Recensione
Black Cat
6.0/10
Recensione di Al Shirosaki
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<b>[Attenzione, spoiler]</b>
Black Cat è stato il primo manga che ho collezionato, cercando tutti i numeri che mi mancavano. Il motivo è che il primo numero mi colpì moltissimo: finalmente avevo trovato una storia adulta, con un protagonista tormentato e perseguitato dal passato. E, numero dopo numero, la mia passione e il mio amore per Train aumentava, portandolo in cima alle mie preferenze. Ma tutte queste mie aspettative si sono infrante, putroppo, con il volume 14. La storia, fino a quel momento appassionante, diventa noiosa, in parte perchè sono solo combattimenti, in parte perchè non vengono approfonditi alcuni aspetti per me fondamentali: prima di diventare Black Cat, dopo essere entrato nel organizzazione, chi era Train? Com' era? Tutto quello che la trama, fino a quel momento prometteva, è sparito. Molti aspetti sono accennati durante l' opera, ma rimane la speranza di un possibile approfondimento. E invece no. Tutto finisce con la sconfitta dell' antagonista, pertanto neanche in maniera verosimile. Parliamo anche dei nemici: scontatissimo e abusatissimo il sistema di dare loro poteri speciali, che sconfiggono chiunque tranne il protagonista e i compari. Che, a parte Eve, combattono con delle pistole. Ma allora non potevano venire sconfitti lo stesso da altri? Ovviamente no. Ecco un altro limite, presente non solo qui: l' essere scontato. L' autore usa gli elementi tipici degli shonen, abbassando di qualità il prodotto. Il vero problema è però che essi sono usati e praticamente infilati tutti nella parte finale, distruggendo le aspettative precedenti (il non seguire i canoni degli shonen). Pure il disegno perde qualità: all' inizio i personaggi sono disegnati proporzionati, poi, dal 13 in poi, tutti si restringono di misure, diventando giovanissimi, quasi bambini. Ma se il protagonista ha 25 anni!! Insomma, un' opera che è partita bene ma si perde per strada. Provatelo e vedete.
Black Cat è stato il primo manga che ho collezionato, cercando tutti i numeri che mi mancavano. Il motivo è che il primo numero mi colpì moltissimo: finalmente avevo trovato una storia adulta, con un protagonista tormentato e perseguitato dal passato. E, numero dopo numero, la mia passione e il mio amore per Train aumentava, portandolo in cima alle mie preferenze. Ma tutte queste mie aspettative si sono infrante, putroppo, con il volume 14. La storia, fino a quel momento appassionante, diventa noiosa, in parte perchè sono solo combattimenti, in parte perchè non vengono approfonditi alcuni aspetti per me fondamentali: prima di diventare Black Cat, dopo essere entrato nel organizzazione, chi era Train? Com' era? Tutto quello che la trama, fino a quel momento prometteva, è sparito. Molti aspetti sono accennati durante l' opera, ma rimane la speranza di un possibile approfondimento. E invece no. Tutto finisce con la sconfitta dell' antagonista, pertanto neanche in maniera verosimile. Parliamo anche dei nemici: scontatissimo e abusatissimo il sistema di dare loro poteri speciali, che sconfiggono chiunque tranne il protagonista e i compari. Che, a parte Eve, combattono con delle pistole. Ma allora non potevano venire sconfitti lo stesso da altri? Ovviamente no. Ecco un altro limite, presente non solo qui: l' essere scontato. L' autore usa gli elementi tipici degli shonen, abbassando di qualità il prodotto. Il vero problema è però che essi sono usati e praticamente infilati tutti nella parte finale, distruggendo le aspettative precedenti (il non seguire i canoni degli shonen). Pure il disegno perde qualità: all' inizio i personaggi sono disegnati proporzionati, poi, dal 13 in poi, tutti si restringono di misure, diventando giovanissimi, quasi bambini. Ma se il protagonista ha 25 anni!! Insomma, un' opera che è partita bene ma si perde per strada. Provatelo e vedete.