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4.0/10
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ZombiePowder, nato nel 1999, è il primo manga (fallimentare) di Tite Kubo, che lo ha portato all'esordio prima di portare a galla la sua opera più famosa, Bleach. La trama è questa: in un mondo con un'ambientazione simil far-west futuristica, in stile Trigun, popolato da cacciatori di taglie, un ragazzo, un certo Gamma Akutabi (il cui volto ricorda Grimmjow) va alla ricerca di dodici anelli che se riuniti insieme permettono di riportare in vita una persona o renderla immortale. A costui si uniranno dei partner per le sue avventure pericolose.
Ora, tenendo che stiamo parlando di una serie creata da un liceale ai suoi esordi, possiamo definire Zombie Powder un "esercizio di stile", prototipo per l'opera che scriverà dopo e che lo renderà famoso in tutto il mondo. Leggendo questo manga si ha la stessa sensazione di leggere una fanfiction scritta da un ragazzino: questa è l'impressione che ho avuto, ed è a dire il vero la stessa che mi dà in alcune occasioni anche Bleach, seppur in modo minore.

Fondamentalmente in Zombie Powder sono condensati gli archetipi (pregi e difetti) che poi avrà Bleach. Un esempio sono i dialoghi di Kubo, spesso dà ai villain frasi forti per renderli fighi (con filosofie spicciole messe un po' qui, un po' lì), per dar loro una connotazione unica, facendolo loro assumere dei comportamenti che escono fuori dalle righe, con il risultato di farli risultare finti e ridicoli. Il chara design in questo suo primo manga è buono ma piuttosto grezzo, e come accade per Bleach le scene di combattimento sono di una confusione pazzesca: si fa fatica a capire chi ha colpito chi, o cosa è esattamente successo in uno scontro. Armi e combattimenti li ho trovati poco ispirati e spesso "insensati".

I protagonisti e la storia non lasciano molto, sono stereotipati ma tutto sommato simpatici, qualche gag funziona, mentre gli avvenimenti non sanno di niente. I colpi di scena sono telefonati, i nemici sono carne da macello di bassa caratura (tipo i Privarón Espada) e la storia presenta diversi buchi di sceneggiatura già nel primo volume. Non c'è il mordente, la storia non ti trascina per vedere cos'altro succede (se non proprio nei capitoli finali del quarto volume). Insomma trovo che Bleach, di cui sono diventato un simpatizzante negli ultimi tempi, sia in generale dopo i primi venti volumi un manga spesso banale e dal mordente altalenante, ma che tutto sommato riesca a mantenere vivo l'interesse non mancando anche di appassionare e farti amare i suoi strani personaggi, regalando di tanto in tanto qualche guizzo geniale; questo ZombiePowder, invece, è in una parola "non pervenuto", come una bozza dimenticata.

L'unico piacere nel leggerlo è vedere il Kubo agli esordi. Lo leggerei appunto con lo spirito di un esercizio di stile. Certo però mi vien da pensare che se qualche studio d'animazione dovesse ripiegare su qualche serie tappabuchi potrebbe trasporrlo come serie TV breve e dargli una continuazione e una fine inedite: sarebbe una cosa interessante.