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8.0/10
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Se siete amanti delle trame non troppo semplicistiche, ma neanche artificiosamente intricate, del mistero, di quell'alone di sospensione soprannaturale, condito con qualche tinta barocca qua e là ed un tratto leggero e delicato che ingentilisce il tutto, capace persino di rivestire di grazia e sofferente bellezza una violenta scaramuccia, allora “Red Garden” farà sicuramente per voi, soddisfacendo pienamente il vostro personale gusto.

Dopo aver letto la trama offerta dal sito dell'editore J-Pop, cerchiamo di inquadrare il manga nel suo complesso e in modo oggettivo.
L' opera di Kirihito Ayamura offre una scorrevole lettura, regalando al lettore più che modesti spunti di immaginazione sull'evolversi della trama, evitando la banalità di intrecci scontati e piatte caratterizzazioni di personaggi; invece, la psicologia della protagonista Kate, appare uno dei punti di forza del manga, evolvendosi nel corso dei 4 volumi e adattandosi al relativo poco spazio concesso dalle dimensioni dell'opera, senza improvvise forzature. Anche le altre tre ragazze, Claire, Rachel e Rose, legate ad una comune e nefasta sorte, sono ben dipinte psicologicamente ma, come spiega anche l' autore in chiusura di uno dei volumi, in maniera più accelerata rispetto a Kate, a causa del limitato spazio; ciò non toglie che tutti seguano il loro naturale ciclo di evoluzione, affiatando i propri rapporti nei momenti di quiete e rivelando i propri pregi e difetti.
Conosceremo pian piano anche Liz(o Lise) attraverso i ricordi di Kate;si tratta di un personaggio chiave, una sorta di base su cui si costruisce tutta la vicenda.

Il tratto è molto delicato, perciò poco plastico, ed è piacevole, ma a volte incerto; sul lato tecnico si poteva ottenere di più, specialmente per la fastidiosa resa altalenante dei volti nei soggetti femminili, in quanto le potenzialità non mancano affatto. Tuttavia la precisione migliora considerevolmente nel terzo e nel quarto volume, una gioia per gli occhi di chi tiene molto all' estetica.
E proprio dall'estetica, com'è naturale, si evince ciò che l' autore ha voluto trasmettere, nient' altro che la fragile e candida bellezza, resa ancora più tale dal concetto di morte che aleggia nell'opera;e l' emblema di tutto ciò è di nuovo Kate, docile angelo nel mezzo di tanta violenza, sangue e bestialità, una sorta di faro nel buio decadente.
Le scene d' azione, non molte prima del climax finale, il più delle volte non danno quel senso di dinamismo che si vorrebbe da esse, in qualche occasione non sono nemmeno chiare, lasciando all'immaginazione del lettore l' esecuzione mentale del movimento.
Molto apprezzabili sono invece gli sfondi, interamente a china (quindi realizzati a mano).

Una nota lodevole va alla trama che ha più volte evitato l' occasione di cadere nei classici cliché stereotipati che invece vanno tanto di moda in parecchi shonen, e riesce, se non a tenerci incollati al manga, quantomeno a spingerci a voler far luce sui punti oscuri e vedere come andrà a finire; per fare un paragone, è come un discreto vino che ci lascia incuriositi dal suo retrogusto. Solo l' ultimo volume svelerà il tutto, regalandoci anche dei bei momenti di azione drammatica (unica pecca l'eccessiva velocità di risoluzione, sempre per le solite ragioni di spazio).

Tirando dunque le somme, il manga è consigliato ovviamente a una determinata fascia di pubblico: un pubblico che sappia apprezzare opere originali che vogliono trasmettere sottili sensazioni, leggiadre piroette emotive e tanta partecipazione affettiva, raccontando semplicemente una storia lineare senza banalità, ricca di pathos e toni drammatici, un concentrato agrodolce che dà sapore alla fragilità dell'esistenza.