Recensione
Che carino!
6.0/10
"Kawaii Hito" è la terza opera di tipologia yaoi realizzata da Keiko Konno nell'anno 2000. In Italia il titolo, rinominato "Che Carino!", è stato pubblicato da Kappa Edizioni che ha fornito al pubblico i due voumi del manga in un'edizione con sovraccoperta ma senza pagine a colori per l'elevato prezzo di € 8,50 a tankōbon.
La storia in sé si rivela leggera ma sommariamente ben orchestrata. Il protagonista è Natsu Shinoda, un ragazzo che frequenta il secondo anno delle superiori, omosessuale che si è innamorato di un kohai, tale Tomohiro Ikeuchi, frequentante insieme a lui il club di basket. Natsu è consapevole del fatto che Ikeuchi ha una ragazza e che senza ombra di dubbio è eterosessuale ma tenta comunque la fortuna: un pomeriggio domanda ad un sorpreso Ikeuchi di fare sesso con lui. Qui inizia la relazione tra Ikeuchi e Shinoda-san, così viene chiamato il ragazzo da Tomohiro, fatta di alti e bassi, tira e molla, separazioni e riavvicinamenti.
Bisogna per prima cosa capire che esiste una solida motivazione dietro alla scelta del titolo. Ikeuchi, infatti, ammette per tutta la durata del fumetto di non provare particolare interesse per nessuno dei ragazzi con i quali viene in contatto, in classe o nel club di basket, ma solo per Shinoda-san perché, come ripete più volte, egli è estremamente carino. Natsu inizialmente non pretende certo che Ikeuchi lasci la propria ragazza, che lo stesso sempai trova una brava persona, eppure Tomohiro decide di troncare la loro relazione. Ikeuchi si è invero innamorato veramente del sempai ma, nonostante questa sua azione, il loro rapporto sarà tutt'altro che semplice.
L'intero manga è eternamente, dalla prima all'ultima facciata, disseminato dei dubbi di Shinoda sul come e sul perché Ikeuchi abbai scelto di stare con lui. Il ragazzo è geloso eppure non vorrebbe esserlo, a volte si considera il compagno del moro e a volte pensa di non essere altro che uno svago passeggero e che Tomohiro sia ancora, in fondo, capace di innamorarsi di qualunque ragazza.
A risollevare questa sì interessante, ma a volte estremamente pedante coltre di indecisione, ci pensano Shinichi e Haruhiko. Shinichi è un compagno di classe di Shinoda, frequentante e responsabile del club di basket, mentre Haruhiko è un altro coetaneo impegnato con il club di calcio dell'istituto. I due sono quelli che verrebbero definiti "friends with benefits": si conoscono da quando erano bambini, hanno rapporti sessuali eppure rimangono amici. Shinichi è da sempre innamorato di Haruhiko mentre quest'ultimo sembra interessato a Natsu. Nel corso della storia e nei due corposi extra a loro dedicati, tuttavia, il le lettore assisterà ad una vera evoluzione del loro rapporto. Personalmente tendo a preferire proprio questi ultimi personaggi rispetto alla coppia protagonista del fumetto. I due ragazzi appaiono più naturali e sinceri in quello che fanno, pensano e (non) dicono rispetto a Shinoda ed Ikeuchi e risollevano notevolmente le sorti del titolo che, altrimenti, già dopo i primi capitoli risulterebbe forse ai più alquanto noioso.
Parlando di omake ne è presento un altro nel primo volume e si tratta del poi inserito in "Shoujomangaka no koi" fallito titolo "Abbracciami" del quale sconsiglio vivamente la lettura, la Konno ha realizzato racconti brevi ben migliori.
Nella sua totalità "Kawaii Hito" si rivela un titolo sufficiente per intrattenere il lettore, non è certamente un lavoro innovativo ma riesce e tenersi decentemente sopra la media della maggior parte dei brevi lavori del genere shounen-ai/yaoi ed è capace di strappare anche qualche risata al lettore.
La storia in sé si rivela leggera ma sommariamente ben orchestrata. Il protagonista è Natsu Shinoda, un ragazzo che frequenta il secondo anno delle superiori, omosessuale che si è innamorato di un kohai, tale Tomohiro Ikeuchi, frequentante insieme a lui il club di basket. Natsu è consapevole del fatto che Ikeuchi ha una ragazza e che senza ombra di dubbio è eterosessuale ma tenta comunque la fortuna: un pomeriggio domanda ad un sorpreso Ikeuchi di fare sesso con lui. Qui inizia la relazione tra Ikeuchi e Shinoda-san, così viene chiamato il ragazzo da Tomohiro, fatta di alti e bassi, tira e molla, separazioni e riavvicinamenti.
Bisogna per prima cosa capire che esiste una solida motivazione dietro alla scelta del titolo. Ikeuchi, infatti, ammette per tutta la durata del fumetto di non provare particolare interesse per nessuno dei ragazzi con i quali viene in contatto, in classe o nel club di basket, ma solo per Shinoda-san perché, come ripete più volte, egli è estremamente carino. Natsu inizialmente non pretende certo che Ikeuchi lasci la propria ragazza, che lo stesso sempai trova una brava persona, eppure Tomohiro decide di troncare la loro relazione. Ikeuchi si è invero innamorato veramente del sempai ma, nonostante questa sua azione, il loro rapporto sarà tutt'altro che semplice.
L'intero manga è eternamente, dalla prima all'ultima facciata, disseminato dei dubbi di Shinoda sul come e sul perché Ikeuchi abbai scelto di stare con lui. Il ragazzo è geloso eppure non vorrebbe esserlo, a volte si considera il compagno del moro e a volte pensa di non essere altro che uno svago passeggero e che Tomohiro sia ancora, in fondo, capace di innamorarsi di qualunque ragazza.
A risollevare questa sì interessante, ma a volte estremamente pedante coltre di indecisione, ci pensano Shinichi e Haruhiko. Shinichi è un compagno di classe di Shinoda, frequentante e responsabile del club di basket, mentre Haruhiko è un altro coetaneo impegnato con il club di calcio dell'istituto. I due sono quelli che verrebbero definiti "friends with benefits": si conoscono da quando erano bambini, hanno rapporti sessuali eppure rimangono amici. Shinichi è da sempre innamorato di Haruhiko mentre quest'ultimo sembra interessato a Natsu. Nel corso della storia e nei due corposi extra a loro dedicati, tuttavia, il le lettore assisterà ad una vera evoluzione del loro rapporto. Personalmente tendo a preferire proprio questi ultimi personaggi rispetto alla coppia protagonista del fumetto. I due ragazzi appaiono più naturali e sinceri in quello che fanno, pensano e (non) dicono rispetto a Shinoda ed Ikeuchi e risollevano notevolmente le sorti del titolo che, altrimenti, già dopo i primi capitoli risulterebbe forse ai più alquanto noioso.
Parlando di omake ne è presento un altro nel primo volume e si tratta del poi inserito in "Shoujomangaka no koi" fallito titolo "Abbracciami" del quale sconsiglio vivamente la lettura, la Konno ha realizzato racconti brevi ben migliori.
Nella sua totalità "Kawaii Hito" si rivela un titolo sufficiente per intrattenere il lettore, non è certamente un lavoro innovativo ma riesce e tenersi decentemente sopra la media della maggior parte dei brevi lavori del genere shounen-ai/yaoi ed è capace di strappare anche qualche risata al lettore.