Recensione
Rough
8.0/10
"Qualunque disegno, per quanto bello, comincia sempre da uno schizzo (rough)... Proprio l'essere incompleti è la vostra arma."
Un anno dopo il live action di "Touch", la Toho decide di realizzare un secondo film basato su un'opera di Adachi: "Rough". Alla regia viene chiamato Kentaro Otani (che negli stessi anni dirigerà anche i due live action di "Nana"), mentre nel cast principale viene riconfermata Masami Nagasawa nel ruolo di protagonista (dopo avere interpretato Minami nel live action di "Touch"). I due protagonisti maschili sono affidati a Mokomichi Hayami e Tsuyoshi Abe.
La storia segue il manga originale abbastanza fedelmente. Il film inizia con la finale di 100 m stile libero, e gli occhi di tutti sono sul favorito in corsia numero quattro, Hiroki Nakanishi (Abe). In particolare, a tifare per lui c'è Ami Ninomiya (Nagasawa), sua amica d'infanzia che chissà come è riuscita a salire fino alla piattaforma dei tuffi per riuscire a vedere meglio la gara (alla faccia della sicurezza!), mentre di fianco a sé in corsia cinque c'è un ragazzo che appare piuttosto anonimo e assorto nella sua musica: Keisuke Yamato (Hayami). In realtà, durante la gara appare chiaro come Keisuke sia l'unico in grado di tenere testa a Nakanishi, ma purtroppo una distorsione al cambio giro impedisce al ragazzo di concludere la gara e Nakanishi così vince in solitaria, stabilendo addirittura un nuovo record. Fuori dalla piscina, mentre dolorante sta per uscire, Keisuke incontra Ami che lo apostrofa con un "assassino". E continuerà a farlo a più riprese nella prima parte del film, visto che entrambi frequentano lo stesso liceo e alloggiano nello stesso dormitorio.
Il motivo è una faida familiare che risale ai loro nonni: entrambi pasticcieri e rivali, i due inventarono i manju a forma di civetta (Ninomiya) e gufo (Yamato), ma poiché questi ultimi risultarono più carini per via delle orecchie, il nonno di Ami morì per lo stress, accusando Yamato di avergli rubato l'idea. A salvarli dalla bancarotta furono proprio i Nakanishi, ed è questo il motivo per cui il padre di Ami vorrebbe che la figlia e Hiroki un giorno si sposassero.
Riuscirà Keisuke a farsi apprezzare da Ami come ragazzo (e non come erede degli Yamato) e a realizzare il suo sogno di battere Nakanishi?
Purtroppo in poco più di un'ora e mezza di film non c'è modo di raccontare tutto, e quindi rispetto al manga ci si concentra sui tre protagonisti, e in particolare sulla rivalità dei due uomini, determinati nonostante le difficoltà (fisiche per Nakanishi, psicologiche per Keisuke) a primeggiare nello sport e nell'amore. Ci sono comunque alcuni personaggi che rimangono impressi nella memoria dello spettatore, come il migliore amico Ogata, l'amministratrice del dormitorio, o quella strepitosa macchietta che è il padre di Ami (interpretato da Yutaka Matsushige), che compare solo in due scene ma è esilarante nel suo eterno odio al solo sentire il nome degli Yamato.
La storia si snoda in modo graduale ma mai noioso, nessuna scena è superflua, ed è chiaro l'intento di mostrare al pubblico soprattutto la crescita dei protagonisti, che da piccoli schizzi trasformano la loro vita in un quadro completo e definito. Tra un appuntamento al buio, una vacanza in spiaggia e un dialogo al balcone, i tre anni di superiori di Keisuke e Ami scorrono veloci, inframezzati dalle gare di nuoto e di tuffi; e proprio questi ultimi diventano per entrambi metafora della vita, del come a volte bisogna lasciarsi andare e correre dei rischi per crescere e ottenere ciò che si vuole.
Menzione speciale va alle musiche, in particolare "Guarana" (ending del film) e la bellissima insert song "Kanade" dei Sukima Switch, perfetta nel trasmettere lo scorrere delle stagioni e descrivere la vita quotidiana dei protagonisti prima del gran finale. Un finale tipicamente "adachiano", ma che una volta tanto non lascia spazio a dubbi su chi sia effettivamente il vincitore in questa rivalità.
