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Tragicamente inutile, e banale all'inverosimile. Mi sono fermata al terzo volume, e di certo non lo rimpiango.

La trama rispecchia in pieno lo stereotipo del manga shoujo: una ragazza bruttina senza arte né parte, che si ritrova, per i motivi più disparati, coinvolta in una relazione pseudo-sentimentale con un belloccio dai capelli a punta che sparano da tutte la parti, che fatta eccezione per un fisico perfettamente scolpito e una disponibilità economica pressoché illimitata non presenta la benché minima qualità (questo a meno che non si considerino un atteggiamento da sociopatico maniaco del sesso e uno sviluppo cerebrale pari a quello di un bambino della scuola materna delle qualità).

L'unica traccia di innovazione in questo piattume desolante sembrerebbe essere costituita dal contesto in cui i due protagonisti hanno la possibilità (con nostra somma gioia e giubilo) di incontrarsi: la dolce Yuzuru, appartenente al corso per sfigati del liceo viene assegnata come honey (ovvero come sostegno nella vita scolastica) al simpaticissimo ed estremamente equilibrato Kai Renge, appartenente al corso per fighetti figli di papà. Naturalmente, trattandosi di uno shoujo a sfumatura sessuale, il giovane Kai si rivela (stranamente) un malato di sesso della peggior specie: sfruttando la sua posizione di master tenta in tutti i modi di aggiudicarsi la verginità della nostra fortunata (?) protagonista, la quale, come da copione, dopo aver debolmente opposto resistenza per tre o quattro pagine, si dichiara innamorata di lui e si concede, dopo qualche "non voglio" e un buon numero di "ti prego", al ragazzo con la speranza di diventare un giorno la sua donna. Meglio sorvolare sul dettaglio dell'orecchino, simbolo del legame tra master e honey, che ha in sé una perversione non indifferente.

Vorrei poter spezzare una lancia in favore di questo manga puntando sulla grafica, ma anche qui la banalità è desolante. Tipici occhi enormi e pieni di lucine sbrilluccicanti, espressioni corrucciate da bel tenebroso per il protagonista maschile, ostentata timidezza e imbarazzo per la protagonista femminile.

Sarei tentata di assegnare a questo trionfo di inutilità un 1, ma non avendo letto neanche la metà dei volumi c'è in me una pallida speranza che la trama migliori anche solo minimamente, quindi gli concederò un 3, e mi ritengo già piuttosto generosa.