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8.0/10
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<b>[Attenzione spoiler]</b>
Ho commesso l’errore di leggere Bleach molto superficialmente, quindi non ho goduto appieno l’avvincente storia che Tite Kubo ci vuole raccontare; avevo infatti apprezzato solo la dinamicità ed energia dei moltissimi combattimenti, che costituiscono ovviamente la struttura principale di questo shonen, però non vi avevo trovato molto altro, quindi mi chiedevo come avesse fatto a diventare un grande successo internazionale. Dopo averlo riletto tutto con più attenzione, ho capito che il punto di forza di questo fumetto è l’abbondanza di personaggi variegati molto ben caratterizzati, che con i loro atteggiamenti eccessivi e imprevedibili e con il loro grande carisma hanno fatto appassionare i fan di tutto il mondo.

Riguardo alla struttura della storia, questa si può dividere facilmente in saghe distinte: nei primi 8 volumi vengono presentati i personaggi principali e la loro lotta contro gli hollow nel contesto scolastico-cittadino del quartiere Karakura; dal volume 9 al 20 i nostri eroi si avventurano nella Soul Society; dal volume 21 al 27 si ritorna in città, dove vengono presentati i Vizard (ibridi shinigami-hollow) e gli Arrancar (ibridi hollow-shinigami); dal volume 28 al 35 i nostri eroi combattono nell’Hueco Mundo, il mondo degli hollow; il volume 36 è un piacevole stacco dalla frenesia della battaglia per fare un salto di 110 anni nel passato della Soul Society; dal volume 37 in avanti gli scontri nell’Hueco Mundo vengono alternati con gli scontri a Karakura.

La storia era partita bene e aveva raggiunto il suo apice nella saga della Soul Society, poi però inizia a calare sempre di più, non nel ritmo che è sempre incalzante, ma come contenuti, perché ripete gli stessi schemi narrativi presentati in precedenza; i rapporti di forza, per come erano stati presentati prima, vengono in parte stravolti, e poi dei combattimenti, che mi aspettavo epici, si sono poi rivelati deludenti. L’aspetto migliore di questo manga è, come ho detto prima, la presenza di moltissimi personaggi molto particolari e molto ben riusciti: come non nominare tra gli shinigami la letale Soifon, il cinico e spietato Gin, il cieco Tosen con la sua idea distorta della giustizia, il fanatico della battaglia Kenpachi, lo scienziato pazzo Mayuri. Gli espada poi andrebbero citati tutti, vista la loro peculiare e geniale caratteristica di rappresentare ognuno un aspetto della morte.

Il disegno mi piace molto, soprattutto perché molto retinato; le inquadrature a volte sono proprio azzeccate tanto da coinvolgere appieno nel combattimento.
Il capitolo che mi è piaciuto di più è l’indimenticabile 162 “the black moon rising” nel volume 19 interamente a colori; non c’è ancora stato un capitolo così appassionante; non a caso Bleach raggiunge il top proprio nei volumi 18-19-20.

Io reputo che il viaggio che Rukia fa nel mondo dei viventi sia come un viaggio nel tempo; in fondo lei viene da una società che si potrebbe definire a tutti gli effetti medievale, dove i più forti e i nobili dominano sugli altri, dove solo se si diventa shinigami si può sperare di ottenere un minimo di rispetto e considerazione: infatti le anime che raggiungono la Soul Society vanno a finire nel Rukongai, e più sono povere, più finiscono lontano dalla Seireitei, il luogo dove vivono gli shinigami; basta vedere la condizione di Rukia e di Renji prima di diventare dei soldati: erano costretti a rubare per poter sopravvivere; o ancora peggio quella di Kenpachi, a cui si presentavano solo due alternative, uccidere o essere ucciso.
A me questa società non sembra proprio il paradiso! A maggior ragione quando la povera Rukia viene condannata a morte per un crimine leggero.
Per fortuna Ichigo e i suoi amici faranno di tutto per impedire un simile evento; Ichigo dopo un durissimo combattimento riesce persino a convincere Byakuya, fratello adottivo di Rukia, che la legge è ingiusta e che deve essere cambiata, a maggior ragione se quest’ultimo è suo fratello, un nobile e per di più un Capitano (quindi ha una grande influenza in tutta la Soul Society). Byakuya spiega che non era contrario all’esecuzione di sua sorella perché era conforme alle leggi, infatti aveva giurato di non trasgredirle più poiché lo aveva fatto in passato sposando Hisana (la vera sorella di Rukia), che non era nobile (questo passaggio, oltre a essere veramente toccante, mi ha fatto subito pensare ai romanzi sulle convenzioni sociali di Jane Austen). Il dibattito tra Yamamoto, Kyoraku e Ukitake riguardo alla legge individuale e universale mi è piaciuto moltissimo e mi ha fatto riflettere. Se a ciò si unisce l’argomentazione di Ichigo con Byakuya sul fatto di combattere per cambiare le leggi ingiuste, si vede quale sia la sacrosantamente giusta ideologia dell’autore; e anche se può sembrare un messaggio scontato, per me non lo è più di tanto, e poi si sa: reperita iuvant.

Per concludere questo lunga recensione dico che Bleach si prospetta nonostante tutto come un buon prodotto nel suo campo (shonen); lo consiglio prevalentemente ai maschietti o alle femminucce che amano veramente tanto l’azione, ma soprattutto a chi abbia molta pazienza e tempo perché si prospetta un’opera molto lunga, visto che ha all’attivo ben 43 volumi e non sembra che finirà presto.