Un live action veramente ben fatto, che anche chi non ha letto il manga originale può tranquillamente apprezzare.
Un anno dopo il live action di "Touch", la Toho decide di realizzare un secondo film basato su un'opera di Adachi: "Rough". Alla regia viene chiamato Kentaro Otani (che negli stessi anni dirigerà anche i due live action di "Nana"), mentre nel cast principale viene riconfermata Masami Nagasawa nel ruolo di protagonista (dopo avere interpretato Minami nel live action di "Touch"). I due protagonisti maschili sono affidati a Mokomichi Hayami e Tsuyoshi Abe.
La storia segue il manga originale abbastanza fedelmente. Il film inizia con la finale di 100 m stile libero, e gli occhi di tutti sono sul favorito in corsia numero quattro, Hiroki Nakanishi (Abe). In particolare, a tifare per lui c'è Ami Ninomiya (Nagasawa), sua amica d'infanzia che chissà come è riuscita a salire fino alla piattaforma dei tuffi per riuscire a vedere meglio la gara (alla faccia della sicurezza!), mentre di fianco a sé in corsia cinque c'è un ragazzo che appare piuttosto anonimo e assorto nella sua musica: Keisuke Yamato (Hayami). In realtà, durante la gara appare chiaro come Keisuke sia l'unico in grado di tenere testa a Nakanishi, ma purtroppo una distorsione al cambio giro impedisce al ragazzo di concludere la gara e Nakanishi così vince in solitaria, stabilendo addirittura un nuovo record. Fuori dalla piscina, mentre dolorante sta per uscire, Keisuke incontra Ami che lo apostrofa con un "assassino". E continuerà a farlo a più riprese nella prima parte del film, visto che entrambi frequentano lo stesso liceo e alloggiano nello stesso dormitorio.
Il motivo è una faida familiare che risale ai loro nonni: entrambi pasticcieri e rivali, i due inventarono i manju a forma di civetta (Ninomiya) e gufo (Yamato), ma poiché questi ultimi risultarono più carini per via delle orecchie, il nonno di Ami morì per lo stress, accusando Yamato di avergli rubato l'idea. A salvarli dalla bancarotta furono proprio i Nakanishi, ed è questo il motivo per cui il padre di Ami vorrebbe che la figlia e Hiroki un giorno si sposassero.
Riuscirà Keisuke a farsi apprezzare da Ami come ragazzo (e non come erede degli Yamato) e a realizzare il suo sogno di battere Nakanishi?
Purtroppo in poco più di un'ora e mezza di film non c'è modo di raccontare tutto, e quindi rispetto al manga ci si concentra sui tre protagonisti, e in particolare sulla rivalità dei due uomini, determinati nonostante le difficoltà (fisiche per Nakanishi, psicologiche per Keisuke) a primeggiare nello sport e nell'amore. Ci sono comunque alcuni personaggi che rimangono impressi nella memoria dello spettatore, come il migliore amico Ogata, l'amministratrice del dormitorio, o quella strepitosa macchietta che è il padre di Ami (interpretato da Yutaka Matsushige), che compare solo in due scene ma è esilarante nel suo eterno odio al solo sentire il nome degli Yamato.
La storia si snoda in modo graduale ma mai noioso, nessuna scena è superflua, ed è chiaro l'intento di mostrare al pubblico soprattutto la crescita dei protagonisti, che da piccoli schizzi trasformano la loro vita in un quadro completo e definito. Tra un appuntamento al buio, una vacanza in spiaggia e un dialogo al balcone, i tre anni di superiori di Keisuke e Ami scorrono veloci, inframezzati dalle gare di nuoto e di tuffi; e proprio questi ultimi diventano per entrambi metafora della vita, del come a volte bisogna lasciarsi andare e correre dei rischi per crescere e ottenere ciò che si vuole.
Menzione speciale va alle musiche, in particolare "Guarana" (ending del film) e la bellissima insert song "Kanade" dei Sukima Switch, perfetta nel trasmettere lo scorrere delle stagioni e descrivere la vita quotidiana dei protagonisti prima del gran finale. Un finale tipicamente "adachiano", ma che una volta tanto non lascia spazio a dubbi su chi sia effettivamente il vincitore in questa rivalità.
Un live action veramente ben fatto, che anche chi non ha letto il manga originale può tranquillamente apprezzare.