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Allora “La ragazza che saltava nel tempo” è un manga composto da due volumetti tratto da una storia ideata in origine da Yasutaka Tsutsui che poi ha curato anche la sceneggiatura di questo manga, i disegni invece sono opera di Gaku Tsugano.

Il tema dell’opera è abbastanza semplice da intuire Kazuko Yoshiyama, la protagonista, dopo aver sentito un forte odore di lavanda scopre, per puro caso, di aver acquisito la capacità di saltare nel tempo, ovviamente non è in grado ne di comprendere ne di controllare tale abilità. Ad affiancare la protagonista c’è un gruppo di amici a partire da Mariko, la sua migliore amica che appare sempre controllata e distante, Goro e infine Kazuo, freddo e misterioso. In questa ambientazione il filo portante della trama è rappresentato dall’utilizzo che Kazuko fa di questa sua nuova e inaspettata abilità incentrando la riflessione soprattutto sul concetto che ogni azione comporta necessariamente una reazione, in particolare si richiama l’effetto farfalla: “Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”.

La realizzazione tecnica lascia un po’ l’amaro in bocca, il disegno di Gaku Tsugano è per lo più approssimativo, insomma a volte sembra più una raccolta di schizzi che un manga vero e proprio, non che siano brutti però non sono neanche molto gratificanti per gli occhi. L’edizione della Planet Manga è nella media dell’editore, quindi niente sovra copertina, niente tavole a colori, insomma niente che meriti qualche menzione particolare.

In conclusione non saprei che dire, al di là dei disegni, per cui vale quanto appena detto, in generale la storia non appare molto entusiasmante, si lascia leggere ma non è in grado di coinvolgere, lo stesso finale è molto discutibile perché Yasutaka Tsutsui all’improvviso pone al centro il personaggio più trascurato in tutto il manga ( ovviamente non dico chi ) e questo rende il finale quanto meno “strano”, per farla breve non mi è piaciuto. Il resto della storia presenta qualche evento interessante, legato alle esperienze che Kazuko fa con i suoi salti nel tempo, ma spesso si cade nella confusione più totale e alcune scene spuntano così all’improvviso e mi è risultato davvero difficile comprendere il loro nesso con quanto si era raccontato fino alla pagina precedente. Traendo le somme quindi direi che avrebbero potuto fare molto meglio, soprattutto se si fa il paragone con l’omonimo film d’animazione che è di gran lunga superiore a questo manga, quindi il mio consiglio è di guardare soprattutto quello anche se la trama si presenta diversa, poi se avete voglia e tempo potete leggere anche questo manga ma non aspettatevi molto.