Recensione
Shingeki no Bahamut: Genesis
3.0/10
Ecco come un personaggio può rendere vano un lavoro di ottima fattura.
Premetto che considero lo humour giapponese come uno dei migliori esistenti, soprattutto se trasportato nelle arti figurative come possono essere le animazioni. E' per questo motivo che rimango stupito di aver incontrato un carattere (= personaggio) di così pessima fattura, che appare come un aspirante comico che non riesce a far ridere nemmeno avendo in bocca la migliore delle barzellette.
Questa è una recensione che non posso definire tale, in quanto, nonostante la storia ben progettata, gli scenari ottimamente disegnati e i personaggi "minori" ben delineati nel tratto e nelle espressioni, nonostante un buon comparto musicale e sonoro ed effetti visivi di pregio, non sono riuscito a vedere più di quattro episodi. Solitamente non cedo, neanche se un lavoro non mi piace completamente. Tendo sempre ad andare fino in fondo alla visione per farmi un'idea globale dell'opera, sia perché spesso la sorpresa si nasconde dietro l'angolo, sia perché non si può pensare di recensire un prodotto conoscendone solo l'indice o la copertina. Ed è per questo che mi trovo estremamente contrariato nell'aver dovuto interrompere la visione per colpa di un carattere riuscito in maniera pessima che si insinua nello schermo come una zanzara fastidiosa.
In genere, i personaggi delle storie assumono diverse sfumature che li rendono parte del tutto, tanto che spesso senza anche solo uno di essi l'intera opera perde mordente. Di "cattivi" veramente odiosi se ne incontrano tanti, ma sono "cattivi", appunto, ruoli ben delineati che fanno splendidamente la loro parte e per ciò che sono vanno odiati consapevolmente. I buoni, protagonisti al pari dei primi, dovrebbero ottenere il favore e il tifo del pubblico, per raggiungere la liberatoria vittoria finale contro il male. In questo caso ci si trova di fronte invece a doversi aggrappare alle figure secondarie per poter trovare il modo di entrare nel mondo proposto dagli autori. Ho tentato in tutti i modi di seguire la storia volgendo lo sguardo altrove, cercando invano di non incontrare il protagonista. Un titanico tentativo che non ha ovviamente portato a quanto sperato. Volevano creare un personaggio strafottente, vincente, irriverente, alternativo, originale, ma hanno aggiunto la componente dell'antipatia, che fa da ciliegina amara a una torta già difficile da gestire di per sé. Bastava ad esempio buttare l'occhio su Ban di "Nanatsu no Taizai" per capire come rendere un personaggio di tale carattere come personaggio principale senza scadere nella fastidiosa demenza.
Anime promosso a tutti gli effetti, protagonista bocciato con obbligo di iscriversi a una scuola differente. La media sarebbe 5, ma l'amarezza è tale che boccio comunque anche gli autori. Un 3 meno meno, ed è anche troppo.
Premetto che considero lo humour giapponese come uno dei migliori esistenti, soprattutto se trasportato nelle arti figurative come possono essere le animazioni. E' per questo motivo che rimango stupito di aver incontrato un carattere (= personaggio) di così pessima fattura, che appare come un aspirante comico che non riesce a far ridere nemmeno avendo in bocca la migliore delle barzellette.
Questa è una recensione che non posso definire tale, in quanto, nonostante la storia ben progettata, gli scenari ottimamente disegnati e i personaggi "minori" ben delineati nel tratto e nelle espressioni, nonostante un buon comparto musicale e sonoro ed effetti visivi di pregio, non sono riuscito a vedere più di quattro episodi. Solitamente non cedo, neanche se un lavoro non mi piace completamente. Tendo sempre ad andare fino in fondo alla visione per farmi un'idea globale dell'opera, sia perché spesso la sorpresa si nasconde dietro l'angolo, sia perché non si può pensare di recensire un prodotto conoscendone solo l'indice o la copertina. Ed è per questo che mi trovo estremamente contrariato nell'aver dovuto interrompere la visione per colpa di un carattere riuscito in maniera pessima che si insinua nello schermo come una zanzara fastidiosa.
In genere, i personaggi delle storie assumono diverse sfumature che li rendono parte del tutto, tanto che spesso senza anche solo uno di essi l'intera opera perde mordente. Di "cattivi" veramente odiosi se ne incontrano tanti, ma sono "cattivi", appunto, ruoli ben delineati che fanno splendidamente la loro parte e per ciò che sono vanno odiati consapevolmente. I buoni, protagonisti al pari dei primi, dovrebbero ottenere il favore e il tifo del pubblico, per raggiungere la liberatoria vittoria finale contro il male. In questo caso ci si trova di fronte invece a doversi aggrappare alle figure secondarie per poter trovare il modo di entrare nel mondo proposto dagli autori. Ho tentato in tutti i modi di seguire la storia volgendo lo sguardo altrove, cercando invano di non incontrare il protagonista. Un titanico tentativo che non ha ovviamente portato a quanto sperato. Volevano creare un personaggio strafottente, vincente, irriverente, alternativo, originale, ma hanno aggiunto la componente dell'antipatia, che fa da ciliegina amara a una torta già difficile da gestire di per sé. Bastava ad esempio buttare l'occhio su Ban di "Nanatsu no Taizai" per capire come rendere un personaggio di tale carattere come personaggio principale senza scadere nella fastidiosa demenza.
Anime promosso a tutti gli effetti, protagonista bocciato con obbligo di iscriversi a una scuola differente. La media sarebbe 5, ma l'amarezza è tale che boccio comunque anche gli autori. Un 3 meno meno, ed è anche troppo.