Recensione
Il viso fragile e delicato di una ragazza emerge come da una pallida nebbia. I colori sono opachi, sfumati e grigi. Accentuano l'atmosfera cupa che le si percepisce attraverso gli occhi. Palpebre basse, sguardo perso, la figura è in movimento, è in avanti. Cosa le porterà in serbo la vita? Quali gioie e quali lacrime incontrerà?
Questa è la copertina di "After the tempest in late summer", un volume unico che raccoglie quattro storie brevi firmate Ayako. Essa lascia presagire un contenuto tutt'altro che banale, una caratterizzazione dei personaggi per niente superficiale, e ben pochi luoghi comuni. La brevità dei racconti è componente incisiva per il lettore. Da un lato c'è un senso di appagamento, in quanto l'attenzione è viva su queste storie rapide e dinamiche, ben lungi dall'intrattenerci in dettagli inutili; dall'altro lato, si desidera rimanere legati a quel piccolo mondo, di scoprirlo in tutte le sue sfaccettature, in cerca del senso degli avvenimenti che, una volta conclusa la lettura, ancora ci fanno riflettere e ci lasciano delle domande. Ci lasciano un segno o più di uno. E' infatti una caratteristica evidente di ciascuna one shot, quella di lasciarci un senso di irresoluzione, un qualcosa - non si sa bene cosa - in sospeso, le cui risposte non sono esplicite nei disegni o nei dialoghi. Sono da ricercare dentro di noi, nel nostro modo di percepire e comprendere gli esseri umani. Non necessariamente di immedesimarci, ma proprio di offrire il beneficio del dubbio e riflettere in situazioni e realtà che possono esser comuni quanto lontane ad ognuno di noi.
In Nostradamus e Sakaki non sono importanti le abilità paranormali di uno dei due ragazzini del racconto, se non che questo elemento soprannaturale ci offre una situazione particolare, uno spunto di riflessione che nella sua conclusione ci offe una sensazione ben chiara. Vi è un uso a risparmio delle parole, e in questo caso anche delle tavole. E' impressionante pensare che in poche pagine si possa concentrare un messaggio chiaro e profondo. Poche pagine ma intense. Poche pagine espressive. Poche pagine che possiamo godere a colori, in un sapiente uso di essi attraverso pennellate suggestive e luminose.
In Tre segreti abbiamo un'ambientazione comune. I rapporti fra compagni di scuola possono terminare in molti modi. Non sono le liti a farla da padrone, ma anche gli interessi che cambiano, scelte diverse, gelosie, e terze persone che complicano le relazioni. Perdere un'amicizia non è necessariamente vanificare quello che c'è stato. E si spera che non possa essere una situazione irreversibile, che non porti a nulla di buono. Nella vita si sa, si può sbagliare, siamo umani… Se fossimo più propensi a credere davvero in ciò, credere che i propri sbagli siano paragonabili a quelli del prossimo e a cercare di costruire un rapporto fatto di momenti no, che non possono e non devono oscurare i bei momenti creati assieme, questo è un ottimo presupposto per un'amicizia duratura. Le tre amiche di questa storia rappresentano ognuna un diverso modo di relazionarsi, di ragionare e di desiderare. Diverse priorità che con un po di pazienza, e usando le parole giuste, possono accordarsi fra loro. Trovare una propria dimensione.
Ma la storia portante, che porta il nome del titolo di questo volumetto, è la terza. Anche questa ha un'ambientazione scolastica. E' la storia di un'amicizia ritrovata, fatta di piccoli gesti e tanta apprensione. Che gioca di attese e di speranze, per poi regalarci tutt'altre sensazioni. Ribadisco che la Ayako non tratta elementi scontati, e non ci propina scene commerciali. Ci mostra piuttosto l'altra faccia di noi stessi, quella difficile da scrutare, quella che preferiamo non mostrare, quella triste e fallata. Quella che ci porta a rischiare, ad allontanarci dagli altri, quella che ci fa raccogliere i pezzi di ciò che è rimasto e che ci fa scrutare dentro noi stessi. La vita è mutevole e ci porta con sé cose che non avremmo mai immaginato. Alcune cose rimangono, come il succo preferito o la confidenza di un antico legame. Ma le persone cambiano e anche i sentimenti. Le scelte dei personaggi non sono chiare, e non ci resta che comprenderne la loro psiche con ciò che ci risulta sia stato fatto e le loro relative reazioni. Tentare di uscire dal proprio universo e aprirsi ad avvenimenti nuovi, che a primo impatto risultano incomprensibili. E' proprio questo il tema principale dell'intera opera. Uno scorcio di realtà diverse su cui affacciarsi, invece di tenerle a bada, all'infuori della nostra vita. Farci immergere e capire, e non solo! Si tratta di accettare i diversi modi di essere, le scelte errate, i giudizi affrettati…
L'ultima storia, Keep a diary, ha un sapore nuovo. Morbosa, cupa, misteriosa. Altamente psicologica. Essa sfocia nell'ossessione di una persona sola che mente al lettore mostrandoci la sua instabilità mentale. Nel finale, che ho appena apprezzato (mi è sembrato spicciolo), ci vien confermato l'intento dell'autrice: queste storie ci fanno riflettere, chiedono d'essere comprese, ci scuotono dalla nostra superficialità con cui etichettiamo le persone e ci offrono in maniera appena accennata degli input introspettivi.
