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Kodomo no Jikan (l'ora dei bambini) è un titolo che, nonostante la fama negativa di cui gode (causa decreto Anti-Lolicon), è consigliabile a tutto il pubblico adulto e serio, interessato non alla solita storiella pudica e semplice, ma a tematiche pesanti espresse in maniera esplicita, anche se forzate ed estremizzate in alcuni ambiti (e qui rimembro l'ottimo Onanie Master Kurosawa...).
Kojika è questo, e questo logicamente non piace alla frangia perbenista della società (motivo per cui è impossibile che arrivi in Italia) che accusa la serie di "pedopornografia" senza badare al contesto in cui è visionata.

La storia infatti racconta della vita scolastica del giovane insegnante Daisuke Aoki e del trio problematico della sua classe elementare: Kokonoe Rin, Kagami Kuro e Usa Mimi. Spesso e volentieri la trama si sofferma sull'esplorazione della propria sessualità da parte delle 3 giovani: Usa, col suo corpo troppo maturo in cui non riesce a riconoscersi; Kagami e le sue tendenze pseudolesbiche verso Kokonoe, sentimenti che fatica ad amalgamare con quelli di amicizia verso la stessa, ed infine Kokonoe, su cui si sofferma maggiormente la trama, che dopo essersi autoproclamata fidanzata di Aoki, si mostra spavalda ed esageratamente esperta (più che altro a parole) per la sua età, rendendo la vita del poveretto fin troppo movimentata. Peccato che sia tutta una maschera per nascondere la sua fragilità infantile.

Criticare però Kojika solo rispetto a questo è però riduttivo e inaccettabile, poiché la trama verte anche su altre tematiche quali i problemi familiari, lavorativi, morali, educativi e soprattutto quelli riguardanti la crescita e la maturazione; tutte importanti e trattate seriamente attraverso l'ausilio dei coprotagonisti della storia che, ottimamente delineati dal punto di vista psicologico, lasciano il segno nel lettore (vedi Shirai-sensei), forse anche più del protagonista.
Nonostante la presenza di scene spinte che hanno avuto la capacità di scuotere persino la mia imperturbabile personalità, la serie è comunque di piacevole lettura, perché risulterà più una commedia (romantico)-scolastica che un dramma, infatti unisce bene felicità e tristezza, senza generare mai grandi strappi nel passaggio dall'una all'altra.

Sotto il punto di vista grafico l'autrice possiede uno stile morbido, delicato e "pieno", pulito, nitido e con personaggi ben proporzionati; l'uso dei fondali è ottimo e non invasivo mentre le pagine risultano ordinate e poco complesse, donando così all'opera una certa fluidità nella lettura. Le pagine a colori poi sono vere opere d'arte (continuo a ricordare che non essendo un critico d'arte questa è solo la mia modesta opinione IMHO).

Quindi lo consiglio caldamente solo a chi "ha abbastanza sale in zucca" da comprendere che non si può parlare di sessualità senza menzionare il sesso, anche quando il target e così pericoloso come l'infanzia (tematica a mio avviso quanto mai attuale).
Grazie di aver letto la recensione fino alla fine. Spero che ora abbiate un'idea un po' migliore di questa fantomatica serie tanto criticata e spero che vi venga voglia di darle una letta.