I disegni sono molto puliti e ben fatti, e, sebbene non mi possa certo definire un esperto in tale campo, ho trovato le animazioni di alto livello, o comunque non ho riscontrato cali significativi. Rispetto alla prima serie, il miglioramento è evidente, ma forse neanche troppo, visto che pure quella raggiungeva livelli più che buoni. Bravo studio Bones.

La sceneggiatura non delude, o perlomeno per me non è stato così. Se si esclude il primo episodio "filler", ossia non presente nel manga (ma comunque tutt'altro che disprezzabile, direi: un antagonista tutto sommato interessante, immagini e panoramiche assai belle e una buona dose d'azione; un inizio in "medias res" godibile), il ritmo del resto della serie è portato avanti in maniera adeguata. Gli avvenimenti si susseguono in modo assai più veloce rispetto alla prima serie, ma anche "Brotherhood" si sa prendere i suoi tempi e sa quando è meglio soffermarsi su qualcosa.

I personaggi sono ottimamente scritti. Personalmente non saprei dire con esattezza quale potrebbe definirsi il mio "preferito", ma posso affermare che siano più o meno tutti ben caratterizzati e sfaccettati. Per come la vedo io non ci sono personaggi "2D", e, se si impara a conoscerli, si può arrivare ad apprezzare persino quelli non proprio "positivi".

Insomma, che dire di "Fullmetal Alchemist: Brotherhood"? Una delle migliori serie che abbia mai visto, un'opera di altissimo livello che si pone nella vetta degli shonen moderni, ma che a livello di tematiche non ha nulla da invidiare a un seinen. Difatti, sarebbe altamente riduttivo definirlo un semplice "battle manga"... Perché questa denominazione non racchiuderebbe nemmeno un terzo di quello che è "Fullmetal Alchemist".

Consigliato? Al cardiopalma.