Questa è la copertina di "After the tempest in late summer", un volume unico che raccoglie quattro storie brevi firmate Ayako. Essa lascia presagire un contenuto tutt'altro che banale, una caratterizzazione dei personaggi per niente superficiale, e ben pochi luoghi comuni. La brevità dei racconti è componente incisiva per il lettore. Da un lato c'è un senso di appagamento, in quanto l'attenzione è viva su queste storie rapide e dinamiche, ben lungi dall'intrattenerci in dettagli inutili; dall'altro lato, si desidera rimanere legati a quel piccolo mondo, di scoprirlo in tutte le sue sfaccettature, in cerca del senso degli avvenimenti che, una volta conclusa la lettura, ancora ci fanno riflettere e ci lasciano delle domande. Ci lasciano un segno o più di uno. E' infatti una caratteristica evidente di ciascuna one shot, quella di lasciarci un senso di irresoluzione, un qualcosa - non si sa bene cosa - in sospeso, le cui risposte non sono esplicite nei disegni o nei dialoghi. Sono da ricercare dentro di noi, nel nostro modo di percepire e comprendere gli esseri umani. Non necessariamente di immedesimarci, ma proprio di offrire il beneficio del dubbio e riflettere in situazioni e realtà che possono esser comuni quanto lontane ad ognuno di noi.
In Nostradamus e Sakaki non sono importanti le abilità paranormali di uno dei due ragazzini del racconto, se non che questo elemento soprannaturale ci offre una situazione particolare, uno spunto di riflessione che nella sua conclusione ci offe una sensazione ben chiara. Vi è un uso a risparmio delle parole, e in questo caso anche delle tavole. E' impressionante pensare che in poche pagine si possa concentrare un messaggio chiaro e profondo. Poche pagine ma intense. Poche pagine espressive. Poche pagine che possiamo godere a colori, in un sapiente uso di essi attraverso pennellate suggestive e luminose.
In Tre segreti abbiamo un'ambientazione comune. I rapporti fra compagni di scuola possono terminare in molti modi. Non sono le liti a farla da padrone, ma anche gli interessi che cambiano, scelte diverse, gelosie, e terze persone che complicano le relazioni. Perdere un'amicizia non è necessariamente vanificare quello che c'è stato. E si spera che non possa essere una situazione irreversibile, che non porti a nulla di buono. Nella vita si sa, si può sbagliare, siamo umani… Se fossimo più propensi a credere davvero in ciò, credere che i propri sbagli siano paragonabili a quelli del prossimo e a cercare di costruire un rapporto fatto di momenti no, che non possono e non devono oscurare i bei momenti creati assieme, questo è un ottimo presupposto per un'amicizia duratura. Le tre amiche di questa storia rappresentano ognuna un diverso modo di relazionarsi, di ragionare e di desiderare. Diverse priorità che con un po di pazienza, e usando le parole giuste, possono accordarsi fra loro. Trovare una propria dimensione.
Ma la storia portante, che porta il nome del titolo di questo volumetto, è la terza. Anche questa ha un'ambientazione scolastica. E' la storia di un'amicizia ritrovata, fatta di piccoli gesti e tanta apprensione. Che gioca di attese e di speranze, per poi regalarci tutt'altre sensazioni. Ribadisco che la Ayako non tratta elementi scontati, e non ci propina scene commerciali. Ci mostra piuttosto l'altra faccia di noi stessi, quella difficile da scrutare, quella che preferiamo non mostrare, quella triste e fallata. Quella che ci porta a rischiare, ad allontanarci dagli altri, quella che ci fa raccogliere i pezzi di ciò che è rimasto e che ci fa scrutare dentro noi stessi. La vita è mutevole e ci porta con sé cose che non avremmo mai immaginato. Alcune cose rimangono, come il succo preferito o la confidenza di un antico legame. Ma le persone cambiano e anche i sentimenti. Le scelte dei personaggi non sono chiare, e non ci resta che comprenderne la loro psiche con ciò che ci risulta sia stato fatto e le loro relative reazioni. Tentare di uscire dal proprio universo e aprirsi ad avvenimenti nuovi, che a primo impatto risultano incomprensibili. E' proprio questo il tema principale dell'intera opera. Uno scorcio di realtà diverse su cui affacciarsi, invece di tenerle a bada, all'infuori della nostra vita. Farci immergere e capire, e non solo! Si tratta di accettare i diversi modi di essere, le scelte errate, i giudizi affrettati…
L'ultima storia, Keep a diary, ha un sapore nuovo. Morbosa, cupa, misteriosa. Altamente psicologica. Essa sfocia nell'ossessione di una persona sola che mente al lettore mostrandoci la sua instabilità mentale. Nel finale, che ho appena apprezzato (mi è sembrato spicciolo), ci vien confermato l'intento dell'autrice: queste storie ci fanno riflettere, chiedono d'essere comprese, ci scuotono dalla nostra superficialità con cui etichettiamo le persone e ci offrono in maniera appena accennata degli input introspettivi.