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3.0/10
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Prendete una pentola, aprite il rubinetto dell'inezia più totale e riempitela; dopodiché fate bollire molteplici scaglie di "Patlabor" al suo interno, con una salsa di fanservice sberluccicoso e due etti di fujoshi bait coadiuvati da una massiccia dose di salsa di bishounen. Una volta raggiunta la cottura, condite il tutto con una loli dai capelli rosa, delle ragazzine sceme che si atteggiano a poliziotte e una idol virtuale messa lì a caso; a questo punto, versate un po' di mecha di basso livello nell'impasto e insaporitelo con qualche battaglia tra robot trasformabili a dir poco risibile, che farebbe rabbrividire gli otaku che negli anni ottanta si trastullavano con "Bubblegum Crisis", "Mospeada" e "Megazone 23". Il piatto è servito, ecco a voi "Active Raid", il nuovo anime di Goro Taniguchi! Ma vi avverto: potrebbe nuocere gravemente al vostro apparato gastrointestinale, costringendovi a chiudervi in quello che il buon Fonzie di "Happy Days" definiva il suo ufficio personale.

E' veramente stremante la digestione di uno scempio così noioso, confusionario, genuinamente goffo, ridicolo, che uccide le parole "sceneggiatura", "dialoghi" e "personaggi" con gli stessi metodi che utilizzava il regime di Pol Pot nella Cambogia degli anni sessanta. Il "Patlabor" firmato da Mamoru Oshii si rivolta nella tomba: è stato sabotato e reso un feticcio senza spessore alcuno, senza niente, a parte l'enorme pena che si prova per il declino di Taniguchi, regista che in passato era stato capace di sfornare opere del calibro di "Planetes" e "Infinite Ryvius". Mi duole ammetterlo, ma in confronto a questa venefica poltiglia, che sembra diretta da un bambino di sei anni che si diletta a giocare con la telecamera del padre durante una gita in campagna, "Code Geass" è il nuovo "Legend of the Galactic Heroes" dell'animazione. E non sto scherzando.

La suprema fiera del nulla - un vuoto gravoso, pesante, che trasmette disagio, nausea e un mal di vivere a dir poco ontologico nello spettatore - si destreggia nel suo modus operandi eseguendo una rozza lobotomia del mezzo animato in se stesso, che viene amputato a mo' di snuff movie attraverso decadenti e stizziti episodi autoconclusivi, un coacervo di colori fiammeggianti che s'impone positivamente accaparrandosi gli elogi di ciechi e sordi "raccontando" (l'intento sarebbe questo, astraendo dal risultato finale) le gesta di una pattuglia (sarebbe più appropriato utilizzare il termine poltiglia) di poliziotte kawaii e poliziotti bishounen - non uso le parole fighetti poser al fine di non urtare la sensibilità delle fujoshi - che, dopo circa quindici minuti di supplizio (dello spettatore) devono indossare un'armatura robotica per picchiare i cattivi, uno dei quali si tratta di un pazzoide anoressico dal passato traumatico che trama nell'ombra come aggirare le politiche di Draghi alla BCE, far cadere il governo Renzi ed evitare che la Merkel venga rieletta dai tedeschi.

C'è comunque da dire che, dal nono episodio in poi, nella nostra marmaglia putrescente incomincia a venire a galla qualcosa che potrebbe essere definito come una "sceneggiatura", sebbene paia il prodotto di uno scrittore di "Novella 2000" che si è improvvisato Anthony Yerkovich dopo aver bevuto una bottiglia di amaro calabrese di troppo. Peccato però che l'episodio finale - definirlo svogliato e tirato per i capelli sarebbe un complimento - si rimangi tutti i (pochi) passi mossi dall'opera verso la dignità, riportando il tutto alle solite pagliacciate trash che non riescono manco a suscitare il riso, talmente paiono buttate lì a caso senza alcuna intenzione finalistica da parte dello staff diversa dall'incassare lo stipendio a fine mese facendo il minimo sforzo possibile - neanche gli aspetti tecnici si salvano, a parte quei bei colori sgargianti la cui unica utilità potrebbe essere quella di attirare le zanzare sullo schermo del televisore durante l'estate, quell'estate del 2016 in cui uscirà addirittura una seconda stagione (!) di questo obbrobrio. Ma qualcosa mi dice che non la guarderò. E il mio benessere psicofisico mi ringrazierà della cortesia.