Recensione
Angel Sanctuary
6.0/10
In Angel Sanctuary seguiamo le vicende di Setsuna, reincarnazione dell’angelo Alexiel, che attraversa inferno e paradiso nel tentativo di salvare dalla morte la sorella Sara, cui è legato da un rapporto incestuoso. Durante il viaggio, incontrerà numerosi nemici, ed altrettanti fedeli compagni, i quali vedono in lui il salvatore dell’armonia del cosmo.
AS, quindi, trova il suo principio nell’amore invincibile tra Setsuna e Sara. Questo tema regge ed attraversa numerosissime sottotrame, che convergono e collidono l’una sull’altra per creare una trama complessa e nello stesso tempo unitaria, in cui ogni vicenda è indissolubilmente legata all’altra in un’incredibile rete che, bisogna ammetterlo, lascia stupefatti: a Kaori Yuki va riconosciuta l’eccezionale capacità di tenere insieme una tale quantità di informazioni senza che la trama mai dia segni di cedimento o mostri troppi punti deboli - eccetto forse nel finale troppo frettoloso, deboluccio.
Basta un’ottima trama per rendere ottimo un manga? Evidentemente no, perché AS non è esattamente un ottimo manga. Infatti, la trama è annegata in 1) un disegno stantio 2) un linguaggio stantio 3) un enorme numero di personaggi stantii, fattori, questi, che contribuiscono a rendere mediocre un manga potenzialmente eccellente.
Innanzitutto, il male minore: il disegno. Bruttino, ripetitivo, confuso, con qualche picco ma con numerose pecche. Tutti uguali i visi, tutti uguali i capelli, tutti uguali i corpi, pose stereotipate, profili brutti, strane sfumature. Se piace, piace molto, ma se non piace (e a me non piace) è piuttosto indecente.
Se il disegno tutto sommato si può sopportare, difficilmente ammissibile è il fatto che in un manga così pieno di personaggi non ve ne sia praticamente nessuno di ben fatto. Innanzitutto, il troppo stroppia: vi siete perdutamente invaghiti del tizio che compare a pag 12 del vol 16? Non preoccupatevi, l’amorevole Kaori Yuki sicuramente si occuperà di lui: infatti, non c’è un solo povero sfigato cui la Yuki non dedichi un attimino, una parolina, una notiziola rispetto alle sue disgrazie passate. E così è innumerevole la quantità di macchiette che siamo costrette a sopportare, tipi umani che sembrano venuti fuori da un catalogo, robottini di bell’aspetto (generalmente depravati) che si comportano esattamente come devono comportarsi quelli della loro specie. Nessuna crescita, nessun cambiamento, nessuna evoluzione, a partire da Setsuna, protagonista talmente irritante che ho sperato morisse tra atroci sofferenze.
A condire il tutto, e a siglare la definitiva condanna a morte di quella povera trama ben fatta, dialoghi insulsi, pieni di frasi fatte, un linguaggio grossolano, frasi ad effetto che in effetti non sono frasi ad effetto, perché sono talmente ammuffite da sapere inevitabilmente di già detto. Al linguaggio zotico dei dialoghi viene mischiata una gran quantità di termini predati da tipo 25 tradizioni diverse, buttati come capitano per far scalpore e dare un’atmosfera mistica ad un manga che tratta di angeli per accidente, visto che tutto sommato anche i marziani o le sirene sarebbero andate bene.
Sei, solo grazie alla trama. Consigliato a chi ama il gotico E la Yuki, insieme. Per gli altri… c’è di meglio .
AS, quindi, trova il suo principio nell’amore invincibile tra Setsuna e Sara. Questo tema regge ed attraversa numerosissime sottotrame, che convergono e collidono l’una sull’altra per creare una trama complessa e nello stesso tempo unitaria, in cui ogni vicenda è indissolubilmente legata all’altra in un’incredibile rete che, bisogna ammetterlo, lascia stupefatti: a Kaori Yuki va riconosciuta l’eccezionale capacità di tenere insieme una tale quantità di informazioni senza che la trama mai dia segni di cedimento o mostri troppi punti deboli - eccetto forse nel finale troppo frettoloso, deboluccio.
Basta un’ottima trama per rendere ottimo un manga? Evidentemente no, perché AS non è esattamente un ottimo manga. Infatti, la trama è annegata in 1) un disegno stantio 2) un linguaggio stantio 3) un enorme numero di personaggi stantii, fattori, questi, che contribuiscono a rendere mediocre un manga potenzialmente eccellente.
Innanzitutto, il male minore: il disegno. Bruttino, ripetitivo, confuso, con qualche picco ma con numerose pecche. Tutti uguali i visi, tutti uguali i capelli, tutti uguali i corpi, pose stereotipate, profili brutti, strane sfumature. Se piace, piace molto, ma se non piace (e a me non piace) è piuttosto indecente.
Se il disegno tutto sommato si può sopportare, difficilmente ammissibile è il fatto che in un manga così pieno di personaggi non ve ne sia praticamente nessuno di ben fatto. Innanzitutto, il troppo stroppia: vi siete perdutamente invaghiti del tizio che compare a pag 12 del vol 16? Non preoccupatevi, l’amorevole Kaori Yuki sicuramente si occuperà di lui: infatti, non c’è un solo povero sfigato cui la Yuki non dedichi un attimino, una parolina, una notiziola rispetto alle sue disgrazie passate. E così è innumerevole la quantità di macchiette che siamo costrette a sopportare, tipi umani che sembrano venuti fuori da un catalogo, robottini di bell’aspetto (generalmente depravati) che si comportano esattamente come devono comportarsi quelli della loro specie. Nessuna crescita, nessun cambiamento, nessuna evoluzione, a partire da Setsuna, protagonista talmente irritante che ho sperato morisse tra atroci sofferenze.
A condire il tutto, e a siglare la definitiva condanna a morte di quella povera trama ben fatta, dialoghi insulsi, pieni di frasi fatte, un linguaggio grossolano, frasi ad effetto che in effetti non sono frasi ad effetto, perché sono talmente ammuffite da sapere inevitabilmente di già detto. Al linguaggio zotico dei dialoghi viene mischiata una gran quantità di termini predati da tipo 25 tradizioni diverse, buttati come capitano per far scalpore e dare un’atmosfera mistica ad un manga che tratta di angeli per accidente, visto che tutto sommato anche i marziani o le sirene sarebbero andate bene.
Sei, solo grazie alla trama. Consigliato a chi ama il gotico E la Yuki, insieme. Per gli altri… c’è di meglio .