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6.0/10
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Prima di iniziare questa recensione devo fare una premessa: quando, intorno agli anni 2005/2006, ho iniziato a leggere manga, non avevo la più pallida idea che ne esistessero di vari tipi, destinati a diverse categorie di pubblico; per me, che avevo appena scoperto la loro esistenza, tutti i manga erano universalmente belli per il solo fatto di essere manga, e di conseguenza li compravo puramente a caso. E così nell'estate del 2006 - anno della sua pubblicazione in Italia - ho adocchiato B.O.D.Y. in edicola e l'ho comprato senza pensarci due volte.
Conclusione: a quattordici anni ero senza ombra di dubbio un'idiota.

La trama di B.O.D.Y. (già solo scrivere il titolo è uno strazio) non è neanche tanto male, all'inizio. La protagonista, tale Ryoko Sakura, è innamorata perdutamente di Ryonosuke Fuji, un compagno di classe musone con l'aria da ce-l'ho-col-mondo-perché-mi-va con cui non ha mai scambiato neanche una parola. Perché mai allora Sakura lo ama? Beh, per il nobile motivo che 'sto tizio porta gli occhiali e gira con una borsa gigante e pesantissima, il che fa presumere alla nostra protagonista che questa sia ricolma di libri, e questi due elementi sono segno inequivocabile di smisurata intelligenza, e rendono il ragazzo smisuratamente desiderabile ai suoi occhi. Ovviamente (c'era bisogno di dirlo?) la nostra Sakura si sbaglia di grosso: nel primo (o nel secondo, sinceramente non lo ricordo) volume si scopre infatti che Ryonosuke ha un hobby molto particolare: sarà il calcio? Sarà la briscola? Il nuoto sincronizzato? Ma va', il fanciullo, nei suoi pomeriggi liberi, si diletta facendo niente meno che l'accompagnatore! Sakura è sconvolta, basita, letteralmente a pezzi per questa scoperta (e chi non lo sarebbe?) e decide di rinunciare al suo amore per lui. Per circa mezzo volumetto, è chiaro. Poi i due si mettono insieme, lui abbandona il suo lavoro da host e ovviamente iniziano a spuntare da ogni angolo ex fidanzati, perfetti sconosciuti che si innamorano fulmineamente o di lui o di lei, ex clienti (di lui) invasate, madri (sempre di lui) odiose che non approvano la felice unione e tutte quelle altre originalissime trovate che le autrici di shoujo ci propinano da tempi immemori.
La trama di partenza già di suo non era il massimo, ma era sempre meglio di questa sottospecie di Beautiful per adolescenti cretine in cui si trasforma.

I personaggi di questo manga di certo non brillano per originalità: assolutamente insulsa lei (ma ovviamente dotata di sporadici "attacchi di violenza" per accontentare le ragazzine a cui piace autodefinirsi "dolcemente complicate"), serio e perennemente imbronciato lui, contornati da una serie di amici-parenti-compagni di scuola assolutamente non degni di nota. Può forse essere considerata vagamente carina la storia d'amore tra l'amica di lei, Asuka, e Shirai, ex rivale sul lavoro di lui diventato poi - ovviamente - loro amico, ma di certo non è niente di emozionante.

Gli assegno la sufficienza perché in vita mia ho letto molto di peggio e perché dal punto di vista grafico lo stile dell'autrice mi sembra apprezzabile, e poi, sembrerà sciocco, ma devo dire che ho apprezzato la cura che mette nel vestire la protagonista e nel disegnare le sue acconciature.

Ma stavo quasi per dimenticare la ciliegina sulla torta. In un free talk l'autrice ci fa l'onore di rivelarci la provenienza del titolo: in piena ubriacatura (non adorate anche voi il rapporto fra i giapponesi e il sakè?) le è capitato sotto gli occhi un sapone, e leggendone l'etichetta con scritto 'body soap' ha avuto un'illuminazione: "Yeah, chiamerò il mio manga B.O.D.Y, con i puntini fra una lettera e l'altra per renderlo più figo!". Appena avrò l'occasione di mettere piede sul suolo giapponese penso che avrò anch'io un'illuminazione. Quella di cercarla e prenderla a martellate sui denti.