Recensione
Category: Freaks
1.0/10
Difficile trovare le parole adatte a descrivere “Category: Freaks”: al momento, sono indecisa fra “incommensurabile bruttura” ed “immane schifezza”. Resta il fatto che, fortunatamente, è molto difficile trovare porcherie del calibro di C:F.
Trama: seguiamo l'agenzia Nanami alle prese con una serie di casi paranormali, ovvero con le incursioni nel mondo umano dei Freaks, condensazioni dei sentimenti negativi.
I vari episodi non sono altro che pittoreschi assaggi di erotismo mal fatto, insomma, un porno di bassissima lega mascherato alla meglio per ampliare indebitamente il target cui il manga è rivolto. Il bello è che l’autrice non si risparmia, mettendo dentro tutto quel che c'è di peggio nel genere: c'è il vecchietto erotomane con il pallino delle orge, cosa che tra l'altro dà l'occasione giusta per spogliare la maid (wow, ecco un altro cliché) del gruppo; abbiamo le bimbette seminude e dislessiche con le orecchie da coniglio (!) che oltre a mostrare il culetto e a divorare cadaveri non servono a nulla; il boss dell’agenzia, caratterizzato da un’insana passione per il cross-dressing ereditata da paparino, tende a strusciarsi con la forma umana del parassita che vive dentro di lui (praticamente quello che fa il lavoro sporco dell’agenzia), giusto per non dimenticarsi lo yaoi; e poi travestiti, bambole sessuali, doppie personalità…
Giusto per chiarire, se quel che cercavate è il mistero, state alla larga da C:F, perché qui il paranormale non è altro che una maschera scadente per nascondere tutt'altro.
A dare il colpo di grazia a questo capolavoro della volgarità è uno stile di disegno pietoso, irregolare e tremolante, costituito da un unico tipo di tratto grosso e poco preciso - probabilmente l’autrice non si può permettere strumenti migliori delle biro. Sfogliando le pagine si ha la sensazione di non proseguire, visto che le inquadrature sono sempre uguali e sempre talmente stanche ed inutili da farmi andare in odio il solito profilo con sguardo languido del boss dell’agenzia, che si ripete più o meno due volte ogni tre pagine.
Unica nota positiva sarebbe per l’edizione, visto che Jpop fa sempre un buon lavoro, ma il fatto che questa robaccia costi 5,90 € a volume non mi rallegra affatto, oltre a sembrarmi decisamente un’ingiustizia cosmica il fatto che C:F, dall’alto del suo posto nel podio delle sozzure, si ritrovi le pagine a colori e la sovraccoperta che molti tra i manga migliori non vedono neppure con il cannocchiale.
Solitamente cerco di pensare a chi potrebbe piacere il manga che recensisco, ma visto che c’è un limite al sadismo non mi resta che consigliarne la (ri)lettura ad autrice ed editori, sperando che si sentano almeno leggermente in colpa al decantare tali rare oscenità.
Trama: seguiamo l'agenzia Nanami alle prese con una serie di casi paranormali, ovvero con le incursioni nel mondo umano dei Freaks, condensazioni dei sentimenti negativi.
I vari episodi non sono altro che pittoreschi assaggi di erotismo mal fatto, insomma, un porno di bassissima lega mascherato alla meglio per ampliare indebitamente il target cui il manga è rivolto. Il bello è che l’autrice non si risparmia, mettendo dentro tutto quel che c'è di peggio nel genere: c'è il vecchietto erotomane con il pallino delle orge, cosa che tra l'altro dà l'occasione giusta per spogliare la maid (wow, ecco un altro cliché) del gruppo; abbiamo le bimbette seminude e dislessiche con le orecchie da coniglio (!) che oltre a mostrare il culetto e a divorare cadaveri non servono a nulla; il boss dell’agenzia, caratterizzato da un’insana passione per il cross-dressing ereditata da paparino, tende a strusciarsi con la forma umana del parassita che vive dentro di lui (praticamente quello che fa il lavoro sporco dell’agenzia), giusto per non dimenticarsi lo yaoi; e poi travestiti, bambole sessuali, doppie personalità…
Giusto per chiarire, se quel che cercavate è il mistero, state alla larga da C:F, perché qui il paranormale non è altro che una maschera scadente per nascondere tutt'altro.
A dare il colpo di grazia a questo capolavoro della volgarità è uno stile di disegno pietoso, irregolare e tremolante, costituito da un unico tipo di tratto grosso e poco preciso - probabilmente l’autrice non si può permettere strumenti migliori delle biro. Sfogliando le pagine si ha la sensazione di non proseguire, visto che le inquadrature sono sempre uguali e sempre talmente stanche ed inutili da farmi andare in odio il solito profilo con sguardo languido del boss dell’agenzia, che si ripete più o meno due volte ogni tre pagine.
Unica nota positiva sarebbe per l’edizione, visto che Jpop fa sempre un buon lavoro, ma il fatto che questa robaccia costi 5,90 € a volume non mi rallegra affatto, oltre a sembrarmi decisamente un’ingiustizia cosmica il fatto che C:F, dall’alto del suo posto nel podio delle sozzure, si ritrovi le pagine a colori e la sovraccoperta che molti tra i manga migliori non vedono neppure con il cannocchiale.
Solitamente cerco di pensare a chi potrebbe piacere il manga che recensisco, ma visto che c’è un limite al sadismo non mi resta che consigliarne la (ri)lettura ad autrice ed editori, sperando che si sentano almeno leggermente in colpa al decantare tali rare oscenità.